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Autore: MandyHoran    20/01/2012    1 recensioni
"Credo di avere le idee ancora più confuse ora" confessò.
"Lascia che te le chiarisca allora" dissi lasciando scorrere il braccio lungo la sua schiena. Entrambe le mie mani si fermarono sul suo fondoschiena e le mie labbra scesero sul suo collo inumidendolo, poi sulla sua clavicola.
Percepii il sospiro di Kim così la spinsi verso il letto e una volta sopra di lei le tolsi la maglietta.
"No Niall..." mi bloccò

Si capisce quanto amo scrivere di quei ragazzi?! Ps. è la mia prima FF
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Cause we are sisters, we stand together. 

Filai in bagno per darmi una rinfrescata prima della colazione. Mentre scendevo le scale inciampai e in un millisecondo mi ritrovai in cucina a faccia a terra.
"Accidenti Kim, sei sempre la solita!"
"Buongiorno anche a te SORELLA, però tranquilla sto bene. Giorno papà!"
"Ciao perlina!" Oh quanto amavo quel soprannome, un po' imbarazzante forse, ma era adorabile ed il suo significato molto importante per me e per Bob. Quando io e mia sorella eravamo bambine, lui diceva sempre che la mamma era la sua "Perla" perché era la cosa più preziosa che aveva insieme a noi due. Sosteneva che io somigliassi alla Perla in tutto e per tutto. Una cosa che in realtà mi faceva onore. Non avevo conosciuto la mamma molto bene, non abbastanza da ricordarmela. Sapevo solo che era stata una grande donna, salvò la vita a Bob e amava la boxe esattamente come me. Per questo dopo la sua morta mio padre cominciò a chiamare me "perlina", perché ero come lei, ma più piccola."Hai dormito bene cara?"
"Abbastanza, grazie" risposi sbadigliando.
"Ieri non sembravi entusiasta della tua schiacciante vittoria contro l'odiosa Jasmine." Strinsi istintivamente gli occhi al ricordo di quella ragazza.
"Ti sbagli ero e sono molto contenta e anche soddisfatta di me stessa." risposi con aria saccente. Non volevo che sapesse dei miei brutti pensieri della sera prima.
"Allora che ne dite se oggi vi porto a fare una bella passeggiata e magari anche a fare shopping se vi va!" 
Irina sbuffò: "Papà i negozi sono chiusi è domenica. Poi lo sai che devo studiare oggi, non vorrai mica che vada a scuola impreparata." 
In realtà io sapevo benissimo che non le andava di passare il tempo con il nostro Bob.
"Certo che no cara.. Tu che ne dici Kim?" chiese mio padre implorante. Io scossi la testa: "Papà, sai che mi diverto un mondo con te.. Solo che ho promesso a Joline che oggi sarei andata da lei nel pomeriggio." Era vero, ogni singola parola. Io non mentivo come mia sorella. 
Papà annuì rassegnato e io gli stampai un affettuoso bacio sulla guancia per consolarlo. Lui sorrise goffamente, prese il suo caffè e andò nel salone a guardare la tv. 
Rimasi in cucina con mia sorella che mangiava cereali integrali con latte di soia.
"Irina davvero non lo so come fai. Che schifo quella roba come si fa a mangiarla?"
"Sai Kim, dovresti provare anche tu, non ti farebbe male un po' di questa 'roba' piuttosto che quelle merendine di merda che ti finiscono sui fianchi."
"Io brucio non ho bisogno di stare a dieta. Se facessi esercizio fisico non dovresti nemmeno tu."
"Tesoro lasciami in pace, ti prego."
"Agli ordini sorellona!"Irina aveva tre anni più di me, era la classica fighetta di 19 anni: alta 1.70 circa, magra con le curve al punto giusto. Capelli lunghi, scalati, color castano scuro. Labbra carnose e di un roseo affascinante. Portava un piercing che risaltava il suo naso piccolino e leggermente a punta. Aveva un neo sulla parte destra del volto sopra il labbro superiore, del quale non si vergognava affatto, anzi se ne vantava: "è un segno di estrema bellezza" affermava. A scuola era una delle ragazze più popolari e non a caso aveva l'intera squadra di calcio ai suoi piedi. E dico proprio tutta. Dalle riserve sfigate ai più fighi cioè i titolari.
Quella mattina mi ciondolai un po' per casa stando al computer e leggendo qualche rivista. Dopodiché subito dopo pranzo, volai in bagno a prepararmi per andare da Joline. Velocemente mi gettai sotto la doccia e dopo neanche 5 minuti ero già fuori. Scelsi gli indumenti senza pensarci troppo: blu jeans, maglietta nera e giacchetto grigio. Era la fine di settembre e non faceva esageratamente freddo, ma era meglio mettersi un foular. Optai per quello viola che trovai nel cassetto del mio armadio. Mi specchiai a lungo per sistemare i capelli e vidi una persona totalmente diversa da quella del giorno precedente. Niente paura negli occhi e nessun luccichio in mezzo ai capelli, per fortuna. Amavo specchiarmi nel tempo libero e curare il mio aspetto. Quel giorno avevo voglia di lasciarmi i capelli al naturale, mossi, così lisciai solo la frangia che risultava indomabile. I miei capelli non erano eccessivamente lunghi: lunghezza spalle, rossi però erano tinti eh. Il mio colore naturale è il castano scuro come quello di mia sorella. Avevo deciso di tingerli perche volevo cambiare un po' il look e così avevo atto quel colore chiamato mogano: una specie di marrone mischiato al rosso.
Per quanto riguardava il mio corpo invece, bèh era un corpo ESTREMAMENTE normale in un certo senso banale oserei dire. Non ero grassa, ma nemmeno magrissima. Forse avevo un po' più di muscoli rispetto alle mia amiche, ma per via della boxe che praticavo a livelli agonistici. A scuola passavo del tutto inosservata dai miei compagni di classe, figuriamoci a quelli della squadra di calcio!
Però, onestamente, non avevo mai avuto voglia di farmi notare. Ero l'opposto di Irina che invece, per ricevere attenzioni avrebbe fatto qualsiasi cosa. 
Anche se devo ammettere che c'era un ragazzo, un atleta nella squadra (uno dei titolari quelli fighi insomma), che mi attraeva parecchio e dire che non m'interessasse essere notata da lui sarebbe stata una gran bugia.
  
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