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Autore: Aryapikkola    20/01/2012    8 recensioni
Come ogni fan di Twilight, Alex adora i libri. Li legge come rifugio da una vita che gli da solo delusioni sù delusioni. Un giorno uno sconosciuto gli dà l'opportunità di poter entrare dentro quel mondo che tanto adora, così la nostra protagonista si ritrova dentro Twilight al posto della protagonista.
Estratto dal primo capitolo
" Ero terrorizzata, ma non sapevo come comportarmi così dissi forse le parole che lei si aspettava, e non fu una scelta a caso che gli risposi proprio come continuava nel libro, mi sentii sollevata ad averlo letto così tanto.
Con un filo di voce dissi la frase, come se recitassi con un copione in mano
- Ci voglio andare. "
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ho postato subito questa volta, ok ringranzio al solito quelle stupende ragazze che mi hanno lasciato una recensione. Siete fantastiche, uno perchè adoro sapere le vostre reazioni riguardo alla storia, due perchè se continuo con la storia è anche merito vostro!
Un bacio Arya.





Mi alzai di scatto dalla sedia come una stupida.
 
- Esme dovrei andare in bagno.
 
Ma cacchio di scusa mi ero uscita? Dicevo una cazzata dietro l'altro oggi a quanto pare. Lei mi fissò stupida mentre guardava Edward che era rimasto congelato dalla mia uscita di poco prima.
 
- In fondo sulla sinistra cara.
 
Corsi verso il bagno e mi chiusi dentro, ero completamente in crisi. Perché avevo detto che mi aveva sentito? Non potevo stare zitta?
Il problema stava nel fatto in quanto avesse sentito, se ero distratta solo quando avevo pensato al caffè andava bene, più che altro non volevo che scoprisse che venivo da un altro mondo in cui mi ci aveva trascinato un tipo sconosciuto.
 
- Bella tutto bene?
La voce era quella di Alice. Non sapevo cosa dire, forse tutta questa situazione assurda prima o poi sarebbe uscita fuori. Non potevo aspettarmi di stare vicino a loro e che non avrebbero mai scoperto il mio segreto.
Sentii delle voci fuori dalla mia porta e iniziai a elaborare un mio piano, non volevo che fossero spaventanti o preoccupati per la loro riservatezza del loro segreto.
Liberai la mente dal mio pensiero continuo di proteggerla e mentalmente chiamai un nome.
 
" Edward entri un attimo? "
Volevo parlare con lui perché se se ne fossero andati via anche il giorno dopo almeno avrei avuto dei ricordi della sua compagnia. Sarebbe stato l'ultimo con cui avrei parlato.
 
- Bella mi fai entrare?
Questa volta era la voce di Edward, mi alzai e feci scattare la serratura. In teoria avrebbe anche potuto aprirla comunque, forse volevano lasciarmi un attimo di privacy.
Mi misi ancora per terra vicino alla vasca, lui mi guardò serio ma anche preoccupato, io gli restituì un'occhiata altrettanto preoccupata.
Senza dire niente chiuse la porta e si sedette vicino a me.
 
- Sai che ti posso sentire vero?
 
- Si
 
- Come lo sai?
 
Come glie lo avrei spiegato? Mi passai la mani tra i miei capelli lunghi, e riflettei un attimo, la mia mente era aperta a lui in questo momento potevo quasi sentirlo. Guardai ancora nei suoi occhi e mi lasciai andare.
 
- So tutto su di voi, cosa siete.
 
Lui era sconvolto, mi guardava come se parlassi cinese. Forse aveva ragione a guardarmi così, sicuramente gli sembravo una pazza in quel momento.
Apri di più la mia mente e gli raccontai con la mente quello che mi successe il giorno che incontrai quel ragazzo, non gli raccontai i particolari del libro.
Dissi solo mentalmente
" Ho letto di voi, non ho paura. Ho solo paura che voi non vogliate stare in mia compagnia. So che può essere assurdo ma voi siete gli unici che conosco sul serio. "
 
Dopo questo chiusi di nuovo la mia mente.
Mi concentrai sul freddo delle piastrelle del bagno, sul suo corpo non lontano dal mio.
Non diceva niente, forse doveva considerare il fatto che fossi pazza o sul fatto che fosse vero quello che gli avevo fatto vedere con i miei pensieri.
 
- Come mai prima potevo leggere i tuoi pensieri e adesso non posso?
- Non lo so. Se mi concentro non puoi leggermi.
- Non hai paura a stare in una casa piena di vampiri?
- Se siete voi quei vampiri allora no.
 
Lui mi guardava sorpreso, vedevo che ancora i suoi occhi pensierosi ripensare alla mia storia. Se avessi potuto dire di più del perché ero arrivata nel suo mondo lo avrei fatto.
 
- In questi libri cosa succedeva?
Ecco quella era proprio la domanda che non volevo che facesse, non volevo raccontargli che lui si innamorava della protagonista e che per colpa mia non l'avrebbe mai incontrata perché qui ero io al suo posto.
Era davvero con l'umore sotto terra e mi veniva quasi da piangere.
 
- Parla della vostra famiglia, della vostra natura.
 
- Sei triste perché vuoi tornare a casa?
Mi voltai verso di lui, guardava verso la porta, i muscoli del suo braccio erano tesi. Forse non respirava neanche.
 
- No non sono triste di essere qui, è come si mi avessero dato un'opportunità di una vita migliore, prima non mi ricordavo neanche come fosse avere degli amici. E non mai saputo come è avere un padre. Per quanto mi sembri ancora tutto così assurdo adoro stare qui. Stare qui insieme a voi.
 
Questa volta si voltò verso di me, il suo sguardo furente mi spaventò per un attimo ma non lo diedi a vedere.
 
- Quindi preferisci vivere in un mondo dove esistono dei mostri come noi?
 
- Voi non siete mostri! Non osare offendere neanche per un momento quelle persone che sono fuori da quella porta, e sopratutto non offendere te stesso. Solo perché siete pericolosi non vuol dire che siete dei mostri o cattivi. Alice ad esempio con me è stata un angelo, non ho mai saputo come è avere una amica ma con lei finalmente l'ho scoperto.
 
Era scioccato, e io pure.
Avevo parlato con furia e dolcezza allo stesso tempo. Ero così coinvolta verso di loro che li proteggevo come se fossero la mia unica ancora di salvezza. E forse era davvero così.
Sentii un rumore verso il pomello della porta, e vidi Alice entrare sedersi vicino a me e abbracciarmi. Chiusi gli occhi e feci la domanda più brutta che potessi fare.
 
- Andrete via?
Lei si staccò da me e mi guardò nei occhi.
 
- No non siamo in pericolo, vedo che non dirai niente a nessuno, il futuro su di te è ancora molto indeciso e sfocato, ma vedo chiaramente che proteggerai il nostro segreto.
 
- Mi dispiace non avervelo detto prima.
 
Avevo notato Emmett appoggiato alla porta aperta, Esme Carlisle e Rosalie erano fuori ma sapevo che avevano sentito tutto.
 
- Non ti preoccupare Bella non deve essere una situazione facile per te.
Era stato Carlisle a parlare.
Alice con delicatezza mi accompagnò nel salotto e ci sedemmo tutti in quel divano immenso. Tutti tranne Edward, a quanto pare era rimasto in bagno, sperai con tutto il cuore che non ce l'avesse con me.
 
- Bella con Edward hai parlato mentalmente quindi non abbiamo capito proprio tutto raccontaci cosa ti è successo se ti va.
Guardai Carlisle per tutto il tempo in cui gli raccontai del ragazzo e di come mi aveva portato da loro.
 
- Quindi avevi letto di noi? Per questo ci conosci?
Era Jasper ad aver parlato, sembrava il più tranquillo tra tutti. A quanto pare vedeva sempre la situazione nel modo meno tragico possibile. Almeno non faceva vedere se era preoccupato.
 
- Si, so cose che voi non sapete ancora.
Mi voltai verso Alice e decisi che gli avrei detto di James, la cosa però che mi terrorizzava era il fatto che forse lo volessero uccidere, ma potevano sconfiggerlo.
 
- So chi ti ha trasformata.
 
Mi accorsi subito che Edward era entrato nella stanza non mi guardava ma guardava Alice.
Lei era silenziosa, forse già sapeva il nome adesso che avevo preso la decisione di dirglielo.
 
- Chi è?
Era stato Edward a parlare, non avevo il coraggio di guardarlo così voltai il mio sguardo verso il basso.
 
- Quando eri ragazza eri stata trasferita in un manicomio, per via delle tue visioni, un vampiro di nome James ti notò, ti voleva dare la caccia. Un vampiro che ti si era affezionato, per non farti uccidere da lui ti trasformò, purtroppo James lo uccise per vendicarsi del fatto che non avrebbe più potuto farti fuori. Adesso James viaggia insieme ad altri due vampiri. Laurent e Victoria che è la sua compagna. Nel libro vengono qualche tempo dopo, non ricordo esattamente quando. Non passeranno proprio per Forks ma se giocherete a baseball li attirerete qui.
 
- Non voglio che vengano qui.
Alice aveva parlato piano, ma era decisa quando lo aveva detto.
- Non mi interessa lui, non li atterriremo qui. Anzi non giocheremo per un bel po' finche non saremo sicuri che se ne siano andati. Avevo notato la possibilità vaga che avremmo incontrato dei nostri simili ma loro sono pericolosi e non voglio vederli.
 
Sospirai di sollievo, nei libri i casini erano stati causati sopratutto da James e Victoria e non volevo si ripetessero visto che si poteva evitare.
 
Jasper questa volta aveva l'espressione sconvolta.
 
- Ma Alice quello ti ha dato la caccia, ha ucciso il tuo creatore lasciandoti da sola!
 
- Lo so Jasper, ma ho visto che ci saranno solo complicazioni se dovessimo entrare in contatto con loro. Vero Bella?
 
Adesso mi guardavano tutti, Rosalie era furente. Carlisle cercava di essere il più neutrale di tutti, Jasper e Emmett erano sconvolti dalla decisione di Alice. Esme guardava Alice preoccupata.
Edward adesso mi guardava anche lui, e io decisi di guardare solo lui. Anche se non sapevo cosa pensasse di me, i suoi occhi riuscivano a calmarmi.
 
- Si davvero, ci saranno un bel po' di problemi per colpa loro. Due di loro hanno dei talenti e non sarebbero così facili da distruggere. Per quanto mi scocci dirlo preferisco che li lasciate stare.
 
Alice mi strinse la mano con la sua fredda, ma io sentii dentro di me solo del calore.
 
- Perché provi affetto per noi?
Naturalmente era stato Jasper a parlare, aveva notato che già volevo bene a tutti.
 
- È solo che vi conosco, so che voi non mi conoscete quindi non pretendo che contraccambiate. Ma io so chi siete le vostre personalità i vostri pregi e i vostri difetti. Io non so spiegarlo in modo razionale, forse perché non lo è..
 
Emmett rise e io mi unii a lui, era così assurdo come discorso che fece ridere anche a me.
Di nuovo tutti mi guardavano, io mi concentrai su tutti brevemente, anche su Rosalie. Speravo che capisse che anche lei era inclusa, non volevo celasse rancore verso di me.
 
Rimanemmo in silenzio, per un bel po'. Alice ancora era fianco a me. Loro non si muovevano erano immobili.
Cazzo sembravano davvero delle statue, stranamente mi rilassai. Non fingevano più, era come se finalmente si lasciassero andare ad essere se stessi.
Piano e con calma ripresi il senso del tempo quando vidi il tramonto dalla vetrata che dava sul vialetto della casa.
 
- Dovrei andare, devo cucinare qualcosa per stasera per me e Charlie.
 
Esme si avvicinò a me mi fece un sorriso caldo, e affettuoso.
 
- Quando vuoi puoi tornare qui.
- Grazie.
 
Alice stava parlando adesso con Jasper, mentre Edward parlava con Emmett e Rosalie.
 
- Ehm Alice mi accompagni a casa?
 
- Bella ti dispiace se ti accompagna Edward?
 
Cavolo ma perché Alice se ne usciva sempre con Edward? Già avevo paura che mi odiasse, stare in macchina con lui mi avrebbe messo ancora più agitazione.
Lo guardai per vedere se fosse arrabbiato, ma più che altro sembrava preso a pensare a qualcos'altro.
 
- Se non vuoi non ce problema, magari posso chiamare Charlie.
 
- Non ti preoccupare andiamo pure.
Almeno dal tono di voce non sembrava arrabbiato.
Presi il giubbotto e salutai con un bacio Alice, senza che me ne accorgessi si avvicinò anche Emmett e mi accarezzò la testa scompigliandomi tutti i capelli.
 
- Scommetto che ci sarà divertirsi insieme a te Bella.
Ecco se voleva fare incazzare Rose ci era riuscito alla grande.
 
- Come no, uno spasso.
Mi voltai dopo avergli mostrato la lingua, neanche avessi cinque anni. Naturalmente rise con quella sua voce profonda.
 
Uscii insieme ad Edward per prendere la macchina, lui non aveva detto ancora niente dal mio discorso di prima nel bagno.
Quando fummo in macchina raccolsi un po' di coraggio.
- Sei arrabbiato?
 
Si voltò verso di me, dire che era sorpreso era poco.
- No assolutamente, diciamo che mi hai stupito. Da quando ti ho vista mi hai stupita. Anche il fatto che tu possa bloccare così il mio potere è davvero una cosa nuova per me. Ma quello che mi sorprende di più e quello che pensi su di noi.
 
Fece una pausa, io non sapevo cosa dire. La sua voce così bella, e quel suo profumo che dentro la macchina si sentiva di più non mi aiutava a concentrarmi.
 
- Vedo come ti comporti con Alice, e Jasper ha sentito e anche io che gli vuoi davvero bene. Devi capire che è una situazione davvero anomala per noi.
 
- Beh se può consolarti è stato anomalo anche per me venire catapultata qui.
 
Il suono della sua risata mi rilassò ancora di più e potei unirmi a lui, la mia era come una risata liberatoria. Non ero mai stata brava a fingere come avevo fatto in questi giorni, aver detto tutto era come sentirmi più leggera.
Arrivammo a casa di Charlie stavo quasi per scendere ma lui iniziò a parlare.
 
- So che tu ci conosci in un certo senso, ma sappi che comunque restiamo sempre dei vampiri. Siamo pericolosi, con Jasper dovrai stare un pó più attenta e mi raccomando non andare nei boschi ok?
Per parlami si era avvicinato un pò più verso di me, e io ero ipnotizzata totalmente su di lui.
 
- Va bene starò attenta. Grazie Edward.
Gli regalai un sorriso sincero, mi piaceva che si preoccupasse per me.
 
- Ah Bella se ti va domani puoi pranzare insieme a noi se ti va.
 
Mi stava mettendo alla prova? Pensava davvero che non avrei accettato? Lui aveva di nuovo quel suo sguardo incerto e gli risposi con un occhi allegri.
 
- Certo, a domani.
 
Saltai giù dalla macchina prima che iniziassi a non concentrarmi, quando stavo con lui mi rilassavo troppo. Troppo persa nei suoi occhi, nel suo viso che facevo fatica a ricordarmi di concentrarmi, leggere i miei pensieri in quel momento di sicuro non sarebbe stato il caso.
Arrivai a casa e sentii partire la macchina di Edward, mi misi sulla prima cosa in cui potevo sedermi e come per magia mi spuntò un sorriso allegro e felice.
 
Questo mondo, questa situazione, questo momento,iniziavo già a sentirlo più mio. Non vivevo più la vita di qualcun'altro.
  
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