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Autore: Robiz    20/01/2012    5 recensioni
Sono Usagi Tsukino, ho 19 anni, frequento la 5a liceo quindi tra poco avrò gli esami di maturità e...sono obesa!
Contatti con il genere umano maschile: nessuno.
CAP.3 MODIFICATO!
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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mamoru

CAP. 9 - MAMORU

 

Avevo pensato di accoglierla direttamente all’entrata con la scusa che non le avevo detto dov’era il mio studio. In realtà, dalla piantina della struttura posta all’entrata, lo avrebbe tranquillamente trovato da sola. Sin dal primo incontro al parco avevo provato verso di lei un forte istinto di protezione. Era una sensazione nuova anche per me e difficile da descrivere e da accettare. Non era di certo la prima ragazza obesa che avevo in cura, ma vederla sola sull’altalena a mangiare gli onigiri, mi aveva spezzato il cuore. Effettivamente, forse, era la prima paziente che vedevo soffrire al di fuori del contesto ambulatoriale. Ormai era diventata un’abitudine separare la vita lavorativa da quella privata e comunque, abitando nella periferia di Tokyo, non avevo mai incrociato, né tanto meno incontrato le pazienti per strada. Quel giorno poi passavo per il parco per puro caso, spinto dal desiderio di fare una passeggiata e di guardare il tramonto gustandomi un gelato, prima di tornare a casa. Si direbbe un incontro voluto dal destino.  Comunque questa particolare attenzione che nutrivo spontaneamente nei suoi confronti, era un atteggiamento che dovevo troncare sul nascere. In primis era deleterio per lei, perché la mia non obiettività potrebbe influire negativamente sul mio modo di agire durante la terapia, rallentandone i risultati. E poi era contro l’etica professionale affezionarsi in tal modo a una paziente.

 

«Articolo 26 del codice deontologico degli psicologi

Lo psicologo si astiene dall’intraprendere o dal proseguire qualsiasi attività professionale ove propri problemi o conflitti personali, interferendo con l’efficacia delle sue prestazioni, le rendano inadeguate o dannose alle persone cui sono rivolte. »

 

Così mi ero ripromesso di controllarmi, di mostrarmi amichevole ma distaccato, ma dentro di me, mi ripetevo che alla fine non c’era nulla di male nell’accoglierla all’ingresso e così feci. Nonostante ciò, quella fu una delle sedute più difficili della mia vita.

 

Fare lo psicologo mi veniva piuttosto naturale, mi era sempre piaciuto aiutare gli altri a capire se stessi e avevo intrapreso questa professione proprio per questo e in seguito alla mia esperienza personale. Il difficile era stato cercare di restare calmo, vedendo quella ragazza tentare di essere forte davanti agli altri e guardandola sopportare da sola quel peso che le stavo volontariamente buttando addosso. L’esperienza e anche la teoria erano a favore di questo tipo di approccio per molti versi violento, ma quell’essere, così robusto nell’apparenza ma così fragile nella sua essenza, lo stava facendo pentire di non aver iniziato in un altro modo. Ormai comunque era troppo tardi, la strada era stata intrapresa e non aveva senso cambiare in quel momento. A ogni parola di Ami vedevo il suo sguardo spegnersi; o si riconosceva nel racconto oppure stava lottando con tutte le sue forze per  negare la sua somiglianza della sua storia con quella di Ami. Quando poi aveva chiesto di andare alla toilette, istintivamente le sorrisi per rassicurarla e mostrarle comprensione. In realtà la preoccupazione attanagliava il mio cuore. Stavo sbagliando tutto con lei? Mi influenzava già a tal punto? No, non poteva essere e così tornai serio e nell’attesa chiusi gli occhi e mi focalizzai mentalmente verso il vertice superiore del triangolo che avevo formato davanti a me con le mani, poggiando gli indici sulla fronte. Mi concentrai sul mio respiro, sentii l’aria entrare dalle narici e scivolare attraverso la trachea sino a raggiungere i polmoni, percepii la vibrazione di questi ultimi che pian piano si dilatavano sino a raggiungere la loro massima estensione e quindi tornavano a contrarsi e ascoltai il rumore dell’aria che riacquistava la sua libertà. Ora ero di nuovo concentrato sul mio obiettivo. Ora potevo proseguire senza intoppi…però quando la vidi rientrare e fissare così intensamente Rei, le stavo scoppiando a ridere in faccia!! Aveva un’espressione buffissima e contemporaneamente molto tenera.

Durante il racconto di Rei, sembrava più rilassata, probabilmente stava iniziando ad accettare l’esistenza di questo tipo di situazioni e di problematiche; fu un primo, ottimo segnale! Inoltre Rei stava parlando proprio del Binge Eating, quindi sicuramente era riuscita a catturare l’attenzione di Usagi. Vedevo Usa sempre più determinata, ma per delicatezza nei suoi confronti le chiesi come si sentiva. Fortunatamente la risposta fu positiva, il che mi rese molto felice ed orgoglioso di lei. Stava già compiendo dei passi importanti. La consapevolezza era il primo passo verso la guarigione e lei stava accettando di buon grado gli input che gli stavo mandando. Con il racconto di Makoto la sua reazione fu molto differente. Sicuramente l’esperienza di Mako era stata tremenda ed in fondo era inevitabile che turbasse Usagi. Infatti la vidi asciugarsi una lacrima, ma feci finta di nulla per non imbarazzarla e d’altronde come poterla biasimare? Quando Makoto si rivolse a lei direttamente, lo spavento e lo stupore le si dipinsero in volto. Questo improvviso ruolo attivo l’aveva colta alla sprovvista e forse era anche un po’ precoce, ma l’accorato appello di Mako, e quindi una bella scrollata, poteva farle solo bene.

Dopo all’incirca due ore dall’inizio della seduta, si cominciavano a vedere i primi segni di cedimento alla stanchezza sul volto di Usagi. Era stata una giornata intensa per lei e mancava ancora il racconto di Minako. Ero proprio curioso di vedere la reazione di Usa davanti a una ragazza che le somigliava tanto e speravo sinceramente che diventassero amiche. Sicuramente tutte assieme sarebbero state un bel gruppo, nonché un ottimo esempio per Usagi e allo stesso tempo Usa sarebbe uscita dal guscio che si era inconsapevolmente creata. Non volevo forzare le cose, ma fortunatamente fu la stessa Minako a togliermi le parole di bocca e a proporre di approfondire la conoscenza. Ero molto orgoglioso delle ragazze!

Avevo delle sensazioni positive e  immensa fiducia nelle capacità di Usa, nonostante il percorso lungo e irto di insidie che l’attendeva.

Guardai l’orologio, erano già le 23 passate. Avevo pensato un po’ troppo! Presi un nuovo quaderno dalla dispensa. Aveva un bellissimo coniglietto disegnato sulla copertina; sì, era proprio per lei. Sul primo foglio scrissi in caratteri maiuscoli: “ Usagi Tsukino, anni 19, Binge Eating Disorder”.

Voltai ancora pagina ed iniziai a scrivere qualche appunto di quella prima giornata:

 

·       Ascolto dei racconti di Ami, Rei, Makoto e Minako

·       Reazioni diverse della paziente. Momento di panico, ma ripresa rapida e determinazione crescente

·       Desiderio di proseguire

·       Prima presa di consapevolezza

·       Accettazione delle nuove realtà, no ribellione -> ottimo segno

·       CE LA FARA’ !

 

 

Salve a tutti, so che è un’eternità che non aggiorno, ma spero che con questo capitolo mi faccia perdonare. Ho pensato di vedere la seduta da un altro punto di vista…che ne dite? Un abbraccio

  
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