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Autore: Lady Snape    03/09/2006    2 recensioni
Quella cella era stretta. Decisamente stretta. Erano ormai giorni che era stato rinchiuso in quel pertugio. Aveva misurato la stanza più e più volte, camminando avanti e indietro. Non per nervosismo, ma semplicemente perché quella cella era troppo stretta.......Lady Snape
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Colpevole

Colpevole. Vittima.

 

 

Quella cella era stretta. Decisamente stretta. Erano ormai giorni che era stato rinchiuso in quel pertugio. Aveva misurato la stanza più e più volte, camminando avanti e indietro. Non per nervosismo, ma semplicemente perché quella cella era troppo stretta.

Si sedette sulla tavola che fungeva da letto. Era sporca e puzzolente, ma non si lamentava di questo. Sospirò. Un sospiro che aveva molti significati, tra cui quello di essere stanco di aspettare. Da qualche tempo odiava l’attesa e questo era alquanto strano, visto che era sempre stato un uomo paziente. Chiuse gli occhi e appoggiò il capo alla parete fredda e umida. Perché non si sbrigavano? Perché avevano deciso di farlo attendere ancora? Voleva farla finita. Non aveva più nulla da perdere: ciò che doveva fare lo aveva fatto con precisione e senza intoppi rilevanti. Ora voleva farla finita.

Dei passi richiamarono la sua attenzione. Dei passi irregolari. Di uno zoppo. Alastor Moody lo fissava dall’altra parte della porta della sua cella.

< Sei pronto? > gli disse con un sorriso di scherno. Il suo sguardo traluceva odio. Un odio palpabile. Auror e Mangiamorte. Mai andati troppo d’accordo.

Severus non rispose e si alzò in piedi con calma, senza tradire emozioni. Questo parve urtare molto la sensibilità dell’Auror che, quando se lo trovò di fronte, non rinunciò a spingerlo davanti a sé, per farlo camminare più in fretta. Severus non si lamentò e continuò a incedere come se niente fosse, a testa alta.

La strana coppia si fermò davanti ad una porta di legno pesante. Ai suoi lati una coppia di Auror con la bacchetta sguainata, pronta all’uso, si spostarono per permettere ai due di entrare.

La stanza era piena di gente. Severus passò lo sguardo su di loro molto in fretta, senza indugiare su nessuno. Riconobbe molti ragazzi che erano stati suoi studenti, Auror e altri maghi: l’Ordine della Fenice, o quello che ne era rimasto. Non molto, notò.

Seduto al posto d’onore, come giudice di quel processo, il Ministro della Magia in persona: Rufus Scrimgeour. Severus emise un altro sospiro. Sarebbe stata dura.

Il cancelliere annunciò l’udienza.

< Il Mondo Magico contro Severus Piton, accusato dell’assassinio di Albus Silente e di associazione alla setta dei Mangiamorte. Presiede l’udienza il ministro Rufus Scrimgeour. > il cancelliere si sedette. Severus fu fatto accomodare su una sedia molto particolare: le catene che si trovavano agganciate ad essa si mossero da sole a legare l’imputato.

< Bene > disse il Ministro < possiamo procedere con la testimonianza del primo teste: Harry James Potter. >

Un ragazzo di diciassette anni con occhi verdi, occhiali rotondi e capelli neri spettinati si presentò sicuro di sé al tavolo dei testimoni. Gli fu fatto prestare giuramento. In realtà anche senza quel formale atto nessuno avrebbe mai dubitato delle sue parole: era stato lui a sconfiggere il mago oscuro più temuto degli ultimi tempi: Lord Voldemort. Il ragazzo era circondato da un’aura quasi reverenziale.

Severus non ascoltò le sue parole. Conosceva già il loro contenuto: era riuscito a sapere, infatti, che il giovane Potter era presente nel momento in cui aveva lanciato l’Anatema che Uccide contro il preside di Hogwarts. A quanto pareva era nascosto sotto il suo mantello dell’invisibilità. Dopo di lui testimoniarono Auror e membri dell’Ordine: lo accusarono di essere un doppiogiochista, di aver fatto la spia per Voldemort, ingannando tutti, persino sbriciolando la fiducia che il povero Albus aveva riposto in lui, comportandosi da vile.

Qualcuno dei ragazzi lo accusò anche di aver abusato della sua posizione di insegnante ad Hogwarts. Punizioni troppo severe, favoritismi, minacce. Grasso che cola per l’accusa.

Ascoltò le parole di Codaliscia che, scampato miracolosamente alla morte durante gli scontri, godeva di qualche privilegio per essere un collaboratore di giustizia: lo accusò di qualsiasi genere di crimine. Senza pietà.

Severus non era preoccupato. Sapeva che quel giorno sarebbe arrivato. Sapeva che nessuno si sarebbe mosso in sua difesa. Albus era morto e lui era l’unica persona che conosceva la verità. Ma, ormai, non poteva dirla a nessuno. Si guardò intorno. Non potette fare a meno di notare gli sguardi fieri e compiaciuti degli Auror, felici di aver fermato un tale criminale.

Il suo sguardo passava in rassegna tutti i volti dei presenti. L’odio traspariva dai loro occhi in modo impressionante. Sentiva il peso dei loro giudizi e sentiva anche i suoi timori riaffiorare in modo esponenziale. Non era preoccupato, ma…..ma stava cedendo. Lo sentiva. Qualcosa si stava incrinando nel suo animo. Lentamente, molto lentamente.

Chiuse gli occhi per portare la sua mente oltre tutte quelle spiacevoli sensazioni, cercando qualche ricordo felice a cui aggrapparsi, un modo per estraniarsi da quel luogo infausto: la tensione lo stava uccidendo. Era pronto per qualsiasi cosa, a patto che accadesse in fretta. L’attesa…l’attesa era angosciosa e terribile. Lo torturava lentamente.

< Possiamo quindi affermare con certezza che Severus Piton ha sempre agito per ordine di…Voldemort? > chiese il Ministro a Peter Minus. Il piccolo uomo calvo annuì con il capo e con un “Sì, certo” sonoro. C’era da aspettarselo. In fin dei conti Codaliscia non era mai stato un uomo onesto. Aveva sempre agito per tornaconto personale e poco importava se a pagare le conseguenze delle sue azioni fossero altre persone. Severus lo guardò ripensando a tutte le volte che quell’essere strisciante si era ribellato a lui, quando vivevano insieme a Spinner End. Per un attimo si sentì vicino ad un uomo per il quale mai avrebbe pensato di provare comprensione: Sirius Black. Dio….erano stati fregati dallo stesso ignobile mago! Ironia della sorte.

Le mani di Severus avevano iniziato a sudare. Odiava quella sensazione di impotenza. Perché continuare quella sottospecie di interrogatorio? Tutti, anche i bambini, sapevano quale sarebbe stata la sentenza: colpevole! Lo pensavano tutti, senza eccezioni, quindi perché portare avanti una simile farsa? Aveva sperato di essere ucciso durante uno scontro con gli Auror: almeno gli sarebbe stata risparmiata un’udienza inutile e dolorosa.

Forse…forse volevano torturarlo un po’ per i suoi crimini. Gli Auror non l’avevano ucciso durante l’ultima battaglia. Avevano preferito catturarlo. Forse avrebbe dovuto cercare Potter: lui l’avrebbe ucciso senza nemmeno pensarci due volte. Probabilmente sì, lo avrebbe fatto, ma era stato Severus ad evitarlo dopo un breve scontro avvenuto in campo aperto con il ragazzo. Uno strano atto di protezione nei suoi confronti? Voleva evitare che le sue mani si macchiassero di altro sangue? Bastava un solo omicidio sulle spalle del ragazzo, non era necessario rincarare la dose. Tuttavia non era stato mosso da pietà nei confronti di Potter, che in fin dei conti non aveva mai amato, ma dalla fedeltà al suo compito: gli era stato chiesto di proteggere Potter? Lui l’avrebbe protetto.

La sua vita era proprio strana! Aveva rinnegato le proprie scelte, protetto che odiava e ucciso chi rispettava.

Codaliscia si alzò dal banco dei testimoni. Non c’era più nessuno da ascoltare. Ora sarebbe stato tutto un problema di decisioni, di giurie e di verdetti. Tutti i presenti ne avevano uno per lui: ognuno di loro aveva un’idea di come fagli scontare i propri crimini. Severus cominciò ad immaginare cosa avrebbe fatto lui al posto loro: forse avrebbe chiesto che l’imputato fosse condannato al Bacio del Dissennatore. Una punizione accettabile per tutti. Nessuno moriva, nessuno si macchiava le mani del suo sangua e il criminale era innocuo per sempre.

La decisione della giuria fu presa molto in fretta. Con verdetto unanime.

< Severus Piton > Scrimgeour chiamò l’imputato < Ha qualcosa da dire prima che dichiari la sentenza? >

Severus guadò negli occhi il Ministro: non gli era mai piaciuto.

< Sì > disse, infine < qualcosa la vorrei dire. Credo di conoscere il verdetto di questa giuria di miei pari, anche se avrei da ridire in merito. Nessuno di voi giurati ha rischiato la vita come ho fatto io, ma non è di questo che vorrei parlare. So bene che per voi io non sono altro che un criminale, un assassino che non merita altro che finire i propri giorni nella disperazione. Conosco i miei errori meglio di chiunque altro. Tuttavia, credo sia giusto che voi, tutti, conosciate la verità riguardo le accuse che mi sono state rivolte. Purtroppo non ho prove per dimostrarla, non ho nemmeno testimoni. Ho solo la mia parola e quella non vale molto per voi.

Non sono mai stato una persona socievole, allegra e gioviale e questo per molti motivi perlopiù personali. E’ vero sono stato un Mangiamorte, ho il Marchio Nero sul braccio. Ho subito già un processo per questo molti anni fa. Allora c’era stato un mago che aveva garantito per me, che mi aveva permesso di continuare la mia esistenza fuori da Azkaban. >

< E tu l’hai ucciso! > la voce di Harry Potter fu udibile alla perfezione nel silenzio della sala.

< E tu sei il solito ignorante in fatto di disciplina. Non imparerai mai. > Severus lo fissò negli occhi con aria di sfida. Quello stupido ragazzino…. < Io ho lavorato per lui. Ho messo a rischio la mia vita per lui. Se non mi fossi sentito in debito con quell’uomo non l’avrei mai fatto, ma avevo deciso di ripagare il suo gesto. Perché lui mi abbia difeso a quel processo non lo so. Fossi stato in lui non l’avrei mai fatto. Ma lui, forse, l’aveva fatto per la sua mania di dare una seconda possibilità a chiunque.

Quando il Signore Oscuro è rinato ho fatto la spia per Silente. Ho rischiato di essere scoperto e ucciso, torturato anche solo per portare all’Ordine della Fenice > guardò verso un gruppetto di pochi elementi alla destra del Ministro. Moody e Lupin erano in prima fila < informazioni utili….qualcuno ha detto che non si smette mai di essere Mangiamorte. Da un certo punto di vista è vero. Non è solo il braccio che viene marchiato, ma anche l’animo. Essere un Mangiamorte comporta il dover compiere azioni che, quando si è solo dei ragazzi, non si possono immaginare. Azioni che ti segnano per sempre. Tornare indietro non è possibile e non parlo solo del fatto che Voldemort non accettava delle dimissioni, ma perché la coscienza non fa altro che ricordarti tutti i tuoi peccati.

 Il mio oscuro lavoro all’interno delle file di Silente ha raggiunto l’apice della brutalità. Silente doveva morire. Ordine di Voldemort. Non sarei dovuto essere io, oh, no. Avrebbe dovuto ucciderlo un altro. Uno sciocco. Un inesperto. Avrebbe sicuramente fallito. Come altri Mangiamorte, del resto. Mangiamorte non significa necessariamente assassino. So che per voi è difficile da immaginare. Fatto sta che io ho avvertito Silente del pericolo. > dei mormorii di incredulità si sparsero per la stanza. < Gli ho detto che, in un certo senso avevo dirottato verso di me il compito di ucciderlo. In questo modo io avrei fallito il compito che avevo deciso di assolvere per i Mangiamorte e lui avrebbe potuto continuare a guidare l’Ordine…… > si perse un attimo nei suoi pensieri a rinvangare una discussione avuta col preside al limitare della Foresta. Il suo essere stizzito per la durezza di Silente che non voleva sentire ragione, che continuava a ripetere che, ormai, lui, Severus, aveva accettato di agire solo per l’Ordine e che non poteva tirarsi indietro. Silente aveva bisogno di una spia: lui era la spia. Era come con Voldemort: non si torna indietro. < Per quanto fosse orrendo io ho agito per l’Ordine. Io ho ucciso Albus Silente. Per questa accusa io mi dichiaro colpevole…..anzi, a pensarci bene io sono colpevole di tutte le accuse di questo processo. Tutte. Resterò comunque un Mangiamorte, un assassino e una spia per chiunque. I motivi che mi hanno spinto ad agire così sono irrilevanti. Non importano a nessuno. Faccio solo una richiesta: uccidetemi. > lo sguardo di Severus era fiero e deciso. Le parole avevano sciolto la sua angoscia. Era pronto. Il suo discorso era stato sterile. Non aveva prove, non aveva argomenti convincenti. Aveva solo la sua parola che non aveva sortito effetti. Sapeva di essere stato confuso e a volte incomprensibile. Ma come fare a spiegare che le sue azioni, le sue bugie erano tutte al servizio di Silente? Non c’era modo di dimostrare un bel niente! I fatti parlavano chiaro. Aveva confessato, alla fine. Era la verità: era colpevole. Vittima allo stesso tempo. Colpevole per aver compiuto atti orrendi. Vittima per essere stato incastrato in un sistema vincente per salvare molte vite. Era come negli  scacchi: bisognava sacrificare qualcuno. Lui era il pezzo da sacrificare. Lo aveva capito da tempo. Non aveva famiglia, amici, legami. Era sacrificabile con il minor danno possibile.

Scrimgeour lo fissò come si fissa un malato di mente. Guardò i giurati, indeciso sul fatto di accogliere la richiesta di Piton. Parlottarono sottovoce. Il Ministro tornò a guardare l’imputato. Si alzò in piedi e lesse da una pergamena:

< Severus Piton lei è considerato colpevole di assassinio e di associazione ad un’organizzazione criminale. Sono sorte nuove accuse anche per abuso di potere per cui è stato considerato colpevole. La pena decisa da questa giuria per i suoi crimini è il Bacio del Dissennatore. >

Severus chiuse gli occhi. Lo immaginava. Una flebile speranza si era fatta strada in lui, ma era morta subito.

Fu rispedito nella sua cella.

Aveva due giorni per decidere se vivere o morire.

La scelta non fu difficile.

Decise per una morte lenta e dolce.

Mentre il sangue scorreva fuori dalle sue vene dolcemente, cullandolo, immaginò di aver avuto una vita diversa. Immaginò una famiglia diversa da quella che aveva avuto. Una famiglia felice. Sorrise pensando ad essa. Sorrise pensando che ora era davvero finita. 

 

 

Fine

 

 

Lady Snape

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Questa ff partecipa al concorso "Piton e la Giustizia" ideato dal sito Il Sotterraneo di Piton.

E' una mia personale difesa dell'uomo più discusso della serie di Harry potter.

 

   
 
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