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Autore: Hylaa    21/01/2012    8 recensioni
La ragazza con il cappellino blu prende posto sulla metropolitana. Si guarda distratta i jeans bucati e si sistema la maglia di quel rosso uniforme.
Guarda attorno a sé e vede sguardi attoniti, forse riguardo il suo modo di vestire, di porsi , di osservare il mondo con disinibizione. Delle ragazze davanti a lei si soffiano frasi nelle orecchie, due ragazzi stanno avvinghiati e un vecchietto legge tranquillo il giornale.
'Bella giornata' pensa infilandosi le cuffie.
Sente la metro rallentare improvvisamente e viene sbatacchiata verso il palo.
–fanculo- sussurra scocciata. Preme il tasto play e tiene il ritmo con la testa. Le due ragazze la guardano e ridono.
Si sistema il cappellino, cercando un po’ di coraggio in quell’ animo stracolmo di sentimenti. Guarda fissa le due ragazze con i suoi occhi blu e loro sembrano spaventate dal suo sguardo.
Dopo quello che la ragazza ha passato non ha paura di sembrare troppo sicura, diversa, sbagliata. Sa che non c’è nulla di giusto o sbagliato, che c’è sempre qualcosa di buono nel cattivo, e qualcosa di cattivo nel buono.
Porta la sua mano fino alle sue labbra rosse e facendolo scivolare su di esse, alza il suo dito medio con lo smalto nero. Sorride e scende dalla metro.
[ Spero davevro tanto che vi piaccia :) ]
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Forever's gonna start tonight.

Capitolo uno.
____________
Tell me a lie.
 






Sente il rumore dei freni della metro sfrigolare caldo sulle rotaie e sorride guardando il vagone fermarsi. Cerca fra lo scalpiccio disordinato dei passeggeri, un’imperfezione, un particolare lasciato al caso.
Il vento provocato dal fermarsi della metro scosta lievemente la gonna del vestito che la ragazza indossa, lasciandole un lembo di pelle scoperta, che subito lei ricopre premurosa.
 Nessuno sospetterebbe mai dei suoi occhi sinceri e dei suoi capelli pettinati, nessuno se l’aspetterebbe mai. E’ brava a essere chi non è del resto.
Le persone le passano accanto tranquille, qualche ragazzo posa gli occhi sulle sue gambe , altri invece non la guardano minimamente.
Nota un portafoglio rigonfio di banconote uscire dalla tasca di un ragazzo dai capelli scuri, sicuramente un ragazzo che abita nei quartieri alti, si vede persino dalla pelle nera anticata della sua giacca. Osserva maliziosa i lineamenti di quel viso che le pare vagamente ambrato, colpa di quelle luci della stazione. Sorride all’idea di dover rubare a un ragazzo con cui, a prima vista, ci  avrebbe provato.
Si avvicina velocemente alle porte scorrevoli del vagone e anche al ragazzo , che ignaro dei pensieri della ragazza sorride tranquillo. Gli occhi blu della ragazza percorrono i visi di quel posto così piccolo e così affollato per veder se c’è qualcuno di più adatto a cui rubare, se magari si è persa una preda migliore, ma si rende conto che solo il moro davanti a sé quello giusto. Si accapiglia  per trovare un modo non troppo diretto  per riuscire a infilargli una mano nella tasca e prendere quelle sterline che tanto bramava.
Sospira e si guarda la punta delle scarpe, la sua borsa di cuoio con delle frange viene sbatacchiata qua e là .
E’ la prima volta che non sa cosa fare dinanzi a un furto, ma le idee per rapinare quel ragazzo in quel momento scarseggiano.
Così decide di usare la tattica più stupida di tutti. Aspetta che la metro freni per riuscire a toccare quel portafoglio e sfilarlo dalle grinfie del moro. Sente già nelle sue mani la leggera ruvidità delle banconote scorrerle sui polpastrelli, ne sente il profumo, ne sente il valore soprattutto.
Vede la metro rallentare e capisce che quello è il momento. Si fa stretta fra quella marea di gente che occupa i pochi metri quadri del vagone e non a caso si mette accanto al ragazzo che le sorride gentile. Fa finta di sbattere contro il ragazzo e mortificata soffia uno ‘scusami ‘ mozzato.
-Non c’è problema.- risponde pacato il moro.
Sente la freddezza del cuoio farsi spazio nel suo palmo e rapida infila il portafoglio nella sua borsetta. Mentre sorride maliziosa e contenta del suo affare la metro si ferma improvvisamente  e va a sbattere davvero contro il petto del ragazzo. Aspira con le narici la fragranza che il corpo davanti a sé emana, vaniglia e tabacco. Sorride la ragazzo dagli occhi di cioccolato e rimane quasi estasiata da quel colore così  profondo e preoccupato.
Tutto in quel ragazzo è una contrapposizione , dal suo profumo ai suoi occhi. Rimane per qualche breve attimo ancora sul suo petto, ma abbassa subito lo sguardo mentre quei due occhi le rimangono impressi dentro la sua mente
–Scusa ancora-  dice questa volta, con fare più convinto.
– Non c’è di nuovo problema.- dice soffocando una risata.
Prima di fare altre cazzate decide di scendere.
Sente però dietro di sèi passi affannosi del ragazzo.
‘Merda’ pensa impaurita.
-Ehy- urla la voce del moro
- Ehy- ripete ma lei continua a camminare per i corridoi che conducono all’uscita.
- Ti è caduto questo.-
Sospira e si volta verso di lui, notando però criticamente che non stringe nulla in mano.
Vede il ragazzo avvicinarsi vertiginosamente ai suoi occhi blu mentre viene perforata da parte a parte. Le prende il polso e l’afferra saldamente. I
l pensiero di sentirsi nel posto sbagliato, con la persona sbagliata, al momento sbagliato si fa largo dentro la mente della ragazza. Deglutisce spaesata.
-Ridammelo.- esclama fermo.
-Che cosa?- risponde lei amiccando. E’ sempre stata brava a mentire.
-Lo sai benissimo. Ridammelo.-
La ragazza non ostenta paura, anzi sembra più sicura che mai e continua a puntare i suoi occhi dritti nei suoi.
Vede il ragazzo avvicinarsi alle sue labbra.
Non capisce e rimane immobile, impassibile, tremendamente ferma, non rendendosi conto che l’avvicinarsi del ragazzo non aveva come fine di posare le sue labbra sulle sue ma per infilare la mano nella sua borsa.
Tira fuori il portafoglio e lei rimane basita davanti alla sua astuzia, non l’aveva mai beccata nessuno, e di furti ne aveva fatti molti.
–Adesso vieni con me dalla polizia.- dice stringendo ancora di più il polso, facendolo quasi diventare viola.
–Ahia.- sono le uniche sillabe che riesca a pronunciare la ragazza prima dello sguardo inquisitorio del ragazzo.



*



 La ragazza con il cappellino blu prende posto sulla metropolitana. Si guarda distratta i jeans bucati e si sistema la maglia di quel rosso uniforme. 
Guarda attorno a sé e vede sguardi attoniti, forse riguardo il suo modo di vestire, di porsi , di osservare il mondo con disinibizione. Delle ragazze davanti a lei si soffiano frasi nelle orecchie, due ragazzi stanno avvinghiati e un vecchietto legge tranquillo il giornale.
'Bella giornata' pensa infilandosi le cuffie.
Sente la metro rallentare improvvisamente e viene sbatacchiata verso il palo.
–fanculo- sussurra scocciata. Preme il tasto play e tiene il ritmo con la testa. Le due ragazze la guardano e ridono.
Si sistema il cappellino, cercando un po’ di coraggio in quell’ animo stracolmo di sentimenti. Guarda fissa le due ragazze con i suoi occhi blu  e loro sembrano spaventate dal suo sguardo.
Dopo quello che la ragazza ha passato non ha paura di sembrare troppo sicura, diversa, sbagliata. Sa che non c’è nulla di giusto o sbagliato, che c’è sempre qualcosa di buono nel cattivo, e qualcosa di cattivo nel buono.
Porta la sua mano fino alle sue labbra rosse e facendolo scivolare su di esse, alza il suo dito medio con lo smalto nero. Sorride e scende dalla metro.
La scuola dove va è tra i quartieri alti, ragazze con le camicie stirate e ragazzi coi capelli pettinati.
Mastica la gomma alla fragola che disperde il suo gusto fruttato per la bocca.
In compenso è la più bella scuola della città. Pesta il pavimento mentre cammina verso l’uscita e chiude gli occhi lasciandosi trasportare dalle note coinvolgenti della canzone.
Riconosce ogni rumore di quella melodia, ne capisce lo strumento.
‘Mya ha una vocazione innata per la musica, ce l’ha nel sangue.’  Dicevano riferendosi a lei.
Esce fuori e si infila il cappuccio coprendosi da un mondo di ragazze perfette. Vede di sfuggita qualche borsa di marca e qualche sorriso finto.
Ascolta la melodia della musica e si diverte guardando quel mondo, che nonostante tutti i vestiti firmati è il più falso di tutti.
Si toglie le cuffie e il cappuccio. Sospira guardando l’edificio davanti a sé.
La scuola, l’incubo di tutti.  Si toglie anche e il suo cappellino e la sua treccia bionda nascosta nel cappello le scende sulla spalla sinistra. Sospira nuovamente. Guarda attorno a sé spaesata come se non sapesse che direzione prendere.
 
Il moro sorpassa le ragazze che lo guardano ammiccando, sorride di tutta risposta. Sposta lo sguardo su diverse ragazze ed ad ognuna fa un commento al suo amico che muove i riccioli ridendo.
– Sei uno stronzo , Malik.- dice una ragazza con le lentiggini dietro di lui.
–eccola , io scappo- scherza l’amico mentre l’altro scuote la testa.
-Helen- mugugna spostando lo sguardo sugli occhi marroni della ragazza.
– Ti, ti ho visto ieri, perché Zayn?- il ragazzo abbassa il suo capo per fissarsi la punta delle scarpe
– Scusa, non volevo farti del male. –
La ragazza non dice nulla e si limita a fare la sua uscita di scena correndo.
Gli occhi cioccolato del ragazzo si rialzano giusto appena per sentire lo scalpiccio della ragazza per il corridoio.
Si morde il labbro insicuro.
Zayn è il ragazzo più voluto della scuola insieme ai suoi quattro amici, stronzi quanto belli, e , purtroppo, sono bellissimi.
Il moro tesse una tela di emozioni davanti ai suoi occhi rendendoli impenetrabili , se non a chi riesce a decifrarli , e per ora nessuno è riuscito a comprenderli, per quante ragazze ci abbiano provato.
-Party da Sundace.- esclama un ragazzo dagli occhi celesti,Louis. 
– Allora al party chi portate?- chiede l’irlandese, Niall.
Un riccio, Harry, sorride malizioso: - Ho intenzione di portare Alison.- Zayn annuisce, è una delle ragazze più belle della scuola e  alza le spalle in segno di noncuranza .
–non so.-
- ma come il grande Malik non porterà nessuno?- chiede sbalordito un ragazzo coi capelli scompigliati, appena comparso da dietro, Liam.
–Non ho detto che non porterò nessuno, ho detto che non so chi portare , sono troppe. – gli occhi celesti di Louis  ridono.
– troppe? senti ti sfido a portare ehmm- si guarda intorno e indica un cappellino blu.- lei.-
Zayn sorride – Consideralo fatto.-Si incammina verso di lei e lascia  i suoi amici attoniti lì.
Entra in classe sornione, pestando con passo lamentoso le mattonelle: quello che gli piace della scuola sono le ragazze, non i professori, le lezioni o i compiti.
Cerca con gli occhi un posto libero e senza pensarci due volte si ci va a sedere.
E’ accanto alla strana della scuola,ovvero la ragazza col cappellino blu, meglio vincere la scommessa subito, no?
La osserva mentre guarda fuori dalla finestra, mentre tiene il ritmo muovendo lievemente la testa avanti e indietro. Le sorride ma lei non lo vede.
Il moro guarda l’iPod per vedere che canzone sta ascoltando , per poter trovare un argomento su cui intavolare una conversazione. Legge il titolo e spalanca gli occhi, si sarebbe aspettato una canzone heavy metal, invece trova fra quelle lettere un titolo che non si sarebbe mai aspettato: Primavera di Vivaldi. 
Lei si toglie le cuffiette pacata e articola una frase con le sue labbra:
- Come ti chiami?- nota l’espressione del ragazzo corrucciarsi, come per dire: ‘ non mi conosci?’ per poi distendersi a formare un sorriso, era sicura di aver già visto quel viso. – Zayn, Zayn Malik, tu?-
La ragazza ride.
 – Non mi serve nome cognome e data di nascita. Mi chiamo Mya.- gli porge la mano gentile che lui prende.
Le due fini linee rosee sul volto della ragazza formano un sorriso e il moro segue la sua espressione riproducendola sul suo viso. Guarda i suoi occhi struccati, e la gentilezza che traspare dal suo sorriso, sembra una ragazza tranquilla, non strana come la definiscono tutti.
Sciolgono le mani e spostano entrambe lo sguardo alla cattedra, sentendo entrambe il rumore dei libri poggiarcisi sopra.
L’ora passa veloce, fra gli sguardi fuggitivi e finti, ma solo per metà, che i due ragazzi si scambiano, fra le battute stupide sulla prof e qualche sorriso veloce.
-Allora , ciao.- dice la ragazza dagli occhi blu infilandosi il cappellino. – Ciao- risponde il ragazzo abbassando il capo.- Aspetta – dice il moro. 









*spazioautrice*
Tadà! ecco la mia prima fanfiction. ok, fa abbastanza schifo, ma è sbagliato non provare , quindi ci provo. (?)
Allora l'inizio della storia può sembrare un po' ambiguo, ma si capirà tutto quanto alla fine. Ho in mente questa storia da un mese e oggi ho finalmente deciso di pubblicarla, mi scuso se è brutta, c'è qualche errore grammaticale o robe varie, spero che vi sia piaciuta. Ora voi prego rendete una ragazza felice e recensite, magari scrivendo anche cha fa schifo, almeno posso migliorare. Grazie per aver letto. :)
xxx -Ale 
  
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