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Autore: reggina    21/01/2012    5 recensioni
Un evento inaspettato sconvolge la vita di Amy:Julian sarà in grado di restituirle il sostegno che lei gli ha offerto per anni? Intanto nella romantica Parigi, una vecchia conoscenza che chiede di essere approfondita irrompe nella vita di Tom. Finchè le circostanze intrecceranno le loro vite...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jun Misugi/Julian Ross, Kumiko Sugimoto/Susie Spencer, Taro Misaki/Tom, Yayoi Aoba/Amy, Yoshiko Yamaoka
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Promessa per il futuro”

“Accidenti!”

Julian si lasciò sfuggire solo quell’imprecazione prima di correre dietro ad Amy, che aveva lasciato tutti attoniti quando, preso il bouquet, si era defilata dagli applausi di tutti sparendo verso l’interno della casa.

Forse era troppo presto e lei non era pronta a vivere tutte quelle emozioni insieme, aveva chiesto di uscire dal suo letargo lentamente e Julian temeva che quella esperienza inattesa destabilizzasse l’equilibrio che Amy stava, faticosamente, cercando di ristabilire.

“ Ma cos’ha Amy?”

Chiese confusa Patty, senza ricevere risposta dal gruppetto che avevano formato, Susie aveva guardato con una certa apprensione la ragazza scappare con il bouquet, aveva ripensato alla sera d’inverno in cui avevano guardato insieme il cielo e condiviso l’idea che dopo la vita si possa diventare polvere di stelle.

Sorrise e si convinse che per Amy era arrivato il momento di mettere da parte il dolore e concentrarsi sul futuro: se sua nonna era considerata una strega, Susie era sicura di aver ereditato da lei quelle misteriose percezioni che portano ad una particolare sensibilità nel conoscere la verità prima degli altri.

Lo sguardo della fotografa cadde su Holly, un tempo suo primo amore, e poi su Patty: si accorgeva di quanto la loro unione fosse forte e strinse forte la mano di Tom, felice di non dover più rincorrere uomini sbagliati.

Hayate si mosse nel passeggino e la giovane mamma capì che presto si sarebbe svegliato: Susie lo osservava con una segreta venerazione per quel piccolo corpicino capace di suscitare tanto amore.

Patty lo prese in braccio e lo cullò dolcemente ma il piccolo, forse incuriosito da tutta quella confusione e dai volti nuovi, protese le manine verso Susie come a volersi farsi prendere da lei.

Susie attraversò un momento di tensione: non era mai riuscita ad instaurare una vera amicizia con l’ex compagna della Nankatsu e temeva che i dissapori della loro adolescenza non si sarebbero mai appianati e la Gatsby le avrebbe per sempre cucito addosso un’etichetta, bacchettandola magari perché non facesse soffrire Tom.

“Vuoi andare in braccio alla zia Susie?”

La voce dolce di Patty giunse come la migliore offerta di chiudere la porta al passato: sentirsi chiamare in tono tanto confidenziale la rassicurava sul fatto che sarebbe stata ben accettata anche dai migliori amici di Tom.

“Posso prenderlo?”

Patty lasciò che Hayate passasse tra le braccia di Susie e che la ragazza lo tenesse con se anche quando Tom l’avvicinò chiedendole di parlare.

Si allontanarono verso la lanterna in pietra del giardino.

“Credi che Amy e Julian saranno i prossimi a sposarsi?”

Chiese all’improvviso Susie, lasciando che Hayate giocasse con il ciondolo che portava alla collana.

“Non mi fido molto delle tradizioni! Una volta sono stato ad un matrimonio e non credo che la fortunata che prese il bouquet si sia sposata!”

“Era troppo vecchia?”

“No…apparteneva alle suore Agostiniane di Nostra Signora di Parigi!”

“Allora era già una sposa del Signore!”

Rise Susie, scuotendo lievemente il bambino sul suo petto. Poi fu pervasa da una dolce ma crudele malinconia: chissà quante esperienze non avrebbe condiviso ancora con Tom.

“Susie, c’è una cosa molto importante di cui volevo parlarti: da quando ho capito quanto Parigi sia brutta nel vivere da solo ho preso una decisione molto importante!”

Lei ascoltava e non osava interromperlo.

“Ho ricevuto una proposta dallo Jubilo Iwalta e ho deciso di tornare a giocare in Giappone: voglio imparare a conoscere mia madre e Yoshiko, voglio continuare a considerare mio padre come un punto di appoggio…voglio imparare ad amare veramente!”

Nessun uomo le aveva mai rivolto parole simili e Susie fu certa che nemmeno cercando per tutta l’Asia avrebbe trovato qualcuno come Tom.

“Anche se dovrai cominciare come gli adolescenti con una passeggiata mano nella mano e scrivendo parole carine per me?”

Senza rendersene conto aveva bagnato la testolina di Hayate, le prime lacrime d’amore che versava.

“Si anche se dovrò regalarti tutti i fiori di campo del Giappone…voglio progettare il futuro con te Susie: sei splendida con un bambino tra le mani e forse, un giorno, vorrò condividere con te quest’esperienza!”

“Un passo alla volta!”

Lo frenò lei che aveva trovato una trama con cui scrivere la storia della sua vita: si era tuffata nel mare e aveva trovato la sua perla.

Lasciò che Tom la baciasse e poi la stringesse tra le sue braccia: oltre il capo del ragazzo vide Yoshiko, impegnata in giochi di bambina con altre coetanee.

La sorellina di Tom si accorse di essere osservata e agitò allegramente le mani in segno di saluto facendo sentire Susie parte della famiglia.

*** **** ******

Amy prese un portafiori e lo posizionò sotto il getto d’acqua del rubinetto: aspettando che si riempisse ammirò la bellezza dei fiori di loto del bouquet.

Quando l’acqua strabordò dal vaso vi sistemò i fiori, cercando di inserire nel mezzo anche la rosa con cui erano state omaggiate tutte le invitate.

Non prestava più attenzione ai semplici gesti da compiere, all’ambiente circostante, in preda ad un crescendo di emozioni.

“È così difficile sistemare i fiori in quel vaso?”

Sussultò a quella voce, rischiando di pungersi con le spine della rosa.

“L’ho detto io che devo farmi un’assicurazione sulla vita quando ti avvicini a mezzo metro da me!”

Julian la guardava divertito e un po’ ansioso per la sua reazione, poggiato allo stipite della porta: ne aveva osservato tante volte, di nascosto, le azioni più banali fin da quando erano bambini.

Anche starla a guardare strofinare palloni era stata un’attrazione da cui, un tempo, non si era riuscito a staccare.

L’affermazione, per nulla recriminatoria, di Amy lo fece dubitare di essere davvero un pericolo per lei: aveva sulla coscienza un dito ustionato, un altro pizzicato nella zip di un borsone e ora, forse, anche un dito punto.

“Da quanto mi stavi spiando?”

“Io non ti spiavo…ti ammiravo di nascosto!”

Amy arrossì come la prima volta che lui l’aveva difesa innanzi alla classe intera.

Come quando, prendendola per mano, le aveva confessato di considerarla più di un’amica.

Arrossì come quando il profumo di eucalipto del suo dopobarba l’aveva stordita e confusa e come quando, il loro primo bacio le aveva chiarito tutto.

“Non trovi che i fiori di loto siano bellissimi? Nascono dal fango e sono così perfetti e immacolati! Simbolo del passato, del presente e del futuro!”

Amy sfiorò appena il bouquet, per timore di poterlo sgualcire.

“Rappresentano la vita! Sai che non devi dare molta importanza al fatto di aver preso il bouquet di Jenny!”

Julian cercava il modo per farle intendere che erano tradizioni a cui dover dare il giusto peso.

“Ah no? Un po’ me ne dispiace!”

La ragazza si strinse nelle spalle, tenendolo sulle spine con i suoi modi evasivi.

“Cosa intendi dire?”

Amy sapeva di star per compiere un passo importante, di essere in procinto di pronunciare parole in grado di dilatare il tempo e di annullarlo, di scegliere un modo originale e insolito per porre una domanda ed esigere una risposta per tutta la vita.

Prese la mano di lui e si chinò lievemente, senza inginocchiarsi del tutto.

“Julian…vuoi sposarmi?”

Lui per un momento ebbe paura di respirare ma solo per la paura che così facendo avrebbe rotto l’incanto.

“Cosa?”

Aiutò Amy a rialzarsi.

“Non subito! Abbiamo tante cose di noi due, della vita, da scoprire insieme…ti andrebbe di considerarla come una promessa per il futuro?”

“Sì, si Amy! Non ho mai pensato di poter amare nessun’altra se non te!”

L’aveva attirata a sé, le accarezzava i capelli, l’ovale perfetto e ancora da adolescente e poi la baciava più volte per suggellare quella promessa.

Dall’esterno provenivano le prime musiche e si intuiva che erano iniziate le danze.

“Ti va di ballare?”

Le chiese Julian, porgendole la mano.

“Rischierò di pestarti i piedi!”

“Allora impareremo anche a ballare…insieme!”

Si rese conto di come quell’avverbio rendesse superabili le difficoltà: insieme avevano imparato a soffrire, a conoscere i silenzi e i sorrisi degli altri e insieme avrebbero imparato a conoscere le cose belle e a scacciare la paura di essere felici.

Stretta tra le braccia di Julian, Amy alzò lo sguardo verso il cielo: il sole era tramontato e le prime stelle erano spuntate in cielo e in quella costellazione lontana le sembrò di notarne una più luminosa delle altre: l’astro sembrava ridere con lei e dirle di aver avuto ragione.

Brillava come i due puntini all’estremità del foglio che convergono verso il centro e si uniscono a formarne un unico, più grande, che pare somigliare ad una stella.

**** ****

Che sensazione strana quando si scrive la parola “fine” a qualcosa che, nel suo piccolo, mi ha tenuto impegnata e “in compagnia” per quasi un anno!

Questo spazio di chiusura vorrei usarlo per rinnovare, ancora una volta, il mio più grande GRAZIE alle ragazze che hanno seguito, con costanza e con pazienza, la storia per tutto questo tempo, in particolare: Sissi149,Amily Ross, Sanae78 e Krys.

Grazie a coloro che hanno letto, recensito e inserito la storia tra le preferite e le seguite e hanno così deciso di darle una possibilità!

   
 
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