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Autore: Fabiola    04/09/2006    2 recensioni
Ho deciso di scrivere il settimo di Harry Potter. Inizia dall'uccisione di Silente: Piton si ritrova in un bosco; piove; e non è solo...
Genere: Azione, Avventura, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Harry si sentiva sempre più a suo agio nella casa di Josephine Temple, nonostante la donna continuasse ad essere un grande mistero. Gli aveva posto delle timide domande, ma lei le aveva rimandate tutte a quel pomeriggio.
''Ora devo assolutamente cimentarmi nella pozione; sei libero di stare in camera tua o girare un pò per la casa, se vuoi; poi pranzeremo insieme e alle quattro, dopo un sonnellino, ti aspetterò nel salotto al piano di sopra. Ti dirò tutto quello che vuoi; ora, perdonami, ho un pò da fare''
Harry era stato tutto il tempo in camera sua, il pranzo era stato del tutto normale; e ora, stava sul suo letto osservando le tende del baldacchino, aspettando le quattro.
La sveglia antica sul comodino funzionava perfettamente; per ingannare il tempo aveva suonato un pò a pianoforte, ma era risultato un grande disastro. Così, si era rifugiato nei pensieri. Si chiedeva cosa stessero facendo Ron, Hermione, Ginny, se avesse potuto scrivergli. Se Voldemort e Piton avevano già provveduto a distruggere l'anello. E dove diamine fosse Fanny, e cosa avesse in testa...
La suoneria della sveglia annunciò le quattro. Harry, sollevato, prese la bacchetta e si diresse di sotto, al salotto del secondo piano.
Appena entrò, notò che questo era molto, molto più grande di quello dove si era seduto con Remus la mattina. Era una specie di biblioteca, eppure al centro c'erano dei divani verdi e un tavolino. Su questo erano poggiate otto sferette di cristallo, una più piccola dell'altra.
Mentre vi si avvicinava, chiedendosi che accidenti fossero, da dietro uno scaffale sbucò la vecchia donna, gli occhi sorridenti incorniciati dalle sottili rughe. L'ambiente era illuminato da delle candele affisse ai lati di ogni libreria, che facevano sembrare i suoi occhi sfumati di arancione.
''Buon pomeriggio, Harry''
Era vestita di nero, aveva una spilla di smeraldo al petto che le donava molto. Doveva essere stata molto bella un tempo.
''Buon pomeriggio signora'' rispose Harry.
''Accomodati'' disse lei, e prese posto di fronte a lui, il tavolino con le sferette al centro.
''Bene'' si inumidì le labbra ''Ho deciso di iniziare oggi con un pò di Captomanzia. Conosci la Captomanzia, vero?''
''Capto cosa?!''
La Temple sorrise.
''Come temevo. Hai grandissimo talento, ma non è stato ben utilizzato in questi sei anni di scuola. Bene, come dicevo, la Captomanzia è una branca poco nota della magia, ma molto utile. Certe volte, puoi non accorgerti se un nemico ti è alle spalle e stà per stregarti, o non notare una magia che sembra non esserci ma invece c'è.
In altre parole, serve per identificare incantesimi, maledizioni o loro resti in punti precisi dello spazio.''
''Ho capito!'' esclamò Harry, colpito ''Silente è stato in grado di trovare un luogo segreto semplicemente percependo la magia.''
Non nominò l'Horcrux. Poteva anche darsi che non ne sapesse niente. Ma, alle sue parole, gli era tornato, vivido nella mente, il ricordo di Silente che trovava l'entrata della grotta, o la catena della barca.
Lei sorrise. ''Perfetto, vedo che stai al passo. Remus, e concordo con lui, riteneva potesse esserti utile, ad esempio, dico io, quando dovrai cercare un Horcrux. Sarà la prima arma da mettere in atto.''
Harry rimase interdetto.
''Dunque lei sa degli...''
''Certo. Io e Albus abbiamo lavorato strettamente in tutti questi anni, ti darò una mano nella loro ricerca. Ma di Horcrux, ne parleremo tra una settimana.''
''Voi eravate grande amica con Silente, eh?''Harry sperò di saperne di più.
''Oh, a questo darò risposta più tardi. Dunque...''
Prese la sferetta più grande, e, al solo tocco, si accese di una luce bianca.
''Qui dentro, è contenuta magia. Magia pura. Ora voglio che tu chiuda gli occhi''
Harry eseguì.
''Devi cercare di dirmi dove è collocata la sfera. Usa i sensi, Harry, e l'istinto. La magia è una forza della natura, e ogni mago può percepirla. Fende l'aria, crea delle vibrazioni, delle onde nell'universo. Può riscaldare, raffreddare l'aria, illuminare. Questa, non ha suono ne effetto, ma solo potere. Dimmi, ad occhi chiusi, dove si trova, adesso.''
Harry credeva di sapere la riposta. Sentiva un calore, una forza provenire alla sua destra, in alto. Era come quella volta che aveva impugnato la bacchetta, un calore misterioso lo aveva investito. Ora, quel calore era alla sua destra in alto. Lo disse ad alta voce.
''Molto bene!''
Harry riaprì gli occhi e vide la Temple che faceva scendere il braccio che aveva alzato la sfera.
''Hai indovinato, Harry, ma pian piano verrà il difficile.''
Prese la sferetta dopo di quella, che era leggermente più piccola, come un boccino. Si alzò e si allontanò da lui di alcuni passi.
''Richiudi gli occhi...
Ora dimmi dov'è''
Questa volta fu più difficile. Le sue palpebre erano completmanete buie, percepiva il vuoto attorno a lui.
'Trova un punto di magia...' pensò 'una vibrazione nello spazio'
Dovette attendere quasi un minuto prima di dare la risposta, esatta anche questa volta.
''Bene, bene, lo senti!''
Procedettero con la terza e la quarta sferetta magica. Harry impiegava sempre più tempo per indovinare, anche perche' Josephine si allontanava sempre di più.
Alla quinta, sbagliò due volte prima di trovarla. Era poco più grande di una biglia.
La sesta neanche a parlarne.
Era sera quando, dopo un duro allenamento, era stato in grado di trovare tre sfere di dimensione diversa. Percepiva una debole forza nella stanza, ma la Temple disse che, dopo vari giorni di allenamento, sarebbe stato in grado di captare la più piccola vibrazione magica.
''Tuttavia'' continuò ''domani cambieremo argomento. Faremo Occlumanzia''
Harry deglutì sonoramente. ''O-occlumanzia?''
''Oh, si, vedrai che ti piacerà, e ti sarà indubbiamente utile. Combatti una battaglia persa
se il tuo avversario sarà in grado di capire in anticipo ogni tua singola mossa.''
''Come Piton'' disse piano Harry, parlando tra se.
''Esattamente.''
Harry si bloccò a metà scala.
''Dove vai?'' chiese la Temple.
''In camera mia.''
''Noo, vieni su con me. All'inizio della lezione mi hai fatto una domanda e pensavo di darti una risposta.''
''Quale domanda?'' chiese Harry seguendola.
''Ma come, ti sei già dimenticato? Mi hai chiesto se io e Silente eravamo amici''
''Oh si... lo eravate giusto?''
''Più o meno. Puoi giudicare tu.''
Si era fermata su un pianerottolo. Si diresse ad una porta di legno, l'aprì ed entrò. Seguendola, Harry capì di trovarsi in uno studio... molto simile a quello di Silente, solo che la camera era quadrata.
Ai lati, scaffali ricolmi di antichi libri. Sul lato nord una finestra di vetro che affacciava sul bosco nero; davanti ad essa una scrivania in mogano dove scintillava una candela accesa.
Stranissimi oggetti sbucavano ovunque: un modellino d'argento della terra e della luna; un macchina con rotelline che ruotavano incessantemente; modellini sbuffanti di fumo, sferette ronzanti, misteriosi specchi di luce.
''Ooh, io e Silente avevamo cimeli di ogni genere'' disse lei con semplicità.
Si avvicinò alla scrivania, scostò delle pergamene e prese una fotografia, che porse ad Harry.
Un ragazzo e una ragazza, molto goivani, sui trent'anni, forse.
Tutti e due molto alti, tutti e due azzurri d'occhi. Solo che lui aveva i capelli ramati raccolti in una coda, la barba sottile, gli occhiali a mezza luna. Vestiva elegante, aveva il petto forte, abbracciava la ragazza.
Questa aveva capelli nerissimi e lunghi fino alla vita, in perfetto risalto con gli occhi e la pelle bianca. Erano di una bellezza spettacolare, la coppia più bella e perfetta che avesse mai visto. Sembrava che un Dio li avesse creati a posta per farli mettere insieme.
Harry non si meraviglio' che i due avessero avuto dal primo istante una forte attrazione, sia fisica che intellettuale.
''La riconosco, questa è lei'' disse Harry. ''E' questo è... oh, si ci scommetterei un milione di galeoni, è Silente!''
Temple annuì. ''Oh si, più di sessant'anni di matrimonio. Eravamo perfetti, ce lo dicevano tutti. Peccato che abbia dovuto nascondermi per quaranta in questa monotona casa.''
''Perchè?'' chiese Harry.
''E' una lunghissima storia, in effetti. Sono le nove, e forse avrai fame...''
''No, per niente'' mentì Harry, lo stomaco che brontolava.
''Ne sei sicuro? Potrebbe non interessarti, in fin dei conti''
''Sinceramente sono curioso'' ammise ''Silente non mi ha mai raccontato niente della sua famiglia... naturalmente se è troppo personale non importa.''
''E va bene! Va bene!'' disse lei ''Tu forse non te ne sei mai accorto, ma hai il grande talento di persuadere le persone''
''Oh, no! Si sbaglia!''
''Oh, si, è così! Dovresti raffinare la tecnica ragazzo, e saresti in grado di convincere un asino che è il più grande saggio del mondo!''
''Ma io non...''
''Il segreto è nei tuoi occhi. Certe volte perforano quelli degli altri in un modo incredibile. E sono molto profondi''
Harry non replicò; non era d'accordo. Nessuno prima d'ora gli aveva detto una cosa del genere, anche se aveva notato, durante il sesto anno di scuola, che quando voleva era davvero in grado di persuadere le persone... o almeno, con Lumacorno gli era sempre riuscito.
''... e anche una certa dose di sicurezza non guasta mai''
La sicurezza, ma certo. Harry era sempre stato esitante, ad esempio davanti a Piton, alla McGranitt, a qualsiasi altro professore, quando doveva convincerli a fargli un piacere. Con Lumacorno, mai. E aveva ottenuto ciò che voleva.
''Bene, dunque...'' la Temple rioridnò mentalmente le idee ''hai mai sentito parlare di Adolf Grindelwald?''
Harry per un attimo stava per scuotere la testa. Poi una piccolissima luce si accese nella sua mente, e rispose:
''Non è quel mago che Silente sconfisse tanti anni fa?''
La Temple annuì.
''C'è un preciso motivo per cui Silente si macchiò di assassinio.
A quei tempi, scoppiò una terribile guerra tra i maghi e i Cavalieri di Walpurgis, che erano, in altre parole, i fedeli di Grindelwald. Ma non fu come vent'anni fa, la lotta tra i maghi e Lord Voldemort. Grindelwald era al governo, e fu una specie di dittatore, otteneva tutto ciò che voleva, sempre. Era bramoso di potere, vedeva tutti e tutto piegarsi al suo potere. Come Voldemort, voleva morti tutti i figli dei babbani, e i babbani stessi.
Allora io stavo al Ministero, e Grindelwald, nonostante sapeva bene che ero sposata con Silente, mi volle tutta per se. Non che fosse innamorato, lui mi voleva... come donna...''
Harry annuì. Capiva perfettamente le fantasie di un maniaco.
'' Albus non tollerò niente, fin dall'inizio, così, dopo vari tentativi di lotte e fughe, finalmente lo beccò nel suo alloggio segreto, dove anch'io ero nascosta.
-Non avrai mai Josephine!- urlò Grindelwald, ma sapeva bene, come lo sapevo anch'io, che contro Albus Silente, solo e senza fedeli, non avrebbe mai vinto la lotta. Così, nel suo profondo orgoglio, decise di siggillare un incantesimo, che mi bloccò per sempre... in questa casa.''
Harry aveva gli occhi spalancati. Incredibile come fosse stato tenuto all'oscuro di tutto ciò, per tutti quegli anni.
''Ma dunque... è questo il nascondiglio di Grindelwald?''
''No, è a settanta metri sotto terra, prorpio sotto di noi. Albus costruì per noi questa incantevole casa, e io ho vissuto qui per tanti anni... ma credimi, sono uscita di tanto in tanto.''
''E come ha fatto?''
''In relatà posso uscire quando voglio, e devo dirti che, in realtà, è molto di più il tempo che trascorro fuori che dentro. Ma... non sono più io, quando esco fuori.''
''In che senso?''
''Che... prendo forme e dimensioni decisamente diverse da quelle attuali''
''Vuol dire... che si trasforma?''
''Troppo tardi Harry, direi che è proprio ora di cenare e poi di andare a letto. Prometto che ti dirò tutto quanto, ma per il momento, è meglio andarci con delicatezza, non voglio distrarti dai tuoi studi''
''La prego... non che voglia insistere...''
''Abbiamo tutto il tempo che vogliamo, perchè correre? E poi questo è un dettaglio poco importante: ho cose da dirti su Silente, sugli Horcrux, su tante altre cose... non perdiamoci in inutili chiacchiere!''

  
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