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Autore: StarfireE    22/01/2012    31 recensioni
Charlie, diciasettenne britannica, costretta a muoversi e a viaggiare sempre a causa del lavoro della madre.
Un maschiaccio nel vestiario, nessuno ha mai notato che dietro quella stoffa, si nasconde una ragazza con una grande passione e un gran talento per la danza.
Arrivata nel nuovo paese, avrà dei problemi con i bulli della scuola.
***
Charlie raccolse una matita che era finita sul pavimento, ma quando si rialzò si trovò davanti Liam che l’osservava a braccia incrociate.
Solo allora notò che indossavano la stessa giacca.
La ragazza lo guardò spaventata, e il biondo l’afferrò alzandola da terra.
-Ci vediamo fuori.- sussurrò, facendola poi cadere e allontanandosi con il resto del gruppo.
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Louis, fermati…No! Non ci provare nemmeno!-

Il moro sghignazzava divertito, seguito dagli altri e da Charlie.
Liam provava a fermarlo esasperato.
-Smettila! Guarda che ho ancora l’altro polso buono!-
Si erano recati tutti a casa di Charlie, appena i medici avevano dato il permesso a Liam di lasciare l’ospedale.
Nessuno aveva osato nominare del litigio fra lui e la ragazza.
Infondo, non era neppure affar loro.
L’allegria però regnava sovrana nell’abitazione.
Tutti erano felici che Liam non si fosse fatto niente di grave.
-Ok, Tomlinson dopo questa sei ufficialmente morto.- disse in tono minaccioso Liam all’amico.
Louis rise.
-Ma dai, che vuoi che sia…-
-Mi hai disegnato un pene sul gesso!- esclamò cercando di fare l’offeso, cosa che non gli uscì molto bene visto che la risata del moro era contagiosa.
-Ora è il mio turno!- disse entusiasta Harry.
-Hazza, provare a disegnarmi cazzate e sei morto.-
-No, ti prometto che farò il bravo.- rispose lui ridendo fra i baffi.
La ragazza era seduta silenziosa osservando la scena.
Non voleva intromettersi, era un momento perfetto già così, senza di lei.
Le piaceva vedere i ragazzi scherzare, Liam ridere.
Era il sorriso più bello al mondo, non aveva alcun dubbio.
Ancora non aveva capito se si erano chiariti o meno, ma ora non le importava.
Si alzò dal divano, andando ad ordinare della pizza per tutti.
Mangiarono in salone, e a fine serata la casa sembrava un porcile.
Ma Charlie aveva severamente impedito ad ognuno di loro di dargli una mano.
Quella doveva essere una bella serata, e non voleva che si rovinasse a causa delle pulizie.
Accompagnò i ragazzi fuori, insieme a Liam.
Li salutarono tranquillamente, poi tornarono all’interno.
Avrebbe voluto chiedere tante cose al ragazzo.
Perché aveva fatto quel gesto da folle?
Gli era scoppiato un embolo per caso?
E soprattutto, davvero pensava che con la danza non sarebbe arrivata a nulla?
Quel ragazzo, il suo ragazzo, credeva in lei?
Tutti i filmini mentali che si era fatta mentre ripuliva il salotto, sparirono dalla sua mente quando salì in camera per andare da Liam e lo vide in camera dormire beatamente.
Gli sorrise dolcemente, rimboccandogli le coperte come una mamma faceva con il figlio.
Era stata una giornata pesante per entrambi, specie per lui, lo capiva benissimo.
Così si sdraiò accanto a Liam, spegnendo la luce.
In pochi minuti, Morfeo aveva già fatto il suo lavoro.










I tiepidi raggi di sole gli scaldarono leggermente gli occhi.
Li sfregò di malavoglia, per poi mettere a fuoco la figura sdraiata al suo fianco.
Charlie dormiva ancora, con un’espressione beata.
Sì alzò, cercando di non svegliarla e si avviò verso la cucina.
Era suo dovere prepararle la colazione, e lo avrebbe fatto anche con tutte e due le mani rotte se era per quello.
Prese del pane dalla credenza per tostarlo, e della marmellata che aveva acquistato.
Accese il tostapane, quando una voce lo fece sobbalzare.
Non l’aveva sentita scendere.
-Stai fermo, non vorrai romperti anche l’altro polso spero.- disse Charlie con ancora la bocca impastata di sonno.
Liam sorrise lievemente.
Anche di prima mattina era intollerabile.
-Faccio io.- annunciò poi avvicinandosi a lui, che si scansò leggermente per lasciarla fare.
-Quante fette vuoi Liam?- chiese tranquilla.
-Due bastano, grazie.-
La ragazza annuì, mettendo il pane nel macchinario.
Liam appoggiò i piatti sul tavolo con un po’ di fatica, ma non si lamentò.
Charlie aspettò paziente che il pane cuocesse, e intanto mise la marmellata accanto ai piatti.
Una volta pronto, mise il tutto sopra il tavolo e si sedette di fronte al ragazzo.
I due iniziarono a mangiare silenziosamente.
L’atmosfera per la prima volta si fece davvero imbarazzante.
Tutti e due volevano dire qualcosa, ma nessuno ne aveva davvero il coraggio.
Charlie mandò giù un boccone, poi si decise a parlare.
-Perché lo hai fatto Liam?-
-Fatto cosa?-
-Perché ti sei immischiato in cose che non ti appartenevano?-
Il ragazzo sospirò, passandosi una mano fra i capelli.
-Quel ragazzo stava maltrattando quel ragazzino…- farfugliò.
-Va bene, ma potevi starne fuori!- esclamò tranquilla, l’ultima cosa che voleva era litigare.
-Non c’è lo fatta…E’ che…Niente, lascia perdere.- concluse mordendo il pane.
-No, ora me lo dici. Non lasciare le frasi a metà.-
Liam si arrese.
-Mi ricordava troppo te. Mi sono rivisto in quel bulletto, ho visto me stesso come ti trattavo qualche tempo fa e ho sentito la paura di quel ragazzino. Non avrei voluto che finisse così.-
-Oh Liam, non devi fare l’eroe. Quello che è stato è stato. Non importa, io ti ho perdonato già da molto. Smettila di auto-colpevolizzarti. Per favore.- rispose la ragazza con un leggero velo di pietà in quelle parole.
-Ti ho trattata malissimo, prima di uscire. Io…Ero furioso. Quelle cose, non le pensavo davvero, credimi.-
Charlie annuì, giocherellando con la marmellata.
-Guarda che è colpa tua se le ho prese, sono fuori allenamento.- disse poi ironico.
La mora rise, non tanto perché la cosa la divertiva, ma perché aveva bisogno di allentare le tensione che si era formata.
-Dovresti trovare un modo per sfogare la tua rabbia, sai? Non voglio che ogni volta che tu ti innervosisci ti sfoga poi su di me o su te stesso.- rispose riferendosi evidentemente alla ferite del ragazzo.
A Liam si illuminarono gli occhi.
-Ho un’idea.- annunciò poi con entusiasmo.
La ragazza lo guardò incuriosita.
-Cioè?-
-So cosa voglio farne del mio futuro.-









Liam si sentiva nervoso.
Se stava per fare quello che stava per fare era tutta colpa di Charlie.
L’aveva minacciato che l’avrebbe lasciato se non l’avrebbe fatto.
Non era da lui.
Ma riflettendoci per bene, la ragazza aveva ragione.
Non avrebbe avuto senso continuare così.
Prese un bel respiro, e suonò il campanello.
I secondi seguenti sembravano interminabili.
Sentì la serratura scattare, e per la prima volta, il panico lo invase.
Sua madre aprì la porta, e lo fissò con aria di superiorità.
-Cosa vuoi?- disse lei, non avendo la minima intenzione di farlo entrare.
-Devo parlare con te.-
-Riguardo a…?- chiese la donna
-Al mio futuro.- disse cercando di mantenere la calma.
-Se questo “futuro” non ha in programma l’università, sappi che non voglio ascoltarlo.- rispose lei accigliata.
-Invece l’ha in programma, ma quella che voglio io, quella che in realtà ho sempre voluto fare.-
-Immagino che tu non stia parlando di Cambridge o Harvard, sbaglio?- chiese cupa.
-Esatto, non riguarda nessuna delle due mamma.-
La preside sbuffò.
-Non c’è niente e nessuno che riuscirà mai a farti cambiare idea, vero?-
-Temo proprio di no…-
-E per Charlie?- chiese preoccupata.
-Anche.- rispose sincero.
Le aveva mentito per quasi diciannove lunghissimi anni, ora era davvero stufo di farlo.
-Tieni davvero a lei?-
-Più di quanto tu possa immaginare.-
-Liam ascoltami, io semplicemente non credo che…-
-Mamma- la interruppe, cercando di mostrarsi sereno e tranquillo – ascoltami tu per una volta, per favore.-
La signora Payne si appoggiò alla porta, facendogli segno di proseguire.
-Charlie ora fa parte della mia vita. Non l’ho scelto io, non l’ha scelto lei. E’ capitato e basta. Ma ora, ora che per la prima volta mi sento felice, seppure con un ginocchio mezzo andato e un polso rotto, non ho intenzione di scacciare via tutto questo perché qualcuno pensa che sia una cattiva ragazza, cosa che comunque non è assolutamente vera. Ora, ho bisogno di lei. Tu cosa hai provato quando hai conosciuto papà? Ecco, io ho la stessa sensazione. Quindi, volente o nolente, Charlie rimarrà ancora per un bel po’, o l’accetti, o fai come ti pare, io non ho intenzione di ascoltarti.- concluse, riprendendo fiato.
Sua madre lo fissava in silenzio, senza far trapelare la minima emozione.
-Ma guardati.- disse poi, accarezzandogli dolcemente la guancia.- Il ragazzino è sparito. Ora ho davanti a me un uomo.-
Liam le sorrise ancora timoroso sull’esito finale della discussione.
-Credimi mamma, non ho mai voluto farti soffrire. Mi dispiace essere una delusione per te…-
La donna lo strinse forte, impedendogli di continuare.
Gli occhi le si inumidirono, ma cercò di non mostrarsi così fragile davanti a suo figlio.
-Tesoro…-
-Mamma, stai piangendo?-
Beccata in pieno.
Lasciò andare le lacrime che stava trattenendo da troppo tempo.
-Non piangere, non voglio vederti così.- disse Liam visibilmente a disagio.
-Devo essere stata davvero una mamma orribile, se ti ho portato a credere che tu per me sia stato solamente una delusione.- rispose con la voce scossa dai singhiozzi.
-No mamma, tu sei sempre stata presente.- disse riabbracciandola più forte –Dovevi solo comprendere che ora tocca a me, iniziare a gestire la mia vita.-
-Già,- tirò su con il naso la donna –non potevo tenerti sotto una cupola di vetro per sempre.- concluse sorridendo lievemente.
-Ti voglio bene mamma.- disse sincero.
-Anche io tesoro mio, e ti prego, non credere di essere stato un cattivo figlio, tu, Liam, sei la cosa più bella che io abbia mai creato.- rispose.
Il ragazzo la strinse ancora di più, sentendo la sua testa appoggiarsi sul suo petto e le lacrime inumidirgli la maglietta.
La mamma si liberò della presa, asciugandosi gli occhi.
-Allora,- iniziò poi ricomponendosi –Non mi dovevi raccontare di qualcosa?-
   
 
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