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Autore: Viki_chan    23/01/2012    2 recensioni
Ci sono rapporti che non hanno bisogno di un nome per esistere, di regole per resistere, di tempo per crescere.
Lo sa bene Sandra, che è una tosta.
Lo sa bene Kevin, che odia le definizioni.
Lo sa bene Harry e lo sa da un po'.
Hermione lo sa da sempre, solo che forse non lo ricorda.
Seconda Classificata al contest Rabbits on the Run H/Hr indetto da Patronustrip sul forum di EFP
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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- Questa storia fa parte della serie 'All we need is Harmony'
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A Thousand Miles

II.



I waste away the days
Waiting on a new age
But time betrays me
And I get older one more year
(London)



“...Granger e Smith, Donovan e McKinley. Nei prossimi quindici giorni dovrete conoscervi. Ogni dettaglio della vostra personalità, ogni passione, ogni legame affettivo... nei limiti della decenza.” si affrettò ad aggiungere il professor Lullaby notando le risatine di due ragazze in prima fila. “La prova finale si terrà il 15 di questo mese. Se la supererete, vi verrà alleggerito il carico di libri per l'esame di maggio. Non avrete altri dettagli, nemmeno se mi riempirete di gufi fino allo sfinimento.. Vero signor Carver? Buon lavoro a tutti!”.
L'aula si riempì del grattare delle sedie sul pavimento.
Mi voltai verso Harry, seduto nell'ultima fila con Kevin.
Nonostante cercasse di tenere un certo contegno, era ovvio che la festa della sera prima si era protratta fino a molto tardi.
“Come è andata?” chiesi raggiungendoli.
Kevin mi saltò addosso, spettinandomi i capelli con una mano.
Miss Granger, la mia partner.”.
Harry sbadigliò.
“E' stata una bella festa, ma la casa è un porcile. Kevin, sei pronto?”.
“Certo, amore.” lo canzonò prendendolo a braccetto. “Vieni anche tu da noi, Miss Granger?”.
Sia Harry che Kevin si voltarono verso di me sorridendo.
“Va bene, ma non ho intenzione di alzare un dito.”.


L'appartamento era un disastro.
Ovunque bicchieri di carta, bottiglie di birra vuote.
Il pavimento scricchiolava di pop corn e salatini.
Harry si tolse la giacca e spostò un po' di rifiuti dal divano.
“Siediti.”.
“Scherzavo, posso darvi una mano se volete.”.
“Oh, no. Questo casino l'ha combinato Smith e Smith lo sistema.”.
“Ma io devo partire!” brontolò lui prendendo un bicchiere colmo di liquido ambrato.
Se lo portò al naso, fece una smorfia.
“E dove vai?” chiesi incrociando le gambe sul divano.
“A New York, una settimana.”.
“E il compito? Come facciamo a prepararci se sei così lontano?”.
“Ce la faremo lo stesso. Voglio dire, la metà delle cose su di te le so grazie a Pottah.”.
Harry gli lanciò un cuscino, poi iniziò a raccogliere i bicchieri.
I nostri occhi si incontrarono.
“Ma tu con chi fai coppia, a proposito?” chiese Kevin sollevando alcune bottiglie con la magia.
Harry sorrise, distolse lo sguardo.
“Sandra Pierce.”.
“Sandra? Quella che avevi nel letto stanotte?”.
Spalancai gli occhi, mi voltai verso Harry con un'espressione fintamente severa.
“Perchè detto da te tutto sembra un film porno? Era ubriaca, si è addormentata qui.”.
I due battibeccarono fino all'ora di pranzo, sistemando giusto lo spazio per cucinare e mangiare.
Era davvero strano trovarsi davanti a una realtà così diversa.
Quei due avevano fatto festa fino all'alba, eppure avevano ancora l'energia per scherzare.
Mentre Kevin preparava la valigia, io e Harry finimmo di sistemare la cucina.
“Devo accompagnare Kevin in stazione, vieni anche tu?”.
“Certo.”.


Dopo un addio teatralmente strappalacrime, che ci fece guadagnare le occhiatacce dei babbani di passaggio, lasciammo Kevin davanti a Victoria Station e ci incamminammo verso Diagon Alley.
“Mi mancherà.” borbottò Harry osservando il Terravision partire e litigare con il traffico della metropoli. “E' un pazzo.”.
“Da quando vivi con lui sei cambiato, sai? Sei più allegro, organizzi feste, dormi con sconosciute.”.
Harry sorrise.
“E' vero. Dopo tutta una vita passata a combattere per sopravvivere, c'è stato un momento in cui non sapevo cosa fare. Poi ho capito, non potevo sprecare altro tempo aspettando una nuova era. Dovevo essere io a cambiare la mia vita. E' come se mi fossi svegliato in ritardo. Non posso riavere il mio tempo indietro, ma posso cambiare il mio futuro. Posso cambiare l'adesso.”.
Rimasi a fissare Harry anche dopo che ebbe finito di parlare.
Mi colse un misto di ammirazione e di tristezza.
Sentendo il mio sguardo su di lui, Harry si voltò verso di me e sorrise.
“E' così strano voler essere felice? Che cos'è, in fondo, la felicità?”.
Camminando per le strade ventose di Londra, non riuscii a dire altro.
Rimasi in silenzio, accanto ad Harry.
Legai il suo braccio con il mio per scaldarmi.
La felicità quel giorno, qualsiasi cosa fosse, era ad un passo da noi.
   
 
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