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Autore: _Hiromi_    23/01/2012    3 recensioni
Near, ormai senza alcuna voglia di vivere, si lascerà andare sotto la pioggia, così da non piangere da solo...non sa che, proprio sotto quelle gocce d'acqua fredda farà un incontro che gli cambierà la vita...forse...Eccomi qua con una nuova ficcy!! ^_^ spero che vi possa piacere!! Pairing: MxN *_* kisses _Hiro_ ^O^
P.S. il rating ARANCIONE della fanfic è riferito esclusivamente al capitolo 19, l'ultimo, in quanto il rating generale della storia è il verde^^
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Mello, Near | Coppie: Mello/Near
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Hellohello!!! \(^o^)/
Chiedo umilmente perdono per il ritardo con cui posto, ma mi sono bloccata a metà capitolo e non riuscivo a decidermi su come procedere^^''''
Cooooomunque, quello che state per leggere è un capitolo 'speciale' (bah, chiamiamolo così XD), perchè non sarà ne dal POV di Near ne da quello di Mello, bensì da quello di Eveline! Lo so che avreste certamente preferito il batuffolo di neve o il cioccolatomane ma, dopo la dichiarazione del precedente capitolo, non sapevo come far procedere le cose e mi sono buttata su Eve per risolvere la sitution! XD e poi, devo ammettere che mi è piaciuto un sacco scrivere dal suo punto di vista!! è stato decisamente più semplice del PO Near XDXD infine, vi dico che questo è il terzultimo capitolo^^ nel prossimo comincia l'epilogo, che dividerò in due parti: una dal POV di Mello e una dal POV di Near!^^ e dopo tutto 'sto monologo perlopiù inutile vi lascio al new chapter ^_^ spero che vi piaccia almeno un pò ^///^

***

Extra Chapter: POV Eve

***

Sono passate quasi due settimane da quando ti sei trasferita a tempo indeterminato nell'appartamento di quel Mello, il biondo che si è preso cura del signorino in tua assenza, e devi ammettere che ti piace questa nuova condizione, questa nuova quotidianità che si è creata: pulisci la casa (aiutata dai due ragazzi nonostante le tue proteste), ti occupi dei pasti e della spesa (spesso accompagnata da Mello), e dedichi il tempo libero alla lettura di qualche libro preso dalla fornita libreria della casa.
Un po' ti dispiace non stare a Villa River, dove praticamente sei cresciuta e hai sempre lavorato, ma non riesci proprio a sentire una vera nostalgia per quella casa: per te la cosa più importante è che Near stia bene, vicino a te, non il luogo in cui siete. E poi dei ammettere che da quando vivete in quell'appartamento Nate sembra più felice e sereno, e ovviamente non sei così ingenua da pensare che quella felicità sia dovuta all'abitazione in sé piuttosto che al proprietario dell'immobile, e un sorriso ti incurva le labbra a quel pensiero.
Quando Nate ti disse che gli piaceva quello conosciuto che l'aveva aiutato sei stata felice, entusiasta per quella notizia, anche se temevi che il ragazzo non avesse speranze e stesse andando incontro alla sua prima delusione amorosa; però, quando per la prima volta hai visto il biondo e il modo in cui guardava l'albino, hai capito di non doverti preoccupare, che sarebbe andato tutto bene, perché in quello sguardo color del cielo hai letto le stesse emozioni e paure che si agitavano in quello scuro del tuo capo. E ora che sono passati quasi due mesi da quel giorno, ti rendi conto che avevi perfettamente ragione, che non ti sei sbagliata, e ciò non può che renderti felice e soddisfatta.
Senza smettere di sorridere versi l'impasto che hai appena finito di preparare in una tortiera, mettendola subito dopo al forno; intanto che la torta cuoce cominci a pelare un paio di patate per poi tagliarle a cubetti, preparando così il contorno per la bistecca.
Guardi l'ora in modo da regolarti per mettere a bollire l'acqua per la pasta, ma sono solo le sette, e i ragazzi ancora non sono rientrati.
Il tuo sorriso si allarga ancora di più: quei due sono davvero innamorati, e da quel che hai capito si sono anche dichiarati: per quanto cerchino di nascondertelo (probabilmente perché si vergognano) conosci il signorino da una vita e mai l'hai visto così allegro e felice. E poi è evidente che il loro modo di approcciarsi l'uno all'altro sia cambiato: stanno sempre vicini, appena ne ha l'occasione Mello mette le mani addosso all'altro, toccandolo e accarezzandolo quasi voglia assicurarsi che sia reale e sia suo e, dal canto suo, Nate non cerca di allontanarlo e accetta tutte quelle attenzioni con fare imbarazzato anche se evidentemente felice; e poi l'altro giorno li hai beccati mentre si baciavano nello studio (e per fortuna non ti hanno notata!).
Oh, sono così adorabili! e ridacchi divertita mentre continui a cucinare.

---


Sono quasi le undici e sei nella tua stanza a rilassarti leggendo un romanzo rosa stesa sul letto quando qualcuno bussa alla tua porta.
-Avanti.- dici a voce alta, sorpresa che uno dei ragazzi venga a chiamarti a quell'ora: in fondo sono due giovani in salute e innamorati, dovrebbero dedicarsi a ben altre attività quando tu non sei nei paraggi!
Sulla soglia compare il signorino, i capelli spettinati e le labbra lievemente rosse. Un sorriso ti incurva le labbra a quella visione: probabilmente Mihael la pensa come te e non era tanto felice di lasciarlo andare.
Poggi il libro affianco a te e ti metti a sedere.
-C'è qualche problema signorino?-
-Uff, quante volte devo dirti di chiamarmi Nate?- si lamenta il ragazzo, tergiversando ed ignorando la domanda. Tu scuoti il capo, rassegnata, e gli fai segno di raggiungerti sul letto.
-Come posso aiutarla, Nate?- chiedi allora con un piccolo sorriso.
-Ecco...c'è qualcosa che non ti ho detto...- mormora indeciso, quasi non sia certo di volersi confidare con te.
-Se riguarda lei e il signorino Mihael so già tutto.- rispondi, cercando di aiutarlo e di facilitargli il compito. Forse, però, non è la sua relazione con Mello che vuole confessarti, perché si volta verso di te arrossendo come un peperone e cascando dalle nuvole.
-Cosa...come..? io...non...vedi...-
Ridacchi divertita di fronte al suo imbarazzo ma non puoi ignorare quell'ansia che pian piano ti assale: se non voleva parlarti di Mello, che cosa deve dirti di così importante?
-Sono contenta per lei.- dici con un sorriso mentre gli accarezzi dolcemente la testa -Mihael la ama davvero.- Lui arrossisce ancora e non dice nulla, forse sorpreso dal fatto che tu sappia di 'loro'.
-Ma...se non voleva parlarmi del suo compagno...- ti blocchi per un attimo, in tensione -qual'è il problema?-
-Ecco, devo parlarti dei miei nonni.-
Sbarri gli occhi, confusa, non capendo il perché di quell'affermazione: Near non ha mai voluto parlare dei nonni, si è sempre comportato come se non esistessero; perché mai dovrebbe tirarli in ballo ora che è finalmente sereno?
E mentre tu stai in silenzio il signorino ti racconta tutto quello che sa: dai debiti di gioco del nonno al giudice corrotto, dal testamento alla sua volontà di riprendersi tutto ciò che apparteneva ai genitori e che gli è stato portato ingiustamente (ed illegalmente) via.
-Io...perché mi dice queste cose?- sussurri alla fine stordita e sconvolta da tutte quelle informazioni: sapevi che quei maledetti nascondevano qualcosa, che erano delle persone crudeli e senza scrupoli, ma non avresti mai pensato che facessero una cosa simile al proprio nipote pur di continuare a vivere nel lusso.
-All'inizio ho pensato di aspettare la maggiore età,- comincia il ragazzo, spiegandoti il perché di quelle confidenze -ma non voglio che quei bastardi trascorrano un solo giorno in più in casa mia.- Deglutisci un poco spaventata dal tono e dallo sguardo irato del giovane, ma ti costringi a parlare,volendo renderti utile come puoi.
-E come posso aiutarla?-
-Secondo il testamento sei tu il mio tutore legale; i miei genitori mi hanno affidato a te.-
Quella notizia ti sconvolge più delle altre, probabilmente perché ti riguarda personalmente, ma la sorpresa passa immediatamente in secondo piano lasciando spazio alla semplice felicità di fronte a quella scoperta: i signori si fidavano a tal punto di te da affidarti il loro unico e amato figlio. Senti gli occhi farsi umidi, commossa, ma tenti di resistere all'emozione.
-Ti voglio bene Eve, tanto...sei l'unica famiglia che mi resta, e mi fido di te così come si fidavano i miei. E per questo voglio che sia tu la mia rappresentante in tribunale.-
E a quel punto scoppi a piangere. Afferri Nate per un braccio e lo attiri a te, stringendolo forte.
-certo, certo...- piagnucoli senza allontanarlo da te – farei qualunque cosa per lei, lo sa...-
Restate così per non sai quanto tempo, forse pochi secondi o forse qualche minuto, e quando vi separate un sorriso tenero e felice ti incurva la bocca.
-Sono contenta che abbia chiesto il mio aiuto.- dici accarezzandogli dolcemente una guancia, come farebbe una mamma (e un po' ti senti tale) -Ora però è meglio che torni dal signorino Mihael.- e il tuo sorriso diventa un tantino malizioso -Sono certa che la sta aspettando con ansia.-
Nate arrossisce ancora e dopo aver posato un leggere bacio sulla tua guancia fa come gli hai detto.
-Buonanotte Nate.-
-'Notte Eve...- sussurra con un timido sorriso prima di uscire.
Resti immobile lì come sei, seduta e con lo sguardo puntato sulla porta: di certo non ti aspettavi che la serata finisse così.
Però, nonostante lo shock iniziale, sei contenta di poter aiutare il piccoletto a riprendersi quello che gli spetta: anche tu odi quei bastardi che hanno maltrattato il ragazzo senza motivazione, solo per il gusto di farlo, ed è un onore per te poterlo aiutare nella sua rivendicazione.
Sospiri e ti stendi di nuovo, spostando il libro sul comodino e spegnendo l'abat-jour.
Dopo tutte queste emozioni è meglio dormire un po'.

***

-Il pranzo è pronto!-
Mihael, impegnato al cellulare, sussulta quando ti sente urlare all'improvviso e la tavoletta di cioccolato che tiene in mano quasi gli sfugge dalle dita. Ridacchi divertita quando lo senti sbuffare e lo vedi alzare gli occhi al cielo, ma sei troppo di buon umore per dispiacerti o altro, e senza smettere di sorridere ti dirigi alla stanza adiacente.
-Signorino Nate, il pran...-
-Due minuti!- ti interrompe il ragazzo -finisco di controllare questi conti e arrivo, promesso!-
Stai per obbiettare, facendogli notare che si sta dedicando eccessivamente a quei documenti, ma desisti notando l'interesse e l'avidità con le quali osserva i fogli davanti a sé.
-Non ci metta troppo.- ti limiti a raccomandargli scuotendo il capo rassegnata e tornando in cucina, dove cominci a servire la pasta nei piatti
Per fortuna Nate è di parola e dopo pochi minuti vi raggiunge a tavola, scusandosi per l'attesa e cominciando a farvi un resoconto di quello che ha appreso dai documenti. In realtà non ti interessa nulla di conti, bilanci, spese ed entrate (soprattutto perché riguardano quelle orribili persone quali sono i nonni del signorino), ma il modo in cui il ragazzo espone le sue scoperte ti impedisce di distrarti o proporre un nuovo argomento: è così felice ed entusiasta che ti sentiresti davvero in colpa se non lo ascoltassi!
-...so dove li hanno venduti, ho trovato la ricevuta! Perciò c'è la possibilità di recuperare qualcuna delle vecchie cose dei miei genitori! Dovremmo andare a controllare uno di questi giorni e...-
Perdi il filo del discorso quando ti alzi per prendere il secondo dal forno e, mentre ritiri velocemente i piatti fondi e metti a tavola quelli piani, non riesci a smettere di sorridere: non hai mai sentito un ragazzo parlare con così tanto entusiasmo di mobili e tende!
Dopo aver finito di pranzare e aver cacciato dal tuo territorio i ragazzi nonostante le loro proteste, ti dedichi con energia al riassetto della cucina: ti è sempre piaciuto fare le faccende domestiche, ma ora che finalmente ti sei riappropriata della cucina di Villa River quasi smani dalla voglia di pulire!
Canticchiando una vecchia canzone per bambini cominci a sparecchiare mentre i tuoi pensieri vagano tra ricordi recenti e lontani collegati a quella stanza...
Anche se è passa un'eternità, ancora ricordi quei giorni in cui dovevi sgattaiolare di nascosto nella cucina per prendere qualcosa da mangiare per il signorino Nate, rinchiuso nello “stanzino delle punizioni” senza cibo né acqua; ripensi anche a quando fuggiva a notte fonda per tornare quasi all'alba, stanco ed infreddolito, e tu lo trascinavi lì per preparargli una bella cioccolata calda per riscaldarlo prima di mandarlo a letto. A ripensarci così, dopo tanto tempo, ti rendi conto ancora una volta di quanto siano stati difficili quei giorni per il signorino, che doveva sopportare tutto ciò, e per te, che dovevi sforzarti di far finta di nulla per evitare di essere licenziata.
Era stato un brutto periodo per tutti, e ora che finalmente è tutto finito avverti tutta la gioia e la soddisfazione che la libertà ti da, sensazioni che probabilmente anche Nate prova.
In realtà, ancora hai difficoltà a credere che davvero sia tutto finito, che Villa River appartenga nuovamente al legittimo proprietario, che quei bastardi che osavano chiamarsi 'nonni' e 'tutori' siano veramente in prigione a scontare la propria pena insieme al giudice corrotto, e che finalmente Nate abbia trovato una persona che lo ami e lo rispetti. E' tutto troppo bello per essere vero!
Sono passati cinque mesi da quella notte in cui il signorino ti chiese di aiutarlo a riprendersi ciò che gli apparteneva, e ora che la causa si è conclusa e vi siete trasferiti definitivamente in quella casa tutti e tre insieme, finalmente puoi affermare che è tutto perfetto e che non potresti volere di più dalla vita.
Finalmente siete a casa.

***

   
 
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