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Autore: pinzy81    23/01/2012    11 recensioni
Cosa c’è dopo Breaking Dawn?
La vita di Renesmee è difficile, ma per fortuna, sono in molti a darle una mano.
Solo uno però per lei è veramente importante: Jacob.
Nuovi sviluppi per la Saga di Twilight in una fan fiction piena di colpi di scena, speranze, cuori infranti e, ovviamente, un nuovo cattivo.
Leggetela.
Genere: Azione, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Renesmee Cullen, Un po' tutti | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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Non ero mai stata sull’isola che Carlisle aveva regalato alla nonna per il loro anniversario, ma la mamma me ne aveva parlato benissimo: raccontava di splendide palme colme di cocco e di una spiaggia bianca e fine come si può trovare solo in un sogno.
Inoltre mi aveva detto che Edward le aveva fatto fare delle esperienze magnifiche in quel posto, come ad esempio le escursioni verso l’interno per vedere dei pappagalli coloratissimi e nuotare con i delfini.
Quest’ultima cosa mi stuzzicava proprio la fantasia, ma i delfini avevano un’importanza solo marginale: avremmo passato una specie di luna di miele in questo posto da favola e ce lo meritavamo decisamente dopo tutti quei giorni nella foresta alla ricerca di Nahuel.
E poi rabbrividivo ancora all’idea di suo padre… L’occhio clinico e il cinismo lo rendevano un perfetto scienziato pazzo.
Le nostre intenzioni non erano di passare del tempo in una villa al mare quando avevamo deciso di andare alla ricerca di Nahuel e, quindi, anche i nostri bagagli non erano appropriati: niente costumi da bagno, né abbigliamento da turisti.
<< Come faremo per gli abiti? >>
Chiesi a Jacob, che avanzava verso l’ingresso della casa stringendomi i fianchi.
<< Siamo su un’isola deserta e sappiamo quando verranno i domestici… A che ti servono i vestiti? >>
Mi fece l’occhiolino, ma io lo presi in parola appena superato l’ingresso.
Mentre lui si avventava sul frigo alla ricerca di acqua fresca da bere, io lasciavo una scia di abiti che lo avrebbe portato dritto dritto da me.
Mi chiamò, ma io non risposi, già sotto la doccia tiepida in attesa di vederlo spuntare da un momento all’altro.
Non mi deluse, ma io ero intenta nelle mie cose perciò lo lasciai entrare nel box distratta e continuai anche quando sentii le sue mani posarsi sulla mia pelle, alle spalle.
L’acqua era l’unica cosa che riusciva ad insinuarsi tra di noi in quell’angusto spazio.
Mi persi tra le sue braccia.
Lo volevo nella testa che mi pulsava per il passaggio veloce del sangue, ma lo volevo anche nella pancia, fin dentro le viscere: premevano e quasi si contorcevano per il desiderio che provavo.
Ci sentivamo veramente liberi di essere noi stessi, di poter dare libero sfogo ad ogni nostra, seppur piccola, fantasia.
Lo facemmo con foga e subito dopo ridemmo come pazzi.
Ma la doccia non aveva per niente sortito un effetto calmante, al contrario!
Quando fummo di nuovo in camera da letto lo mordicchiai come avevo fatto sempre fin da piccola, ma con lo scopo nuovo di eccitarlo: passavo dal collo, al petto, al mento, alla schiena.
Rotolammo sul grande letto bianco a baldacchino mezzi nudi, mentre la tensione si faceva più forte e quel balletto stava facendo perdere la testa ad entrambi.
Le sue mani erano dovunque, la sua forza, dentro di me a momenti, mi riempiva la testa e il ventre di uno strano formicolio elettrico.
Ad un tratto si fermò, voleva prolungare quel momento il più possibile e prese a guardarmi dritto negli occhi, tanto che mi imbarazzai di essere ancora con la testa ed i respiri, da un’altra parte.
Le sue mani su di me, grandi e forti, non mi davano pace.
Era tutto per me, tutto il mio mondo, vedevo solo lui e non sentivo altro che Jacob.
Rimanemmo a guardarci, i nostri respiri si calmarono un poco, il suo molto prima del mio.
Quando tornai all'incirca in quel mondo, riprendendo quasi del tutto le mie facoltà mentali, fu di nuovo con me e a quel punto niente più lo fermò.
Sudati, ma felici, restammo fermi a sentire l’uno il corpo dell’altra tremare.
<< Abbracciami. >> mi chiese dolce, sopra di me.
Io obbedii all’istante, il suo non era un ordine, ma comunque non gli avrei mai negato niente del genere.
Era strano a dirsi, ma lo volevo ancora, ogni volta di più.
Forse dovevo farmi visitare da un dottore molto capace!
Che mi diceva la testa?
Ma lui era così bravo e noi eravamo così compatibili da quel punto di vista che non mi sembrava di averne abbastanza.
Scivolò vicino a me e con dolcezza prese a carezzarmi i capelli.
La domanda mi sorse spontanea nella testa e fu subito sulle mie labbra.
<< Hai avuto altre donne prima di me? >>
La sua mano esitò un attimo, ma subito riprese ad accarezzarmi lieve.
La sua reazione e il suo mutismo mi fecero capire che la risposta non mi sarebbe piaciuta, ed io che avevo creduto che non fosse mai stato fidanzato.
Ma certo: per fare certe cose non bisogna mica essere impegnati a vita!
Ridacchiava tre sé e sé.
Mi voltai a pancia in giù: non volevo subire quell’affronto.
Ok lui era un uomo ed io una bambina al confronto.
“Ok, ok!” mi ripetei nella testa per non risultare offesa, ma la domanda l’avevo posta credendo ciecamente nella sua risposta negativa.
Prese a baciarmi la schiena passando da una spalla all’altra.
Possibile che volesse farlo ancora, come me un minuto prima?
Già, perché tutto quel fuoco mi si era spento all’istante solo all’idea che avesse potuto amare in quel modo un’altra. A che cazzo serviva l’imprinting allora se era capace di dare sfogo ai suoi istinti con altre ragazze?
I suoi baci non erano insistenti e, visto che non sortivano l’effetto desiderato, si fermò con la guancia appoggiata sul mio dorso.
<< Cosa c’è? >>
Chiese con voce neutra.
Voltai il viso dalla sua parte.
<< Quante Jacob? >>
<< Perché lo vuoi sapere? >>
<< Forse voglio farmi del male pensandoti con un’altra. >>
Restò muto.
Ma infondo che mi importava?
Lui era mio ora e per sempre e non avrebbe avuto più nessuna all’infuori di me.
Piuttosto lo avrei sfinito.
<< Volevo capire come fai ad essere così bravo. >>
Il suo petto si riempì d’aria, tronfio d’orgoglio.
Mi voltò, avevo ancora il piccolo seno nudo, così come tutto il resto del corpo, ma non mi vergognai.
Gli misi le braccia intorno al collo, accarezzandogli i corti capelli color dell’ebano; lui mi proteggeva nel suo abbraccio.
<< Credi sia bravo? >>
Annuii, lo era di certo o non avrei provato certe cose ogni volta.
<< E credi che lo sia perché ho avuto altre esperienze? >>
Di nuovo annuii, ma non ero certa di voler sentire cosa aveva da raccontarmi.
Il mio cuore avrebbe retto?
Infondo lui era mio fin dalla mia nascita.
<< Tu per me sei stata la prima e resterai l’unica. >>
Mi sciolsi, la tensione se ne andò come le gocce della rugiada sulle foglie al mattino e sorrisi contenta.
<< Forse sono bravo, come dici tu, perché siamo fatti l’uno per l’altra. Compatibili al cento per cento. E poi ricordati che sono nato per accontentarti. >>
Prese di nuovo a baciarmi; saremmo mai usciti da quel vortice?
Non potevo pensare che quelle stesse stanze avevano assistito, tempo addietro, al mio strano concepimento.
Era tutto così perfetto lì: il calore che tentava di penetrare dalle grandi portefinestre veniva alleviato dall’aria condizionata che qualcuno, intelligentemente, aveva fatto installare per noi “mortali”.
La luna sembrava molto più grande lì, ma forse solo perché non c’erano tutti quegli alberi a cui ero abituata a coprirne la bellezza.
Sia io che Jacob ne eravamo rimasti affascinati e stregati allo stesso tempo la prima volta che l’avevamo notata.
Tutto era magico sull’isola di Esme: sembrava che fosse protetta da una bolla che non faceva penetrare alcun male; anche il tempo sembrava sospeso, passava più lentamente, il giorno e la notte si susseguivano, ma quell’isolamento faceva sembrare che tutto si potesse fare con calma, senza fretta.
Telefonai a mia madre per chiederle il permesso di restare ancora per due o tre giorni sull’isola.
Non mi avrebbe detto di no, ma mi sembrava carino domandarglielo e a Jacob sarebbe sembrato di meno di essersi imbucato senza invito.
Non si sarebbe mai abituato alla ricchezza dei Cullen, lui era un ragazzo umile, abituato a guadagnarsi il pane con il sudore della sua “bellissima” fronte.
Rispose mio padre in un lampo.
<< Ciao Nessie! Tutto bene anima mia? >>
<< Tutto benissimo papà. Qui è ancora meglio di come mi aveva detto mamma. >>
<< Si è stupendo lì. Gustavo e Kaure si stanno prendendo buona cura di voi? Vi riforniscono abbastanza di cibo? >>
Che carino, si preoccupava per il grande appetito di Jacob.
<< Sai tranquillo, a Jacob non manca la roba da mangiare! >>
Vidi il suo viso sbucare dalla porta aperta del frigorifero con la bocca piena.
<< Papà vi ho chiamati per sapere se potevamo fermarci ancora pochi giorni… >>
<< Non credo che ci siano problemi. So che è difficile staccarsi da quel posto magico. >>
<< Hai ragione: è fantastico! >>
<< Sei felice tesoro? >>
<< Moltissimo papà. >>
<< Allora divertitevi. Ti saluto la mamma… >>
Non lo lasciai terminare la frase.
<< E tutti gli altri. >>
<< Ma certo… Ciao amore mio. >>
<< Ciao papà. >>
Attaccai e portai il telefono sul mio cuore come per abbracciarlo; il mio era proprio il padre migliore del mondo.
Eravamo così simili…
<< Di che parlavate? >>
Jacob mi abbracciò alle spalle.
<< Di tutto e niente. Io e mio padre siamo due romanticoni da strapazzo, come anche Nahuel… e pensare che eravamo due poveri depressi perché non riuscivamo ad avere te e Leah ed ora guardaci! Sembra quasi troppo bello per essere vero. >>
<< Non te ne stupire, è così che doveva andare. >>
<< Si vede che ce lo meritiamo dopo tutto quello che abbiamo passato: ognuno di noi ha combattuto guerre fisiche e mentali tali da guadagnarsi un pezzetto di paradiso. >>
Lo strinsi forte a me.
<< Eccolo il mio paradiso. >>
Mi disse facendomi volteggiare in aria.
Continuò.
<< Sei il mio paradiso e il mio inferno. Ti conosco e non voglio cambiarti nemmeno di una virgola. Ti prendo come sei in ogni modo, non m’importa. >>
<< Jacob? >>
<< Si? >>
<< Voglio che tu capisca una cosa. >>
Mi schiarii la voce beandomi della sua espressione interrogativa.
<< Non riesco a esprimere il modo in cui mi sento. Tu nemmeno sai il modo in cui mi colpisci. Mi fai innamorare di te ogni giorno di più. >>
<< Perché ora mi dici questo? >>
Mi chiese con la fronte corrucciata.
<< Perché troppi cuori a questo mondo sono infranti, così tante parole non vengono dette e io voglio dirti tutto sempre e per sempre. >>
<< Allora… Per sempre? >>
<< Per sempre. >>
Appoggiai la testa sulla sua spalla mentre mi sorreggeva nel suo abbraccio e guardai distrattamente fuori, verso il mare.
All’orizzonte il sole stava sorgendo e allora lo capii: potevamo passare momenti felici, momenti tristi, perdite e nuovi arrivi, ma da quel momento splendido in avanti noi saremmo stati una cosa sola pronta ad affrontare le gioie e le avversità.
Stava nascendo una nuova alba, un principio o meglio un nuovo inizio: l’alba dopo il crepuscolo.
 

 

FINE
 
 

 

Beh, ragazzi, che dire? È finita. Come molti di voi sapranno questa storia è stata scritta molto tempo fa e ormai è “superata” per me, eppure rileggere la parola fine dopo aver postato un capitolo a settimana per tutto questo tempo mi ha fatto venire il magone.
Come vedete la storia lascia aperta la possibilità di farne un seguito, ma ora sono impegnata con Imperfetto e con altri piccoli progetti di contest, quindi non ricomincerò a scrivere di Nessie & Jake molto presto. Se vorrete tenere d’occhio la mia pagina autore saprete in tempo reale ogni novità al riguardo e nel frattempo potrete dirmi la vostra su quello che riuscirò a produrre.
RINGRAZIAMENTI
Innanzitutto ringrazio Barbara alias Morgana, che mi ha dato non solo la possibilità di pubblicare i miei scritti, ma anche l'entusiasmo e la spinta necessari a qualsiasi autrice/autore per cominciare un'impresa del genere. Grazie, grazie e ancora grazie mia perfida creatrice!
A mio figlio Davide, al quale ho chiesto "Vogliamo scrivere una storia?" e lui mi ha risposto "Ti!" alzando le braccine contento.
A mio marito Maurizio, che per San Valentino mi ha regalato una bozza rilegata di SAT facendomi sentire la persona più importante del mondo e soprattutto fiera di tutto il lavoro che avevo fatto. Grazie perchè mi sopporti, perchè non mi rompi le scatole quando mi isolo per un pomeriggio intero al computer e, soprattutto, per aver realizzato la copertina perfetta per la mia storia. Vi amo entrambi da "vivere".
A mia madre e a mio padre, la prima per aver sempre letto e commentato i capitoli pubblicati sul sito, incoraggiandomi come solo una mamma sa fare e chiamandomi "la mia piccola Manzoni"; il secondo per aver letto una storia di cui non sapeva assolutamente niente e averne criticato costruttivamente ogni parte, settimana dopo settimana. Vi voglio bene.
Ai cantanti presenti nella mia playlist, perchè è proprio vero che ascoltando la musica si scrive meglio.
A tutti voi che avete avuto la pazienza e il buon cuore di cominciare con tutti noi questo viaggio e per averlo portato a termine. Spero di avervi trasmesso qualche emozione.
Grazie a chi ha messo SAT tra le storie preferite, seguite e ricordate, grazie a chi ha lasciato un commento veloce una volta ogni tanto e a chi ha recensito ogni singolo capito dall’inizio alla fine. Grazie a chi ha letto, ormai sono alla fine e me lo posso permettere quindi vi dico grazie, anche se avete trovato il tempo di leggere e non di commentare… ma che vi costava? Sapete quanto fa piacere ad un autore sapere cosa ne pensano i lettori? Vabbè che scriviamo per noi stessi, per convogliare tutte le nostre emozioni che sennò ci farebbero uscire di senno, ma lo facciamo anche per voi, quindi lasciate un messaggio se potete, ci fate felici. E non lo dico solo per SAT o per gli altri miei scriti, il mio è un discorso generale!
Siamo giunti al termine. Vi tengo con me.
Baci
 
Pinzy

 

   
 
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