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Autore: MotaCarota    23/01/2012    6 recensioni
Abigail, una delle tante ragazze che devono imparare ad avere più fiducia in loro stesse, un Tomlinson insolente sarà capace di farle perdere la testa?
Madison, pallavolista popolare nella scuola, una di quelle persone che ha sempre il consiglio giusto. Ma non aveva mai pensato a come sopravvivere senza il suo Liam.
Coleen, dopo una delusione non crede più nell'amore, si è chiusa in se stessa e pensa solo allo studio. Riuscirà un riccio a farle cambiare idea?
Effie, tipica ragazza innamorata del suo principe azzurro, che lei ritiene irraggiungibile, è così impossibile farsi notare dall'irlandese più popolare della scuola?
Lux, la ragazza facile che trascorre gli intervalli nel bagno maschile, impegnata nelle sue scappatelle senza impegno. Forse il ragazzo dalla pelle ambrata avrà un altro effetto su di lei?
Cinque ragazze, un solo desiderio: la felicità.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Abigail.             
 
 
In tre settimane ero diventata una babysitter a tutti gli effetti, tre volte a settimana mi recavo in casa Tomlinson per badare a Daisy a Phoebe, due piccole pesti, che si divertivano a coalizzarsi contro di me. Mi facevano dannare, ma intanto avevo accumulato una certa somma di denaro, che avrei poi usato per fare shopping con Maddie, lei sì che si intendeva di moda!
Devo ammettere che ogni volta che mi trovavo sullo zerbino di quella casa pronta per suonare il campanello, un pizzico d'ansia ce l'avevo, temevo che un giorno o l'altro mi avrebbe aperto Louis.
Quel pomeriggio, era un giovedì, suonai come al solito alla porta con un mano un paio di libri che mi avrebbero tenuta impegnata per quelle due orette. Un'interrogazione di latino mi attendeva l'indomani. 
Nessuno rispose. Scorsi poi un biglietto sulla maniglia della porta, che mi avvisava che le chiavi erano sotto il tappetino, sarei dovuta entrare da sola. 
Le infilai nella serratura e girai per tre volte verso sinistra.
"Permesso.." canticchiai appena entrata e chiudendo la porta alle mie spalle.
"Ciao!!" esclamarono le gemelle venendomi incontro con le manine e la faccia sborca di marmellata.
"Che avete combinato voi due?" dissi cercando di pulire il visino di Phoebe col pollice.
"Abbiamo fatto merenda, ma la marmellata è caduta.." la vocina vispa di Daisy mi divertiva, sapeva di aver commesso un atto per cui sarebbe stata punita.
"Come caduta?!" esclamai. Cosa avevano combinato stavolta?
Mi portarono in cucina, dove sul loro tavolino erano sparse delle fette di pane e il barattolo della marmellata aperto con il cucchiaio infilato all'interno.
Daisy mi indicò il pavimento, era pieno, pieno di marmellata. Mi diedi una manata in fronte, passandomela poi tra i capelli.
"Oddio mio! Ma che è successo qui?!" 
"C'è stato un incidente." dissero guardandosi e scoppiando a ridere insieme complici.
"E adesso chi pulisce qui, eh?" 
"Tu!" esclamarono.
Sbuffai. Bene, non avrei potuto di certo studiare, maledette gemelle!
"Andate a guardare le televisione voi, e dopo facciamo i conti!" dissi sorridendo. Le due scapparono in salotto.
Mi armai di spugna e sapone e raschiai via tutta quella marmellata dalle piastrelle del pavimento, sistemai il pane e il barattolo. Tornai poi in salotto da loro.
"Ragazze!" esclamai "Venite qui che ora ci diamo una pulita!"
Loro si affacciarono dallo schienale del divano, ghignando. Phoebe scappò al piano di sopra, mentre grazie al cielo Daisy si fece avanti per essere lavata.
La aiutai a pulirsi le manine e il viso e, uscite dal bagno, salimmo di sopra in cerca di Phoebe.
"Adesso acchiappamo tua sorella eh!" le dissi. Sembrava eccitata dal gioco e annuì con un sorriso innocente dipinto sulle labbra.
Con una tattica piuttosto complessa riuscimmo a far venire Phoebe in cucina e, una volta attirata con una baretta di cioccolato, la catturai, mentre Daisy si rotolava per terra dalle risate. Cercavo di tenerla ferma, ma quella peste si dimenava come un pesce fuori dall'acqua, appena riuscii a prenderla in braccio qualcuno suonò alla porta. 
Guardai l'orologio, era passata appena un'ora, era sicuramente la mamma che faceva ritorno dal lavoro. Mi piazzai davanti alla porta con una gemella in braccio, mentre l'altra la aprì.
Quello che mi trovai davanti non era affatto la mamma, tantomeno il postino o un testimone di Geova..
"Louis!" esclamò Daisy saltandogli al collo. Phoebe si dimenò e in quel momento la forza per trattenerla mi mancò, così mi scappò dalle braccia e corse al riparo dietro le gambe di Louis. 
Sentii l'ossigeno mancare, le ginocchia tremare e le gambe cedere. Gli occhi mi facevano malissimo, pungevano, come sfiorati da un milione di spilli tutti insieme, una sensazione orribile. Rimasi impalata a fissarlo e lui fece lo stesso con me, sgranando gli occhi.
"Che ci fai in casa mia?" disse freddo puntandomi un dito contro.
Cosa potevo rispondere? Che era da quasi un mese che facevo da babysitter alle sue sorelle a sua insaputa? Avrei dovuto inventarmi una scusa? No, non ero brava in questo..
Non risposi. Fissai il pavimento.
"Allora?" 
"N-niente.." bisbigliai, non avevo nemmeno il coraggio di guardarlo negli occhi.
"Non direi. Se non stessi facendo niente non saresti qui." 
Perchè era così cattivo con me? Sentivo le lacrime spingere sempre più, avrei resistito ancora per poco, ma non volevo mostrargli la mia debolezza, non avrebbe fatto altro che deridermi e ferirmi ulteriormente.
Ero sul punto di aprire la bocca e dirgli la verità, dirgli che ormai era una mia abitudine venire in casa sua e ricevere anche dei soldi in cambio, quando ad un tratto qualcuno bussò alla porta.
"Abigail! Sei in casa?" la mamma di Louis arrivava proprio nel momento giusto.
Aprì la porta e ci vide lì, uno di fronte all'altro.
"Oh, Louis.." fece, anche lei presa di sorpresa.
"Allora mamma, forse puoi spiegarmelo tu cosa ci fa lei qui." disse lui indignato, guardandomi in cagnesco.
"E' una mia responsabilità se Abigail è qui, le ho chiesto io di badare a Phoebe e Daisy. Sappi anche che è da tre settimane che viene abitualmente, e non provare a prendertela con lei, è proprio l'ultima da accusare di qualche colpa." disse secca.
Louis sembrava furioso, sarebbe scoppiato da un momento all'altro. Stringeva i pugni ed era rigido come un pezzo di legno, non si muoveva.
"Forse è meglio che vada, ora.." mi intromisi io con voce tremante.
"No Abigail" mi bloccò la donna "è giunta l'ora che vi parliate voi due.." ci ordinò prima di scomparire al piano di sopra.
Eravamo soli, noi due e una montagna di imbarazzo.
Louis chiuse la porta, per poi avvicinarsi al divano e stravaccarvicisi sopra, io lo seguii sedendomi con cautela. Stavo composta, con le gambe serrate e le mani intrecciate, stringendomi nelle spalle.
"Tutto ciò è davvero patetico!" sbottò lui "Cioè, tu vieni qui da tre settimane? Qui in casa mia? A mia insaputa!" si diede una manata in fronte per poi mettersi seduto con le mani appoggiate alle tempie. "Perchè non me l'hai detto, perchè non mi hai avvisato? Il pensiero non ti sfiorava proprio eh?!" mi urlò contro guardandomi per la prima volta negli occhi.
"S-sapevo che.." mi schiarii la voce "Sapevo che mi avresti detto di no." bisbigliai.
"Ma come facevi a saperlo? Magari avrei acconsentito, ma trovarti qua adesso, e rendermi conto che sia tu che mia madre.. sono stato preso in giro per tutto questo tempo! Dio!" si passò una mano tra i capelli.
"Mi dispiace, mi dispiace davvero Louis.." dissi con le lacrime agli occhi.
Ecco, perfetto, la vera Abigail era uscita, le lacrime avevano avuto la meglio come al solito. Mi avrebbe riso in faccia ora.
"Perchè piangi?" mi chiese cambiando completamente tono, per poi avvicinarsi a me. Singhiozzai.
"Perchè vorrei tornare indietro, vorrei tornare a quando eravamo migliori amici ed era tutto più facile, eravamo felici.." dissi asciugandomi le lacrime con le maniche della felpa. Lui non rispose. Una strana espressione comparì sul suo volto, come...turbata.
Mi passò un braccio dietro la schiena e mi avvolse in sè, accarezzandomi impacciatamente.
Perchè mi stava consolando? Era realtà quella? No, stavo solo sognando, era un altro dei miei sogni, uno dei tanti..
Sbattei più volte le palpebre per capacitarmi dalla situazione, ero ancora lì. 
Tra le braccia di Louis, il ragazzo che non avevo mai smesso di amare.
 
 
Effie.
 
 
FLASHBACK. TRE SETTIMANE PRIMA.
 
Il gran giorno era arrivato, quel pomeriggio sarei andata a casa di Niall. Uno dei miei sogni stava finalmente diventando realtà. Le ore che mi separavano da quell'appuntamento speciale sembravano eterne, ogni 3 minuti controllavo le lancette dell'orologio. Avevo deciso che avrei iniziato a prepararmi esattamente un'ora prima dell'ora prevista per l'incontro, dunque le 16.
Visitai il profilo facebook del mio biondo preferito, nulla di nuovo. 
Ci passavo le giornate su quel profilo, la cronologia del mio portatile era piena zeppa di "Niall Horan's Facebook Profile", l'avevo anche aggiunto ai siti preferiti. Ammirai per un attimo la sua foto profilo, era lui seduto sul divano con la chitarra in braccio. Era così perfetto. 
Guardai l'orologio: le 16 e 1 minuto. Uscii da facebook, spensi il pc e andai in camera mia, spalancai poi l'armadio.
Cosa avrei potuto mettermi? Dovevo risultare una ragazza semplice, acqua e sapone, non troppo suora come Col, ma nemmeno esagerata come Lux, una via di mezzo.
Alla fine optai per degli shorts scuri e una maglia grigia piuttosto larga, con il marchio di Chanel. (Vestiti Effie)
Mi truccai leggermente, solo un filo di mascara, e sistemai i lisci capelli biondi in una treccia laterale. Una spruzzatina di profumo e via! Ero pronta.
Presi la borsa con all'interno un blocco appunti, il portafoglio e il diario che tenevo su Niall. Non gliel'avrei di certo mostrato, ma ero ormai solita a portarmelo dietro, ovunque andassi.
In una ventina di minuti raggiunsi la sua abitazione, una volta saliti i tre scalini che mi separavano dall'entrata, suonai il campanello. 
Niall James Horan mi si presentò davanti in tutto il suo splendore, a pochi passi da me. Indossava una tuta da casa. Mi squadrò dalla testa ai piedi, sentire i suoi occhi ghiacciati sulla mia pelle mi fece venire un brivido del tutto inadeguato.
"Ciao!" esclamò per primo.
"Ciao" risposi porgendogli la mano, che lui sembrò non calcolare. Mi strinse a sè, dandomi delle leggere pacche sulla schiena.
"Mmh profumi!" aggiunse poi ridendo.
Ma quanto poteva essere dolce? Ad un'eslamazione del genere Lux gli avrebbe riso in faccia, Madison e Abigail l'avrebbero guardato male e Coleen gli avrebbe tirato uno schiaffo, ma io ero fatta così.. sapevo che era impacciato e inadeguato a volte, ma era Niall, il mio Niall.
Sentii le guance andare a fuoco; senza nemmeno un filo di fondotinta non avrei potuto mascherare l'emozione, la mia carnagione così chiara mi tradiva sempre. Sorrisi, stringendomi nelle spalle.
"Vieni, entra pure, fa come se fossi a casa tua."
"Permesso!" canticchiai entrando, quella casa profumava di biscotti.
Ci sedemmo al tavolo, lui prese in braccio la chitarra e iniziò a fare qualche accordo.
"Allora" disse schiarendosi la voce "Hai mai provato suonare una chitarra?"
"Veramente no, non so neanche come si tiene.." dissi imbarazzata, potevo almeno prepararmi, stupida, stupida bionda!
"Ecco, ti faccio vedere" Si sistemò dietro di me, posandomi la chitarra tra le braccia, appoggiando le mani sulle mie e mostrandomi come avrei dovuto reggerla.
"Con questa mano devi fare pressione sulle corde" disse tamburellandomi sulla mano sinistra "Mentre questa va su e giù e provoca suoni, mi sembra più che ovvio!" scoppiò a ridere da solo.
"Fin qui ci arrivavo anche io." mi pentii subito di quello che avevo appena detto, non dovevo sembrare scortese, la prima impressione è quella che conta di più, accidenti a me!
Ritornò di fronte a me, scrutandomi con quegli occhi più azzurri del cielo. Mi sistemò due dita sulle corde per insegnarmi le prime note, io abbassai il capo per osservare meglio la posizone della mano, ma poco dopo una piccola ciocca bionda mi cadde sul viso.
"Aspetta un attimo" disse controllando che tutto forse a posto "Fin qui ci siamo" aggiunse guardando la mia mano. Ghignai.
Mi guardò dritto negli occhi, un brivido mi percorse la schiena.
Vidi all'improvviso la sua mano alzarsi e finire sul mio viso, delicatamente mi scostò la ciocca che avevo davanti agli occhi, portandomela dietro l'orecchio.
"Ecco, ora sì che sei perfetta" disse con un meraviglioso sorriso sulle labbra.
 
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Carota's Moment 
 
Olaaaa (?)
Finalmente Abigail ha incontrato il suo Louis, anche se inaspettatamente e diciamo "contro voglia".
Alla fine anche lui ha un cuore, e sono sicura che non l'ha dimenticata del tutto...
Dai sembra che mi stia facendo una recensione da sola, cretina che non sono altro (?)
Ci tenevo a precisare una cosina che è un mio imperdonabile errore, pensavo che le gemelline di Louis avessero intorno ai 4 o 5 anni, e non sono ancora riuscita a capire la loro età, ma di sicuro non sono così piccole, quindi scusate, immaginatevele così. 
Quello di Effie è un flashback perchè, mentre per tutte le altre sono passate 3 settimane, questo è il suo incontro con Niall che risale ad appunto tre settimane prima, non volevo tralasciare quel momento, mi sembrava importante :)
Ringrazio Luds xx per l'aiuto che mi ha dato per scriverlo, avevo un blocco (?)
Passate dalla sua storia, è un ordine! è.è
Se vi è piaciuto il capitolo fatemelo sapere con un piccola recensione, anche solo "Ritirati, fa cagare!" (?)
Grazie a tutte :)
MotaCarota
  
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