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Autore: _Connie    23/01/2012    10 recensioni
«Non vorresti mangiare questo bel frutto, ragazzino?»
A parlare improvvisamente –facendo venire un principio d'infarto alla navigatrice– era stata una vecchia incappucciata, la quale tendeva uno strano frutto metà rosa e metà blu ai due pirati con un altrettanto strano sorrisino.
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Franky/Nico Robin, Rufy/Nami, Sanji/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: Gender Bender
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[Angolo dell'autrice]
Non. Riesco. A. Trovare. Il. Tempo. Per. Scrivere.
Davvero, la scuola ti sta sempre col fiato sul collo. ._______.
Quindi, d'ora in poi, aspettatevi aggiornamenti minimo minimo settimanali. Minimo minimo.
Non vi rubo altro tempo. Spero vi piaccia. :) 
 
~Capitolo 8~
 
La mattina dopo, Sanji e Sanko si trovavano, come al solito, in cucina di buon ora, intenti a preparare la colazione per i membri delle due ciurme. La ragazza stava finendo di decorare alcuni pancake con della panna, mentre l'altro versava il caffè in delle caraffe, per poi poggiarle sul tavolo, canticchiando un motivetto orecchiabile.
«Ohi, ragazzi! Buongiorno!»
Ad entrare improvvisamente nella stanza erano stati Usopp e Usoko, i quali si sedettero subito sulle panchine vicino al tavolo per poi iniziare a consumare avidamente la propria colazione.
«Usoko-chan, buongiorno anche a te!♥ Come mai vi siete svegliati così presto, oggi?»
«Come se con Rufiko si riuscisse a dormire... Russa in continuazione!»
«Per non parlare di Rufy... Mi ha addentato il braccio pensando fosse un cosciotto di carne! E poi avevamo intenzione di finire i nostri ritratti!»
«Ritratti? Che ritratti?»
«Abbiamo deciso di sfidarci per vedere chi dei due è il migliore in assoluto in disegno, quindi ci stiamo facendo degli auto-ritratti.»
«Quando si tratta di disegno a matita, sono molto più bravo di lei, ma se parliamo di dipingere, non la batte nessuno. Siamo entrambi i migliori! Non per niente siamo la stessa persona!»
Neanche a dirlo, si misero subito nella loro posa da "Capitani", col pollice rivolto verso il petto e l'aria di chi la sa lunga.
«Sono curioso di vedere la tua opera finita, Usoko-chan!♥ Sono sicuro che sarà un vero capolavoro!»
«Invece io voglio vedere quella di Usopp! Adoro gli uomini che hanno senso artistico!♥»
Dopo un'altra sfilza di complimenti – che fecero riempire ancor di più d'orgoglio i diretti interessati – i due cuochi portarono a tavola anche la colazione per gli altri: biscotti al cioccolato, crêpes, pancake, ciambelle... tutti dolci dall'aspetto delizioso e dal profumo invitante.
«Buongiorno, cuoco-san e nasone-san.»
A fare il suo ingresso in cucina, questa volta, era stata Robin, con uno dei suoi soliti sorrisi innocenti stampato sulle labbra.
«'Giorno anche a te, Robin-chan!♥»
«Oggi sei particolarmente allegro, Sanji-san. E' successo qualcosa di bello ieri sera?»
Il biondo per poco non fece cadere la pila di piatti che stava portando per apparecchiare la tavola, diventando impercettibilmente rosso in viso, mentre Sanko se la rideva sotto i baffi.
«Non è successo proprio niente, davv–»
«Ohi, cuoco. Ho fame.»
Proprio in quel momento entrò nella stanza Zoro, con una mano appoggiata sulle spade e l'altra portata vicino alla bocca a coprire un sonoro sbadiglio, guadagnandosi un'occhiataccia da parte del cuoco.
«Un "buongiorno" sarebbe più che gradito, marimo. Ma, naturalmente, essendo solo un buzzurro senza cervello, a certe cose non ci arrivi proprio, vero?»
«Tsk. Non vale nemmeno la pena salutare un damerino perfettino come te.»
«Come mi hai chiamato?!»
Iniziarono la loro prima scazzottata della giornata – come se tra loro potesse realmente cambiare qualcosa, poi – sotto gli occhi degli altri, ormai abituati a quella routine quotidiana, spezzata, però, dalle risa di Sanko.
«Sono proprio carini insieme!»
«Che hai detto?»
«Niente, niente!» rispose sbrigativa, per poi ricominciare a ridere, accompagnata, questa volta, dall'archeologa.
«Ma che diavolo sta succedendo?»
«Zoroko, Nami! Buongiorno! Quei due stanno litigando di nuovo, come potete vedere.»
«Ah, va be'... Yahmmm! Sto morendo di fame!»
«E smettetela di fare chiasso di prima mattina!» urlò la navigatrice, andando a mollare un pugno ad entrambi.
Era sempre la stessa storia, infondo.
 
«Se ho capito bene, siamo super-vicini ad Olympos. Giusto, ragazzina?»
«Non chiamarmi "ragazzina"! Comunque sì, mancano un paio di giorni di navigazione, al massimo.»
«Yohohohohoho! Quindi staremo insieme ancora per poco tempo! Prima di separarci, Sanko-san, potrei vedere le sue mutan–»
«Neanche per sogno!»
Un sonoro "crack" fece capire a tutti i presenti che il tacco a spillo lanciato dalla cuoca aveva centrato in pieno l'obbiettivo.
«Uffa, non voglio! Perché dovremmo tornare indietro? Voglio restare qui!»
«Sgrunt! Rufiko, non iniziare a fare la bambinona! Se rimaniamo troppo, finiremo per sconvolgere gli equilibri che governano sia il nostro che questo universo!»
«Namizo ha ragione. Appena troveremo il modo per andarcene, lo faremo.»
«Zoro-kun, hai sentito? Non potremo più vederci! Come farò senza il mio principe?»
Sanko si buttò  per l'ennesima volta addosso a Zoro, iniziando a frignare su quanto avrebbe sentito la sua mancaza e cose del genere, che fecero irritare e imbarazzare al contempo lo spadaccino – anche se non sembrava sorpreso più di tanto di quelle attenzioni.
«C'è solo un particolare che io e Robizo abbiamo notato solo ieri.»
Tutti si voltarono incuriositi verso Robin, la quale riprese subito a parlare.
«Ci sono alcune pagine del libro sull'isola di Olympos troppo rovinate, tanto che non siamo riuscite a leggere. Era il continuo della leggenda dei frutti Genbe, ma non sappiamo di che parli.»
Usopp e Usoko si scambiarono sguardi preoccupati con i medici e i musicisti, per poi deglutire sonoramente.
«E... cosa credi ci fosse scritto...?»
«Credo qualche pericolo mortale che si trova sull'isola stessa. Può essere qualsiasi cosa: sabbie mobili, animali feroci, mostri...»
I due prodi Capitani iniziarono a tremare come foglie, mentre gli altri correvano per la stanza chiedendo aiuti e soccorsi a chissà chi.
«Robin! S-smettila di fare previsioni così macabre!»
«A me sta venendo la "Non-posso-scendere-su-quell'isola-o-morirò-ite".»
«Hai detto pericoli mortali? Evviva!»
Le facce dei due Monkey D., al contrario, emettevano entusiasmo da tutti i pori.
«Finalmente una nuova avventura!»
«Non vedevo l'ora!»
«Calmatevi tutti quanti! Ci restano ancora due giorni di navigazione!»
Dopo un buon quarto d'ora – e qualche mazzata di Nami – i pirati riuscirono finalmente a finire la colazione in santa pace – o, almeno, a qualcosa che ci si dovesse quantomeno avvicinare – e ripresero a navigare verso l'isola.
  
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