Capitolo I: La
Dissonanza - Introduzione (Parte I)
Personaggi:
Yamato
Shinkami (OC), Kuroki Zenzou, Makoto Dorama
(OC)
Carolus:
Yes! Finalmente mi decido a pubblicare la mia prima storia!
BF
(Best Friend):
Era anche ora … è da un mese che me la meni con
questa storia!
Carolus:
*Colpo
di tosse* Ad ogni modo, questa storia è ambientata durante
IEGO
BF:
Ciò
significa l’intera storia sarà uno Spoiler unico
… Leggete a vostro rischio e
pericolo
Carolus:
*Colpisce
BF con un oggetto contundente* Zitto, o mi fai scappare i lettori!
BF:
Lettori?!
Ti aspetti davvero che qualcuno legga questa … cosa?
Carolus:
*Iniziano a lacrimargli gli occhi* Sei cattivo, però
…
BF:
Ecco
che ricomincia la Fontana di Trevi … meglio andare avanti.
Tipo occhialuto?
Kidou:
Ho
un nome, sai … comunque, in alcun modo Carolus ha i diritti
di Inazuma Eleven o
Inazuma Eleven GO (grazie al cielo), e questa storia è
scritta solamente a fini
ludici. Vi ringraziamo per l’attenzione
BF:
Okay
… tu mi spaventi …
Location:
Stadio
della Teikoku Gakuen (13 Novembre)
La
partita tra la Raimon Junior High e la
Teikoku Gakuen, partita che avrebbe deciso quale squadra avrebbe
partecipato
alle finali Regionali del distretto di Kanto, era ormai quasi giunta
alla fine.
Teoricamente, però, quell’incontro non si sarebbe
dovuto svolgere in quel
momento: con una mossa a sorpresa, infatti, il Santo Imperatore aveva
spostato
la Teikoku Gakuen al Girone A, al posto dell’Aoba Gakuen. Lo
scopo del Quinto
Settore era chiaro: far si che la Raimon fosse schiacciata dalla
superiore
potenza della Teikoku Gakuen, scuola sotto il controllo del Quinto
Settore
stesso. La partita, tuttavia, non stava andando secondo i piani: dopo
un primo
tempo completamente dominato dalla squadra di casa, forte anche della
superiorità numerica, ora, a pochi minuti dalla fine
dell’incontro, le due
squadre erano in parità. L’entrata in campo del
SEED Tsurugi Kyousuke, che
aveva voltato le spalle al Quinto Settore alleandosi con la Raimon,
aveva
ribaltato l’andamento della partita: la Raimon era riuscita
ad acciuffare un
insperato pareggio, grazie alle reti di Matsukaze Tenma e di Nishizono
Shinsuke. Proprio il traditore Tsurugi segnò il goal della
vittoria, usando la
sua nuova tecnica micidiale, il Death Drop.
L’arbitro, infatti, fischiò
la fine della partita: la Raimon Junior High era riuscita a sconfiggere
la
corazzata della Teikoku Gakuen per 3-2, qualificandosi per la finale
regionale
della Holy Road del distretto di Kanto. Increduli, i giocatori della
Raimon
iniziarono a festeggiare l’insperata vittoria, mentre gli
affiliati al Quinto
Settore della Teikoku apparivano sconcertati e, al contempo,
preoccupati per
quello che sarebbe stato il loro destino, dopo la sconfitta. Anche
l’allenatore
della Raimon, il leggendario capitano dell’Inazuma Japan
campione del mondo,
Endou Mamoru, appariva soddisfatto della vittoria, tuttavia, il suo
sguardo
continuava a tornare sull’immobile e impassibile figura di
Kidou Yuuto,
ex-regista dell’Inazuma Japan, ora allenatore della Teikoku
Gakuen e, a quel
che pareva, alleato del Quinto Settore. Questi scambiò
qualche rapida parola
con il suo Trainer, Sakuma Jirou, poi si alzò, scomparendo
nei sotterranei
dello stadio, seguito dai suoi giocatori. Endou Mamoru lo
seguì senza esitare,
lasciando i ragazzi della Raimon a festeggiare la vittoria.
Sugli
spalti, intanto, l’atmosfera
appariva quasi surreale: tutti parlavano dell’inaspettata
vittoria della Raimon
Junior High, anche se i pochi a conoscenza della verità
riguardo al calcio
giovanile si chiedevano cosa avrebbe fatto il Quinto Settore dopo che
la Raimon
aveva, ancora una volta, ignorato l’ordine di punteggio. Quei
pochi temevano la
reazione del Santo Imperatore, eppure si sentivano stranamente eccitati
per le
continue vittorie della Raimon Eleven, che stava riportando il vero
calcio nel
mondo. Non si potevano certo dire soddisfatti coloro che parteggiavano
per il
Quinto Settore, per i quali la squadra di Endou Mamoru
rappresentava una
minaccia per l’ordinato e armonioso calcio del Santo
Imperatore. In
particolare, l’espressione di Kuroki Zenzou, osservatore
speciale del Santo
Imperatore, era tutt’altro che soddisfatta. L’uomo
aveva osservato la partita
dal palco speciale riservato al Quinto Settore, e al suo fianco era
seduto un
ragazzo dai lunghi capelli bianchi e gli occhi azzurro chiaro, che
aveva
guardato l’incontro senza dire nulla.
<<
Così, infine, è successo.
Tsurugi si è rivoltato contro di noi, e ora la Raimon
è diventata ancora più
forte. Il Santo Imperatore ha deciso che è ora di prendere
provvedimenti. Tu
sai cosa devi fare? >>, disse
l’osservatore,
puntando gli azzurri occhi sulla figura dell’ex SEED del
Quinto Settore,
Tsurugi Kyousuke, fermo accanto a Matsukaze Tenma, la vera causa del
vento
rivoluzionario che aveva sconvolto il mondo del calcio giovanile, e lo
stesso
calcio del Quinto Settore.
Lo
sguardo di Kuroki era accigliato,
eppure le sue labbra si distesero in un maligno sorriso quando
spostò i suoi
occhi sull’impassibile figura accanto a sé. Le
braccia conserte, gli occhi
stretti, i muscoli tesi, il ragazzo stava osservando con grande
attenzione i giocatori
della Raimon Eleven: i suoi occhi, uno dei quali nascosto da un ciuffo
di
capelli bianchi, stavano registrando ogni minimo dettaglio della
squadra
ribelle; in particolare, lo sguardo del giovane spesso tornava sulla
figura di
Shindou Takuto, capitano e regista della squadra. Quando Zenzou si
rivolse a
lui, il ragazzo aspettò un secondo per rispondere, e quando
lo fece, non guardò
l’osservatore, bensì passò in rassegna
tutti i membri della Raimon, per poi
soffermarsi sull’erba del campo da gioco: <<
Si, signore. Devo fermare la Raimon Eleven, in qualunque modo >>,
disse il ragazzo,
stringendo i pugni e i denti.
C’era
stato un tempo in cui il giovane
aveva amato il calcio, in cui si divertiva a giocare con gli amici:
questo
prima che si alleasse al Quinto Settore, e cominciasse a giocare il
calcio del
Santo Imperatore. Ora, però, quell’amore era stato
sepolto dietro la fredda
maschera che il ragazzo mostrava al mondo, soffocato da tutto
ciò che il
giovane aveva subito, e da ciò che era stato costretto a
fare. Tracce
dell’antico amore, però, ora erano visibili sul
volto del ragazzo, e Kuroki se
ne accorse immediatamente; l’uomo scosse la testa,
insoddisfatto dalla risposta
del giovane: <<
Solo fermare? No, tu devi
distruggere la Raimon Eleven, e tutti coloro che si oppongono a noi.
Non
dimenticare chi ti ha reso quello che sei ora >>,
disse l’osservatore del Quinto Settore, alzandosi e
lasciando lo stadio della Teikoku Gakuen. Il ragazzo chinò
il capo in un gesto
d’assenso e di sottomissione, e continuò ad
osservare lo stadio sempre più
buio, mentre lacrime di sconfitta, ora che nessuno poteva vedere la sua
debolezza, cominciavano a rigargli il pallido volto.
Solamente
quando tutte le luci dello
stadio di spensero, segno che l’Accademia stava per chiudere,
il ragazzo dai
capelli bianchi si alzò dalla sua sedia, lasciandosi il
campo da calcio alle
spalle. Uscito dall’edificio, la fredda brezza di novembre
gli sferzò il volto,
e piccole gocce di pioggia lo colpirono, inumidendogli gli abiti. Il
giovane
guardò per un istante il cielo, coperto da spesse nubi neri
che preannunciavano
l’imminente temporale, poi alzò il colletto della
giacca di pelle che
indossava, per proteggersi dall’aria, e iniziò a
camminare lungo la strada,
dirigendosi verso la periferia della città. Il sole era
ormai tramontato, e le
poche persone rimaste in giro erano prese dai loro affari, e non davano
più di
una seconda occhiata al ragazzo, che avanzava con il capo chino e le
mani in
tasca, con la sicurezza di chi ha percorso la stessa strada migliaia di
volte.
Il giovane era immerso nei suoi pensieri, nascosti dietro la maschera
impenetrabile del suo volto, e non si curava della pioggia la cui
intensità
aumentava sempre di più, tanto che in breve tempo si
ritrovò totalmente
fradicio.
Location: Toho Gakuen Music
School, Tokyo (13 Novembre)
Il
ragazzo era quasi giunto a destinazione
quando s’arrestò di colpo, poiché
s’era accorto che qualcosa lo stava riparando
dalla pioggia. Con la coda dell’occhio, il giovane vide la
robusta sagoma di
una persona ferma alle sue spalle, con in mano un ombrello abbastanza
grosso da
riuscire a coprire completamente entrambi, e indossante
un’uniforme scura.
L’albino capì immediatamente di chi si trattava,
eppure si limitò ad alzare il
volto rigato dalla pioggia, senza parlare. <<
Pessima giornata per fare una passeggiata, eh? >>,
disse il nuovo venuto con allegria, sfoggiando un
largo sorriso che si scontrò contro la maschera
d’impassibilità indossata dal
ragazzo dai capelli bianchi.
Chi
aveva parlato era un ragazzo robusto,
più basso del compagno di tutta la testa, con corti capelli
neri pettinati in
verticale e brillanti occhi castano chiaro, quasi dorati. Decisamente
più largo
e più scuro di pelle del compagno, il nuovo venuto aveva un
volto tondeggiante
e spontaneamente allegro. L’albino non rispose, limitandosi a
scrollare
seccamente le spalle, poi riprese a camminare, quasi come se il suo
interlocutore non avesse parlato affatto. Il sorriso di
quest’ultimo si
afflosciò un po’, ma poi il giovane
alzò le spalle in un gesto rassegnato e
seguì il compagno, coprendolo nuovamente con il grosso
ombrello. I due compagni
continuarono a camminare in silenzio, anche se il ragazzo robusto
continuava a
lanciare occhiate stranite e preoccupate al silente giovane.
Finalmente,
i due si arrestarono davanti a
un imponente cancello argentato che separava la cittadina da un immenso
parco,
in fondo e ai lati del quale sorgevano dei grossi e ricchi edifici in
stile
occidentale, che ricordavano molto i grandi palazzi neoclassici della
penisola
italiana. Sulle due colonne a fianco del cancello, sormontate da
marmorei
angeli che impugnavano delle trombe, due elaborate targhe dorate
riportavano la
seguente scritta: “Toho Gakuen Music College
– Junior High Section”. I
due ragazzi rimasero per un istante immobili davanti al cancello,
finché il
ragazzo moro, vedendo che il compagno stava fissando il vuoto e non
accennava a
muoversi, si decise a suonare il campanello posto di fianco al
cancello: <<
Makoto Dorama e Yamato Shinkami >>,
disse al citofono, e immediatamente i battenti si
aprirono silenziosamente.
Sempre
senza dire nulla, il ragazzo
albino, Yamato, si diresse deciso verso l’edificio laterale
che ospitava i
dormitori, e Makoto, il moro, lo rincorse, cercando sempre di coprirlo
con
l’ombrello, anche se ormai il giovane era completamente
fradicio. Giunti infine
nella stanza che condividevano, senza incontrare nessuno nei dormitori,
Shinkami gettò la giacca fradicia su una sedia, poi si
sedette pesantemente sul
letto, affondando la testa tra le mani. Makoto ripose
l’ombrello contro il
termosifone, poi si sedette sul proprio letto, posto contro la parete
adiacente
rispetto a quello del compagno. I due rimasero in silenzio per qualche
minuto,
poi, finalmente, Dorama si schiarì la gola: <<
Yamato … >>,
disse il castano, piano, quasi per sondare il
terreno: infatti, se di norma Shinkami era un ragazzo silenzioso e
tranquillo,
che tendeva a vivere la propria vita senza infastidire gli altri, a
volte il
giovane albino era soggetto a scoppi di rabbia che lo lasciavano in uno
stato
se possibile ancora più taciturno e scontroso, scoppi di
rabbia che ultimamente
erano diventati molto frequenti e improvvisi.
Yamato
non rispose, ma alzò appena la
testa per guardare in faccia Makoto; quest’ultimo
sgranò gli occhi e balzò in
piedi, perché gli occhi dell’albino erano lucidi.
Mai, da quando si
conoscevano, Shinkami aveva pianto, o aveva mostrato eccessive
emozioni:
l’albino, infatti, tendeva a nascondere i suoi sentimenti e a
chiudersi in sè
stesso, trasmettendo agli altri l’impressione di un ragazzo
che era meglio
lasciare in pace. Quasi fosse consapevole della sua momentanea
debolezza,
Yamato si sfregò con violenza gli occhi, tornando ad
indossare l’abituale
fredda espressione, poi guardò Dorama negli occhi, quasi
volesse sfidarlo a
dire qualcosa. Ma la maschera dell’albino crollò
di nuovo, e Makoto, suo unico
confidente, comprese all’istante cos’era successo.
<<
Sono loro, vero, Yamato? Ti
hanno detto qualcosa >>,
disse Dorama, e
Shinkami distolse lo sguardo, ben sapendo a chi Makoto si stava
riferendo; il
suo gesto, però, fu una risposta eloquente per il ragazzo: <<
Senti, lo so che ne abbiamo già parlato, ma …
>>,
disse, esitando, poiché Yamato era
estremamente suscettibile e riservato riguardo a questo argomento,
anzi,
tendeva a scoppiare ogni volta che lo si menzionava. Infatti Shinkami
s’alzò di
scatto, voltando le spalle alla stanza e appoggiandosi con la fronte
alla
finestra. Dorama lo sentì respirare profondamente, per
calmarsi, anche se le
sue spalle erano scosse da un leggero tremito.
<<
No. Non ho mai potuto
scegliere. Mio padre … >>,
cominciò, la voce poco più che un roco sussurro,
ma
le parole seguenti gli morirono in gola. Così, scosse la
testa, sconfitto, ma
quel suo gesto bastò per fare infuriare l’allegro
ma irascibile Makoto Dorama,
che si alzò di scatto: <<
Tuo padre!
Dopo quello che ti ha fatto … >>,
sbottò, arrabbiato, e Yamato s’irrigidì.
<<
Taci! Non dire una parola su di
lui! >>,
esclamò
Shinkami, ora anche lui alterato, voltandosi di scatto e fissando
Dorama con
occhi infuocati e il volto contratto, tanto che Makoto
indietreggiò davanti
all’espressione stravolta del compagno, <<
Tu non sai cosa significa! >>,
aggiunse alzando la voce, e muovendo minaccioso un passo in avanti.
Makoto
scosse la testa, poiché quella
scena l’avevano vissuta più volte, e sapeva che
l’amico avrebbe finito per
esplodere sul serio, se lasciato continuare, e avrebbe fatto qualcosa
di cui
poi si sarebbe amaramente pentito. Così, il moro
sbuffò, e si risedette
pesantemente sul letto, senza aggiungere altro, ma guardando il
compagno, che
fece un profondo respiro, chiudendo gli azzurri occhi: <<
Il Santo Imperatore comanda. Non c’è via
d’uscita. L’ordine … deve essere
mantenuto. L’armonia preservata, anche a costo
di sacrifici. Anche a costo del mio sacrificio >>,
disse piano l’albino, ripetendo frasi sentite
milioni di volte dalla bocca di coloro che rappresentavano la sua
famiglia.
Tuttavia, il suo tono di voce era rassegnato e sconfitto, e Dorama ben
sapeva
che Yamato non credeva veramente a quello che stava dicendo.
<<
Anche a costo di sacrificare il
tuo migliore amico? >>,
disse Makoto,
altrettanto piano, incrociando le braccia sul petto e guardando negli
occhi
l’amico, che s’irrigidì nuovamente nel
sentire nominare un altro degli
argomenti che più gli stavano a cuore, e strinse forte le
mani: <<
E’ passato un anno. Non ha più bisogno di me.
Io non ho più bisogno di lui. E’ solamente un
ostacolo. Un nemico da abbattere
>>,
disse deciso Shinkami, indifferente e
freddo come non lo era mai stato, ma Dorama comprese quanto costava
all’albino
pronunciare quelle parole, fingere quell’indifferenza quasi
inumana.
<<
Ma ti rendi conto delle
cavolate che stai sparando? Vuoi davvero … >>,
esclamò Makoto, infervorandosi nuovamente, alzandosi
e trattenendo il fortissimo impulso di prendere Yamato e di picchiarlo
fino a
fargli recuperare il buonsenso. Tuttavia, si bloccò, quando
vide le lacrime
iniziare a rigare il viso pallido del ragazzo, e la disperazione
dipinta in
ogni lineamento del contratto volto dell’albino: <<
Cos’altro devo fare? Cos’altro posso fare? Sto
cadendo, Makoto, sto cadendo
nell’abisso. Non c’è mai stata speranza.
Non c’è nulla che io possa fare!
Nulla! >>,
esclamò con violenza,
crollando in ginocchio e iniziando a singhiozzare senza alcun ritegno,
dando
libero sfogo a quei sentimenti che sempre lottava per tenere celati. <<
Perché dev’essere così, Makoto?
Perché io …
>>,
sussurrò, affondando il viso bagnato
nelle mani.
Dorama
non rispose, ma gli s’inginocchiò
davanti, afferrandolo per le spalle scosse da violenti singulti, di
nuovo calmo
davanti alla miseria dell’amico. Lo guardò con
occhi pieni di compassione, di
pietà, di comprensione, ma anche d’indignazione
per tutto quello che l’amico
aveva passato. Lo guardò con occhi d’amico,
facendogli capire che sarebbe
sempre stato al suo fianco. Poi lo abbracciò, stringendolo a
sé con forza,
senza aggiungere altro.
Location:
Sede
del Quinto Settore (13 Novembre)
Intanto,
in un luogo sconosciuto, uno dei
due attendenti del Santo Imperatore del Quinto Settore spense il grosso
schermo
su cui avevano seguito l’incontro tra la Raimon Eleven e la
Teikoku Gakuen. In
quel momento, nella stanza buia entrò Kuroki Zenzou, che si
tolse il cappello e
s’inchinò davanti a Ishido Shuuji, seduto sul suo
trono: <<
Kuroki-San. E’ tutto pronto? >>,
disse l’Imperatore, con la sua voce calma e
profonda. I suoi occhi nocciola si fissarono sulla figura di Zenzou,
che si
rialzò e sorrise maligno: <<
Sì,
Imperatore. L’Operazione Grigio Araldo è
cominciata. Presto sarà operativo
>>,
disse l’uomo, annuendo in direzione a
uno degli attendenti che accese nuovamente lo schermo: su di esso
apparvero dei
dati di alcuni giocatori, ma Zenzou ne fece ingrandire uno in
particolare:
l’immagine di un ragazzo pallido dai lunghi capelli bianchi
che ricadevano sul
lato destro del volto, nascondendo uno dei due brillanti occhi azzurro
ghiaccio. Il Santo Imperatore guardò
quell’immagine a lungo, poi sorrise
soddisfatto: <<
E allora, la Raimon Eleven, e
il suo Capitano, cadranno >>
Carolus:
Phew
… fine dell’introduzione/primo capitolo. Spero
almeno sia decente …
Shindou:
Perché
ho la sensazione che mi stia per succedere qualcosa di brutto?
Carolus:
Shindou-Kun!
Perché sei il mio personaggio preferito, ecco
perché!
Shindou:
Ma
… non ha alcun senso …
BF:
Benvenuto
nel mio mondo, amico
Carolus:
*Agita
verso i due il solito oggetto contundente* Mmh? Avete detto qualcosa?
BF:
Che
come primo capitolo non è niente male?
Shindou:
Di
leggerlo e di lasciare delle recensioni, per favore?
Carolus:
Ah
ecco … Alla prossima, eventuali lettori!
Note
dell’Autrice - Timeline di Inazuma Eleven GO
Ebbene
sì, come già detto, finalmente mi sono decisa a
pubblicare la mia prima Fic. Come avrete potuto notare, la storia
è ambientata
durante Inazuma Eleven GO, più precisamente dopo
l’episodio 18, dal quale
episodio la Fiction si discosta dall’Anime.
Avvertimenti
vari: gli aggiornamenti saranno lenti,
molto lenti, per vari motivi che sicuramente non vi interessano, non
ultimo il
fatto che sono una perfezionista perennemente insoddisfatta del suo
lavoro, che
quindi viene sottoposto a maniacale revisione e correzione …
E’
la mia prima Fiction, quindi siate clementi. Sono
ben accetti consigli per migliorare.
Timeline:
immediatamente
dopo l’Episodio 17 (Raimon vs Teikoku)