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Autore: Carolus_Draken    24/01/2012    3 recensioni
Un uomo con un sogno: trasformare il calcio in qualcosa di ordinato, di simmetrico, in un’armonia celeste senza alcuna stonatura.
Un altro uomo, con un altro sogno: riportare indietro il vero calcio, il calcio libero, passionale, incostante, una sinfonia con continui cambi di tono, alterazioni, anche stonature. Un torneo di calcio, che avrebbe portato la squadra vincitrice sul tetto del Giappone, e avrebbe stabilito il vincitore nell’eterna lotta tra Caos e Armonia.
Una squadra, seguace del vero calcio, che combatte contro l’Armonia.
Due ragazzi, ciascuno lacerato dal grande conflitto tra Caos e Armonia, ciascuno costretto a combattere contro l’altro, ciascuno una stonatura nell’Armonia dell’altro.
Dolore, sofferenza, amicizia, gioia, passati disperati e sinfonie tormentate, anime lacerate, cuori infranti, strumenti musicali, un’isola misteriosa, vecchi amici che diventano nemici, e viceversa.
E il simbolo di questa lotta, anzi, l’arma di questa lotta, un’arma che rotola su un verde campo d’erba, portando in sé il canto di migliaia d’appassionati, e il grido di coloro che combattono, ciascuno per il suo ideale, ciascuno per la gloria. Perché ogni cosa comincia, e finisce, con un pallone da calcio.
Genere: Drammatico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo I:
La Dissonanza - Introduzione (Parte I)

Personaggi:  Yamato Shinkami (OC), Kuroki Zenzou, Makoto Dorama (OC)


Carolus: Yes! Finalmente mi decido a pubblicare la mia prima storia!

BF (Best Friend): Era anche ora … è da un mese che me la meni con questa storia!

Carolus: *Colpo di tosse* Ad ogni modo, questa storia è ambientata durante IEGO

BF: Ciò significa l’intera storia sarà uno Spoiler unico … Leggete a vostro rischio e pericolo

Carolus: *Colpisce BF con un oggetto contundente* Zitto, o mi fai scappare i lettori!

BF: Lettori?! Ti aspetti davvero che qualcuno legga questa … cosa?

Carolus: *Iniziano a lacrimargli gli occhi* Sei cattivo, però …

BF: Ecco che ricomincia la Fontana di Trevi … meglio andare avanti. Tipo occhialuto?

Kidou: Ho un nome, sai … comunque, in alcun modo Carolus ha i diritti di Inazuma Eleven o Inazuma Eleven GO (grazie al cielo), e questa storia è scritta solamente a fini ludici. Vi ringraziamo per l’attenzione

BF: Okay … tu mi spaventi …



Location: Stadio della Teikoku Gakuen (13 Novembre) 

La partita tra la Raimon Junior High e la Teikoku Gakuen, partita che avrebbe deciso quale squadra avrebbe partecipato alle finali Regionali del distretto di Kanto, era ormai quasi giunta alla fine. Teoricamente, però, quell’incontro non si sarebbe dovuto svolgere in quel momento: con una mossa a sorpresa, infatti, il Santo Imperatore aveva spostato la Teikoku Gakuen al Girone A, al posto dell’Aoba Gakuen. Lo scopo del Quinto Settore era chiaro: far si che la Raimon fosse schiacciata dalla superiore potenza della Teikoku Gakuen, scuola sotto il controllo del Quinto Settore stesso. La partita, tuttavia, non stava andando secondo i piani: dopo un primo tempo completamente dominato dalla squadra di casa, forte anche della superiorità numerica, ora, a pochi minuti dalla fine dell’incontro, le due squadre erano in parità. L’entrata in campo del SEED Tsurugi Kyousuke, che aveva voltato le spalle al Quinto Settore alleandosi con la Raimon, aveva ribaltato l’andamento della partita: la Raimon era riuscita ad acciuffare un insperato pareggio, grazie alle reti di Matsukaze Tenma e di Nishizono Shinsuke. Proprio il traditore Tsurugi segnò il goal della vittoria, usando la sua nuova tecnica micidiale, il Death Drop. L’arbitro, infatti, fischiò la fine della partita: la Raimon Junior High era riuscita a sconfiggere la corazzata della Teikoku Gakuen per 3-2, qualificandosi per la finale regionale della Holy Road del distretto di Kanto. Increduli, i giocatori della Raimon iniziarono a festeggiare l’insperata vittoria, mentre gli affiliati al Quinto Settore della Teikoku apparivano sconcertati e, al contempo, preoccupati per quello che sarebbe stato il loro destino, dopo la sconfitta. Anche l’allenatore della Raimon, il leggendario capitano dell’Inazuma Japan campione del mondo, Endou Mamoru, appariva soddisfatto della vittoria, tuttavia, il suo sguardo continuava a tornare sull’immobile e impassibile figura di Kidou Yuuto, ex-regista dell’Inazuma Japan, ora allenatore della Teikoku Gakuen e, a quel che pareva, alleato del Quinto Settore. Questi scambiò qualche rapida parola con il suo Trainer, Sakuma Jirou, poi si alzò, scomparendo nei sotterranei dello stadio, seguito dai suoi giocatori. Endou Mamoru lo seguì senza esitare, lasciando i ragazzi della Raimon a festeggiare la vittoria.

Sugli spalti, intanto, l’atmosfera appariva quasi surreale: tutti parlavano dell’inaspettata vittoria della Raimon Junior High, anche se i pochi a conoscenza della verità riguardo al calcio giovanile si chiedevano cosa avrebbe fatto il Quinto Settore dopo che la Raimon aveva, ancora una volta, ignorato l’ordine di punteggio. Quei pochi temevano la reazione del Santo Imperatore, eppure si sentivano stranamente eccitati per le continue vittorie della Raimon Eleven, che stava riportando il vero calcio nel mondo. Non si potevano certo dire soddisfatti coloro che parteggiavano per il Quinto Settore, per  i quali la squadra di Endou Mamoru rappresentava una minaccia per l’ordinato e armonioso calcio del Santo Imperatore. In particolare, l’espressione di Kuroki Zenzou, osservatore speciale del Santo Imperatore, era tutt’altro che soddisfatta. L’uomo aveva osservato la partita dal palco speciale riservato al Quinto Settore, e al suo fianco era seduto un ragazzo dai lunghi capelli bianchi e gli occhi azzurro chiaro, che aveva guardato l’incontro senza dire nulla.

<< Così, infine, è successo. Tsurugi si è rivoltato contro di noi, e ora la Raimon è diventata ancora più forte. Il Santo Imperatore ha deciso che è ora di prendere provvedimenti. Tu sai cosa devi fare? >>, disse l’osservatore, puntando gli azzurri occhi sulla figura dell’ex SEED del Quinto Settore, Tsurugi Kyousuke, fermo accanto a Matsukaze Tenma, la vera causa del vento rivoluzionario che aveva sconvolto il mondo del calcio giovanile, e lo stesso calcio del Quinto Settore.

Lo sguardo di Kuroki era accigliato, eppure le sue labbra si distesero in un maligno sorriso quando spostò i suoi occhi sull’impassibile figura accanto a sé. Le braccia conserte, gli occhi stretti, i muscoli tesi, il ragazzo stava osservando con grande attenzione i giocatori della Raimon Eleven: i suoi occhi, uno dei quali nascosto da un ciuffo di capelli bianchi, stavano registrando ogni minimo dettaglio della squadra ribelle; in particolare, lo sguardo del giovane spesso tornava sulla figura di Shindou Takuto, capitano e regista della squadra. Quando Zenzou si rivolse a lui, il ragazzo aspettò un secondo per rispondere, e quando lo fece, non guardò l’osservatore, bensì passò in rassegna tutti i membri della Raimon, per poi soffermarsi sull’erba del campo da gioco: << Si, signore. Devo fermare la Raimon Eleven, in qualunque modo >>, disse il ragazzo, stringendo i pugni e i denti.

C’era stato un tempo in cui il giovane aveva amato il calcio, in cui si divertiva a giocare con gli amici: questo prima che si alleasse al Quinto Settore, e cominciasse a giocare il calcio del Santo Imperatore. Ora, però, quell’amore era stato sepolto dietro la fredda maschera che il ragazzo mostrava al mondo, soffocato da tutto ciò che il giovane aveva subito, e da ciò che era stato costretto a fare. Tracce dell’antico amore, però, ora erano visibili sul volto del ragazzo, e Kuroki se ne accorse immediatamente; l’uomo scosse la testa, insoddisfatto dalla risposta del giovane: << Solo fermare? No, tu devi distruggere la Raimon Eleven, e tutti coloro che si oppongono a noi. Non dimenticare chi ti ha reso quello che sei ora >>, disse l’osservatore del Quinto Settore, alzandosi e lasciando lo stadio della Teikoku Gakuen. Il ragazzo chinò il capo in un gesto d’assenso e di sottomissione, e continuò ad osservare lo stadio sempre più buio, mentre lacrime di sconfitta, ora che nessuno poteva vedere la sua debolezza, cominciavano a rigargli il pallido volto.

Solamente quando tutte le luci dello stadio di spensero, segno che l’Accademia stava per chiudere, il ragazzo dai capelli bianchi si alzò dalla sua sedia, lasciandosi il campo da calcio alle spalle. Uscito dall’edificio, la fredda brezza di novembre gli sferzò il volto, e piccole gocce di pioggia lo colpirono, inumidendogli gli abiti. Il giovane guardò per un istante il cielo, coperto da spesse nubi neri che preannunciavano l’imminente temporale, poi alzò il colletto della giacca di pelle che indossava, per proteggersi dall’aria, e iniziò a camminare lungo la strada, dirigendosi verso la periferia della città. Il sole era ormai tramontato, e le poche persone rimaste in giro erano prese dai loro affari, e non davano più di una seconda occhiata al ragazzo, che avanzava con il capo chino e le mani in tasca, con la sicurezza di chi ha percorso la stessa strada migliaia di volte. Il giovane era immerso nei suoi pensieri, nascosti dietro la maschera impenetrabile del suo volto, e non si curava della pioggia la cui intensità aumentava sempre di più, tanto che in breve tempo si ritrovò totalmente fradicio.



Location: Toho Gakuen Music School, Tokyo (13 Novembre) 

Il ragazzo era quasi giunto a destinazione quando s’arrestò di colpo, poiché s’era accorto che qualcosa lo stava riparando dalla pioggia. Con la coda dell’occhio, il giovane vide la robusta sagoma di una persona ferma alle sue spalle, con in mano un ombrello abbastanza grosso da riuscire a coprire completamente entrambi, e indossante un’uniforme scura. L’albino capì immediatamente di chi si trattava, eppure si limitò ad alzare il volto rigato dalla pioggia, senza parlare. << Pessima giornata per fare una passeggiata, eh? >>, disse il nuovo venuto con allegria, sfoggiando un largo sorriso che si scontrò contro la maschera d’impassibilità indossata dal ragazzo dai capelli bianchi.

Chi aveva parlato era un ragazzo robusto, più basso del compagno di tutta la testa, con corti capelli neri pettinati in verticale e brillanti occhi castano chiaro, quasi dorati. Decisamente più largo e più scuro di pelle del compagno, il nuovo venuto aveva un volto tondeggiante e spontaneamente allegro. L’albino non rispose, limitandosi a scrollare seccamente le spalle, poi riprese a camminare, quasi come se il suo interlocutore non avesse parlato affatto. Il sorriso di quest’ultimo si afflosciò un po’, ma poi il giovane alzò le spalle in un gesto rassegnato e seguì il compagno, coprendolo nuovamente con il grosso ombrello. I due compagni continuarono a camminare in silenzio, anche se il ragazzo robusto continuava a lanciare occhiate stranite e preoccupate al silente giovane.

Finalmente, i due si arrestarono davanti a un imponente cancello argentato che separava la cittadina da un immenso parco, in fondo e ai lati del quale sorgevano dei grossi e ricchi edifici in stile occidentale, che ricordavano molto i grandi palazzi neoclassici della penisola italiana. Sulle due colonne a fianco del cancello, sormontate da marmorei angeli che impugnavano delle trombe, due elaborate targhe dorate riportavano la seguente scritta: “Toho Gakuen Music College – Junior High Section”. I due ragazzi rimasero per un istante immobili davanti al cancello, finché il ragazzo moro, vedendo che il compagno stava fissando il vuoto e non accennava a muoversi, si decise a suonare il campanello posto di fianco al cancello: << Makoto Dorama e Yamato Shinkami >>, disse al citofono, e immediatamente i battenti si aprirono silenziosamente.

Sempre senza dire nulla, il ragazzo albino, Yamato, si diresse deciso verso l’edificio laterale che ospitava i dormitori, e Makoto, il moro, lo rincorse, cercando sempre di coprirlo con l’ombrello, anche se ormai il giovane era completamente fradicio. Giunti infine nella stanza che condividevano, senza incontrare nessuno nei dormitori, Shinkami gettò la giacca fradicia su una sedia, poi si sedette pesantemente sul letto, affondando la testa tra le mani. Makoto ripose l’ombrello contro il termosifone, poi si sedette sul proprio letto, posto contro la parete adiacente rispetto a quello del compagno. I due rimasero in silenzio per qualche minuto, poi, finalmente, Dorama si schiarì la gola: << Yamato … >>, disse il castano, piano, quasi per sondare il terreno: infatti, se di norma Shinkami era un ragazzo silenzioso e tranquillo, che tendeva a vivere la propria vita senza infastidire gli altri, a volte il giovane albino era soggetto a scoppi di rabbia che lo lasciavano in uno stato se possibile ancora più taciturno e scontroso, scoppi di rabbia che ultimamente erano diventati molto frequenti e improvvisi.

Yamato non rispose, ma alzò appena la testa per guardare in faccia Makoto; quest’ultimo sgranò gli occhi e balzò in piedi, perché gli occhi dell’albino erano lucidi. Mai, da quando si conoscevano, Shinkami aveva pianto, o aveva mostrato eccessive emozioni: l’albino, infatti, tendeva a nascondere i suoi sentimenti e a chiudersi in sè stesso, trasmettendo agli altri l’impressione di un ragazzo che era meglio lasciare in pace. Quasi fosse consapevole della sua momentanea debolezza, Yamato si sfregò con violenza gli occhi, tornando ad indossare l’abituale fredda espressione, poi guardò Dorama negli occhi, quasi volesse sfidarlo a dire qualcosa. Ma la maschera dell’albino crollò di nuovo, e Makoto, suo unico confidente, comprese all’istante cos’era successo.

<< Sono loro, vero, Yamato? Ti hanno detto qualcosa >>, disse Dorama, e Shinkami distolse lo sguardo, ben sapendo a chi Makoto si stava riferendo; il suo gesto, però, fu una risposta eloquente per il ragazzo: << Senti, lo so che ne abbiamo già parlato, ma … >>, disse, esitando, poiché Yamato era estremamente suscettibile e riservato riguardo a questo argomento, anzi, tendeva a scoppiare ogni volta che lo si menzionava. Infatti Shinkami s’alzò di scatto, voltando le spalle alla stanza e appoggiandosi con la fronte alla finestra. Dorama lo sentì respirare profondamente, per calmarsi, anche se le sue spalle erano scosse da un leggero tremito.

<< No. Non ho mai potuto scegliere. Mio padre … >>, cominciò, la voce poco più che un roco sussurro, ma le parole seguenti gli morirono in gola. Così, scosse la testa, sconfitto, ma quel suo gesto bastò per fare infuriare l’allegro ma irascibile Makoto Dorama, che si alzò di scatto: << Tuo padre! Dopo quello che ti ha fatto … >>, sbottò, arrabbiato, e Yamato s’irrigidì.

<< Taci! Non dire una parola su di lui! >>, esclamò Shinkami, ora anche lui alterato, voltandosi di scatto e fissando Dorama con occhi infuocati e il volto contratto, tanto che Makoto indietreggiò davanti all’espressione stravolta del compagno, << Tu non sai cosa significa! >>, aggiunse alzando la voce, e muovendo minaccioso un passo in avanti.

Makoto scosse la testa, poiché quella scena l’avevano vissuta più volte, e sapeva che l’amico avrebbe finito per esplodere sul serio, se lasciato continuare, e avrebbe fatto qualcosa di cui poi si sarebbe amaramente pentito. Così, il moro sbuffò, e si risedette pesantemente sul letto, senza aggiungere altro, ma guardando il compagno, che fece un profondo respiro, chiudendo gli azzurri occhi: << Il Santo Imperatore comanda. Non c’è via d’uscita. L’ordine … deve essere mantenuto. L’armonia preservata, anche a costo di sacrifici. Anche a costo del mio sacrificio >>, disse piano l’albino, ripetendo frasi sentite milioni di volte dalla bocca di coloro che rappresentavano la sua famiglia. Tuttavia, il suo tono di voce era rassegnato e sconfitto, e Dorama ben sapeva che Yamato non credeva veramente a quello che stava dicendo.

<< Anche a costo di sacrificare il tuo migliore amico? >>, disse Makoto, altrettanto piano, incrociando le braccia sul petto e guardando negli occhi l’amico, che s’irrigidì nuovamente nel sentire nominare un altro degli argomenti che più gli stavano a cuore, e strinse forte le mani: << E’ passato un anno. Non ha più bisogno di me. Io non ho più bisogno di lui. E’ solamente un ostacolo. Un nemico da abbattere >>, disse deciso Shinkami, indifferente e freddo come non lo era mai stato, ma Dorama comprese quanto costava all’albino pronunciare quelle parole, fingere quell’indifferenza quasi inumana.

<< Ma ti rendi conto delle cavolate che stai sparando? Vuoi davvero … >>, esclamò Makoto, infervorandosi nuovamente, alzandosi e trattenendo il fortissimo impulso di prendere Yamato e di picchiarlo fino a fargli recuperare il buonsenso. Tuttavia, si bloccò, quando vide le lacrime iniziare a rigare il viso pallido del ragazzo, e la disperazione dipinta in ogni lineamento del contratto volto dell’albino: << Cos’altro devo fare? Cos’altro posso fare? Sto cadendo, Makoto, sto cadendo nell’abisso. Non c’è mai stata speranza. Non c’è nulla che io possa fare! Nulla! >>, esclamò con violenza, crollando in ginocchio e iniziando a singhiozzare senza alcun ritegno, dando libero sfogo a quei sentimenti che sempre lottava per tenere celati. << Perché dev’essere così, Makoto? Perché io … >>, sussurrò, affondando il viso bagnato nelle mani.

Dorama non rispose, ma gli s’inginocchiò davanti, afferrandolo per le spalle scosse da violenti singulti, di nuovo calmo davanti alla miseria dell’amico. Lo guardò con occhi pieni di compassione, di pietà, di comprensione, ma anche d’indignazione per tutto quello che l’amico aveva passato. Lo guardò con occhi d’amico, facendogli capire che sarebbe sempre stato al suo fianco. Poi lo abbracciò, stringendolo a sé con forza, senza aggiungere altro.


 

Location: Sede del Quinto Settore (13 Novembre) 

Intanto, in un luogo sconosciuto, uno dei due attendenti del Santo Imperatore del Quinto Settore spense il grosso schermo su cui avevano seguito l’incontro tra la Raimon Eleven e la Teikoku Gakuen. In quel momento, nella stanza buia entrò Kuroki Zenzou, che si tolse il cappello e s’inchinò davanti a Ishido Shuuji, seduto sul suo trono: << Kuroki-San. E’ tutto pronto? >>, disse l’Imperatore, con la sua voce calma e profonda. I suoi occhi nocciola si fissarono sulla figura di Zenzou, che si rialzò e sorrise maligno: << Sì, Imperatore. L’Operazione Grigio Araldo è cominciata. Presto sarà operativo >>, disse l’uomo, annuendo in direzione a uno degli attendenti che accese nuovamente lo schermo: su di esso apparvero dei dati di alcuni giocatori, ma Zenzou ne fece ingrandire uno in particolare: l’immagine di un ragazzo pallido dai lunghi capelli bianchi che ricadevano sul lato destro del volto, nascondendo uno dei due brillanti occhi azzurro ghiaccio. Il Santo Imperatore guardò quell’immagine a lungo, poi sorrise soddisfatto: << E allora, la Raimon Eleven, e il suo Capitano, cadranno >>


 

Carolus: Phew … fine dell’introduzione/primo capitolo. Spero almeno sia decente …

Shindou: Perché ho la sensazione che mi stia per succedere qualcosa di brutto?

Carolus: Shindou-Kun! Perché sei il mio personaggio preferito, ecco perché!

Shindou: Ma … non ha alcun senso …

BF: Benvenuto nel mio mondo, amico

Carolus: *Agita verso i due il solito oggetto contundente* Mmh? Avete detto qualcosa?

BF: Che come primo capitolo non è niente male?

Shindou: Di leggerlo e di lasciare delle recensioni, per favore?

Carolus: Ah ecco … Alla prossima, eventuali lettori!

 

Note dell’Autrice - Timeline di Inazuma Eleven GO

Ebbene sì, come già detto, finalmente mi sono decisa a pubblicare la mia prima Fic. Come avrete potuto notare, la storia è ambientata durante Inazuma Eleven GO, più precisamente dopo l’episodio 18, dal quale episodio la Fiction si discosta dall’Anime.
Avvertimenti vari: gli aggiornamenti saranno lenti, molto lenti, per vari motivi che sicuramente non vi interessano, non ultimo il fatto che sono una perfezionista perennemente insoddisfatta del suo lavoro, che quindi viene sottoposto a maniacale revisione e correzione …
E’ la mia prima Fiction, quindi siate clementi. Sono ben accetti consigli per migliorare.
Timeline: immediatamente dopo l’Episodio 17 (Raimon vs Teikoku)

  
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