Cap IV si va per l' oceano
Per rendere più agevole la lettura si consiglia
di visitare questa
pagina
Cap IV^
11 aprile 1912 – ore 08.30
- 'Tempo del Titanic'
Russel si svegliò abbastanza fresco e riposato,
nonostante la difficile nottata trascorsa. La sua ottima forma e la sua
farmacia personale lo avevano preservato da guai peggiori derivanti dai suoi
eccessi della sera prima. Non che avesse particolarmente esagerato ma non era
abituato ad assumere tranquillamente caffè, alcool e tabacco. Pazienza, pensò,
avrebbe avuto ancora qualche giorno per porre rimedio alla situazione. Alle ore
nove precise si presentò al Cafè Parisienne , sul ponte B, per una gustosa
colazione a base di vero caffe' (nella sua epoca era considerato troppo tossico
ed era stato sostituito da tempo con infusi di diversa origine e di vario
gusto) e brioches calde, fresche di forno, con accompagnamento di burro fresco
e ben quattro gusti di marmellata. Inutile dire che fece onore a tutto! Malgrado
i buoni propositi, non seppe resistere
ad assaggiare ogni cosa. Amarena, arancia, pesca, albicocca, superbe! E il
burro, eccezionale! Avrebbe potuto consumare la colazione anche nella apposita
sala da pranzo ma aveva avuto occasione di esaminare il menù la sera prima e
onestamente non se la era sentita di partecipare. Infatti esso prevedeva,
secondo la tradizione inglese, uova, bacon, rognone, pesce di vario genere ed
in varie preparazioni, salsicce, salse, torte di vari tipi, verdure e frutta. Essendo
sicuro che molti ne avrebbero approfittato, aveva preferito sottrarsi a quello
spettacolo. Era praticamente solo nella sala. Probabilmente molti dei suoi
compagni di traversata di che, avevano fatto le ore piccole, assorbiti in vari
impegni mondani. In fin dei conti, in una crociera questo aspetto era
considerato molto importante e poi, quella era una crociera speciale. Nel
servirlo al tavolo, il cameriere gli aveva fornito una copia dell'Atlantic
Daily Boullettin, una sorta di giornale stampato a bordo in un limitato
numero di copie, contenente articoli
letterari e servizi su argomenti di interesse generale preparati a terra prima della partenza e poi
notizie sulla nave, i menù del giorno e altre notizie giunte via radio dalla
terraferma, come valutazioni di titoli di borsa ed esiti di gare sportive,
corse di cavalli, ecc. Una copia veniva anche affissa alla sera nella sala
fumatori di prima classe, dove in base alle notizie riportate, si scommetteva
sulla distanza che la nave avrebbe percorso il giorno seguente. La tipografia,
che offriva anche un servizio steno-dattilo, si trovava a babordo sul ponte D,
immediatamente dietro la sala da pranzo della 1^ classe ed era tenuta dal sig
Albert Michellany, di origine libanese, coadiuvato da un giovane assistente di
27 anni, Theodore Ernest Corben. Il servizio steno-dattilo era invece svolto
dal sig Gerge Frederik Tuner. A bordo venivano anche stampati i menù e, su
ordinazione, gli inviti per frequenti feste private. Uscì sul ponte di
passeggiata e iniziò a guardarsi
attorno. La nave cominciava ad animarsi,
e potè incontrare diverse persone, bei nomi della società, imbarcati per
partecipare a quello che veniva considerato un evento irrinunciabile. Quello che però lui cercava era un ufficiale
al quale chiedere come avvicinare il comandante o, se proprio non era
possibile, almeno il primo ufficiale, sig. McMaster Murdoch. Si imbattè nel
sig. Godfrey Lowe, quinto ufficiale 'junior' al quale, dopo essersi presentato,
fece la sua richiesta, motivandola con il desiderio di realizzare un servizio
giornalistico sul Titanic per aumentare la tiratura dei suoi giornali e
logicamente con un' importante ricaduta pubblicitaria a vantaggio della
compagnia di navigazione. D' altronde, aggiunse, che quello era il principale motivo
per cui era salito a bordo del Titanic. Il sig. Lowe gli rispose che avrebbe
provveduto ad inoltrare la sua richiesta al più presto possibile, ma che ora
tutto l'equipaggio sarebbe stato impegnato per la sosta a Queenstown, ultima
tappa europea prima di iniziare la traversata dell' Atlantico. Alle ore 11.30
la nave gettò le ancore a 3 miglia nautiche dal porto di Queentown. Purtroppo
le dimensioni della nave sconsigliavano anche quì di avvicinarsi ulteriormente.
L' imbarco dei passeggeri avvenne tramite due traghetti a vapore, l' America e
l' Ireland. Due incredibili battelli a ruote laterali che conferivano loro un
aspetto goffo e pesante, agli occhi di Russel, che però li guardava
affascinato. Salirono a bordo 123
persone, di cui 3 di prima classe, 7 di seconda e 113 di terza. Il giornalista
fu colpito dalla mole dei bagagli dei passeggeri di prima classe che eguagliava
quasi quella totale dei passeggeri di terza. Non per nulla, fra i passeggeri di
'prima' c' era la signora Charlotte Wardle Drake Martinez Cardeza, una bellissima donna di 58 anni, ereditiera
di una consistentissima fortuna lasciatale dal padre divenuto famoso per la
produzione e la vendita, fra l' altro, dei bluejeans Denim. Era in viaggio con
il figlio Thomas e provenivano da un lungo safari in Africa. Il suo bagaglio
consisteva in 14 bauli, 4 valigie, 2 casse ed un voluminoso necessaire di
pronto soccorso. Furono imbarcati anche 194 sacchi di posta. Sbarcarono 7
passeggeri, fra cui Francis Brown, il fotografo gesuita e la famiglia Odell. Fu
grazie a questo evento che furono disponibili tantissime fotografie relative
alla nave a alle prime ore di traversata. Sbarcò anche, ma questo si seppe solo
la sera, un fuochista, John Coffey, il quale per cause ignote, disertò. Mentre
proseguivano le operazioni di imbarco, Russel notò un dialogo piuttosto
concitato accanto al parapetto del ponte delle barche, fra il comandante, il
primo ufficiale, sig McMaster Murdoch,
il commissario di bordo, sig Herbert Walter McElroy e due uomini di equipaggio
ingaggiati come vedette. A causa della distanza non poteva capire quello che
dicevano ma poiche' il dialogo sembrava interessante, decise di attivare il
microfono direzionale e d ascoltare. Il capitano stava chiedendo spiegazioni ai
due ufficiali, Il commissario spiegò che non c' era soluzione alla cosa se non
procedendo con un' operazione di scasso.
Il primo ufficiale chiese alle due vedette se proprio non se la
sentivano di fare il loro lavoro senza binocoli. I due, forse intimiditi,
dissero che non ci sarebbero stati problemi e furono quindi congedati. Il primo
ufficiale rientrò nella timoneria. A quel punto il commissario di bordo spiegò
al comandante come erano andate le cose. Russel ascoltò attentamente anche
perchè finalmente avrebbe capito di cosa stavano parlando. Il commissario disse
che tutto era accaduto nel momento in cui, alla vigilia dalla partenza per
Southampton, il 9 aprile, era giunta a bordo la notizia che il sig Hanry Tingle
Wilde, secondo ufficiale del' Olimpyc sarebbe stato trasferito sul Titanic, considerando la sua
maggior esperienza rispetto all' attuale secondo, sig. David Blair.
Quest'ultimo non prese la notizia molto bene e, arrabbiato e nervoso per quella
che considerava un' ingiustizia, nella
fretta di fare i bagagli per abbandonare la nave e trasferirsi al suo nuovo
incarico, dimenticò nelle tasche di una divisa il mazzo delle chiavi relative
all' armadietto blindato dei binocoli e della cassetta telefonica della coffa.
Il comandante replicò che la cassetta telefonica era stata facilmente aperta ma
che per l' armadietto blindato ci sarebbero stati problemi. Comunque non
avrebbero dovuto preoccuparsi piu' del dovuto. Il tempo era stato previsto
bello stabile per tutta la traversata e fra l' equipaggio essi avevano due
delle vedette più in gambe della flotta inglese, Frederick Fleet e Robinson
Lee, rinomati per la loro acutissima speciale vista sia di giorno che di notte.
Detto questo rientrò anche lui nella timoneria e dispose per la partenza. Ora
erano pronti per il viaggio vero e proprio. Fu issata sull' albero di
trinchetto la bandiera bianca con un rettangolo blu all'interno, che
significava 'tutti a bordo'. Con un prolungato fischio della sirena, al quale
risposero quelle dei due traghetti che si allontanavano, issate le ancore, alle
ore 13.30, il Titanic iniziò la sua fatale traversata. Era stato dato già da un
bel pezzo il segnale che indicava l' apertura delle sale da pranzo ma gran
parte dei passeggeri, attratti dalle operazioni di imbarco, si era attardata
sui ponti. In attesa di essere contattato da qualche ufficiale per portare
avanti il suo progetto, Russel, che non aveva molto appetito, certamente per
l'abbondantissima colazione di poche ore prima, evento a cui non era affatto
abituato, si diresse verso poppa, di nuovo stranamente attratto da qualcosa di
indefinibile. Già il giorno precedente aveva notato a bordo dei passeggeri che
si spostavano accompagnati dal loro cane. La cosa lo aveva sorpreso un poco.
Intanto, perchè nel suo tempo questa moda si era andata perdendo e poi comunque
di norma gli animali, su mezzi di quel
genere, erano trasportati in zone apposite. Ma il denaro, si sa....... Il
prezzo del biglietto per un cane era uguale a quello previsto per un bambino.
Molti passeggeri americani, affascinati dalla moda europea che prevedeva per le
persone di alto rango di possedere uno o più cani di razza, nel corso delle
loro vacanze europee, ne avevano acquistato diversi esemplari. Il sig Clearence
Moore Bloomfield, un importante agente di borsa americano, addirittura ne aveva
acquistate 40 coppie, addestrate nella caccia alla volpe, che però non avevano fatto a tempo ad essere
imbarcate, con grande rabbia e delusione del proprietario che avrebbe dovuto
attendere una spedizione successiva. Tutti i cani normalmente erano alloggiati
in un apposito spazio a prua sul ponte F, dove erano accuditi con la massima
cura da personale di bordo appositamente imbarcato. Diversi passeggeri, però,
specie quelli di rango più alto, avevano ottenuto il permesso (o meglio se lo
erano preso) di tenerli con loro in cabina e di portarli a passeggio
personalmente. Era il caso di Robert William Daniels, un imprenditore e uomo
politico, che aveva acquistato un
piccolo bulldog di razza Gamin, di Harry Anderson, facoltosissimo agente di
borsa di Wall Street , possessore di un graziosissimo Chow Chow, di lord Astor
IV, possessore di una preziosa femmina di razza Airdale e molti altri. La
varietà di razze ed il valore degli esemplari, aveva spinto la signora Ann
Elizabeth Isham, appartenente ad una ricca famiglia di Chicago, in possesso di un magnifico Terranova, ad
organizzare per il 15 mattina una sfilata canina sul ponte delle scialuppe.
Parecchi di questi animali, ad ore fisse, erano condotti a passeggio dagli
addetti che poi li lasciavano in liberta' in una zona circoscritta della poppa,
sul ponte C, in corrispondenza della passeggiata della 2^ classe. E proprio in
quella zona era giunto Russel, incuriosito da quel gruppo di esemplari, così
raro nel suo tempo. Gli animali si aggiravano per lo spazio a loro riservato,
giocando o rincorrendosi o facendosi carezzare da diversi bambini che erano
stati attratti da quella particolare circostanza ed ora , sotto gli occhi
attenti e preoccupati dei loro genitori, interagivano con quei nobili animali.
Fu incuriosito da una bambina di circa sette anni che aveva stabilito un buon
rapporto con il piccolo bulldog ed ora, insieme, correvano, giocando ad
inseguirsi a vicenda. Russel notò un'altra bambina, seduta in disparte, quasi
timorosa. Dagli abiti, si capiva chiaramente, che non faceva parte del bel
mondo della prima classe, anzi, visto lo stato generale del suo abbigliamento,
di certo nemmeno alla seconda. In
effetti lo spazio del ponte riservato alla terza classe era proprio a ridosso
di quello in cui si trovavano ora, separato da una scaletta chiusa da un
cancelletto su cui era affisso un cartello che avvisava del divieto ai
passeggeri di 3^ classe di sorpassarlo. Dopo un po', la bambina si fece
coraggio e si unì ai giochi della sua coetanea e del piccolo cane. Le due
bambine non parlavano la stessa lingua ma si capivano scambiandosi gesti e
cenni. Purtroppo, dopo un poco, uno degli addetti del ponte, si accorse della
cosa, e si affrettò ad intervenire, riportando l' intrusa, più o meno
gentilmente e sgridandola, dalla sua giusta parte del cancelletto. La piccola, senza fare storie, si lasciò
condurre via ma, voltandosi, salutava la sua piccola nuova amica che andò
imbronciata a protestare dai suoi genitori che si erano tenuti un po' in disparte
per tutta la durata dell'episodio. Russel riconobbe la piccola Eva Hart di
sette anni, che viaggiava in seconda classe assieme al padre Benjamin e alla madre Ester. Quest'ultima appariva
visibilmente provata. In realtà aveva fatto di tutto per evitare quel viaggio.
Fortemente religiosa, aveva considerato un' offesa al Signore l'impudenza dei
costruttori di quella nave così grande e così futilmente lussuosa ed era certa
che sarebbero stati tutti soggetti al suo castigo. Da quando era salita a bordo
non aveva chiuso occhio e trascorreva la notte, vestita, seduta su una sedia, costantemente in attesa
del peggio. Piu' per dovere che per necessità, il giornalista decise di recarsi
nella sala da pranzo.