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Autore: silvia_arena    24/01/2012    0 recensioni
Cece Jones (niente a che fare con Shake it up, adoro semplicemente il nome) è la figlia del senatore di Alderaan. Dopo un viaggio di lavoro del padre su Tatooine, che lei ha passato con il suo migliore amico Luke Skywalker, è di ritorno per Alderaan, ma lei e suo padre avranno qualche "complicazione di carattere imperiale".
Ambientata nell'Episodio IV "Una nuova speranza", mi sono "inserita" nella storia, senza però rivoluzionare la trama.
Genere: Avventura, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader, Luke Skywalker, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I giorni che passai sulla Morte Nera sembrarono durare anni.
Non uscivo quasi mai dalla mia stanza se non per non diventare matta per claustrofobia.
Un giorno, mentre passeggiavo per i corridoi, sentii una discussione tra Dart Fener e il governatore Tarkin.
«Ci ha appena contattato il senatore Jones da Alderaan» disse Tarkin.
«È riuscito nella sua missione?» chiese Dart Fener.
«No, signore. Gli ho ordinato di restare su Alderaan.»
«Perfetto, procediamo con l'operazione.»
Sentendo dei passi verso la porta, corsi in camera per non farmi beccare mentre li spiavo.
Quale missione ha fallito? E perché dovrebbe restare su Alderaan? E se lui resta lì, come tornerò io? Non credo che un soldato imperiale sia così gentile da accompagnarmi fino a casa. Con quale operazione dovranno procedere? Mentre mi ponevo queste domande, qualcuno entrò nella mia stanza senza bussare.
«Dart Fener» dissi sorpresa.
«Sì, signorina Jones. Devo porvi una domanda. Cosa facevate su Tatooine, voi e vostro padre?»
«Mio padre doveva...» cercai in fretta una scusa. Non potevo dirgli che stringeva alleanze con il senato di Tatooine, anche se per conto dell'Impero. Avrei rivelato informazioni che di certo mio padre non vorrebbe che loro sapessero. «...vedere un suo caro amico.» In fondo non stavo mentendo. Owen Lars, uno dei migliori amici di mio padre, ci aveva ospitati: io passavo tutto il tempo con suo nipote Luke e lo aiutavo con il lavoro, e mio padre, quando non era impegnato con il senato, aiutava il suo amico Owen con il suo di lavoro. In cambio lui ci dava l'alloggio a casa sua.
«Nient'altro?» chiese Dart Fener «Vostro padre ha parlato di un viaggio di lavoro.»
«Be', sì, aiutavamo i Lars con il loro lavoro» risposi, sperando che mio padre non avesse menzionato il Senato.
«Sono politici? Fanno parte del senato come vostro padre?» domandò Dart Fener.
«No, no, loro sono contadini.» Dart Fener sospirò, come se avvertisse che gli stavo nascondendo qualcosa.
«Dimmi cosa mi stai nascondendo» ordinò.
«Io non...» stavo per dire, un po' sorpresa che passò dal “voi” al “tu”, ma ad un tratto mi sentii strana, come se mi si fosse disconnesso il cervello.
«Mio padre stringeva alleanze con il Senato di Tatooine in caso di una guerra. Sarebbe stato dalla parte dell'Impero. Eravamo ospitati a casa di un suo amico di vecchia data, Owen Lars, con sua moglie Beru e loro nipote Luke Skywalker» dissi tutto d'un fiato.
Mentre cercavo di riprendermi e mi domandavo perché avessi riferito tutte quelle cose, Dart Fener esitò «Skywalker, hai detto?»
Non risposi, ero ancora sconvolta per quello che avevo appena detto, ma Dart Fener uscì dalla porta senza dare spiegazioni.

Decisa a chiedere spiegazioni a Dart Fener, uscii dalla mia stanza per andare a cercarlo. Lo intravidi con il governatore Tarkin e – mi morsi la lingua per non urlare – la principessa Leila. Mi nascosi e rimasi ad ascoltare di cosa stessero parlando.
«Sono sorpresa che abbiate il coraggio di assumervi questa responsabilità» stava dicendo la principessa.
«Principessa Leila, prima della vostra esecuzione vorrei che foste mia ospite ad una cerimonia che renderà operativa questa stazione da battaglia. Nessun sistema stellare oserà più opporsi all’Imperatore» disse Tarkin. Trattenni le lacrime. L'avevano condannata a morte.
«Quanto più stringete la presa, Tarkin, tanti più sistemi vi sgusceranno via tra le dita» rispose la principessa.
«Non quando avremo dimostrato la potenza di questa stazione» ribatté Tarkin. «Lo sapete? Voi avete determinato la scelta del pianeta che verrà distrutto per primo. Data la vostra riluttanza a rivelarci l’ubicazione della base ribelle dimostreremo la micidialità di questa stazione da battaglia contro il vostro patrio pianeta Alderaan.»
«No!» urlò la principessa. «Alderaan è pacifico, non abbiamo armi! Voi non potete fare...»
«Preferireste un altro bersaglio? Un bersaglio militare? Dite il nome del sistema. Ditelo. Sono stanco di chiedervelo, quindi questa è l’ultima volta. Dov’è situata la base ribelle?»
La principessa guardò Alderaan dall'enorme finestra della Morte Nera. «Dantooine. Sono su Dantooine.»
«Ecco. Vedi, Lord Fener? Sa anche essere ragionevole. Proseguite con l’operazione. Potete sparare appena pronti.»
«Cosa?» esclamò la principessa.
«Siete proprio un’ingenua» disse Tarkin. «Dantooine è troppo lontano per una dimostrazione efficace, ma non temete: mi occuperò dei vostri amici ribelli quanto prima.»
Un raggio verde uscì dalla Morte Nera che colpì in pieno Alderaan e lo fece esplodere.

Non contai i giorni che passai a piangere. Avevano distrutto Alderaan, l'avevano spazzato via come se fosse un edificio. E mio padre si trovava lì. Era morto. Adesso ero definitivamente orfana, come Luke. E l'unica abitante di Alderaan oltre me, la nostra principessa, era stata condannata a morte dall'Impero. L'avrebbero uccisa entro pochi giorni.
Cosa mi restava adesso? Non avevo una casa, non avevo una famiglia, non avevo amici.
Dart Fener entrò nella mia stanza come aveva fatto qualche giorno prima.
«Dovete andare su Tatooine» ordinò.
«Perché, mi avete trovato una casa lì?» domandai sarcastica.
«Sapete della distruzione di Alderaan» affermò sorpreso. «Come avete fatto? Non siete uscita da questa stanza.»
«Ho sentito i soldati parlarne» inventai.
Dart Fener continuò senza domandare scuse. «Dovete andare su Tatooine e portarmi qui Luke Skywalker» disse.
Il suo ordine mi sorprese e mi ricordò quando gli rivelai tutte quelle cose sul nostro viaggio a Tatooine. Ma non gli chiesi spiegazioni su quello. «E perché dovrei? Cosa c'entra Luke?»
«Non sono affari vostri. Dovete portarlo qui» ripeté.
«No» risposi solamente.
In quel momento non pensavo che Dart Fener aveva quasi l'importanza dell'Imperatore. Non pensavo che non avevo mio padre a difendermi, nel caso provassero ad uccidermi. Pensavo solo che avevo perso la mia casa e la mia famiglia a causa loro, e non avevo intenzione di mettere nei guai anche Luke.
«Vostro padre non è morto» disse improvvisamente Dart Fener.
«Cosa?» chiesi stupita.
«Non si trovava su Alderaan quando è esploso.»
«Ma avevate...» mi fermai quando mi accorsi che stavo per rivelare di aver origliato, ma per fortuna non notò la mia interruzione e continuò «Se mi porterete qui Skywalker, lo potrete rivedere. Se vi rifiutate, non lo rivedrete mai più.»
Mi stava ricattando. Come potevo fare? Di certo non voleva Luke per fare conoscenza. Portarlo qui era come portarlo a morte, senza contare che non sapevo cosa inventarmi per farlo venire sulla Morte Nera. E se facessi finta? Potrei andare su Tatooine e tornare dicendo che non ero riuscita a convincerlo, e magari risparmieranno la vita a mio padre.
«Partirò domani» dissi a Dart Fener.
«Bene» rispose, ed uscì dalla stanza.

Arrivata su Tatooine, iniziai a riflettere. Quanto dovrò restare qui per farlo sembrare credibile? Dove starò? Non avevo scelta: dovevo andare dai Lars e inventarmi una scusa per la mia visita.
Atterrai vicino la loro casa. Appena scesi dall'astronave, vidi Luke uscire di casa.
«Cece! Avevo sentito un'astronave arrivare! Perché non mi hai detto che saresti venuta?» disse, correndo ad abbracciarmi.
«Ehm, è una storia lunga» risposi.
«Vado a dire agli zii che sei arrivata» disse Luke, ma lo trattenni.
«No, aspetta. Quanto tempo hai?» gli chiesi.
«Perché?»
«Avrei urgenza di raccontarti la storia lunga» affermai, decisa a non mentirgli e a dirgli tutta la verità.
   
 
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