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Autore: Niniane_88    24/01/2012    9 recensioni
Che cosa sarebbe successo se Jasper fosse riuscito a mordere Bella durante la festa per il suo diciottesimo compleanno raccontata all'inizio di New Moon? La mia storia parte proprio da questo presupposto. Bella si trasforma in vampiro e la famiglia Cullen è costretta a farla sparire. In Alaska, a Denali, la ragazza si risveglierà: ma riuscirà a essere felice nella sua nuova esistenza? Edward non riesce ad accettare la sua trasformazione e si allontana gradualmente da lei; Jasper invece, in preda ai sensi di colpa, ma anche animato dalla volontà di riscattarsi, si adopera per starle accanto ed educarla alla dieta dei Cullen. Lentamente, gli equilibri della famiglia si spostano e un nuovo, inaspettato sentimento d'amore inizia a fiorire. Intanto Victoria è ancora nell'ombra, intenzionata a vendicare James e i Quileute sospettano la rottura del patto. A far luce sul lontano futuro, solo una confusa visione di Alice...
La voce rotta e disperata taceva. Taceva da ore. Ne sentivo la nostalgia e la cercavo. Ero certa che appartenesse a qualcuno di importante… Edward? Ma non capivo perché Edward avrebbe dovuto sentirsi disperato.
Tre giorni… quanto mancava perché mi trasformassi del tutto? Perché mi stavo trasformando, vero? Saremmo stati insieme per sempre, ne ero certa, insieme come avevo sempre desiderato. Allora perché non mi parlava più? Perché? Edward, dove sei?
L’altra voce, quella tenebrosa e pacata mi parlava spesso.
- Coraggio, Bella, manca poco.
Mi aggrappavo a quel suono senza poter comprendere chi mi parlasse. Non avevo mai udito quella voce.
- Coraggio, cara…
… era una voce così bella…

Disclaimer: i personaggi di questa storia non mi appartengono, sono stati tutti creati da Stepheny Meyer.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Isabella Swan, Jasper Hale, Un po' tutti | Coppie: Bella/Jasper
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon, Successivo alla saga
Capitoli:
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Prima di tutto, GRAZIE a: Argentea, Camilla L, Orsacchiotta Potta Potta, Frego, Dills Nightmare, nanerottola, Serenitatis, jakefan, Lesley_Gore, ladyanyablu, maura77 e dany60 per le recensioni graditissime!! L'affetto che state dimostrando verso la mia storia mi rende felicissima!!! Grazie anche a chi legge soltanto!

Solo un paio di informazioni riguardo al capitolo: i balli previsti dalla gara sono di origini diverse: valzer, mazurka e polka sono di provenienza europea (i nostri eroi balleranno il classico valzer viennese); gli altri sono tutti della tradizione americana. Il "Lindy, hop
" che forse conoscete in pochi, è un ballo nato negli anni '20 che trae il suo nome dal pioniere dell'aviazione Charles Lindbergh, detto appunto Lindy.

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Capitolo XXVII: Volteggi

Bella

   - Bene così, Bells, un-due-tre-quattro… - scandiva Emmett.
   - Emm, potrei riposarmi un momento? – implorai. Da ore, ormai, stavamo provando tutti i balli in successione e cominciavo a non poterne più. Non avevo mai amato la danza e anche se, in quanto vampira sapevo di non correre il rischio di scivolare o inciampare, non riuscivo proprio ad esserne entusiasta.
   - Neanche per idea, pigrona, è già mezzogiorno e dobbiamo ancora iniziare a perfezionarci. – rispose Emmett senza smettere di danzare.
   Dovevo ammettere che come insegnante se la cavava egregiamente. Conosceva alla perfezione tutti i balli previsti dalla gara e mi aveva spiegato con pazienza e precisione i passi che dovevo fare. Non si era scomposto neanche quando Kate, eccitata come una bambina il mattino di Natale, ci aveva comunicato che lei e Tanya avevano deciso di aggiungere anche il fox-trot ( - E’ un ballo troppo importante nella nostra tradizione, non possiamo lasciarlo fuori! - ).  
   - Perfezionarci?! Ma… ho imparato tutti i passi… non è sufficiente? – chiesi preoccupata.
   - Vuoi scherzare? Se fosse sufficiente imparare i passi non ci sarebbe alcuna differenza tra ballerini dilettanti e professionisti! Dobbiamo trovare il nostro stile, Bells, diventare una coppia affiatata. Coraggio, il charleston di prima era penoso, ricominciamo!
   Sbuffai sonoramente, ma obbedii. Sembrava che fossi l’unica a non apprezzare particolarmente l’idea della gara di ballo: gli altri Cullen, Jasper compreso, erano tutti su di giri. In casa erano rimaste solo Tanya e Kate, occupate a trasformare l’enorme salotto in una balera.
   Emmett e io avevamo fatto una prima lezione di danza che aveva occupato quasi tutta la nottata e nella quale, di malavoglia avevo imparato a ballare il valzer, la mazurka, il tango, la polka e il lindy. Per esercitarci avevamo scelto uno spiazzo ghiaioso, poco lontano da casa: non era certo l’ideale per la danza, ma Emmett non aveva voluto che restassimo in casa “per evitare che gli altri copiassero il nostro lavoro”. Avrebbe continuato a istruirmi anche tutta la mattina, se alle prime luci dell’alba non fosse intervenuta Rosalie, desiderosa di passare un po’ di tempo insieme a lui. Avevo quindi potuto trascorrere un paio d’ore tra le calde braccia di Jasper, che aveva ascoltato divertito le mie lamentele riguardo alla gara e mi aveva coccolata teneramente come solo lui sapeva fare, finché Emmett non era tornato a reclamarmi per un’altra, faticosa lezione.
   Il valzer, la mazurka e la polka non presentavano particolari problemi. Ben altra cosa era il tango, non solo in quanto era difficile ballarlo bene, ma anche perché la mia mente lo associava spontaneamente all’amore, alla passione, alla seduzione; Emmett indovinò subito che il mio desiderio segreto era di ballarlo con Jasper, ma stranamente non mi prese in giro per questo, anzi, divenne ancora più gentile e paziente nelle sue spiegazioni, perché mi rilassassi il più possibile e mi affidassi a lui nella danza.
   Non avevamo a disposizione la musica, ragion per cui Emmett scandiva il tempo, assicurandomi che in gara mi sarebbe stato molto più facile lasciarmi andare grazie all’effetto che le melodie e i ritmi avrebbero avuto su di me.
   - Nessuno può resistere al boogie! – mi disse. – Vedrai che ti divertirai un mondo, Bella!
   Verso le tre del pomeriggio, con mio grande sollievo sembrò decisamente soddisfatto del lavoro che avevamo fatto insieme:
   - Brava, Bells! Sei una ballerina molto promettente e aggraziata! La tecnica è perfetta, ora manca solo un po’ di espressività e per ottenerla basta che creda un po’ di più in te stessa, quando balli.
   - Ha ragione. Complimenti, sorellina! – disse una voce. Mi voltai sorpresa e vidi avvicinarsi Rosalie. Teneva in mano una scatola e me la porse con un sorriso. – Queste sono per te. – disse.
   - Che cos’è? – chiesi incuriosita, aprendo la scatola.
   Dentro trovai un paio di delicate scarpine col tacco a spillo, argentate e coperte di strass.
   Un terribile sospetto mi fece spalancare gli occhi.
   - Rose, - cominciai in tono minaccioso – non è quello che penso, vero?
   Rosalie scoppiò a ridere: - Non so a cosa tu stia pensando in questo momento, Bella, ma queste sono le tue scarpe da ballo. Ti conviene metterle subito e fare un po’ di pratica.
   Orripilata balbettai: - Rose… io non so camminare sui tacchi a spillo…
   - Sei un vampiro, Bella, non puoi storcerti una caviglia, ricordi?
   Le restituii la scatola e incrociai le braccia con fare risoluto.
   - Non se ne parla. Non le indosso.
   Rosalie mi lanciò un’occhiata divertita. – Fammi capire: pensavi che avresti ballato in camicia, jeans e scarpe da ginnastica, vero?
   - Più o meno. – ammisi.
   - Beh, scordatelo, saresti squalificata in partenza! Avrai le scarpe e l’abito adatto come tutti. Coraggio, niente storie! Non vorrai far perdere la gara a Emmett, vero?
   - C’è anche l’abito? – chiesi terrorizzata.
   Rosalie mi porse nuovamente la scatola e dal suo sguardo capii che sarebbe stato inutile ribattere ancora. Con un sospiro mi sfilai le scarpe da ginnastica che indossavo e le calze e mi infilai le scarpette argentate. Mi andavano a pennello.
   - Di chi sono? – chiesi controvoglia.
   - Di Carmen. – rispose Rosalie – Adesso, Bella, vedi di non distruggerle. Assorbi sempre l’impatto sulle punte quando cammini; non premere mai sul tacco o lo spezzerai. E attenta alla ghiaia, potrebbe rovinare la suola. Devi muoverti con estrema leggerezza, chiaro?
   - Sì. – risposi, cercando di fare qualche passo seguendo le sue istruzioni. Rosalie annuì.
   - Brava. Adesso prova a ballare il valzer con Emmett e vediamo come te la cavi con i tacchi.
   Benché poco convinta feci come mi chiedeva e ballai, guidata da Emmett che scandiva il classico “un-due-tre”. Dovevo ammettere che con i tacchi alti mi sembrava quasi di volare e che ballare non era affatto più difficile di prima, anzi, forse era perfino più semplice proprio perché io mi sentivo più leggera.
   Rosalie approvò con un cenno caloroso del capo.
   - Bravissima, Bella! Vedi che non è poi così terribile? Beh, ora vi saluto, anch’io devo andare a provare qualche passo insieme a papà. Bella? Ci vediamo in casa alle nove in punto.
   - Perché?
   Rosalie alzò gli occhi al cielo, esasperata: - Per vestirci e acconciare i capelli, no?
   - Oh… Rose, ti prego, almeno i capelli vorrei lasciarli come sono…
   - Niente storie! – sibilò lei puntandomi contro l’indice – A dopo, tesori miei!
   - A dopo, Rosie! – la salutò Emmett con entusiasmo. Poi si rivolse a me con gli occhi che brillavano: - Rosalie è una ballerina stupenda, batterla sarà difficile.
   Cominciai a sentirmi incuriosita, mio malgrado.
   - Chi sono i nostri avversari più temibili? – chiesi.
   Emmett aggrottò la fronte: - A dire il vero non saprei. Jasper e Carmen eseguiranno sicuramente un tango impareggiabile, ma potrebbero non essere altrettanto brillanti nella mazurca e nella polka. Carlisle al contrario eccelle in questi balli, ma non se la cava molto bene con la conga e il charleston. Eleazar ed Esme sono un incognita, lui è bravissimo a condurre e lei è favolosa nel valzer, ma non riesco a immaginarli ballare insieme.
   - Jasper balla così bene il tango? – chiesi sognante.
   - Altroché! E Carmen si muove con un’eleganza davvero rara.
   - Che bello… - mormorai, abbandonandomi di nuovo alle mie fantasie in cui ero io e non Carmen a ballare il tango tra le braccia di Jasper.
   Emmett sbuffò: - Sì, sì, molto bello e intanto il tempo passa! Forza, Bells! Rumba!
   - Va bene, va bene! – mi arresi ridendo.
   Continuammo ad esercitarci mentre all’orizzonte il sole calava sempre più e alla fine l’entusiasmo di mio fratello contagiò anche me. Emmett aveva ragione: era impossibile non sentirsi allegri quando dalla casa cominciavano a giungere alle nostre orecchie spezzoni di brani che Tanya e Kate stavano accuratamente scegliendo per la gara nella loro sterminata collezione di dischi.
   Alle sette e mezzo udimmo il rombo di una macchina che si avvicinava.
   - Questo è Garrett! – disse Emmett – Su, andiamo a salutarlo.
    Arrivammo giusto in tempo per veder saltare giù da un’elegante auto sportiva rossa un giovane dai capelli lunghi e biondi e dal fisico atletico. Carlisle, sopraggiunto prima di noi, si affrettò ad accoglierlo e il nuovo venuto lo abbracciò calorosamente.
   - Lascia che ti presenti le mie care cugine. – disse Carlisle – Tanya, Kate, questo è il mio amico Garrett.
   - Onoratissimo, signore. – disse Garrett con un correttissimo e rispettoso inchino alle due sorelle. Forse era solo la mia immaginazione, ma mi parve che i suoi occhi cremisi si soffermassero appena più del necessario su Kate. Da parte sua, la vampira aveva stampato in volto un sorriso luminoso che riconobbi subito come il primo segnale di interesse.
   Poi Garrett fece un elegante baciamano a Esme e salutò con affetto Emmett e Rose. Quando ci trovammo faccia a faccia si fermò perplesso a guardarmi.
   - Non credo di avere l’onore di conoscerla, signorina. – disse educatamente.
   Gli sorrisi: - Infatti non ci conosciamo. Io sono Isabella Swan Cullen, ma tutti mi chiamano Bella.
   Carlisle mi affiancò e mi posò una mano sulla spalla: - Bella è la mia ultima figlia adottiva, si è unita a noi pochi mesi fa. – disse affettuosamente.
   - Ed è la mia compagna. – aggiunse Jasper con orgoglio, circondandomi la vita con un braccio.
   A questa notizia, Garrett non avrebbe potuto apparire più sorpreso.
   - La tua… compagna? – balbettò - Ma…
   Carlisle sorrise: - Non preoccuparti, Garrett, ti spiegherò tutto. Sono cambiate molte cose dall’ultima volta che ci siamo visti. Su, entriamo, così potremo parlarne con tranquillità.
   - Volentieri – annuì Garrett – e poi vorrei fare conoscenza con queste affascinanti signore, nonché giudici di gara. Comunque, piacere di conoscerti, Bella! – aggiunse, con un sorriso simpatico.
   - Piacere mio. – risposi con sincerità.
   Lo guardai allontanarsi e posai il capo sulla spalla di Jasper. Lui mi baciò i capelli.
   - Forse abbiamo un po’ di tempo per noi prima che inizi questa folle serata. – sussurrò.
   - Ne dubito, - risposi con una risatina – tra poco Rosalie mi sequestrerà per vestirmi e pettinarmi…
   - E prima che arrivi Rosalie dobbiamo provare di nuovo il lindy! – comandò Emmett che era rimasto accanto a noi e aveva sentito tutto – Jazz, lasciala, stasera Bella è la mia dama e sarò io ad occuparmi di lei!
   Jasper ghignò: - Ti terrò d’occhio, fratellone e tornerò a riprendermela al minimo cenno da parte sua.
   Dopodiché mi strizzò l’occhio e si allontanò.
   Alle nove in punto, dopo l’ultima prova della sequenza dei balli, Emmett mi lasciò andare e passando dal retro entrai direttamente in camera di Rosalie. Non appena mi vide, mia sorella mi buttò letteralmente a sedere davanti alla specchiera.
   - I tuo capelli sono un disastro. – brontolò – Adesso te li sistemo.
   Era già pettinata, aveva raccolto la sua chioma dorata in un morbido chignon al quale erano sfuggite alcune ciocche ribelli che aveva arricciato e che le incorniciavano il viso d’angelo. Naturalmente era perfetta.
   Attraverso lo specchio vidi Esme, seduta sul letto e avvolta in un lungo e vaporoso abito verde smeraldo che faceva risaltare la sfumatura rossa dei suoi capelli che le ricadevano in morbide onde sulle spalle.
   - Sei bellissima, Esme. – dissi con affetto.
   Lei mi sorrise dolcemente: - Grazie, Bella!
   Accanto alla finestra c’era Carmen, tutta intenta a sistemarsi dei fiori tra i capelli corvini. Il suo abito rosso fuoco era adorno di nastri e volant e sembrava terribilmente scomodo da portare. Notando un vestito molto simile, color turchese, appeso ad una gruccia appendiabiti, mi chiesi preoccupata se per caso fosse destinato a me.
   Fortunatamente mi sbagliavo: l’abito che Rosalie mi fece indossare (dopo avermi arricciato e rialzato accuratamente i capelli) era molto più semplice. Di chiffon bianco, con un corpetto attillato e una gonna molto ampia che mi arrivava appena sotto al ginocchio. Due candidi fiori di stoffa allacciati subito sotto le braccia sostituivano le maniche. Dovevo ammettere che era un bellissimo vestito: l’unica cosa che mi procurava un lieve imbarazzo era la scollatura piuttosto profonda che lasciava scoperto metà del seno.
   Rosalie indossò il vestito turchese e dopo un’ultima occhiata allo specchio ci preparammo ad uscire dalla stanza. Dall’ingresso giungevano le voci e le risate dei nostri partner, i quali ammutolirono non appena ci videro.
   Erano tutti bellissimi e impeccabili nei loro frac, ma io notai soltanto Jasper, snello, tenebroso e affascinante come non mai.
   I suoi occhi si accesero di desiderio quando mi vide e percorsero tutto il mio corpo in una lenta e struggente carezza che mi provocò un brivido interiore. Sotto il suo sguardo intenso dimenticai tutto, la gara, il mio nervosismo, la presenza dei nostri fratelli… Desideravo soltanto prenderlo per mano e trascinarlo da qualche parte dove potessimo rimanere soli, per ore e placare finalmente il bisogno che avevamo l’uno dell’altra…
   Prima che le mia fantasie diventassero troppo ardite, Emmett mi riportò alla realtà con un allegro: - Ehi sorellina, sei bellissima, sembri una rosa! Se fossi vestita di giallo, Jazz potrebbe cantarti una bella serenata, di quelle dei suoi tempi, intendo dire gli anni Sessanta… dell’Ottocento!
   Riemersi a fatica dalle mie fantasticherie: - Di cosa stai parlando? – chiesi perplessa.
   - Ma come?! Non conosci “The yellow rose of Texas”? – fece lui – Ah no, Bella, questo è imperdonabile!
   E con voce baritonale prese a cantare:

There's a yellow rose in Texas, that I am going to see,
No other darky knows her, no darky only me
She cryed so when I left her it like to broke my heart,
And if I ever find her, we nevermore will part.
She's the sweetest rose of color this darky ever knew,
Her eyes are bright as diamonds, they sparkle like the dew;
You may talk about your Dearest May, and sing of Rosa Lee,
But the Yellow Rose of Texas beats the belles of Tennessee.


 Dopodiché si allontanò per salutare Rosalie. Jasper mi sorrise dolcemente.
   - Scusami, - farfugliai – mi spiace, ma non conosco bene la canzone.
   - Non preoccuparti, tesoro. Però Emmett ha ragione, sei davvero una rosa stasera. La mia rosa.
   La porta del salotto si spalancò e Kate gridò al di sopra della musica:
   - Forza, entrate, siamo pronti per cominciare!
   Appena varcata la soglia mi arrestai, un po’ spaesata. L’enorme salotto era stato liberato dai mobili, ad eccezione di un piccolo divano riservato ai giudici. Il pavimento era stato tirato a lucido e rifletteva le luci colorate emanate da tre fari posti negli angoli. Una delle pareti più corte era quasi interamente occupata dall’impianto stereo più grande che avessi mai visto; superava perfino quello di Edward. Dietro la postazione dei giudici era appeso un enorme tabellone destinato ai punteggi e in elegante grafia erano scritti i nostri nomi in coppia e i balli che avremmo eseguito.
   - Attenzione prego! – trillò Kate nel microfono che teneva in mano. Era vestita di un abito nero e scintillante di paillettes, così come sua sorella Tanya. Garrett sedeva sul divano e osservava la scena, palesemente compiaciuto
   - La gara sta per avere inizio! – annunciò Kate – Prendete posizione sulla pista in modo che ogni coppia abbia spazio sufficiente. Io annuncerò i nomi delle danze ad ogni cambio di ritmo. I punteggi saranno indicati in modo che tutti voi li possiate vedere e per passare al turno successivo dovrete raggiungere un minimo di 50 punti. In bocca al lupo a tutti!
   Emmett mi prese sottobraccio e mi guidò proprio al centro della pista. Con la coda dell’occhio vidi Jasper e Carmen sistemarsi alla nostra sinistra.
   - E adesso... valzer! – annunciò Kate.
   E la gara ebbe inizio. Emmett aveva avuto due volte ragione: nel giro di pochi minuti divenni perfettamente padrona dei movimenti, la musica mi trasportò in un mondo fatto di luci e colori bellissimi e un sorriso spuntò sulle mie labbra. Fugacemente vidi Esme che volteggiava con grazia tra le braccia di Eleazar, cerimonioso e solenne. Erano davvero bellissimi.
   Il valzer fu misericordioso e tutti noi ottenemmo un buon punteggio. Poi il ritmo cambiò improvvisamente.
   - Fox-trot! – esclamò Kate.
   Mi adeguai senza scompormi ed Emmett mi strizzò l’occhio in sengo d’intesa.
   - Forza Bella! Facciamogli vedere chi siamo! – sussurrò.
   - Polka!
   Come Emmett aveva previsto, con la polka il punteggio di Jasper e Carmen si abbassò leggermente, mentre Carlisle e Rosalie svettarono in testa alla classifica. Provai una segreta soddisfazione.
   - Mazurka!
   E dopo un po’…
   - Tango!
   Chiusi gli occhi e cercai di immaginare che il mio partner fosse Jasper.
   - Ottimo, Bella! – approvò Emmett.
   Ma come mi aspettavo, non era abbastanza. Jasper e Carmen furono gli unici ad ottenere il punteggio massimo e nel vederli volteggiare non potevo che essere d’accordo con i giudici.
   - Lindy, hop!
   Un ballo dopo l’altro, giungemmo infine al charleston, il più sfrenato di tutti e a quel punto mi accorsi che Emmett ed io avevamo ottenuto ben 85 punti e che quindi non avremmo avuto alcun problema a superare il turno. In testa c’erano ancora Jasper e Carmen con 104 punti. Dopo di noi c’erano Carlisle e Rosalie. Esme ed Eleazar erano in coda.
   - Comincia il secondo round! – annunciò la voce eccitata di Kate – Prego, rumba!
   Tutto ricominciò daccapo. Arrivati alla conga, Kate decretò l’uscita dalla gara di Esme ed Eleazar, i quali applaudirono sorridendo sereni e lasciarono subito la pista per andare a sedersi accanto ai giudici.
   La gara si fece sempre più competitiva e io mi sentii sempre più entusiasta. In un turbinio di colori danzammo di nuovo i balli in successione e Kate annunciò l’inizio del terzo round.
   Sembrava non ci fosse modo di superare Jasper e Carmen. Rosalie e Carlisle invece furono eliminati nel boogie-woogie.
   - Siamo alla finale! Emmett e Bella contro Jasper e Carmen! – disse Kate.
   Ancora una volta: valzer, mazurca, tango, polka, fox-trot, conga, rumba, lindy, boogie, charleston...
   E poi...
   Non so cosa mi successe, non fu una decisione razionale. Nel charleston incrociai lo sguardo di Jasper, per la prima volta da quando avevamo cominciato a ballare. Automaticamente, come rispondendo a un ordine silenzioso, lasciai la mano di Emmett e volteggiai verso di lui, con una grazia che non credevo di possedere. Jasper spalancò gli occhi per la sorpresa, ma subito fece altrettanto: con gentilezza lasciò andare Carmen e in un solo passo mi raggiunse. Mi cinse la vita con un braccio e ordinò:
   - Un tango, Kate! Subito!
   - Ehi, voi due! – tuonò Garrett, balzando in piedi e afferrando il microfono – Non è previsto lo scambio di coppia!
   Ma nessuno gli badò. Gli altri, capito il gioco, si ricongiunsero in fretta ciascuno al proprio compagno e la pista fu nuovamente piena di ballerini che si muovevano con eleganza, guardandosi negli occhi come solo gli innamorati sanno fare.
   Garrett scosse la testa, tra l’esasperato e il divertito: - Siete impossibili! – esclamò - E va bene, avrete il vostro tango! – e tra la sorpresa generale afferrò la mano di Kate e trascinò la ragazza in pista.
   Tango, valzer, conga, rumba…
   Ballare con Jasper era come volare. Mi accorgevo a malapena di fare i passi, seguivo i suoi movimenti precisi e aggraziati senza mai staccare gli occhi dai suoi. Non mi sentii a disagio nemmeno quando, inaspettatamente, mi prese per i fianchi e mi sollevò, facendomi ruotare più volte prima di posarmi di nuovo a terra (una sorta di “presa” che ricordava molto la danza classica e che non aveva niente a che vedere con il lindy…)
   Fox-trot, boogie, charleston…
   Ci lasciammo trasportare dalla magia che la danza e la musica avevano creato e lo stesso accadde a tutti gli altri. Rosalie ed Emmett ballavano con entusiasmo; Carmen ed Eleazar si guardavano intensamente negli occhi; Kate e Garrett ridevano felici come bambini e scambiavano battute scherzose ad ogni giravolta; Carlisle, gentile e premuroso come sempre, alternava un giro di danza con Esme a uno con Tanya, l’unica che altrimenti sarebbe rimasta senza partner.
   E all’improvviso, tra le note dell’ennesimo valzer si insinuò una stonatura.
   Un suono stridulo e insistente.
   Ci volle qualche secondo perché ci rendessimo conto che si trattava di un telefono cellulare, lasciato negligentemente nell’ingresso.
   Tanya spense lo stereo e il silenzio calò nel salotto.
   Un’inquietudine inspiegabile mi strinse il cuore e cercai lo sguardo di Jasper.
   Lentamente, quasi al rallentatore, Carlisle raggiunse l’apparecchio che continuava a squillare.
   - Pronto?
   - Carlisle, sono Alice.
   Alice?!
   - Dovete tornare a Forks, immediatamente.
   



Che diavolo è successo adesso?
Come avete ormai capito adoro i colpi di scena!
Beh, se volete saperlo, tenetevi pronti per il prossimo capitolo!

La canzone "The yellow rose of Texas" è veramente una canzone dei tempi di Jasper, nel senso che è stata composta proprio negli anni della guerra Confederale: la Rosa Gialla non è altro che una ragazza da cui il soldato del Sud partito per la guerra (come Jazz) desidera tornare.

Ancora grazie a tutti coloro che hanno letto questo capitolo, spero di trovare le vostre recensioni!
A presto e buona serata a tutti!
Un abbraccio
Niniane


   
 
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