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Autore: Five boys stole my heart    24/01/2012    5 recensioni
Lei che vive di emozioni.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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… è stata presa alla ‘Dance Accademy’ di Liverpool. Venga a ritirare i fogli per la partecipazione e i biglietti aereo. La partenza è prevista il 20 ottobre, tra un mese.” Non riuscii a spiccicare parola, ero emozionatissima.
Avrei voluto urlare, abbracciare tutti, ma prima dovevo rispondere. “Oh, non ci credo! Grazie mille. Mia madre verrà oggi a ritirare i fogli”, mi rispose e mi salutò, posai la cornetta. Non riuscivo a crederci, tra più di mille ragazze avevano scelto proprio me.
Ero riuscita a vincere in mezzo a migliaia di ballerine, avevo la possibilità di realizzare il mio sogno: studiare in un collegge di ballo, uno dei più importanti d’Europa. Nononono, non ci credevo. 
Corsi da mamma per darle la bella notizia, era contentissima per me.
Mi veniva quasi da piangere. Era un sogno, davvero. Scappai in camera e presi il telefono, dovevo fare due chiamate importanti.
La prima fu Laura. “Bellissima, come stai? Hai avuto novità dalla scuola di danza?” mi chiese subito lei, “Si, merda, si! –urlai- ho appena ricevuto la loro chiamata! Sono stata presa, andrò a Liverpool, però”, “Beata te. A me non hanno ancora chiamato, sto un po in ansia. Spero di avercela fatta: è la terza volta che ci provo”, “Cara bella, ti prenderanno di sicuro, ormai sei una veterana. Scommetto che ti prendono per Londra, me lo sento” dissi io tranquillamente, me lo sentivo, si “Spero. Intanto tu sei fortunatissima. Chissà se incontrerai anche un bel ragazzo inglese”, ridacchiò sotto i baffi, “Spero di si. No vabbè, dai, non lo so. Ma un inglesino non mi farebbe schifo, ahah. Vabbè, tesoro, devo andare. Fammi sapere, un bacio” riattaccai. A dir la verità speravo di poter trovare un bel ragazzo inglese, ma ne dubitavo. 
Decisi che invece di chiamare Fede potevo andare a casa sua, visto che era sola. Entrai urlando, l’abbracciai. Rimanemmo a parlare per qualche ora, ci dovevamo organizzare, mica potevamo non vederci per un anno.Fede decise che sarebbe venuta a trovarmi, in Inghilterra, questa estate. Quando la scuola era finita, così sarebbe stata con me più a lungo, forse anche tutti i tre mesi. Ci saremmo divertite un mondo.
Verso le 20.00 tornai a casa, mangiai e andai di filato a letto, sperando di non fare brutti incubi.
 
Sentii il suono di quella sveglia che mi urtava il sistema nervoso, ma non ci feci molto caso, era il grande giorno. Diedi un’occhiata all’orologio, erano le 6.00 precise del 2O ottobre, bene, avevo tempo. L’aereo sarebbe partito alle 7,30.  Il tempo passava in fretta, non avevo neanche fame, ero troppo emozionata. Ricontrollai l’orologio: segnava le 6.45. Era meglio prendere la strada per l’aereoporto, i bagagli erano già in macchina. ‘Mamma? Dove sei?’ chiesi con voce squillante, non la trovavo, ‘scendo subito Chlo. È ora di partire’. In 5 minuti mi ritrovai seduta accanto a mamma.
Arrivammo in aereoporto, salutai con un lungo abbraccio mamma, ci scese una lacrima. Le sussurrai un dolce ‘ciao’ all’orecchio, poi, m’imbarcai. Appena mi sedetti iniziarono a circolare dentro di me tante emozioni, fino a formare un vortice. Ero emozionatissima, ma spaventata. Sarei riuscita a stare un anno senza mia mamma, i miei amici e Federica? Si, ci dovevo riuscire.
I miei pensieri vennero smorzati da un lieve ‘ciao’, detto da una voce maschile, mi girai..

Benee, anche il secondo capitolo è andato. Ci è voluta un po di fantasia, ma poi ce l’abbiamo fatta. Spero che vi sia piaciuto, e che vi abbiamo lasciato un po di suspance. Recensite, miraccomando, eh :) 






 


 

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