CAPITOLO 2: ATARASISA (Novità)
-Una che?? Una dea immortale?-
Kagome era sempre più sbalordita dalle parole di Kaede
-Bada bene, però, che con immortale
non intendo dire che tu non possa essere ferita e uccisa. Tuttavia, il tuo corpo
ora è molto più resistente e il tuo ciclo della vita è rallentato. È un po’ come
per i demoni e i mezzo demoni, che possono sopravvivere a ferite che per un
essere umano sarebbero mortali e che possono vivere anche per centinaia di anni-
Per qualche minuto, Kagome continuò
a camminare a fianco di Kaede in silenzio, riflettendo su quello che l’anziana
sacerdotessa le aveva detto. Tutto si sarebbe aspettata, tranne che venire a
sapere di essere diventata una dea immortale. Tuttavia, doveva ammettere che
quella notizia le toglieva un peso dal cuore. Più di una volta, infatti, da
quando lei e Inuyasha stavano insieme, aveva riflettuto su quello che sarebbe
potuto essere il loro futuro e, per quanto si amassero, c’era una cosa contro
cui non potevano fare nulla: lei era umana, mentre lui era un mezzo demone.
Inuyasha poteva vivere anche per centinaia di anni, mentre lei no. Si ricordò
che, prima che decidessero di esprimere il desiderio di lasciare il pozzo
aperto, l’hanyou si era offerto di diventare umano. Ma Kagome aveva
categoricamente rifiutato. Nonostante fosse sicura della sincerità della sua
offerta, sapeva quanto Inuyasha odiasse trasformarsi in umano nelle notti di
luna nuova, quanto si sentisse impotente in quella forma e sapeva che, prima o
poi, si sarebbe pentito di quella decisione, rimpiangendo la sua forza e i suoi
poteri. Inoltre, Kagome non voleva che Inuyasha cambiasse, gli piaceva così
com’era. Si era innamorata dell’Inuyasha mezzo demone e amava tutto di lui: la
testardaggine e l’orgoglio che derivavano dal suo sangue demoniaco, ma anche la
dolcezza e la generosità che provenivano dal suo lato umano.
-Senta, somma Kaede, come posso
fare per controllare i miei poteri?- chiese alla fine Kagome –Ho tentato un
sacco di volte, ma proprio non ci riesco...-
-Non ti preoccupare, ti insegnerò
degli esercizi da fare. Vedrai che, se ti impegnerai, molto presto non avrai più
alcun problema- le rispose l’anziana miko
Kagome stava tornando da Inuyasha
per parlare di lui di quello che Kaede le aveva detto, quando si sentì chiamare.
Si voltò nella direzione da cui proveniva la voce e vide Sango che le correva
incontro.
-Accidenti, Kagome-chan...- esclamò
la sterminatrice fermandosi di fronte a lei con il fiatone –Saranno almeno dieci
minuti che ti chiamo, non mi hai sentito?-
-Scusami, Sango. Ero totalmente
immersa nei miei pensieri- le rispose Kagome
-Devono essere pensieri molto
importanti...- le sorrise Sango
-In
effetti...-
Kagome le raccontò quello che le
aveva appena detto Kaede.
-Caspita! In confronto a questo la
notizia che ti devo dare io è quasi banale!- commentò la sterminatrice di demoni
alla fine
-Perché? Che notizia devi darmi?-
le chiese Kagome incuriosita
-Ecco...io...aspetto un bambino- le
guance di Sango si tinsero di rosa
-Oh, Sango...È fantastico!- l’amica
l’abbracciò di slancio –Sono così contenta per te e Miroku!-
Le due ragazze restarono ancora un
po’ a parlare, poi Kagome si congedò per andare da Inuyasha.
Lo trovò in cima al tempio
shintoista del villaggio, intento ad aiutare a riparare il tetto dell’edificio.
Si fermò a guardarlo con un dolce sorriso sulle labbra. Fino a qualche tempo
prima, una cosa del genere sarebbe stata impossibile da vedere, ma oramai
Inuyasha si era integrato interamente e la gente del villaggio lo aveva
accettato come uno di loro.
-Kagome!- Con un balzo, l’hanyou la
raggiunse –Allora, cosa ti ha detto Kaede?-
-Vieni, andiamo a fare due passi-
gli disse Kagome prendendolo per mano
Si incamminarono verso la collina
che spalleggiava il tempio, sulla cui vetta si trovava un’enorme quercia. La
ragazza raccontò anche a lui tutto quello che la vecchia miko le aveva rivelato
riguardo ai suoi poteri.
-Una dea immortale?? E questo cosa
significa?- esclamò Inuyasha alla fine seduto ai piedi della
quercia
-Significa che non dovremo più
preoccuparci del fatto che tu puoi vivere centinaia di anni e io no. Ora, grazie
ai miei poteri, il mio ciclo vitale si è rallentato e anch’io posso vivere
quanto un demone o un mezzo demone-
-Accidenti!- esclamò l’hanyou
colpito
-Eh già...-
Kagome, in piedi di fronte a lui,
lo guardò rimuginare su quanto gli aveva appena detto.
-Sono sollevato- disse infine
Inuyasha
-Sei sollevato?- fece lei perplessa
-Sì, sono sollevato-
-Beh, mi sarei aspettata che mi
dicessi che sei sorpreso, scioccato...persino felice, magari...ma sollevato...-
Con un sorriso, Inuyasha le afferrò
un polso e la fece sedere sulle sue gambe.
-Beh, sono felice. Ma sono anche
enormemente sollevato- le disse guardandola intensamente negli occhi –Vedi, da
quando io e te stiamo insieme...Anzi, a dire la verità già da prima, la nostra
diversità, il fatto che tu fossi un essere umano e io un mezzo demone, mi ha
sempre preoccupato. Io ho già qualche centinaio di anni, Kagome, mentre tu solo
17 e, se non avessi subito questo cambiamento, per quanto a lungo tu vivessi o
per quanto a lungo io fossi in grado di proteggerti e vegliare su di te, tu
presto o tardi mi avresti lasciato. E vederti morire... Perderti è l’ultima cosa
che voglio. Perciò avevo deciso che, appena tu mi avessi lasciato, io ti avrei
seguito-
Kagome lo guardò, profondamente
turbata dalle sue parole.
-Io...non ne avevo idea...Davvero
questa cosa ti preoccupava così tanto?- balbettò emozionata
-Sì. Puoi darmi dello stupido,
mandarmi a cuccia per aver pensato di togliermi la vita, ma io lo avrei
fatto...Perchè non posso vivere senza di te-
Al contrario delle sue aspettative,
Kagome gli buttò le braccia al collo e si strinse a lui.
-Non posso darti dello stupido o
arrabbiarmi con te...- mormorò -Perché se i ruoli fossero stati invertiti, io
avrei fatto lo stesso-
Stringendola nel suo abbraccio,
Inuyasha le cercò le labbra per unirle in un bacio intenso e passionale.
Visto che quella sera Sango e
Miroku li avevano invitati nella loro capanna per festeggiare il loro bambino e
il “nuovo stato” di Kagome, la ragazza lo costrinse a tornare nella sua epoca
per comprare un regalo alla coppia. Saltarono perciò nel pozzo, si fermarono
alla casa di Kagome per cambiarsi e poi si recarono ai grandi magazzini. Per più
di due ore, lo trascinò da un negozio all’altro, estasiata di fronte ad ogni
sorta di vestitini, peluches, giocattoli e chi più ne ha più ne metta.
Ad un certo punto, mentre Kagome,
indecisa tra una tutina verde con disegnato un coniglietto e una rossa con un
orsacchiotto, cercava di scegliere, Inuyasha si fermò a contemplarla. Era
bellissima...Ed apparteneva a lui. Così come lui apparteneva a lei. Sapere che
sarebbero rimasti insieme per sempre, che oramai non c’era più alcun ostacolo
tra loro e il loro futuro, gli riempiva il cuore di felicità. Felicità... Fino a
qualche tempo prima, non conosceva nemmeno il significato di quella parola. Così
come non sapeva cosa significasse realmente vivere finché Kagome non lo aveva
liberato dal Goshimboku. Lei gli aveva donato così tanto...Fiducia in se stesso
e negli altri, amicizia...amore. Lei lo aveva accettato così com’era,
apprezzando i suoi pregi e perdonando i suoi difetti, amandolo senza chiedere
nulla in cambio. E lui che ci aveva messo quasi due anni per capire quanto fosse
fortunato...Che idiota che era!
-Inuyasha? Inuyasha! Ci sei?-
Kagome gli sventolò una mano di fronte agli occhi
-Eh? Sì, che c’è?- rispose l’hanyou
tornando alla realtà
-Ma a cosa stavi pensando? Saranno
dieci minuti che ti chiamo!-
-Ehm...Niente, niente. Ti sei
decisa alla fine?- sviò lui
-Sì, scelgo quella rossa. Ora mi
dici quello a cui stavi pensando?-
-Uff, quanto sei curiosa! Ma perchè
ti interessa tanto quello che penso?-
-Perché, quando hai
quell’espressione seria, significa che stai pensando a qualcosa di
importante!-
-Beh...Sì, in effetti è così- fece
Inuyasha sibillino senza tuttavia aggiungere altro
-Allora? Ti decidi a dirmelo?-
insistette Kagome
Invece di risponderle, Inuyasha la
prese tra le braccia e la baciò. Non era bravo con le parole, meglio passare ai
fatti.
-Hai capito ora?- le chiese poi
-Uhm...Più o meno...Credo di aver
bisogno di qualche altra spiegazione...- rispose lei sorridente prima di unire
nuovamente le loro labbra
-Guarda quei due ragazzi, che
carini!-
-Già. Probabilmente lei aspetta un
bambino...-
Le voci delle altre clienti
riportarono i due innamorati sulla terra. Rossi per l’imbarazzo, si affrettarono
a pagare il loro acquisto e ad uscire dal negozio. Appena fuori, tuttavia, non
poterono fare a meno di scoppiare a ridere per la figura appena fatta. Poi, mano
nella mano, tornarono verso casa.