Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: __MariMalfoy    25/01/2012    12 recensioni
July vive in una dimensione fuori dalla realtà: non è nessuno in quella insignificante scuola superiore e passa il tempo nell'aula di matematica e in biblioteca, a consumare barrette al triplo cioccolato bianco. Non essendo nessuno, vede e ascolta, proprio come una comparsa. Sa segreti che gli altri non immaginano neanche.
Liam è il contrario di July. Con una vita sentimentale intricata e quattro amici squinternati, è il protagonista costante dell'attenzione degli studenti e specialmente delle studentesse.
E se i loro destini si intrecciassero? Non resta che leggere! ;)
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
cap 4 like an extra

Like an Extra

like an extra

Capitolo quattro

 {Till now I always got on my own
I never really cared until I met you
Alone – Celine Dion}

 
Quando la campanella era suonata di nuovo mi ero trascinata pesantemente verso l’aula di matematica, che era come al solito vuota. Pareva che in quella scuola ci fosse una certa tendenza ad arrivare in ritardo o comunque a far incazzare i professori che poi ci uccidevano di compiti extra.
Invece, dopo pochi attimi durante i quali avevo sistemato lo zaino e tirato fuori quaderni e matite, vidi Niall trotterellare nella mia direzione con la cioccolata in mano e un sorriso furbetto. Sbatacchiò le tre barrette di Mars di fronte a me, le indicò e poi lanciò lo zaino a tracolla a terra e sedette accanto a me.
“Una per il favore di ieri di Rikki, una per le tue geniali e sbagliate intuizioni su di me e una… così, da condividere” elencò divertito, lo sguardo azzurro fisso su di me.
Ne afferrai una, spinta dalla golosità. “Un’ulteriore prova della tua corruzione nei miei confronti, Horan”
“Sono delle barrette per ringraziarti!” esclamò lui, offeso. Ridacchiai, non appena incontrai la sua faccia sorpresa.
I suoi occhi mi spinsero così tanto alla deriva che fui costretta ad annuire e ad accontentarlo, cedendo alla sua espressione da cucciolo bastonato.
“Va bene, Niall, le prenderò come ringraziamento - ne spaccai giusto una a metà per poi porgergliela, mentre il professore attraversava la stanza e sbatteva il registro sul banco con forza inaudita. – Oggi il prof è poco incazzato” osservai sarcastica.
“Menomale spiega” sospirò Niall sollevato, dando un morso alla barretta di Mars.
In un attimo la lavagna si riempì di x, y e z, con tanto di funzioni, piani cartesiani, triangoli, teoremi, in un continuo scambio di informazioni indecifrabili per la sottoscritta, che stava come sempre mangiucchiando di nascosto, e per Niall, assorto in una chiacchierata mentale con sé stesso.
“July? Non posso tenere nascosto il segreto di quel terzo Mars”
Confusa dalla sua affermazione, mi voltai verso di lui, interrogativa.
“Niall, cosa stai blaterando?” chiesi perplessa.
Il biondo cominciò a giocherellare con la sua matita, mentre le parole in aramaico antico del professore risuonavano nella stanza, come se avesse voluto imprimerle a forza nel cervello degli studenti assopiti.
“Potresti cortesemente spiegarmi il discorso contorto che hai fatto a Liam ieri? Lo hai confuso come non mai”
Ridacchiai, ma allo stesso tempo dentro di me c’era un vago senso di preoccupazione e fastidio, quel fastidio che avevo provato anche prima, quella mattina, quando li sentivo parlare della partita – probabilmente - di calcio.
“Gli ho solo chiesto di Genevieve e Chloe” spiegai cristallina.
Niall arricciò le labbra. “I film e la vita non sono esattamente la stessa cosa, Juls. Potresti non confonderlo più di quanto non lo sia già? È tremendamente paranoico, adesso: dice che sei una filosofa”
“Niall, mi fai sentire in colpa – dissi, turbata. – Non dirmi che anche i tuoi amici sanno dei miei discorsi insensati, ti prego.”
Dal nervosismo che catturò il mio animo, mi rigirai una ciocca di capelli dietro l’orecchio, e Niall sbatté la penna sul banco, come per farmi soffrire di più.
“No – esalò infine – Liam racconta questo genere di cose solo a me: sa che Harry è un pettegolo e lo direbbe a Louis e che poi lo prenderebbero in giro a vita, invece Zayn non si fa molti problemi al riguardo”
“Allora sposatevi, visto che siete così uniti” il tono della mia voce divenne velenosa all’improvviso, ma non perché fossi gelosa del rapporto di Liam e Niall o comunque del fatto che fossero realmente migliori amici e che si dicessero tutto.
Avevo sempre avuto ragione in quegli anni, allora: in quel gruppetto c’erano più scheletri che in qualunque altro esistente. Era come se ci fosse una spaccatura tra di loro: Niall e Liam da una parte che si confidavano tra loro, Harry e Louis da un’altra così uniti da far venire il vomito, e Zayn da solo. Quest’ultimo era in bilico tra le due coppie, ma molto spesso vedevo che stava di più con Liam e Niall che con Harry e Louis: era in pratica un quintetto diviso da ostacoli invisibili.
“Rikki se la prenderebbe a male - borbottò divertito Niall, osservando i geroglifici alla lavagna. – Non ti offendere, July. È incredibile che per un giorno non mi abbia parlato di Genevieve e Chloe”
Sorrisi istintivamente, mentre scrivevo un’ultima equazione. “Allora è ancora indeciso”
“Sì – la risposta di Niall mi giunse come un lungo lamento rassegnato. – E’ sfiancante, almeno per me che devo ascoltarlo ogni volta”
“E’ il minimo che tu possa fare, visto che è il tuo migliore amico”
Niall non rispose per un bel po’ perché il professore aveva cominciato a scrutare la stanza sospettoso in cerca di una vittima da spellare, ma poi si arrese e si rigirò verso la lavagna continuando a scrivere con il gessetto, il quale strideva terribilmente.
“Ci sono più divisioni nel vostro gruppetto che in altri – dissi poi, quando Niall mi rivolse la sua attenzione. – Tu, Liam e Zayn da una parte; Harry e Louis da un’altra… quante volte hai raccontato qualcosa di tuo personale a Styles?”
Niall parve rifletterci un po’ su e fece per ribattere e confutare la mia teoria, ma poi abbassò la testa e borbottò qualche parola, arreso.
“Mai - esalò sincero – ma tu smettila con queste tue osservazione da filosofa barra psicologa: mi fai saltare i nervi, poi diventerò come Liam e Rikki mi lascerà, perciò zitta”
Ridacchiai. “Sì, capo. Ma sei così interessato a sentire la lezione?”
“No”
“Allora dovrai sorbirmi per un po’, Horan – sbadigliai divertita. – Ma perché state con Harry e Louis e sembrate così felici se vi nascondete tutte queste cose?”
Niall scarabocchiò qualcosa sul foglio, poi lo strappò, lo ripiegò e lo spinse verso di me, indifferente. Era proprio intenzionato a ignorarmi  e il messaggio speditomi con il fogliettino era piuttosto chiaro: voglio seguire matematica.
“Niall, tu non hai mai voluto seguire matematica!”
Lui mi lanciò un’occhiata divertita e mi fece segno di stare zitta. Protestai di nuovo, perché volevo sapere molte più informazioni sulla reazione di Liam, ma Niall era testardo e non cedeva facilmente.
Alla fine mi rassegnai, sbuffando.
Quando la campanella suonò, Niall sorrise divertito, mi batté una mano sulla spalla e sparì in un attimo, correndo tra i banchi e quasi schiantandosi contro una ragazza dalla fretta. Intuii che Rikki non sarebbe venuta in biblioteca, probabilmente avrebbe fatto un lungo elenco di poesie al suo ragazzo, e d’altra parte speravo che non ci fosse neanche Chloe.
Era strano che pensassi all’arrivo di Liam quel giorno: non volevo sapere com’erano andati gli studi sul libro di scienze o com’era andata con le due ragazze, volevo sapere cosa pensava di quello che gli avevo detto e a chi l’aveva detto. Non sopportavo l’idea di essere umiliata per le mie parole che, per quanto stupide, erano sempre mie.
Decisi che se Liam James Payne fosse entrato da quella porta non gli avrei accennato niente riguardo ai miei discorsi: magari era lui a fare il primo passo, oppure mi avrebbe urlato contro che ero una pazza scatenata che non sapeva fare altro se non seguirlo e spiare la sua vita privata. Non sarebbe stato neanche sbagliato se me lo avesse detto.
Entrai in biblioteca, come al solito vuota. Si sentivano soltanto i rumori inquietanti di quella lampada al neon che lampeggiava e che aveva decisamente bisogno di essere riparata. Per il resto, tutto era calmo e tranquillo, e avrei passato il pomeriggio a giocare a “Hearts” sul computer oltre che a fare matematica, perché quel dannato libro di Romeo e Giulietta l’avevo finalmente lasciato a casa, nascosto in un cassetto dello scrivania.
Avrei voluto che qualcuno apparisse: mi sentivo tremendamente sola, nonostante avessi passato il pranzo con Arleen e la lezione di matematica con le barrette di Mars e i racconti strambi di Niall. Mi era ancora rimasto del cioccolato: il mio compagno di banco non se n’era neanche accorto ed era volato via in un attimo, lasciando quella deliziosa merenda lì da sola. Golosa com’ero, non ci avevo riflettuto neanche un attimo e l’avevo presa e infilata nella borsa.
Aprii lo zaino, tirai fuori la barretta e le diedi un altro morso, sempre nella perenne convinzione che da lì a poco sarei diventata una balena di dimensioni enormi. La porta della biblioteca sbatté, cosicché mi ritrovai un viso familiare davanti che mi osservava mangiare.
“Ciao, Liam. Com’è andata la partita di Zayn?” chiesi immediatamente divertita, ridendo alla sua faccia sorpresa.
Senza nascondere l’incredulità, Liam prese il libro di scienze e lo sbatté sul bancone. “Male – disse, - hanno perso per un briciolo, Zayn stamattina avrebbe voluto uccidere chiunque”
“L’ho sentito”
Presi il libro di scienze, registrai la transazione e poi con molta poca cura, lo gettai da una parte dove sarebbe rimasto per molto, moltissimo tempo. Liam mi scrutò ancora una volta, sorpreso.
“Sai, ragazza dal nome sconosciuto, tu mi sorprendi molto. Sembra che tu abbia le orecchie ovunque”
Ridacchiai. “Se Zayn non urlasse la mattina alle 9 perché ha perso una partita, allora non lo sentirei”
“Non stava urlando, stava chiacchierando con noi” disse Liam perplesso, afferrando una sedia e sedendosi di fronte a me, che ancora mangiavo la mia barretta di Mars.
“Appunto – convenni biascicando. – Non vi siete neanche accorti di una comparsa che vi è passata accanto e ha origliato”
Lui si passò una mano tra i capelli e puntò i suoi occhi su di me, in una chiara voglia di capire cosa attraversasse il mio cervello bacato in quel momento. Avrei voluto dirgli di smettere di guardarmi in quel modo: mi infastidiva il fatto che mi squadrasse; sembrava che cercasse di capire la mia anima, fino in fondo. Non ebbi il coraggio di abbassare lo sguardo e mi limitai ad inarcare un sopracciglio.
“Sto cercando di capire la tua onda di pensiero – disse infine Liam, con un sorriso. – Dici di essere una comparsa nelle nostre vite, ma penso che molto presto diverrai un personaggio cardine della vicenda”
“Stai delirando, Payne. Oggi non hai neppure cagato di striscio la povera Chloe che ti ha salutato: potresti anche smetterla di creare a quelle due poveracce un’illusione che si rivelerà molto controproducente per te”
“Parla come mangi, ragazza dal nome sconosciuto – ridacchiò Liam, osservando la mia faccia contrariata. – E’ vero, non ho ancora deciso, ma è un problema?”
Una domanda sulla sua intelligenza sorse spontanea nella mia testa, ma poi convinsi me stessa che era un maschio e quindi non poteva capire la complicata psicologia femminile. Sapevo che questo triangolo da qui a breve si sarebbe rivelato un disastro, e Liam si sarebbe trovato davanti ad un bivio difficilissimo, da superare.
Schioccai il palato, con ovvietà. “Il Ballo D’Inverno è tra poco. Chi inviterai, Liam? La bellissima Chloe o la talentuosissima Genevieve?”
Il suo bel viso si oscurò immediatamente e scorsi i suoi pensieri contorti che affioravano attraverso la sua espressione pensierosa. Quell’evento, che per tutti era la bellezza dell’anno e che aveva una copia anche a primavera e alla fine dei semestri, non mi entusiasmava affatto per molti motivi: uno, nessuno mi avrebbe accompagnata; due, non adoravo le feste; tre, era solo una maschera di ballo per giudicare i vestiti degli altri.
“Devo pensarci, ragazza sconosciuta. Sono due personalità diverse, ma mi piacciono entrambe, anche se non voglio farle soffrire… e tu, con chi andrai?” chiese, con tutta l’intenzione di farmi incazzare, ma stranamente non mi arrabbiai.
Sorrisi. “Non verrò, questo è il punto. La comparsa resta una comparsa”
“E se diventassi la protagonista? Ti dispiacerebbe? – scrutò di nuovo il mio viso impassibile, mentre  nella mia testa si alternavano varie opzioni. – Non dire che non ti dispiacerebbe, forse il ballo è un’occasione che ti si presenta e tu devi coglierla”
“Non ci penso neanche a venire, neanche se Niall Horan mi corrompesse con cinquecento barrette di Mars come fa tutti i giorni a matematica. Non è il mio mondo, essere al centro dell’attenzione” sospirai, prima di lanciare la carta del Mars nel cestino sotto al bancone.
Il silenzio che seguì dopo parve carico di pensieri contorti e dubbiosi: Liam pensava sicuramente a chi invitare, se Genevieve o Chloe, e la sottoscritta rifletteva sulla serata che avrebbe passato quel giorno del Ballo D’Inverno.
“Sei in classe di matematica con Niall? – chiese all’improvviso Liam, cogliendomi di sorpresa. Annuii e gli scoccai un’occhiata dubbiosa. – Allora dovresti essere July, giusto?”
“Giusta intuizione, Watson” commentai sarcastica. Era passato un giorno intero e non mi aveva ancora chiesto come mi chiamavo, ma fortunatamente aveva collegato i neuroni e ce l’aveva fatta ad indovinare.
Liam rise. “Niall dice sempre che gli pari il culo in ogni occasione. Deve essere bello avere una compagna di banco come te”
“Già, ma d’altra parte non è molto bello – bisbigliai, un po’ avvelenata. Servivo sempre e solo a parare il culo, altro che Mars. – So ogni singolo dettaglio di voi cinque squinternati, tra poco anche il colore delle tue mutande, Liam”
“Niall è sempre così quando si arrabbia: sfotte” convenne lui, con un sorriso.
La rabbia che mi montò addosso per la rivendicazione delle mie parole fu più grande del resto e il mio umore ebbe un incredibile tracollo, tanto che divenni così scura in viso che notai su quello di Liam una leggera espressione di preoccupazione.
“Sai Liam, non ti conosco molto – dissi, il tono di voce più sarcastico che mai. – Ma per favore, non sventolare ai quattro venti ciò che ti dico riguardo la mia vita di comparsa. Non mi fa un granché piacere, anche se ti ho scandalizzato e sei diventato paranoico”
“Ho solo detto a Niall che mi hai sorpreso, tutto qui” protestò lui, già sulla difensiva.
Sbuffai, e una voglia incontenibile di sbattere la testa contro la scrivania prese il mio animo. Avrei voluto non dirgli nulla, mettermi un cerotto sulla bocca e tornare a fare la comparsa, come sempre, non immischiarmi nei fattacci altrui com’ero solita.
“Va bene, sì, scusa”
“Sei strana, July”
“E’ la settima volta che me lo dici, Liam, e non posso farci niente: sono fatta così e sparo minchiate ogni tre per due, quindi non ascoltarmi - dissi contrariata, mentre mi avvicinavo all’interruttore della luce lampeggiante e lo spegnevo: mi dava sui nervi, esattamente come quel ramo della conversazione. Sospirai. – Seriamente, mi dispiace di averti fatto il lavaggio del cervello”
Lui ridacchiò della mia espressione sfinita. “A me ha fatto piacere, invece - Liam diede un’occhiata veloce all’orologio, si alzò e con un sorriso, prese la via della porta. – Devo andare, July, ho un incontro con Chloe”
“Ci vediamo, e vedi di fare la scelta che ti senti e non stare ad ascoltare le scommesse che circolano in questi posti loschi come la biblioteca” sorrisi divertita, prima che lui sparisse salutandomi con la mano.
E in quel momento progettai altri lavaggi del cervello: l’idea di fare la filosofa non mi disgustava affatto.

Carrot's corner
Eccomi qui con questo capitolo alquanto osceno... annuncio che ho un blocco in corso di dimensioni enormi, NON SAPETE QUANTO SIA GROSSO, ma per vostra fortuna - o sfortuna - ho scritto 22 capitoli e quindi non la scampate in ogni caso. E voi non sapete quando sia incredibilmente fogata in questi giorni, devo sinceramente calmarmi. Mi scuso con le persone che non ho avvisato tramite twitter dell'aggiornamento ma ci sono stati dei problemi :3 In ogni caso, grazie mille per le recensioni, le apprezzo moltissimo!
Anche se sono stata inghiottita dalla scuola, non mi dimenticherò di ringraziarvi con le risposte... scusatemi veramente tanto, ma sto morendo distrutta dai compiti e dagli impegni. E il mio cuore sta avendo dei collassi in questi tempi, inimmaginabili.
Sto scrivendo una nuova ff, ma ve ne parlerò quando questa finirà :)
Grazie davvero a tutte, ai 15 preferiti, ai 5 ricordate, ai 13 seguiti! E non abbiate paura a esprimere la vostra opinione, mica mi offendo.
Ah, passate da queste bella fanfiction di qualità (?) di Bethan_ "Iris". yo, se le merita, le recensioni. ùù
a presto!
Mari xxx
  
Leggi le 12 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: __MariMalfoy