11° CAPITOLO
Un mese dopo.
“Questo vaso dove lo metto?” domandò Rukawa.
“Sopra il mobiletto dell’entrata.” Gli rispose Lory.
“Secondo voi il tavolino di vetro dove sta meglio?” chiese
Akira.
“Direi di metterlo in mezzo al salone. Tra le poltrone e il
televisore. Voi cosa ne dite?” disse Katia
“Sono d’accordo.” Rispose Lory.
“Anch’io.” Le fece eco Akira.
“Pure io.” Affermò Rukawa.
“Qualcuno ha visto il martello? Devo attaccare i chiodi per
il quadro ma non lo trovo.” Domandò Katia.
“Ce l’ho io. Tieni.” Le disse
Rukawa avvicinandolesi per passarle il martello.
“Grazie Kaede.”
“Mi piace sentirti pronunciare il mio nome.” Le sussurrò all’orecchio.
Katia arrossì ripensando alla prima volta che l’aveva
chiamato per nome. Era successo una notte di un mese prima.
Da allora erano cambiate molte cose.
Lory aveva deciso di continuare gli studi in Giappone.
Nella versione ufficiale, ovvero per i suoi genitori, perché le piaceva tanto
il Giappone e il programma di studio delle scuole giapponesi era
più completo di quello italiano. Nella versione ufficiosa
perché non voleva separarsi da Akira.
Aveva dovuto già farlo una volta ed avevano sofferto
entrambi moltissimo. Ora che il loro rapporto era ancora più profondo sarebbe
stato peggio. Aveva iniziato a frequentare la scuola da qualche giorno. In
pratica si vedeva pochissimo con la sua amica. Già, perché si
era iscritta al Ryonan, la scuola del suo amore.
Un altro cambiamento era avvenuto anche nel rapporto tra
Katia e Kaede. La loro storia era già pubblica, ma
Kaede aveva insistito affinché Katia conoscesse i suoi genitori, e anche lei
aveva parlato di lui ai suoi. Durante le vacanze invernali avevano già
programmato di andare in Italia, un po’ per permettere a Katia e Briciola di
rivedere i loro cari, un po’ per far conoscere a questi ultimi Rukawa.
Katia finì di attaccare il quadro e si guardò in giro
osservando il cambiamento più recente.
Stavano finendo di arredare la loro casa.
Il piccolo condominio dove abitavano fino a poco prima le
due ragazze aveva cambiato padrone e questo aveva dato
lo sfratto a tutti in quanto avrebbe fatto diventare lo stabile un ristorante.
In poco tempo, quindi, le ragazze avevano dovuto cercare un
posto dove stare.
Akira e Kaede avevano dato loro una mano e a furia di
cercare avevano trovato quella villetta. Se ne erano
innamorati tutti. Ma per le finanze delle due ragazze
era troppo cara. Entrambe lavoravano, ma il loro stipendio non sarebbe bastato. Così ad Akira e Kaede era venuta un’idea:
andare a vivere tutti insieme. L’idea fu accolta con
entusiasmo da Katia e Lory, e anche le famiglie dei ragazzi non fecero
problemi. Così la affittarono.
Ed ora eccoli lì. Intenti ad
arredare la casa. La loro casa.
In quel momento arrivò Briciola seguita da un gatto che
iniziò a strusciarsi miagolando contro le gambe di Katia che intuì subito quale
fosse il problema. Si diresse in cucina prese le due
ciotole e diede loro da mangiare. L’altro gatto era di Akira.
Cambiando casa non aveva voluto lasciarlo essendoci troppo affezionato. Il
problema principale era la convivenza con Briciola, ma la cosa si risolse bene.
I due felini, infatti, andavano d’amore e d’accordo. Tanto
che entro breve Briciola avrebbe dato alla luce la sua prima cucciolata.
Mentre li osservava mangiare sentì il suo stomaco
brontolare. Anche per loro era arrivato il momento di
cenare.
“Ehi ragazzi, che ne dite di mangiare?” propose.
“Ottima idea, io sto morendo di fame.” Le rispose Kaede.
“Anch’io.” Disse Akira.
“Io non ci vedo più dalla fame.” Concluse Lory.
I ragazzi cenarono. Finita la cena erano
tutti troppo stanchi per mettersi ancora a sballare scatoloni e sistemare
mobili. Perciò decisero di andare a dormire.
I quattro ragazzi e i due gatti si diressero al piano di
sopra. Si augurarono la buonanotte, poi Akira aprì la prima porta a destra ed
entrò nella stanza seguito da Lory. Briciola e Shun,
così si chiamava l’altro gatto, entrarono nella seconda stanza che i ragazzi
avevano arredato come un piccolo studio. Lì c’era il tavolino del computer,
altre due scrivanie abbastanza grandi perché ci stessero comodamente due
persone su ognuna, un piccolo divanetto e una poltrona che veniva
usata dai gatti come cuccia.
Infine Katia e Kaede entrarono nella terza stanza. Chiusero
la porta dietro di loro lasciando fuori il resto del mondo.
Qualche ora dopo, mentre era stretta tra le braccia di
Rukawa che sembrava si fosse addormentato, Katia ripensò
alla sua vita. Aveva passato un brutto periodo che l’aveva indotta a scappare. Ma ora capiva che la sua fuga era servita a farle trovare
qualcosa di veramente importante: degli amici fantastici, con i quali passava
giornate fantastiche. Tipo il giorno prima durante la
festa di compleanno di Haruko. Si erano divertiti moltissimo. Si erano anche
accorti che c’erano solo coppie: Haruko e Sakuragi,
Kaede e Katia, Lory e Akira, Ayako e Miyagi, Kogure e Mitsui, Mito e Miyu la
sua ragazza con la quale stava da pochi giorni ma che conosceva da anni.
Incredibilmente, anche gli altri dell’armata Sakuragi avevano qualcuno. Anche
se poi si è scoperto che erano le cugine di Okusu. Nonostante ciò Katia era pronta a scommettere che tra Noma e Reyka
presto ci sarebbe stato qualcosa.
Ma questa non era stata l’unica
sorpresa.
Anche il gorilla, ops… il capitano
Akagi si era presentato con una ragazza, Akane e si capiva chiaramente che
erano pazzi l’uno dell’altra. Ciò che aveva colpito tutti di Akane
era la sua folta capigliatura rosso fuoco. Ricordava molto quella di qualcun
altro. E non si trattava di una coincidenza. Akane infatti si era rivelata essere la sorella di Sakuragi. Quando gli altri l’avevano saputo non avevano potuto fare a
meno di prendere in giro il povero Akagi.
‘A quanto pare era proprio destinato
ad avere Sakuragi come cognato’ aveva pensato Katia.
Ma oltre ai suoi amici aveva
trovato qualcos’altro di ancora più prezioso. Aveva trovato un ragazzo che
amava. In quel momento Katia si sentiva talmente felice che non riuscì a
trattenersi.
“Kaede?” lo chiamò.
“Hn.” Le rispose.
“Sei sveglio?”
“Sì, ma non per molto.”
“Volevo solo dirti una cosa.”
“Cosa?”
Lei alzò il viso per guardarlo negli occhi.
“Ti amo Kaede. E non mi sono mai sentita così felice.”
Lui sorrise.
“Anch’io ti amo Katia. E sono felice. Sei tu che mi fai sentire felice.”
Dopodiché abbassò il viso e la baciò.
Quando si staccarono Katia si adagiò
meglio tra le braccia di Kaede ed abbracciati si addormentarono.
FINE
Che ne dite? Vi è piaciuta? Fatemelo
sapere scrivendo al mio indirizzo mail: kaeru@tele2.it .
Aspetto tutte e tre le c, ovvero complimenti (graditissimi
^____^), commenti (graditi ^__^) e critiche (se
proprio dovete ^_^’ ).
Ciao e alla prossima! (Forse! ^_^)