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Autore: Lione94    26/01/2012    3 recensioni
Un nome,
una profezia,
una guerra millenaria fra Angeli e Demoni.
Allie Fox, come ogni comune adolescente, ha smesso di credere alla magia dei bambini, ma sarà costretta a ricrederci dopo aver messo la sua firma su un libro incantato: mai sottovalutare il potere delle parole!
Sarà così coinvolta in un conflitto tra Bene e Male e, tra profezie, diavoli guastafeste, gatti parlanti, angeli custodi e un affascinate Principe dei Demoni, la sua vita cambierà completamente.
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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8. Territorio Neutrale






 Sebbene quella notte avessi dormito poche ore per via della mia visita nei Cieli, non riuscii a riaddormentarmi per le troppe emozioni, così la mattina quando mio padre si svegliò mi sorprese già vestita per la scuola mentre facevo colazione
in cucina.
 << Al, va tutto bene? >> mi domandò con la voce ancora impastata dal sonno ma con gli occhi castani che mi osservavano attenti.
 Annuii e cercai di sorridere per tranquillizzarlo. Doveva essersi accordo della mia aria strana.
 Dentro di me sentivo il cuore battere forte per aver conosciuto finalmente mia madre. Chissà quale sarebbe stata la reazione di papà alla notizia... dovevo contenermi dal raccontargli tutto.
 Insomma la mamma non era morta!
 Mi sentivo così felice, come se la mia vita adesso fosse di nuovo completa.
 Eppure quella mattina l’euforia non era la sola cosa che mi animava, sentivo una sorta di agitazione che mi schiacciava il petto in una morsa.
 A scuola avrei rivisto Layo... e allora come mi sarei dovuta comportare? Avrei dovuto imparare a temerlo, a controllare ogni suo gesto con la paura che fosse comandato dal volere del padre?
 << Sicura? >> insisté Nathaniel mentre il suo lato professionale prendeva il sopravvento su di lui.
 Mi scostai prima che potesse sentirmi la febbre.
 << Sì papà. Non preoccuparti… sono un po’ agitata per l’interrogazione di storia >> buttai lì.
 La prima di una serie infinita di bugie che sarebbero diventate sempre più grandi, fino a dividerci.
 << Se hai studiato andrà tutto bene >> m’incoraggiò fiducioso bevendo un lungo sorso di caffè bollente.
 Annuii ancora e attesi che si preparasse per accompagnarmi a scuola (anche se non sembrava più arrabbiato la punizione purtroppo era ancora valida).
 Giunsi a scuola in un tale stato di paranoia totale che quasi lanciai un urlo terrorizzato quando Jo mi toccò un braccio per salutarmi, sorprendendomi alle spalle.
 Ma per quanto cercassi quel familiare sguardo scuro, non lo incontrai nemmeno al corso di letteratura che frequentavamo insieme.
 Il banco accanto al mio rimase vuoto per tutta l'ora.
 Poiché era bel tempo, quando fu ora di pranzo mangiai nel cortile insieme a Jo e ai gemelli, ma non riuscii a godermi la loro allegria e nemmeno il sole, troppo presa dai miei pensieri.
 Ormai mi ero rassegnata che quel giorno non sarebbe venuto e forse nemmeno quelli successivi.
 Al suono della campanella fui la prima a rientrare e mi diressi al mio armadietto per prendere i libri di spagnolo. Quando richiusi lo sportello incontrai i due occhi neri che avevo tanto aspettato.
 << Layo! >> esclamai sorpresa, beccandomi subito un’occhiataccia da lui per aver pronunciato il nome sbagliato nel luogo sbagliato.
 Mi incamminai per il corridoio incerta se ignorarlo o no mentre mi camminava accanto silenzioso. Non riuscii a trattenermi: << Pensavo che non venissi più >> gli dissi con tono d’accusa girandomi verso di lui.
 << Sono stato trattenuto >> pronunciò l’ultima parola con tono che sembrava annoiato. Mi fermai a guardarlo per osservare un’espressione sarcastica illuminargli il volto. << Questioni politiche >>
 << Cosa? >> sbottai curiosa.
 << Affari di Grimorio, Allie >> rispose lui senza darmi ulteriori spiegazioni.
 Mi dava ai nervi quando faceva il misterioso. Il suo sorrisetto divertito mi irritò ancor di più, così ripresi a camminare cercando di evitarlo, ma mi seguì nuovamente.
 << Stavate escogitando dei piani per come farmi fuori, suppongo >> lo provocai, sperando che quelle da me pronunciate fossero solo parole.
 Mi afferrò bruscamente per il polso, strattonandomi per farmi fermare. Intercettai lo sguardo di alcuni studenti che ci guardavano curiosi, tra i quali c'era anche Jo che mi lanciò un’occhiata penetrante. Arrossi per tutta quell’attenzione ma Layo sembrò non farci caso.
 << Credi davvero che io sia come mio padre? >> mi domandò serio.
 << Può darsi >> gli risposi a denti stretti, senza riflettere.
 Un guizzo di rabbia passò nel suo sguardo trasfigurando per un attimo il suo volto impassibile. Gli occhi assunsero una sfumatura rossastra. Rabbrividii lanciandogli un’occhiata spaventata.
 Essere paragonato a quel diavolo non doveva piacergli molto.
 Lui si accorse del mio disagio e abbassò gli occhi mentre assumeva una cupa un’espressione: << Già, d’altronde lo dice anche il detto, no? Tale padre, tale figlio >>.
 << No! >> esclamai con veemenza facendo voltare dalla nostra parte un po’ di studenti ritardatari che correvano alle loro aule. In effetti anche noi eravamo in ritardo, molto in ritardo. << Senti Eric >> mi ricordai di chiamarlo con il nome giusto << Io sono sicura che tu non sei come tuo padre, forse l’unica cosa che hai ripreso da lui è il fascino demoniaco >>.
 Alzò lo sguardo su di me e arrossii di colpo rendendomi conto delle parole che avevo detto.
 << Lo prenderò come un complimento >> ghignò divertito.
 Riprendemmo a camminare e ci fermammo davanti la porta dell’aula di spagnolo. Per fortuna la professoressa ancora non era arrivata quindi tecnicamente non eravamo poi così in ritardo.
 << Allora >> dissi esitante prima di entrare << Di che piani si parlava? >>
 << Demon ed Evangeline hanno stabilito la scuola come Territorio Neutrale >>
 << Davvero? >> domandai sorpresa.
 << E’ stata un’idea di Demon >> continuò Layo stupendomi ancor di più << Oh non pensare che questo sia dovuto alla sua magnanimità ma piuttosto alla sua subdola mente >> scoppiò in una risata priva di divertimento << Pensa che tu o gli angeli sareste capaci di colpirmi o di usarmi contro di lui… come se pensasse davvero che io lo approvi >> aggiunse poi sprezzante << Quindi Evangeline per mettere al sicuro anche te ha deciso di stabilire la scuola come Territorio Neutrale dato che qui Gwen non può seguirti >>.
 << Come sai di Gwen? >>
 << C’era anche lei >>.
 Lo guardai illuminata mentre un pensiero mi attraversava la mente.
 << No, non c’è concesso altro tempo oltre quello delle lezioni, qui a scuola. Quindi niente corsi extra o punizioni >> mi disse intuendo i miei piani.
 << Peccato, sembrava una buona idea >>
 << Lawolf, Fox! >>
 Una voce imperiosa ci fece trasalire e ci voltammo per vedere la professoressa di spagnolo guardarci con astio.
 << Che cosa ci fate qui fuori? Entrate subito in classe! >>

 Al termine delle lezioni ci avviammo verso casa insieme. Questa volta non si lamentò del mio passo lento, anzi fui io che dovetti adattarmi alla sua camminata assorta.
 Quando arrivammo davanti casa aprii la porta ed entrai lasciando l’ingresso aperto, convinta che Layo sarebbe entrato come le altre volte.
 Lo guardai confusa mentre esitava sulla soglia, occhieggiando l’interno.
 << Non credo sia una buona idea >> lo fermò Gwen comparendo nell’ingresso facendomi sobbalzare. Nella sua voce scorsi un tono di rimprovero. << Tu sei dalla parte nemica, Layo. Non dovete dimenticarlo >> ci guardò a tutti e due ammonendoci con un’occhiata. << E poi sai che se Nathaniel scopre che vi frequentate succederà un guaio… potrebbe iniziare a sospettare che la magia di Grimorio sia stata risvegliata>>
 << Perché? >> mi girai verso Layo e poi un ricordo mi tornò alla mente: << Aspetta. Una volta mi dissi che era stata una fortuna che mio padre non ti aveva riconosciuto. Lui sa…? >>
 << Sì, sa che sono figlio di Demon >>.
 Adesso capivo perché non mi aveva mai fatto avvicinare a lui!
 << Non è solo per quello >> intervenne Gwen << La madre di Layo era fidanzata con tuo padre quand’erano giovani, e lei fu la prima cosa che Demon gli portò via quando iniziò la guerra >>.
 Quella notizia fu come un fulmine a ciel sereno. Che cosa?!
 << Già, credo che sarà meglio che torni a casa >> disse Layo. Mi avvicinai per salutarlo ma fece un passo indietro scuotendo la testa, poi si allontanò velocemente per la strada e un attimo dopo girato l’angolo era già scomparso.
 …Adesso aveva anche paura di toccarmi!
 << E’ meglio così Allie >> disse all’angelo alle mie spalle << E sarebbe ancora meglio se da adesso in poi vi ignoraste completamente >>.
 Davvero fantastico!
 Rientrai a casa sbattendomi nervosa la porta alle spalle e lanciai un’occhiata a Gwen: << Quante cose dovrò scoprire ancora su conto di mio padre? >> domandai inquieta << Quante cose ha perso per via di Grimorio? >>.
 << Allie, lui non ha perso tutto, lui ha avuto te. Sono certa che Nathaniel non cambierebbe mai ciò che è avvenuto in passato solo per averti nel suo presente >>.
 << Quante cose dovrò perdere io, allora? >> domandai ancora con la voce resa stridula dall’agitazione.
 A quelle parole capii che la mia vita stava già cambiando. Avevo perso la mia realtà, quello che mi circondava era cambiato. Persino mio padre. La mia vita si stava trasformando in un intreccio complicato di vicende e di volti sconosciuti.
 Non ero più la solita Allie Fox, no… adesso ero figlia di un umano e di un angelo - un angelo!! - ed ero coinvolta in una guerra contro i demoni.
 Indietreggia da Gwen, sentendo come se la casa fosse una prigione soffocante.
 << Non credo di farcela! >>
 Attraversai veloce il salotto e prima che Gwen potesse capire le mie intenzioni fuggi dalla porta del retro.
 << Allie, no! >>
 Mi ritrovai a correre tra i campi, mentre i pensieri mi vorticavano nella testa. Mi fermai per cercare di riflettere e di calmare il cuore impazzito e il respiro ansante.
 Bel modo di affrontare le cose, non credete? Scappare in preda ad una crisi isterica. Complimenti Allie!
 Ripresi a camminare più calma, vagando a caso tra i campi. Non avevo voglia di tornare subito a casa e affrontare Gwen. Il mio stomaco protestò per la mancanza di cibo ma lo ignorai.
 In quel momento avevo in mente solo lo sguardo di Layo, scuro e indecifrabile, mentre si allontanava di scatto da me prima di andarsene.
 Un odore acre m’investì stordendomi e il Richiamangeli al mio collo tintinnò forte. Un attimo dopo sentii uno strattone alle gambe e mi ritrovai a testa in giù con le caviglie strette in un laccio bianco e viscoso.
 << Ma guarda chi è venuto a degnarci della sua presenza >> esclamò qualcuno sopra di me e alzando lo sguardo scioccata vidi che chi mi teneva in alto era una diavolessa che volava stringendomi forte le gambe con le sue dita pallide. Aveva due magnetici occhi violetti, dello stesso colore del suo corto vestito che lasciava intravedere le sue curve sinuose. I lunghi capelli neri corvino erano arruffati intorno al suo volto dal pallido incarnato conferendole un'aura selvaggia. Era bellissima ma terribilmente spaventosa.
 << Guarda guarda, il moscerino è finito nella tela del ragno >> disse un’altra voce, seguita dalle risate di altre.
 La diavolessa mi girò di scatto per farmi vedere che ero circondata da altri quattro, tra cui riconobbi Gilderoy. Erano seduti intorno ad un fuocherello acceso dove stava arrostendo qualcosa ma alla mia vista si alzarono in piedi ridendo. Il mio sguardo cadde sui canini messi in bella mostra dalle loro risate.
 << Mettimi giù! >> ordinai alla diavolessa, agitandomi. La testa mi pulsava orribilmente per via di quella scomoda posizione e il cuore aveva iniziato a battere forte per la paura improvvisa. << Lasciami subito! >>
 << Ai suoi ordini, vostra altezza! >> ghignò lei e mi lasciò cadere tra le braccia di Gilderoy, le caviglie sempre strette nella morsa della corda.
 << Credevamo avremmo dovuto passare chissà quante ore ad controllarti e invece eccoti qui! >> mi disse trionfante, sballottandomi tra le sue braccia.
 Un momento! Questo voleva dire, che erano lì per aspettare una mia mossa sbagliata? Com’ero stata stupida!
 << Portiamola da Demon >> propose subito un diavolo.
 << A quanto pare vincere questa guerra sarà più facile del prestito >> risero gli altri.
 A quelle parole scattai e non so dove trovai la forza per mettermi ad urlare come un’ossessa invocando aiuto. Scalciai e morsicai le mani che mi tenevano prigioniera.
 Gilderoy lanciò un gemito di dolore quando i miei denti affondarono nella sua carne e mi lasciò cadere a terra rovinosamente, facendomi sbattere malamente una spalla.
 << Brutta… >> sbraitò cercando di darmi un calcio.
 << Fermo! >>
 Gwen comparve
chissà da dove insieme ad altri tre angeli - tra cui c’era anche mia madre - e mentre loro si azzuffavano con i diavoli, delle mani gentili mi presero delicatamente per portarmi via. Mi lasciai trascinare come una bambola mentre chiudevo gli occhi cadendo nell’oblio.

 Rinvenni qualche ora più tardi, sdraiata sul divano di casa. Sentii qualcuno che mi bagnava la fronte con un panno e aprii gli occhi ricordando tutto quello che era successo poco prima.
 << Allie! >>
 Misi a fuoco un volto contornato da una massa di boccoli biondi e due occhi grigi.
 << Mamma! >>
 Mi misi a sedere di scatto e l’abbracciai: << Mi dispiace, io… io non so cosa mi è preso. Credo di aver avuto una crisi isterica per la paura di quello che mi sta accadendo! >>
 << E’ naturale avere paura, Allie >> disse Ivoene prendendomi il volto tra le mani << Anche i più coraggiosi ce l’hanno >>
 << Io non sono per niente coraggiosa >> ribattei abbassando lo sguardo, vergognandomi.
 << Sì che lo sei >> mi riprese lei stringendomi le mani con un sorriso << E c’è un bel morso sulla mano di Gilderoy a dimostrarlo >>.
 Scoppiammo a ridere e mi sentii molto meglio quando udii le nostre risate sollevate.
 << Erano molti anni che non entravo in questa casa >> disse poi mia madre in un sussurro muovendosi lungo il corridoio e sfiorando le foto appese alle pareti con le sue affusolate dita.
 << Sarà ogni volta così? >> le domandai alludendo all’incontro con i diavoli.
 << Anche peggio, tesoro >> rispose con un sospiro fermandosi a guardarmi.
 Una porta sbatté e Gwen comparì in salone come una furia. << Non posso crederci! Dopo nemmeno un giorno già si sono appostati qui fuori e poi quel Gilderoy! Vorrei prenderlo a bastonate, e tu >> si fermò davanti a me con gli occhi azzurri infuocati << Non osare mai più farmi prendere un colpo del genere. Non sono tagliata per questo mestiere: mi verranno i capelli bianchi! >> esclamò in tono melodrammatico passandosi le mani fra i capelli biondissimi.
 Risi mentre Ivoene la consolava come meglio poteva.
 << Non farne una tragedia Gwen, anch’io sono stata Custode e i miei capelli sono ancora tutti biondi >>.
 Ammutolimmo di colpo quando un rumore di un’auto che parcheggiava nel vialetto invase la casa. Papà era tornato!
 Gwen e mia madre, più pallida del solito, scattarono.
 << Ci vediamo dopo, Allie. E ricorda che anche se non mi vedi ti tengo d’occhio lo stesso! >> disse Gwen in un tono minaccioso.
 << Sei sicura di stare bene, Al? >> domandò mamma.
 La serratura scattò e sentii la porta dell’ingresso aprirsi.
 << Sto bene. Adesso andate! >> dissi in tono affrettato.
 Sparirono in un battito d’ali giusto poco prima che papà comparisse in casa. Scappai per le scale prima che potesse vedere le condizioni pietosa dei miei vestiti e si accorgesse del grosso livido che avevo sulla spalla.
 << Allie? >> mi chiamò perplesso.
 << Sì? >> dissi fermandomi dietro il corrimano per vederlo sedersi sul divano con aria cupa << Cos’è successo papà? >>.
 << La signora Chester mi ha detto che ti ha visto tornare a casa con Lawolf. Perché eri con Lawolf, Allie? >>
 Sospirai: era stata davvero una luuunga giornata e ancora non era finita.


  
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