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Autore: Alice Black    27/01/2012    1 recensioni
La protagonista di questi racconti si chiama Alice ed è una vampira. Si troverà ad affrontare una bella squadra di lupi pronti a metterla in grande difficoltà e a farla ricredere sulle sue capacità vampiresche. Inoltre ci sarà molta adrenalina e ci saranno vicende avvolte nel mistero. Non voglio dirvi altro buona lettura :)
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo circa un’ora d’attesa, Mia mi richiamò.
<< Alice, Julienne si trova a Phantom Forest >> disse
<< Benissimo, adesso si che siamo messi male… >> sbuffai
<< Potrei andare io a parlare con Jason, non dovrei essere considerata una minaccia >>
Mi presi qualche minuto per rispondere.
<< Va bene.. non c’è altro modo >>.
Misi giù la chiamata e mi voltai verso William che intanto si era messo in piedi con una mano appoggiata al marmo del caminetto.
Fu lui per prima a rompere il silenzio:
<< Nella Phantom Forest si trova.. l’avranno rapita a causa delle sue scoperte. >>si interruppe , prosegui poco dopo:
<< .. Da tempo la lotta tra lupi mannari e vampiri aveva avuto una tregua, ma ora qualcosa è andato storto per spingerli a qualcosa di simile >>
Non commentai. Mi protesi a poggiare il cellulare sul tavolo massiccio in ciliegio e pronunciai:
<< Posso usare il computer? >>
<< Fai pure >> disse.
Mi recai nella camera alla destra del salotto, dove sapevo per certo ci fosse il notebook di Julie.
L’accesi e attesi. Esplorai le cartelle e i file contenuti in essere, all’interno c’erano diverse formule magiche inviate da Mia, alcune immagini scattate in ricordo dei nostri viaggi, documenti di studio, lavoro e qualche film.
Nulla mi portava a capire il motivo del suo rapimento, ammesso che ce ne fosse uno, dato che potevo essere possibile fosse stata sequestrata per causa di altro o di qualcun altro. Arrestai il sistema e rimisi al suo posto il notebook. Tornai in salotto.
William non era più lì, e siccome erano le otto, ormai non potevo più uscire di casa. Siccome casa di Julie era come casa mia, andai al piano di sopra a farmi una doccia. Prima però scelsi degli abiti nell’armadio della mia amica, portavamo su per giù la stessa taglia anche se Julie ha meno curve di me e un fisico più sottile. Optai per un pantalone nero in jeans, un pullover verde scuro e degli stivali neri dal tacco di otto centimetri. L’intimo di pizzo nero e una cinta di cuoio nero, siccome i pantaloni senza cinta non mi piacciono.
Lasciai nella lavatrice la mia maglietta bianca e i jeans chiari, le scarpe le rimisi apposto siccome erano le sue, delle puma rosse. Entrai nel bagno, dalle mattonelle panna e i tappetti marrone chiaro. Mi riempì il bagno con l’acqua calda e il bagnoschiuma alla vaniglia e mi immersi. Fare il bagno era un’abitudine che avevo da umana e siccome durante il giorno, chiusa in casa non sapevo spesso cosa fare lo trovavo simpatico e anti cattivo odore.
Finito il bagno mi asciugai e mi vestì. Asciugai i capelli e mi struccai un pochino. Uscì dal bagno e tornai di sotto.
Giunta nel salotto vi trovai Mia, Greg, William e Sarah.
Sarah mi corse incontro abbracciandomi e Greg e Mia accennarono ad un saluto affettuoso. Sarah era una cara amica di William, una vampira anche lei più giovane di quattrocento anni, circa la metà insomma. Era alta un metro e settanta dal fisico snello e capelli rossi corti ondulati, un viso molto particolare che ti colpisce ma alle lunghe ti stanca, con delle labbra carnose e degli occhi color miele. Ci eravamo incrociate spesse volte a casa di Julie e lei mi aveva trovata da subito simpatica.
<< Ciao a tutti >> dissi.
<< Mi fa piacere incontrarti di nuovo Alice, anche se la situazione non è delle più serene >> disse Sarah, allargando un sorriso, che si spense dopo aver pronunciato le ultime parole.
Nessuno era felice della scomparsa di Julie e il fatto che di mezzo ci fossero i licantropi non la rendeva più tranquilla.
<< Converrebbe chiamare altri vampiri e fare il culo a questi lupi presuntuosi.. Non si toccano i nostri simili..>> Le parole provennero dalla stanza dell’arte da dove arrivò Axel.
Lui era un ibrido, vampiro e leopardo mannaro, una combinazione che era durata solo grazie a Greg, che tramite un legame interiore tra le due creature era riuscito a non far morire nessuno delle due, mantenendole vive in Axel. Il fatto di essere un ibrido, come spesso si pensa, non lo rendeva più forte, siccome accogliendo le creature insieme, aveva dovuto rinunciare a qualcosa dell’una e dell’altra. Come ad esempio il soggiogamento del vampiro si era indebolito e la trasformazione avveniva in modo più lento. Di sicuro aveva un vantaggio in più rispetto ad un comune vampiro o lupo, ma un vantaggio trascurabile se gli anni dell’avversario erano nettamente superiori a lui.
<< In verità tu sei un incrocio, cane succhia sangue … non so da che parte dovresti schierarti >> intervenne Sarah, sghigniazzando
Axel le se avvicino e la strinse dandole un bacio sulla guancia.
Axel era un ibrido dal corpo esile e poco muscoloso, con un viso però molto bello ed attraente, dalla carnagione dorata, i capelli biondo cenere corti e gli occhi azzurro ghiaccio. Spesso era un gran burlone e tendeva a fare il figo anche se nessuno lo prendeva realmente in considerazione.
<< Sei troppo carina, che anche le tue cattiverie risultano dolci.. >> si accosto alla poltrona
<< Non sarebbe una cattiva idea Ax.. ma neanche quella giusta >> dissi
<< Una cosa è certa.. dobbiamo chiamare altri vampiri e Mia e Greg devono parlare con Jason.. almeno da capire cosa diavolo sta succedendo >> finì
Dopo poco meno di un istante suonò il cellulare, mi precipitai a prenderlo e riposi, senza neanche leggere chi fosse sul display.
<< Buongiorno Alice.. sono Jason >> disse con tono divertito
<< Parli del diavolo e … Cosa c’è? >>
<< Ho Julienne, come ben sai.. >>
<< Come mai? >> lo interruppi
<< Voi vampiri mi avete scocciando e adesso io vi dichiaro guerra >>
<< Oddio e che noia Jason… Cosa mai avremo fatto noi innocenti bastardi? >> la sua minaccia provocò una mia reazione sarcastica
<< Avete disturbato il mio branco e la mia tranquillità.. e io ne ho fin troppo dei vostri giochetti, o farai cessare i tuoi amici o farò una strage.. >>
<< Io non sono mai stata coinvolta in situazioni che riguardano il tuo branco e te.. so solo che vivi a Phantom Forest e che sei un gran rompi scatole psicopatico >> risposi con tono aspro
<< Non me ne frega un accidente.. Datti una mossa o entro tre giorni ti invio in un pacchetto la tua mica in polvere >>. Riagganciò.
<< Che infame lupo del cazzo! >> dichiarai
Tutti mi tennero gli occhi addosso per un po’, poi mi schiarì la voce ed iniziai a parlare.
<< Io non so un accidenti di questa storia, cosa dobbiamo fare? E a chi ci dobbiamo rivolgere? >>
Will prese parola:
<< Forse centra qualcosa il club di Thomas a Simmult Ill, sono un gruppo bizzarro e vivace poco vicino alla foresta >>
<< Io non ne so niente ragazzi >> disse Sarah
<< Neppure io.. ma posso informarmi >> intervenne Axel
<< Contatto Sheila a Simmult Ill magari è a conoscenza di qualche cosa >> s’inserì Mia e prese Greg per mano dirigendosi alla porta.
Mia Gloom era una donna sulla quarantina molto alta, dalla pelle scura e i capelli lunghi neri come l’ebano. Vestiva quasi sempre di bianco e di marrone, con abiti ampi e collane fatte di pietre. Le sue unghie erano sempre decorate in modo originale e vistoso, difficile non le notavo, e i suoi occhi verde chiarissimo li metteva in risalto tramite il trucco pesante che usava. Greg dall’altezza impressionante anche lui, aveva un corpo massiccio e forte, occhioni blu, capelli lunghi fino alla schiena ondulati neri e la carnagione chiara che contrastava con quella di Mia.
Erano due persone intelligenti ed ingamba dal tono cortese e i modi gentili, che ti affascinavano facilmente. Ben presto ci avrebbero permesso di girare anche di giorno dimostrando ancora una volta la potenza della loro magia e della loro esperienza.
Dopo che la porta si chiuse Sarah abbandonò la stanza, seguita da Axel. E io rimasi seduta sulla poltrona bianca a riflettere mentre William faceva delle telefonate.
  
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