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Autore: Emma Wright    27/01/2012    6 recensioni
Oleander è una giovane Strega del buio, bella, affascinante e sposata con uno dei maghi più rispettati di Fairy Oak.
Ma un giorno anche nel villaggio arriva la guerra, e con lei il Nemico, che la rapisce.
La ragazza si ritrova sola al mondo, priva di ogni certezza, senza poter sapere quello che dovrà fare, e che conseguenza avranno le sue scelte.
Sembra la fine di tutto. Solo con lo scorrere del tempo Oleander capirà che quello che sta provando è solo un passaggio per andare verso un futuro ancora più grande......
Dal capitolo 2:
"Dolore.
Una sensazione forte e acutissima.
Ecco cosa provava in quel momento.
Una fitta più forte le trapassò il fianco, facendola gemere.
Oleander non seppe per quanto rimase lì immobile, stesa sul suolo gelido, gli occhi serrati e i polsi indolenziti, legati strettamente tra loro.
Quando si decise a schiudere le palpebre, trovò con sua enorme sorpresa altro buio. Le ci volle qualche secondo per rendersi conto che era stoffa quella che le si parava davanti agli occhi.
Un tessuto ruvido e non lavorato, grezzo.
Sospirando di sollievo, cominciò a capire che le sfuggiva qualcosa.
Qualcosa di importante."
Storia momentaneamente sospesa.
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dolore.
Una sensazione forte e acutissima.
Ecco cosa provava in quel momento.
Una fitta più forte le trapassò il fianco, facendola gemere.
Oleander non seppe per quanto rimase lì immobile, stesa sul suolo gelido, gli occhi serrati e i polsi indolenziti, legati strettamente tra loro.
Quando si decise a schiudere le palpebre, trovò con sua enorme sorpresa altro buio. Le ci volle qualche secondo per rendersi conto che era stoffa quella che le si parava davanti agli occhi.
Un tessuto ruvido e non lavorato, grezzo.
Sospirando di sollievo, cominciò a capire che le sfuggiva qualcosa.
Qualcosa di importante.
Un pensiero la fulminò.
Magia!
Come aveva potuto dimenticarla? Si diede nell’imbranata mentre cominciava a scavare dentro di sé per ricordare la formula per tagliare le cose.
Si sentì strana, però, mentre pronunciava l’incantesimo.
Nessun effetto.
Provò ancora, due, tre, cinque volte.
Niente.
Le veniva da piangere, ma si ricordò che era forte e trattenne le lacrime. Anche perché avrebbe rischiato di bagnare quella specie di sacco che le ricopriva testa e proprio non le andava.
Però non riusciva ancora a spiegarsi quel vuoto che percepiva. Le bruciava dentro e faceva male.
Come se le fosse stato negato qualcosa di grande.
Il Potere, ecco. Oleander si sentì fremere. Chi mai avrebbe potuto privare una strega di tutti i suoi poteri.
Un’altra fitta.
Si costrinse a non pensare a nulla, e fece l’unica cosa razionale in quella situazione.
Restò immobile, in attesa, mentre quel dolore tornava a farsi vivo ancora più forte, straziandole carne e spirito.



Dopo quelle che parvero ore, la vita sembrò ridestarsi intorno alla sagoma di Oleander.
L’uomo di prima ripercorse di buona lena il sentiero, per ritrovarsi accanto al corpo, che giaceva riverso.
Non sentendo alcun rumore, dovette pensare che la ragazza si era addormentata, perché si accovacciò per osservarla meglio.
In realtà, lei lo aspettava, rassegnata, ma non un movimento tradì il suo vero stato d’animo.
Il tizio le liberò il capo da quello che in realtà era un pezzo di tela tagliato in malo modo, scoprendo il volto sottile. Sembrò essere spaventato, perché i suoi occhi indugiarono a lungo. Ci vide un viso pallidissimo, quasi cadaverico, circondato da capelli disordinati e scomposti che ricadevano in tutte le direzioni, come animati di vita propria. Gli occhi erano chiusi e
Oleander aveva un’aria inquietante, in effetti.
L’uomo controllò il battito del cuore prima di scoppiare in una sonora risata.
- Farai molto felice il mio padrone, ragazzina - mormorò.
Poi raccolse il corpo dalla neve, e fu come rivivere la scena di poche ore prima. Solo che stavolta fece il percorso al contrario, fino a giungere alla misera capanna.
Vi gettò dentro Oleander, che cadde a peso morto, come svenuta, sprangò la porta e uscì.







Capitolo scritto in fretta e pure male, tanto per cambiare, a scuola mentre la prof di storia interrogava su qualcosa che doveva essere la seconda guerra mondiale.
Al riguardo, ho riflettuto, incerta se pubblicare oggi tutti gli aggiornamenti, sia qui che all’altra storia. Decine di anni fa, in un passato non troppo lontano, sei milioni di persone sono state uccise a causa della follia di un unico pazzo. E mi piacerebbe ricordarle qui.
Baci, Emma.
   
 
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