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Autore: F l a n    27/01/2012    4 recensioni
È una normalissima notte quella in cui Blaine trova una sorta di strano umanoide accasciato per terra, nel parco. Blaine ha sempre creduto nelle forme di vita extraterrestri, ma presto dovrà rendersi conto che Kurt Hummel non è semplicemente quello che lui crede "un Alieno" dalle sembianze umane.
Come farà Kurt Hummel a tornare da dov'è venuto?
E, precisamente, da dove proviene?
Un alternate Universe tendente allo sci-fi.
***
Estratto dal capitolo 2:
"Il ragazzo, o quello che era, si scostò velocemente da lui, per poi cadere nuovamente sulle ginocchia, evidentemente troppo debole per qualunque movimento.
“Chi sei?” chiese Blaine, avvicinandosi ancora a lui, ricevendo solo uno sguardo diffidente, contrariato. I suoi occhi blu brillarono.
Blaine tese una mano in avanti, ma l’altro si scostò ancora, camminando sulle ginocchia. Stranamente la sua tuta, pur essendo bianchissima, non era né sporca di terra né di erba. Blaine ne concluse che quello che stava indossando doveva essere un tessuto particolarmente speciale.
“Sei umano?” chiese ancora, accucciandosi su di lui, fino ad essere al pari del suo viso, “non voglio farti del male."
[Klaine scritta per il BigBangItalia]
Genere: Romantico, Science-fiction, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Finn Hudson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note di inizio capitolo:
Una sola cosa: per chi aspettava il risvolto romantico Klaine, è arrivato! Spero di aver reso il processo gradualmente, considerate che dopo che Kurt si è aperto a Blaine e gli ha raccontato delle sue origini, si è sentito sicuramente più disinvolto e sicuro.
PS: scusate se sono lenta nel rispondere alle recensioni, ultimamente l'università non mi lascia un attimo di respiro :/
Spero che il capitolo vi piaccia!


10. “First Signals”

La prima volta che Kurt andò al cinema si emozionò tantissimo; ai suoi occhi era una cosa così antica, così strana, che non poteva far a meno di trovarla affascinante. E poi il buio, l’intimità, la propria mano stretta a quella di Blaine che rimase così per tutta la serata. Pensò che fosse il paradiso e che non potesse esistere qualcosa di meglio di ciò che la vita gli stava offrendo. Stranamente, l’idea di poter rimanere sempre sulla Terra cominciava ad intrigarlo ed eccitarlo. Sembrava che nella sua mente fosse scattato uno strano meccanismo che lo aveva portato ad identificare come ‘casa’ quel posto; la sua camera a casa di Blaine, Lima, la Dalton, i Warblers, i suoi amici e Blaine stesso. Blaine era diventato la sua casa, il suo rifugio sicuro, quello che sapeva quasi ogni cosa di lui ma che non la diceva mai a nessuno. Kurt riusciva a ricordare un’unica persona che lo trattasse a quel modo e con quel rispetto e quella persona era niente meno che suo padre.
Kurt doveva essere onesto con se stesso, stava cominciando a provare dei sentimenti per Blaine e non erano da prendere sottogamba. Lo poteva provare ogni volta che lo guardava negli occhi e che, come un idiota, finiva per perdersi nel suo sguardo così intenso sotto quelle lunghe ciglia. Gli occhi di Blaine, a sua detta, dovevano avere una sorta di potere incantatore che lo avevano attratto così tanto da fargli sentir male al petto.
Ma Kurt doveva saperlo che prima o poi sarebbe dovuto tornare nella propria era, ed i primi segnali cominciavano a farsi vedere; era esattamente il giorno dopo la serata al cinema – quella serata, - quella in cui il bracciale/orologio di Kurt si riaccese magicamente e ricevette uno strano segnale. Lui sapeva, ovviamente, che quello era un chiaro allarme di ciò che stava per succedere; qualcuno lo aveva rintracciato ed erano riusciti ad attivare un qualche dispositivo di emergenza. Coprì con la mano l’apparecchio e provò un forte senso di pesantezza nel cuore.
Tuttavia, nonostante il segnale, Kurt non se la sentì di dire a Blaine durante il loro consueto caffè al Lima Bean ciò che aveva appena visto; lo coprì con la mano e continuò a sorridere, col cuore che tremava colmo di emozioni pienamente contrastanti.
Da un lato, la voglia di tornare sul proprio pianeta, di rincontrare la propria famiglia, di abbracciare Carole, Burt, Finn e tutte le persone che ormai non vedeva da così tanto tempo. Dall’altra, il dolore e la consapevolezza di dover addio a quella vita alla quale si stava abituando, fatta di piccole cose e rapporti umani, fatta anche di Blaine. Già. Blaine.

“Sei strano,” cominciò Blaine, sulla strada di ritorno per casa.
“In che senso?” chiese Kurt, sapendo perfettamente a cosa si riferiva.
“Sei poco spontaneo… sembra che tu mi stia nascondendo qualcosa, di nuovo, oserei dire. Ti pregherei di non farlo, non ora che le cose stanno andando così bene tra di noi,” disse, mentre frenava in vista di un semaforo rosso.
Kurt gli rivolse un’occhiata indecisa; dirgli o non dirgli del bracciale?
“Davvero, Kurt, non mentirmi… lo vedo che non sei naturale. Fino a ieri sera eri felicissimo, stamani ti sei incupito. Ho fatto forse qualcosa?”
L’ospite lo guardò, un po’ titubante, un po’ timoroso. Parlare o non parlare? Sospirò; aveva mentito a Blaine troppe volte da quando si erano visti, forse era l’occasione giusta per cominciare ad evitare di nascondergli delle cose, anche se in realtà stava ancora nascondendo qualcosa di piuttosto grosso – anche se non troppo rilevante per quel tempo.
“Prima il mio bracciale ha lampeggiato. Credo sia un sistema di rintracciamento che si può attivare dal futuro e quindi… beh, credo che abbiano capito dove sono, forse… forse c’è la possibilità che io torni a casa,” disse, con tono basso e forse anche un po’ intimidito. C’era qualcosa che lo turbava profondamente nel dover considerare la possibilità di tornare nella sua era, e quella cosa era semplicemente l’idea dell’assenza di Blaine. Focalizzò lo sguardo sulle sue mani, così saldamente aggrappate al volante.
“Ne sei certo?” chiese, con espressione semi-indecifrabile.
“In realtà no, ma quel bracciale non si era mai illuminato fino ad oggi. Da quanto ne so non è un dispositivo di comunicazione, ma forse c’era un cip dentro, non so. Me lo ha dato mio fratello ancor prima che partissi…” disse, rigirandoselo tra le mani. Blaine – che si era fermato da un lato della strada – lo sguardò attentamente.
“Finn?”
“Sì, Finn.”
“Sai, è strano per me a volte pensare che tu conosci le stesse persone che conosco io ma in maniera così diversa.”
“Beh, in realtà non sono troppo diverse, Finn è più o meno così, ma quello che conosco io è molto più acuto ed un po’ meno tonto. Però trovo adorabile questo Finn, anche se a quanto pare non è mio fratello, qui.”
“Finn sveglio… non riesco a collegare le due immagini…” sorrise Blaine, alzando le spalle.
“Mh, posso immaginarlo,” rispose Kurt, ricordandosi delle varie uscite con l’amico di Blaine. Era sorprendente come si potesse essere identici nel fisico ma non nel carattere.
“Blaine…” mormorò Kurt, allungando la propria mano e prendendo la sua, stringendo le dita ed accarezzandogliela. Trovò davvero intimo quel gesto e si stupì di se stesso, ed anche Blaine sembrava piuttosto stupito considerando l’espressione che si era dipinta così palesemente sul suo volto; un’espressione di stupore ed imbarazzo mista a compiacimento.
“Grazie per… per ogni cosa, sai. Grazie per avermi ospitato fino ad adesso, grazie per tutto.”
L’altro sgranò gli occhi alla frase di Kurt; stava per andarsene tanto velocemente quanto era arrivato nella sua vita? Blaine gli strinse la mano a sua volta e più forte, per tenerlo, per non farlo fuggire da lui.
“Te ne stai andando?”
“No, non ancora…” rispose, con un sorriso amaro sulle labbra, “ma succederà, Blaine, succederà e ci sono tante di quelle cose che non ti ho detto…”
“Magari potresti cominciare a dirmene una adesso, che ne dici?” chiese, deglutendo, sentendo il bisogno comunque di dargli quella risposta, perché Blaine desiderava sapere ogni cosa, desiderava sapere se ogni sguardo che si erano lanciati dal momento in cui si erano incontrati, fosse solo illusione.
Kurt arrossì e sapeva di essersi messo con le spalle al muro praticamente da solo. Dichiararsi non era sua intenzione, poiché non era neanche molto sicuro di ciò che stava facendo, ma forse era l’unica opportunità che aveva di viversi ciò che stava passando con Blaine, ma alla fine si ritirò, toccandosi il bracciale con ansia. Dare un inizio a quella storia che con tutta probabilità non avrebbe neanche avuto uno sviluppo, ma soltanto una tristissima fine. Si morse il labbro inferiore, indeciso su cosa dire o fare, ed alla fine optò per una cosa che, effettivamente, non gli aveva mai detto ma desiderava farlo;
“Nel futuro conoscevo tua madre.” Disse, secco, conscio di aver instaurato un argomento che non sarebbe stato molto facile da affrontare.
“Cosa intendi dire?” chiese Blaine, aggrottando d’improvviso le sopracciglia.
“Nel futuro conoscevo tua madre. Quando l’ho vista qui ho provato una sensazione stranissima. Lei nel mio tempo era una donna importantissima, una politica che è riuscita a fare la differenza ed a restituire un po’ di diritti dei quali eravamo stati privati…”
Blaine cercò di riflettere su ciò che aveva appena detto Kurt, perché aveva usato il passato?
“Beh, sembrava una grande donna. Ma perché usi il passato per dirmi questo?”
“Lei è morta poco tempo prima che io riuscissi ad arrivare qua. Assassinata, presumo. Diciamo che aveva i suoi nemici e che l’era dove vivo non è esattamente il paradiso celeste, ecco.”
Blaine spalancò gli occhi e boccheggiò un paio di volte. Sua madre nel futuro era una persona importante ed era pure morta per il suo paese. Perché tutta quella somma di informazioni gli sembravano di un’assurdità inaudita? Non riusciva ancora a comprendere tutti i parallelismi che accumunavano il mondo di Kurt al proprio e forse era per quello che Blaine cercava sempre di parlarne il meno possibile; meno sapeva, meglio era, anche se ormai era dentro a quella faccenda fino al midollo.
“Oh…” quel verso fu l’unica cosa che uscì dalla bocca di Blaine che sentì su di sé lo sguardo compassionevole dell’altro.
“Non so se avesse un figlio. La conosco come voi conoscete i politici della vostra era, ma può darsi che lei fosse tua madre anche nel futuro, non lo so…”
“Vuoi forse dirmi che hai qualche opportunità di rintracciarmi nella tua era?” chiese Blaine, divertito.
“Sì, penso di sì, ma non è detto che tu e lei abbiate anche là qualche legame familiare.”
Blaine cominciò a ridere, non sapeva nemmeno lui per quale motivo, ma era tutto così assurdo ed il suo cuore pesava come se gli fosse stata messa un’imbracatura di metallo. Cosa c’era di sbagliato in lui? Perché all’idea che Kurt potesse andarsene, che potesse trovare “un altro lui” nel futuro si sentiva così turbato?
“Cosa c’è?” chiese il giovane dagli occhi azzurri.
“È solo che… se davvero verranno a prenderti, sarà strano non averti più intorno.”
Kurt gli rivolse un’occhiata triste.
“Beh, almeno potrai smettere di mentire a tutti… no?”
“Ormai sei diventato parte della mia, anzi nostra, vita. Ai Warblers faceva piacere averti con noi,” affermò Blaine, stringendosi nelle spalle. Kurt gli sorrise grato e gli prese una mano, sfiorandogliela con il pollice, praticamente carezzandola. Entrambi sentirono i loro cuori battere un po’ più velocemente.
“Grazie Blaine…”
Ci fu un silenzio, l’ennesimo di quella giornata. Un silenzio che gravò sulle loro persone, sulle loro teste, sulle loro mani intrecciate, sui loro sguardi ed anche sopra i loro cuori.
E fu con uno scatto veloce che Kurt si avvicinò a Blaine, che gli prese il volto tra le mani e lo baciò con delicatezza, come non aveva mai fatto con nessun altro prima. Lasciò scorrere la lingua dentro la sua bocca e fu un urgente bisogno di sentirlo, di averlo lì, sotto i suoi polpastrelli e sotto le proprie labbra. Era qualcosa di forte, qualcosa che non aveva mai provato prima. Blaine ricambiò con tutta l’intensità che aveva in corpo. Quello, probabilmente, poteva esser considerato il suo vero primo bacio perché ogni cosa sembrava essersi annullata di fronte ad esso; il bacio rubatogli da Sean sulla porta, il senso di malessere e di inferiorità rispetto a lui, i problemi legati a Kurt, la futura partenza di Kurt. Tutto era cambiato, tutto stava cambiando e niente aveva più una reale importanza.
Blaine si lasciò trasportare dal bacio e dopo di essi ne seguirono molti altri.
Il bracciale di Kurt brillò una seconda volta, ma nessuno dei due se ne rese conto.




Note di fine capitolo: pareri? insulti? paure? lasciatemi il vostro commento, sarò ben felice di sapere cosa ne pensate :)
Sappiate che la storia è ben lontana dal finale, per cui non è ancora giunto il momento di trarre conclusioni affrettate. Spero che il "risvolto" romantico vi sia piaciuto.
È probabile che il rating subisca un cambiamento da Giallo ad Arancione o Rosso per uno dei futuri capitoli che ho in mente!

Come sempre rinnovo l'invito alla mia pagina FB per chi volesse: *QUI*

Al prossimo capitolo,
Flan
   
 
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