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Autore: eltanin12    27/01/2012    3 recensioni
La notte del 31 ottobre in cui Lily e James Potter vennero uccisi, Harry non fu l'unico sopravvissuto. Nella culla, con lui c'era una bambina.
La sua gemella Jamie Lilian Potter.
Unitevi a loro, al camaleonte Moccì, a un loro nuovo amico, e agli amici che già conoscete, per rivivere l'avventura del loro terzo anno a Hogwarts.
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Harry Potter, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Harry e Jamie Potter'
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Ciao, rieccomi qua!
Ringrazio sempre chi segue e legge questa storia e a gossip girl, erol89 e virby per le loro recensioni.
Buona lettura!





Non capì quanto tempo era passato, ma quando il gelo svanì si ritrovò sull’erba bagnata e fangosa del campo.  «È lui...» biascicò a mezza voce
«Jamie! Jamie!» Hermione la stava scuotendo con voce angosciata. Aveva gli occhi rossi.
«H-Hermione» disse con voce flebile. Si accorse di essere in piedi e appoggiata a qualcosa. O meglio qualcosa la abbracciava e teneva in piedi.
«Cavolo, ci hai fatto prendere un colpo» disse una voce, sfregandole il braccio con la mano, mentre la trascinava di peso. Le sue gambe andavano da sole.
Riconobbe la voce di Fred...o di George.
«Georgie meno male che l’hai presa» disse Fred, mettendo la mano sulla spalla di Jamie, che cercava di staccarsi, imbarazzata
«Harry...dov’è?» domandò in ansia, reggendosi al braccio di Hermione
«Lo stanno portando in Infermeria. È svenuto ed è caduto»
Jamie fece per correre spaventata, ma Fred la riacciuffò subito « Bambolina, non è il caso che corri. Sei pallida e due secondi fa eri in stato catatonico...»
Jamie prese sottobraccio Hermione e le fece affrettare il passo «Perché io non sono caduta ?» avvertì di colpo un dolore alla schiena.
«Eri lì, ferma. Non ti muovevi. Ti ha preso un Bolide e George, che stava volando per rilanciarlo, quando ha visto che stavi per cadere, ti ha sorretto. Anche Katie lo ha aiutato»
«I Dissennatori....»
«Silente era furioso. Non l’ho mai visto così arrabbiato» disse Hermione.
Arrivati in Infermeria, Madama Chips aveva già fatto stendere Harry sul letto. Sembrava ancora privo di sensi.
Jamie continuava a fissarlo, accorgendosi a malapena di quello che Madama Chips e gli altri dicevano. Venne fatta mettere su un letto, accanto a Harry, mentre Madama Chips, le dava da bere qualcosa contro la botta.
Appena bevuta la pozione si mise sul letto di Harry, puntando i suoi occhi su di lui, escludendo il resto del mondo.
Quando lo vide aprire gli occhi il suo cuore si gonfiò. «Harry!» lo chiamò con voce tremante, prendendogli il braccio, convulsamente. Si accorse solo in quel momento di essere bagnata fradicia. I suoi abiti erano pesanti il doppio e perdevano acqua, avevano inzuppato parte delle lenzuola.
Harry!» disse Fred, pallido sotto lo strato di fango. «Come ti senti? Ci avete fatto prendere un colpo»
«Che cosa è successo?» chiese, rizzandosi a sedere così di colpo che tutti rimasero a bocca aperta.
«Sei caduto» spiegò Fred. «Da... almeno... quindici metri.»
«Ci avete fatto morire di paura tra tutti e due» disse Angelina
«Credevamo che fossi morto» disse Katie tremante
«Ma... la partita?» chiese Harry. «Che cosa è successo? È stata sospesa?»
Nessuno disse nulla. E Jamie e Harry ebbero un brutto presentimento
«Non avremo... perso?» chiese Harry
«Diggory ha preso il Boccino» disse George. «Dopo che sei caduto. Non si è accorto di quello che era successo. Quando si è guardato indietro e ti ha visto per terra, ha cercato di far sospendere la partita. Voleva che rigiocassimo. Ma hanno vinto lealmente... lo ha ammesso anche Baston»
Jamie sbottò biascicando qualcosa come stupido Diggory
«Dov'è Baston?» chiese Harry, notando all'improvviso la sua assenza.
«È alle docce» disse Fred. «Crediamo che stia tentando di annegarsi».
Harry lasciò cadere la testa fra le ginocchia e si mise le mani nei capelli. Jamie gli mise una mano sulla spalla
«Dai, Harry, non avevi mai perso un Boccino», Fred lo prese per la spalla e lo scosse con forza
«Doveva pur succedere prima o poi» lo consolò George.
«Non è ancora finita» disse Fred. «Abbiamo perso per cento punti, giusto? Quindi se Tassorosso perde con Corvonero e noi battiamo Corvonero e Serpeverde...»
Jamie non ascoltò nessun ragionamento, aveva ancora in testa quella voce . Non aveva più dubbi, ormai. «Oh, insomma basta con questi punteggi» sbottò ad un tratto. Tutti si zittirono
Fred e George la guardarono comprensivi, Katie appoggiò alla parete la Nimbus di Jamie e Madama Chips cacciò fuori tutta la squadra.
Rimasero solo Ron e Hermione.
«Silente era arrabbiatissimo» disse Hermione con voce tremula. «Non l'avevo mai visto così. È corso in campo mentre cadevi, Harry. Ha agitato la bacchetta e tu hai rallentato la caduta. Poi ha puntato la bacchetta contro i Dissennatori. Gli ha spedito contro una roba d'argento. Se ne sono andati subito. Ha fatto segno a George di portare giù Jamie e tenerla... era su tutte le furie perché erano entrati, l'abbiamo sentito...»
 «Poi ha fatto apparire una barella e ha fatto salire te, Harry con un incantesimo» disse Ron. «Ed è tornato a scuola con te che ci galleggiavi sopra. Tutti credevano che fossi...»
La sua voce si spense, ma Harry quasi non se ne accorse. Stava pensando a quello che gli avevano fatto i Dissennatori... alla voce che urlava. Guardò Jamie, che non smetteva di fissarlo ed era pallidissima e vide Ron e Hermione che lo guardavano così preoccupati che cercò in fretta qualcosa di concreto da dire.
«Qualcuno ha preso la mia Nimbus?»
Ron e Hermione si scambiarono una rapida occhiata.
«Ehm...»
«Come?» chiese Harry, spostando lo sguardo dall'uno all'altra.
«Be'... quando sei caduto, è stata spazzata via dal vento» disse Hermione esitante.
«E poi?»
«E poi è finita... è finita... oh, Harry, è finita sul Platano Picchiatore».
Harry si sentì torcere dentro. «E poi?» chiese temendo la risposta.
«Be', lo sai com'è il Platano Picchiatore» disse Ron. «A lui... a lui non piace essere colpito».
«Il professor Vitious l'ha riportata indietro poco prima che ti svegliassi» disse Hermione con una vocina piccola piccola.
Lentamente, si chinò per prendere una borsa ai suoi piedi, la rovesciò e fece cadere sul letto dei pezzetti di legno e saggina scheggiati e spezzati, i soli resti del fedele manico di scopa di Harry, definitivamente distrutto.
«Mi dispiace, fratellino»
 
Dopo un paio d’ore, Jamie decise di lasciare l’infermeria. Non era riuscita a parlare da sola con Harry. Madama Chips girava sempre intorno, ma aveva la mezza idea di andare a trovarlo la notte, col mantello dell’invisibilità.
Voleva restare da sola, con una scusa si liberò di Ron e Hermione, e decise di rifugiarsi nel bagno di Mirtilla Malcontenta. Una volta raggiunto il bagno chiuse la porta dietro di sé. Il fantasma,  non si vedeva. Meglio così pensò Jamie.
Si appoggiò a uno dei lavandini. La testa aveva preso a girare. Barcollando si sedette, appoggiata alla parete, con la testa tra le gambe.
Era ancora sconvolta da quello che era successo, specie da quello che era successo a Harry. Alla fine non si era fatto nulla, ma poteva andare molto peggio. Avrebbe potuto ferirsi o addirittura... i pensieri le morirono in un groppo alla gola. Si lasciò cadere, poggiando la schiena agli scaffali. Mise la testa tra le ginocchia.
Tutto perché non hanno annullato la partita...Come hanno potuto lasciare entrare i Dissennatori...
Odiava l’effetto che le facevano e sentire quelle voci disperate, negli attimi prima della loro morte la uccideva.
Restò lì seduta, fino a che la testa non smise di girare e le gambe smisero di tremare, poi con calma decise di tornare in Sala Comune.
Non appena entrata si fiondò nel dormitorio di Harry. Ci trovò Ron, che si cambiava «Miseriaccia, una ragazza!» esclamò, inciampò nel letto e finì dalla parte opposta.
«Ron, scusa. Cercavo il mantello» disse Jamie a occhi chiusi «ma sei nudo?»
«No, aspetta.», Jamie sentì il frusciare della stoffa e il baule chiudersi «Puoi aprire gli occhi» sbuffò Ron
Jamie li aprì e iniziò a frugare nel baule di Harry estraendo il mantello dell'invisibilità.
«Che vuoi farci?» le chiese Ron, mentre si sfregava i capelli bagnati con un asciugamano
«Vado da Harry, stanotte. Gli faccio compagnia»
«Ma non credi sia pericoloso? Sai, Black una volta è già entrato...»
«Ron, devo parlare con lui, per forza. Dì a Hermione di stare tranquilla, dormo lì. Ci vediamo domani» disse
«Ma non mangi?»
«Passo dalla cucine, magari» urlò già sulle scale.
Stava attraversando la Sala Comune quando si scontrò contro il petto di qualcuno e venne bloccata.
«Jam Jam non dovresti correre, dopo oggi» era la voce di uno dei gemelli
«Fred o George, mollami subito. Ho fretta!», la voce soffocata dal maglione del ragazzo.
«Ehi, primo sono George. Secondo la mia voce è molto più bella di quella di Fred»
Lei lo guardò accigliata «Fred, sei un idiota»
«Come diavolo...»
«George odia il blu, e non si vanta in modo così ovvio» disse pizzicando il maglione del ragazzo, che ancora la abbracciava
«Uff...cominci a spaventarmi, bambolina» disse sfregando le nocche contro la sua testa
«E smettila di chiamarmi così!» poi si guardò intorno «Dov’è il mio salvatore ?»
«È fuori con Lee. Rimani qua, che poi andiamo a usare il Billywig. Da Harry ci vai dopo»
Jamie sbuffò «Non sono dell’umore, Freddie»
Fred, parve un po’ deluso «Allora non ne si fa nulla. Non si possono fare scherzi con questo umore» ribatté indignato «Diamine, sembri Baston»
«Oh, spero non sia annegato...»
«No, nelle docce ha capito che non si può fare»
«Se ci ripenso mi deprimo. Bel Faccino Diggory, non doveva prenderlo il boccino» disse ricambiando l’abbraccio del ragazzo che la stringeva come un peluche.
«Pluffetta, però, tu sei stata una vera forza!»
Jamie lo guardò torva «Come mi hai chiamato?»
«Oh, l’ho inventato con George, dopo che siamo usciti dall’Infermeria»
«E non potevate pensare ad altro?»
«Non ti piace?» le chiese innocente
«Ma certo che no!»
«A Ginny ne abbiamo dati di peggiori. E come nostra sorellina adottiva, nonché allieva...»
«Ehi Fred. Ah l’hai bloccata eh?» George era appena sbucato dal ritratto, « Te l’avevo detto che se ne sarebbe scappata in Infermeria»
Fred annuì «Senza preoccuparsi di noi»tirò su col naso più volte
«Dopo tutto quello che abbiamo fatto per lei»
«Ci lascia così»
«Il nostro trio!»
Fred si staccò da Jamie e andò ad abbracciare George, e fecero finta di piangere.
Jamie li guardò un po’ in imbarazzo «La piantate?»
«Sai, che non vuole fare lo scherzo ai Serpeverde?», Fred si rivolse al gemello. George le lanciò un’occhiata interrogativa «Non sei dell’umore adatto?»
Jamie annuì dispiaciuta « E poi devo assolutamente parlare con Harry»
«Non puoi farlo dopo cena?»
«No, devo farlo ora. E  il cibo dell’infermeria non è il massimo. Pensavo di prendere qualcosa dalle cucine e mangiare con lui»
«Ah, ci molla per fare sostegno morale al fratellino» disse George con finto tono melodrammatico
«Che persona altruista»
«La prossima volta ci diamo malati anche noi. Così ci porti da mangiare» ghignò Fred
«Scordatevelo!»
«Bambolina, nonostante le tue rispostacce rimanderemo lo scherzo.» dissero in coro
«Sarà uno spettacolo» disse Fred
«Non puoi mancare» disse George
«Tirerà su di morale anche Harry» concesse Jamie con un sorriso
 
Poco più tardi Jamie, stava salendo le scale per il primo piano. Aveva nella borsa tutte le leccornie che era riuscita a prendere, e l’incantesimo di estensione che aveva perfezionato con Hermione si era rivelato molto utile. Si era dimenticata di indossare il mantello dell’invisibilità, ma era appena ora di cena, e non era un problema se gironzolava per i corridoi.
Non si aspettava, certo di incontrare il Professor Lupin. Camminava dalla parte opposta. Evidentemente stava scendendo per la cena.
Jamie, non poteva certo nascondersi, ormai l’aveva vista e le aveva sorriso, ma non stava trasgredendo nessuna regola, perciò decise di mostrarsi sicura e naturale.
«Buonasera, professore» lo salutò quando fu abbastanza vicino
«Ciao, Jamie. Mi hanno riferito quello che è successo alla partita. State bene tu ed Harry?»
«Oh, sì. Io non mi sono fatta nulla e Harry sta bene, ma è ancora in Infermeria. Madama Chips lo vuole tenere tutto il finesettimana»
Lupin annuì «Sono contento che non si sia fatto nulla» disse visibilmente sollevato «I Dissennatori non avrebbero mai dovuto avvicinarsi...»
«Lei sta meglio, professore?» chiese, volendo cambiare argomento. Non le andava di parlare di quello che era successo...sopratutto di quello che aveva sentito.
Lupin parve rabbuiarsi « Oh sto bene, non preoccuparti. Ero solo un po’ sotto tono» poi sorrise  «La cena inizia tra poco, dove stai andando a quest’ora?» chiese con educata curiosità
«Ehm...In Infermeria. Sa, ho un po’ di mal di testa. Mi farò dare qualcosa»
Lupin sorrise, stavolta c’era un bagliore di malizia, ma a Jamie sembrò di notare anche un lampo di malinconia, nei suoi occhi  «Certo, se hai mal di testa dovresti proprio andare. Spero che tu abbia nascosto anche il dolce in quella borsa. I dolci tirano su il morale»
Jamie, rimase interdetta, « Non so di che parla....comunque, buona serata, professore» disse superandolo
«Rimani a dormire in Infermeria, mi raccomando. Non è sicuro la notte»
«Certo...», Jamie si voltò a guardarlo, poi girò l’angolo. Trovava Lupin sempre più strano e sospetto. Nascose la borsa sotto il mantello dell’invisibilità e entrò in Infermeria.
 Harry era sdraiato e guardava il soffitto. Sul suo comodino c’era già una discreta pila di Cioccorane, Geltine tutti i gusti più uno e zuccotti di zucca e accanto al letto, il sacchetto coi resti della sua scopa.
«Ciao, fratellino», si piazzò sul letto libero accanto, poggiando la borsa accanto a sè
«Ciao, credevo fosse ora di cena»
«Lo è, ma mi farò ricoverare qui stanotte»
«Non stai bene?»
«No, insomma...prima mi girava la testa ma voglio solo farti compagnia»
«E se Madama Chips non se la beve?»
«Uscirò obbediente e rientrerò due secondi dopo sotto il mantello di papà» disse alzandosi «Ora vado a farmi ricoverare.» andò a chiamare Madama Chips nel suo ufficio.
Disse di avere forti giramenti di testa a causa dei Dissennatori e la botta le faceva male. Come previsto Madama Chips ci cascò e la fece sdraiare a letto, somministrandole una pozione color petrolio, che fece rimpiangere a Jamie l’idea.
Non restò molto nel suo letto, perché appena bevuta la pozione, Madama Chips se ne andò e dieci minuti dopo si trovava seduta a gambe incrociate sul letto di Harry, e entrambi stavano mangiando delle patate arrosto. Le lenzuola del letto erano coperte di briciole.
«Non si può fare niente per la tua scopa?» chiese Jamie, sapendo quanto il fratello ci tenesse
«No, non si può riparare... L’ha completamente distrutta»
«Possiamo sempre ordinarne un’altra,magari la Firebolt. Ti piaceva tanto...» disse per tirarlo su di morale
Harry sorrise «Costa troppo, Jamie. Non possiamo spendere tutto per una scopa»
«Basterebbe tirare un po’ la cinghia nel caso...»
«Abbiamo davanti ancora quattro anni. So che lo dici per me, ma un’altra Nimbus andrà bene»
Jamie annuì «D’accordo...», per nulla abbandonando l’idea della Firebolt.
Il discorso cadde e per un po’ si limitarono a mangiare, ognuno perso nei propri pensieri.
«Harry...» Jamie lo chiamò rompendo il silenzio che rimbombava nell’Infermeria «Come stai?»
Harry alzò lo sguardo su di lei «Sto bene»
«Anche per me vale la stessa frase che dici a tutti gli altri?» gli chiese Jamie. Aveva smesso di mangiare e lo scrutava, i suoi occhi nocciola fissi sul gemello.
«Jamie, andiamo, non mi sono schiantato. Silente ha rallentato la caduta e...»
«Non parlavo della caduta, so che non ti sei fatto niente. Non sei rimasto privo di sensi per la caduta»
Harry sospirò innervosito, poggiando la testa alla spalliera del letto «Parli dei Dissennatori...»
Jamie si torturò le labbra coi denti « Sono svenuta anch’io. Quando...quando ho sentito il gelo, ho avuto paura» prese un respiro « Più che paura era panico e volevo soltanto trovarti, ma...ho sentito una voce»
Harry si chinò verso di lei «Sì, anche io l’ho sentita...»
 
«No! I bambini no, ti prego!»
«Spostati, stupida... spostati...»
«Harry e Jamie no! Prendi me piuttosto, uccidi me, ma non i bambini!»
 
«Era la stessa voce del treno. Era la mamma... supplicava Voldemort di non ucciderci, e lui rideva. Era poco prima che...» le parole gli morirono in gola
«No... Io ho...era la voce di papà. Diceva alla mamma di scappare...poi Voldemort lo ha ucciso» Jamie tornò a mangiare, anche se ogni boccone faceva fatica a superare il nodo che aveva in gola.
Harry, invece non aveva più toccato cibo, era pensieroso. «Ho visto il Gramo, credo. Prima dei Dissennatori»
Jamie sorrise «Harry, il gramo non-»
«Era un cane nero, enorme e mi fissava dagli spalti»
Jamie rimase in silenzio per un momento «Forse, era solo un cane o un lupo che si è spinto fuori dalla foresta. Sei caduto per i Dissennatori, non per il Gramo»
«Certo, però l’ho visto»
«Sei preoccupato che sia davvero un presagio di...»
«Non lo so. Non so cos’era, ma quale altra spiegazione ci sarebbe?»
«Io non ci perderei troppo tempo. Può essere stato un gioco di luci, c’era il temporale, magari hai visto male»
«Sarebbe la seconda volta». Era sicuro di non aver sbagliato. Il cane nero era davvero tra gli spalti, ma era vero che il problema dei Dissennatori aveva la priorità. «Dobbiamo affrontarli. Dobbiamo trovare un modo per respingere i Dissennatori»
Jamie alzò lo sguardo su di lui «Lo so. Non voglio sentirli più. Domani mi metterò a fare delle ricerche»
«Lupin conosce il modo...sul treno ha cacciato via il Dissennatore»
«Harry, andrò in Biblioteca a cercare. Lascia stare Lupin»
«Perché? È il miglior insegnante che abbiamo mai avuto»
«Non lo conosciamo nemmeno...»
Harry sospirò «Non capisco perché a volte sei così diffidente... »
 «Non voglio parlargli di quello che sentiamo, né di quello che ci succede. Rivolgiamoci a lui solo come ultima possibilità, ok?»
Harry annuì di malavoglia «Come vuoi...ma voglio un modo per respingerli alla prossima partita. Non possiamo svenire...è ridicolo e umiliante. Non voglio che mi ritengano debole...»
Jamie lo guardò comprensiva «Noi non siamo deboli, Harry. Mi rifiuto di crederlo» disse decisa. Dopo tutto quello che avevano affrontato dai Dursley e a scuola, non poteva credere davvero di essere così cagionevole da svenire. Doveva esserci una spiegazione razionale «Non capisco perché ci succede...», prese due fette di torta dalla borsa «È di zucca...ti tirerà su il morale»
«Non ho molta fame a dire il vero»
«Lupin mi ha raccomandato di darti il dolce...» lo informò con una punta di sarcasmo
«Cosa ?» chiese divertito, spezzando un boccone di torta
«Me lo sono ritrovato davanti. Non mi sembrava necessario usare il mantello, non era ancora il coprifuoco»
«Perché non hai detto che non stavi bene e basta?», Harry ingoiò un grosso pezzo di torta, facendo cadere un sacco di briciole
«L’ho fatto, ma non ci è cascato»
«Signorina Potter! Scendi subito dal letto di tuo fratello e torna immediatamente nel tuo»
 Jamie, sobbalzò per essere stata scoperta, fece in tempo, però, a nascondere la borsa sotto il mantello.
«Scusi, Madama Chips» disse scambiandosi un’occhiata complice con suo fratello e si spostò sul letto accanto
«Bene, sotto le coperte e luci spente. Dovete riposare» ordinò perentoria, prima di tornare nel suo ufficio.
«E così Lupin ti ha beccata eh?» chiese Harry, divertito quando Madama Chips fu fuori tiro.
«Non mi ha beccata, ci siamo solo incrociati» ribatté punta sul vivo « Mi ha solo fatto capire che aveva capito...è irritante, non trovi?»
«No, a me piace Lupin» disse Harry tranquillo. Sorrise tra sé, sapendo che la sorella si sarebbe infastidita
«La borsa era chiusa. Non poteva sapere cosa c’era dentro. È stato strano, non so spiegarlo»
«Credi che abbia a che fare con Black, come Piton?» chiese Harry, girandosi sul fianco, per guardarla
«No, non credo sia una persona malvagia...ma è come se mi sfuggisse qualcosa» Jamie scosse la testa «Probabilmente è solo una sensazione stupida»
Harry annuì «Meglio dormire adesso...»
A Jamie sfuggì un gemito nervoso e si tappò la bocca con la mano
«Che c’è?» le chiese Harry, si alzò facendo peso sui gomiti dietro la schiena
«Dormire mi spaventa un po’» ammise, pensando alla voce di suo padre
«Anche a me», Harry tornò a sdraiarsi, mettendo gli occhiali sul comodino.
Si addormentarono con le voci dei genitori nella testa.
 
La mattina dopo, Jamie venne dimessa e salutò Harry. «Inizierò le ricerche sui Dissennatori, e nel pomeriggio verrò a trovarti di nuovo con Ron e Hermione»
Era domenica, e quasi tutti gli studenti erano ancora a letto. Si era svegliata troppo presto, ma non era più riuscita a prendere sonno. Come Harry, si era svegliata diverse volte quella notte, aveva gli incubi. Sognava i Dissennatori, il gelo e la morte del padre. Il sogno finiva sempre con un urlo disperato, che la ghiacciava, e si svegliava ogni volta sudata e con la pelle d’oca.
Decise di andare in Sala Comune, avrebbe aspettato davanti al fuoco Ron e Hermione, per fare colazione con loro. Hermione mi farà una bella lavata di capo, per non averle detto nulla.
Si lasciò cadere sul divano, sdraiandosi. Chiuse gli occhi e sospirò stiracchiandosi. La luce tenue, rischiarata dalla danza delle fiamme nel camino e la pace della sala la avvolgevano. Si stava rilassando e non sentì i soffici passi di Grattastinchi scendere le scale.
«Ignorato in questa maniera...Imprudente, maleducata e irresponsabile mocciosa!» sbraitò una voce. Jamie sobbalzò, tirandosi a sedere
«Nemmeno gli uccelli volano...ma lei vola con la tempesta su un ridicolo bastone torto» Moccì dal dorso di Grattastinchi la stava sgridando. La sua tonalità era di un verde molto acceso e tendente al rosso « E mi ignora liberamente per tutto il giorno. Nemmeno al negozio....ahi ahi magari fossi ancora nelle mie foreste»
«Moccì, mi stai sgridando» disse Jamie incredula
«Ah, che perspicacia! Como ti è venuto in mente de volare con un tempo simile. Lo dicevo yo che era una pessima idea. Tu svieni e l’otro cade al suolo...» Moccì si era arrampicato sul divano, per raggiungere le gambe di Jamie, che lo fissava trattenendo un sorriso.
«Moccì, ti sei preoccupato. Mi dispiace»
«Yo? Yo non ero preoccupato de ninguna maniera» sbottò, il suo colore stava tornando normale
«Mi dispiace di non averti parlato prima...ma sono successe diverse cose e avevo bisogno di parlare con Harry»
Il camaleonte la fissò con entrambi gli occhi, sembrava la stesse studiando
«Ma non è successo nulla...i Dissennatori sono entrati in campo e ci hanno fatto lo stesso effetto del treno» gli raccontò Jamie «Abbiamo perso i sensi, ma Harry è caduto, invece George era vicino e è riuscito a afferrarmi in tempo»
«Ah,quel rosso sfacciato!» sbraitò Moccì
Jamie alzò gli occhi al cielo «Comunque è finito tutto bene...perché non hai il tuo maglione?»
«Mi pizzicava» disse tirando su il muso come uno snob
«Mio piccolo camaleonte viziato, la lana è molto calda e la stagione molto fredda...vado a prenderti il maglione e te ne farò un altro, così potrai cambiare un po’ se ti annoi» disse alzandosi dal divano
«Non sono una bambola!» strillò quello
«Niente maglione, niente uscite, perché per te fa troppo freddo» lo ammonì salendo su per la scala.
 
« E così Lupin ti ha lasciata andare...forte!» commentò Ron. Erano seduti a fare colazione, e Jamie aveva raccontato tutto ai due amici.
«In fondo era ovvio che stessi andando più per parlare con Harry, che altro» disse Hermione servendosi del succo
«Ha anche intuito cosa avessi nella borsa...» le ricordò Jamie come se fosse di estrema importanza. Moccì dalla sua spalla, fissava il tavolo degli insegnanti continuando a adocchiare Lupin «Guarda te che modo di vestirsi...»
«Jamie, avrà tirato a indovinare. Stavi saltando la cena...» le fece notare Hermione «Non ci darei troppo peso»
«Già, non lamentarti, mica ti ha messo in punizione...Per me ti brucia solo che ti ha sgamato» disse Ron, addentando un dolcetto.
«Non mi brucia affatto!» ribatté irritata. Oh sì, col suo bel fare...non lo sopporto. Certo che mi brucia. Eccome.
Jamie non replicò. I loro ragionamenti non facevano una piega, ma rimaneva quella sensazione di cui non riusciva a venire a capo. Non la capiva nemmeno lei, come poteva spiegarla agli altri. È solo il tuo orgoglio, cara disse una vocina petulante dentro la sua testa.
 Lo sguardo vagò sul tavolo degli insegnanti. Lupin stava conversando gioviale col professor Vitious. Certo chiedere aiuto a Lupin avrebbe semplificato le cose, ma Jamie non voleva cedere. Sin da piccoli, lei e Harry se la dovevano cavare da soli, e Jamie aveva sviluppato un' estrema diffidenza verso gli adulti, non riusciva a fidarsi. Sopratutto coloro che facevano i simpatici come Lupin.
«Oggi mi accompagnate in Biblioteca? Voglio cercare qualcosa sui Dissennatori e se c’è qualcosa per contrastarli»
«Certo. Anche io devo andare in Biblioteca.» disse Hermione «Credete che potrebbero rientrare di nuovo a scuola?» domandò preoccupata
«Non lo so. Silente era furioso, non credo che lo permetterebbe» disse Ron
«Forse, ma in ogni caso, è meglio essere preparati», Jamie morse una fetta di pane tostato, guardandosi in giro. Malfoy stava facendo un imitazione di Harry che cadeva dalla scopa. I suoi occhi si ridussero a fessure, mentre spezzettava con rabbia il pane. Ron e Hermione seguirono il suo sguardo «Malfoy, quell’idiota!» commentò Ron
«Jamie, non farci caso...», Hermione le mise una mano sul braccio, per ammonirla e non farle fare sciocchezze. Jamie, sbuffò infastidita e distolse gli occhi da Malfoy, meditando già su come gliel’avrebbe fatta pagare.  «Cerchi il tuo amigo?» domandò Moccì, arrampicandosi sulla sua testa
«George?»
«No il tonto rosso...quello bueno e elegante»
«Con Gabriel non parlo ancora...mi ero dimenticata di lui...»
Moccì disse qualcosa di poco carino, ma lei non ci fece caso. Si fece pensierosa e il suo sguardo vagò di nuovo sul tavolo Serpeverde.
Hermione aveva notato la strana conversazione e nonostante non avesse capito nulla, quando vide Jamie osservare il tavolo dei Serpeverde con occhi persi, intuì i suoi pensieri.
«Jamie, non hai più parlato con quel ragazzo?» le chiese sottovoce per non farsi sentire da Ron.
Jamie lanciò un’occhiata a Ron, stava parlando con Dean. « No, mi era anche passato di mente con quello che è successo»
«È comprensibile, ma hai intenzione di chiarire o...» lasciò in sospeso la frase
«Non lo so e lui è l’ultimo dei miei pensieri»
«Come?» Moccì si sporse dalla sua testa «Pensavo avessi iniziato a usare la testa» disse dando dei colpetti con la coda sulla testa di Jamie.
Jamie gli puntò un dito contro il muso e lo spinse indietro. Fece di nuovo scorrere gli occhi lungo il tavolo scandagliando il gruppo intorno a Draco Malfoy. Passò Zabini, Nott e la Parkinson e altri studenti di cui non conosceva il nome. Allora è proprio vero che non frequenta Malfoy...Sembra quasi impossibile...
Jamie continuò nella sua ricerca,allontanò la sua attenzione dal gruppo vicino a Malfoy, lo sguardo sulla figura incontrò un paio di occhi verde scuro che la fissavano, sorpresi di incontrare i suoi. Jamie assunse un cipiglio altero, e Gabriel distolse secco lo sguardo, si alzò da tavola e uscì dalla Sala Grande.
Moccì dall’alto della sua posizione aveva seguito la scena, lui aveva individuato Gabriel da tempo «Era ora che lo trovassi...Ti stava mirando...»
«Bé mi sembrava seccato...non credo lo cercherò di nuovo» disse Jamie sostenuta.
 
Dopo colazione, salì con Ron e Hermione in Sala Comune. Jamie era rimasta indietro con il tema di Storia della Magia e il compito di Aritmanzia, per cui in mattinata avrebbe cercato di finire i compiti e nel pomeriggio sarebbe andata in Biblioteca, a fare ricerche sui Dissennatori.
Si fece aiutare da Hermione in Aritmanzia, mentre Ron lavorava al compito di Divinazione.
Quando arrivò l’ora di pranzo Jamie aveva finito solo Aritmanzia e iniziato Storia della Magia.
«Mi ci vorrà un’oretta per finirlo...poi possiamo andare in Biblioteca», Jamie chiuse il libro con il tema all’interno.
«Voi come siete messi?», chiese ai due amici. Ron aveva finito Divinazione in cinque minuti, il tempo di inventare qualche tragedia, e poi Storia Della Magia. Hermione, invece sembrava non fermarsi mai : aveva fatto Aritmanzia, Storia della Magia, e ora stava cominciando Babbanologia.
«Hermione...» la chiamò Jamie, quando la riccia non le rispose «Non credi che dovresti mollare qualche materia?»
«Cosa? Oh no, va benissimo così. Andiamo a pranzo, ho una fame...» disse ritirando i libri in borsa e dirigendosi fuori dal ritratto.
Jamie e Ron si scambiarono un’occhiata perplessa, e la seguirono fuori.
Jamie non mangiò molto a pranzo, spiluccava il suo piatto, pensierosa. Hermione le mise una mano sulla spalla, per richiamare la sua attenzione «Jamie, è tutto a posto?»
«Sì, ma ho lo stomaco chiuso»
«È per i Dissennatori, vero? Vuoi dirci che è successo di preciso» le chiese cauta Hermione
«Già, eri di nuovo in stato catatonico» disse Ron
«Ron!»
Jamie scosse la testa sorridendo « Non è niente. Oggi troverò un modo per respingerli e non ce ne preoccuperemo più»
 
Dopo pranzo, Jamie, finì Storia Della Magia. Ron decise di andare da Harry, e lei e Hermione andarono in Biblioteca, lasciando Moccì sulla groppa di Grattastinchi a sonnecchiare davanti al camino.
«Che libro devi cercare?» chiese Jamie, mentre vagavano per gli scaffali, nel reparto creature oscure.
«Uno sui Lupi Mannari, per il tema»
Jamie si voltò a guardarla sconvolta «Lo vuoi fare sul serio?»
«Certo che sì. È un compito»
«Ma Piton faceva solo una supplenza e ha saltato mezzo programma»
«Ma se alla prossima lezione c’è di nuovo Piton vorrà i temi e se non lo fai...»
«Ho visto Lupin, e tutto sommato sta bene. Vedrai che c’è lui. E se è “forte”, come dicono tutti, annullerà il tema»
«Comunque lo voglio fare. I lupi Mannari saranno un argomento dei G.U.F.O»
«Dei che?»
Hermione sospirò esasperata «Gli esami del quinto anno...si chiamano così» spiegò paziente
«Oh, bene. Ai Lupi Mannari ci penserò allora»
Jamie trovò diversi libri sui Dissennatori, alcuni ne parlavano brevemente, spiegando in modo approssimativo le loro caratteristiche, e questo a Jamie non bastava. Iniziò a cercare documenti con casi di attacchi dei Dissennatori, ma non ce n’ erano molti dato che erano sotto il controllo del Ministero, e  nessun caso di svenimento dopo un contatto di pochi minuti. Jamie lesse delle condanne di molti seguaci di Voldemort, alla fine della prima guerra magica. Alcuni erano stati sottoposti al bacio dei Dissennatori, e ridotti a vegetali per sempre. Il loro bacio ti prendeva l’anima. Jamie rabbrividì, era una condanna terribile, peggiore della pena di morte. Provò pietà per quei poveretti, erano persone malvagie, ma nessuno poteva meritarsi una simile fine.
Su un altro libro trovò un incantesimo per respingerli: l’Expecto Patronum. Era un incantesimo molto difficile, ma il libro ne descriveva solo le caratteristiche. A lei serviva un manuale per impararlo.
«Prova a chiedere a Madama Pince se ha qualcosa» la incoraggiò Hermione «Ci sarà sicuramente, magari nel reparto di magia avanzata», teneva in mano un paio di grossi libri, frutto delle ricerche sui Lupi Mannari.
 
«Potter, abbiamo un solo libro con le informazioni che cerchi,ma è stato preso già da un altro studente»
«Ah, e posso sapere il nome?»
«Non vedo perché io debba dare informazioni riservate di uno studente ,Potter»
«La prego, mi serve quel libro. È davvero urgente...»
«D’accordo, d’accordo. Io voi giovani non vi capisco» brontolò, cercando nel registro «Si chiama Gabriel Asbury, lo ha preso dall’inizio dell’anno, diverse volte»
Jamie sgranò gli occhi. Aveva ascoltato solo il nome Lo uccido...
«Grazie, Madama Pince»
Uscì come una furia seguita da Hermione «Jamie, aspetta!»
«Ma che cavolo ci fa quello con un libro sui Patroni!» sbottò arrabbiata «Non ha alcun diritto di prenderlo. Lui mica sviene quando ci sono loro»
«Jamie, non può averlo fatto di proposito. Non poteva sapere che tu saresti venuta qui a-»
«I Serpeverde sono furbi. Scommetto che ci ha sentito parlare e ha ben pensato di fregarmi il libro»
Hermione seguiva i suoi ragionamenti, confusa «Jamie, ma è impossibile e poi Madama Pince ha detto che-»
«Sai che c’è, non mi serve. Mi basta la formula, imparerò l’incantesimo anche senza quel libro» disse più calma «Sono brava in Incantesimi, no?»
«Sì, quando ti applichi» le precisò Hermione «Fai sempre i compiti all’ultimo e non studi spesso»
«È che qui ho sempre qualcosa di divertente da fare. Mi viene difficile non distrarmi»
Hermione alzò gli occhi al cielo «Vuoi una mano con l’incantesimo?»
«No, grazie. Tu va pure a fare il tema»
«D’accordo, dopo lo leggi? Vorrei un tuo parere prima di consegnarlo»
Jamie sorrise «Certo. Ci vediamo a cena»
Camminò un po’ per il castello, cercava un posto dove esercitarsi senza interruzioni. Non voleva che qualcun altro sapesse quello che stava facendo, per precauzione e nel caso non ci fosse riuscita, non lo avrebbe scoperto nessuno.
Le aule erano fuori questione e nel castello conosceva soltanto un posto dove non andava nessuno. Il bagno di Mirtilla Malcontenta. Andò al secondo piano e entrò nel bagno. Era molto silenzioso, forse Mirtilla stava vagando per qualche tubatura.
Iniziò subito a provare, aveva imparato la formula dell'incantesimo, sapeva che un Patronus corporeo prendeva forma animale, e che doveva ritenersi fortunata se riusciva a produrre anche solo una scia d’argento «Expecto Patronum»
Non successe nulla, dalla bacchetta non uscì nessuno sbuffo di fumo. Come primo tentativo era pessimo.
Passò altre due ore a esercitarsi, finché non si accorse che era arrivata ora di cena. Frustrata uscì dal bagno. Credeva di potercela fare, forse non al primo tentativo, ma magari al secondo o al terzo. Invece non le era uscito nulla. Decise di non passare in Infermeria. Se Harry avesse saputo del suo fiasco, avrebbe voluto chiedere aiuto a Lupin, e Jamie voleva evitarlo, finché possibile.
Andò direttamente in Sala Grande, nonostante passò dal piano dell’Infermeria.
Ron e Hermione le avevano tenuto il posto.
«Ciao, come sono andati gli esercizi?» le chiese Hermione
«Abbastanza bene» mentì Jamie «Come sta, Harry ?» chiese a Ron, decisa a liquidare l’argomento, almeno per la cena
«Bene, ma è giù per la Nimbus»
Jamie annuì «Posso ordinare un nuovo manico di scopa e fargli una sorpresa, magari» disse pensierosa «Gli piaceva tanto la Firebolt, quest’estate la guardava sempre in vetrina, avevo pensato di prendergliela», convinta ancora che coi soldi avrebbero potuto farcela
«La Firebolt, wow!» esclamò Ron «È la scopa migliore in commercio»
«Sì, ma costerà un sacco di soldi» disse Hermione
«Sì, beh lo ha detto anche Harry, ma...»
«Appunto, avete ancora quattro anni prima di poter lavorare» le ricordò Hermione «Prendigli una scopa uguale a quella che aveva prima, no?»
«Già, forse è la cosa migliore. Non gli comprerei mai una Nimbus 2001. Quello che è buono per Malfoy non è buono per noi»
«Ben detto, Pluffetta!» i gemelli avevano fatto sloggiare dei ragazzini del secondo anno e si erano seduti di fronte a loro
«Il grande giorno è domani» le disse Fred
«Cosa volete fare?» domandò Hermione
«Scommetto qualche trovata ai Serpeverde» disse Ron compiaciuto
«Esatto, e sarà un successo» disse Fred
«Stavolta non hai scuse, Jam» disse George
Jamie sorrise «D’accordo, l’effetto è immediato?» sussurrò
«Sì, non ci mette molto...qualche minuto», George, iniziò a servirsi la zuppa
«La durata invece è piuttosto lunga» disse Fred
«Ho letto che nelle Api Frizzole viene allungato con erbe calmanti che ne diminuiscono l’effetto. Questo nelle prima fasi di lavorazione, poi vengono aggiunti gli zuccheri e...»
«E brava Jam Jam, hai fatto i compiti» ghignò Fred
«Qualcuno doveva pur documentarsi» disse Jamie in un tono che ricordava molto Hermione
«No non lo allungheremo» le disse George con un sorriso furbo
«Al contrario, lo mischieremo a un'altra erba, ma non è affatto calmante, anzi dovrebbe aumentare l’effetto del volo»
«Potevate avvertirmi! Che cosa avete usato?»
«Perché non provi a scoprirlo?» le dissero in coro i gemelli
«Cosa? Ma non è corretto...»
«Sì, invece e se ci riesci ti metteremo al corrente di uno dei segreti del nostro successo» le promise Fred
«C’è qualcosa che ancora non so?»
«C’è molto che ancora non sai» risposero in coro
Jamie rimase un po’ delusa, era convinta che i gemelli condividessero tutto con lei. «D’accordo. Lo scoprirò» rispose accogliendo la sfida
I gemelli sorrisero «Domani sera » disse Fred
«Prima di cena»
«Davanti alle cucine»
 
Tornati in Sala Comune si erano appropriati delle loro poltrone preferite davanti al camino. Ron si era spostato poco dopo, per giocare a Gobbiglie con Seamus e Dean, e Jamie stava leggendo il tema di Hermione. Aveva scritto tre rotoli di pergamena e aveva intrecciato diversi documenti e fonti.
«Meglio del nostro libro» disse Jamie passandoglielo «Credo che queste informazioni mi bastino fino al quinto anno. Non mancava nulla. Hai addirittura studiato il ciclo lunare, non mi ero accorta che fosse passata da poco la luna piena»
«Oh, avevo il calendario sottomano», le guance si arrossarono. Jamie sapeva che le facevano sempre piacere i complimenti sul suo lavoro, ed erano sempre meritati.
«Sì, era al culmine proprio... ah, poco prima della partita. Lo avevo segnato...ah si quando Piton ha fatto supplenza» disse Hermione consultando la pergamena
«Non ricordarmi quella supplenza, per favore» disse Jamie con una smorfia di disgusto «Spero che Silente non gli dia mai quel posto»
Hermione annuì« Ti va di farmi vedere il Patronum?» le chiese curiosa
Jamie la guardò interdetta «Ehm...in realtà non è che lo sappia ancora fare del tutto»
Hermione aprì la bocca e la richiuse, e rimase in silenzio a guardarla per qualche istante «Non è andata bene vero?»
«Cosa? No, certo che è andata bene. Ho fatto un sacco di progressi» rispose Jamie, si sporse sul lato della poltrona, d’improvviso trovava interessante la partita di Gobbiglie
«Non ti sei vantata, Jamie. E tu lo fai sempre quando ti riesce qualcosa»
«Non è vero. Non sempre»
Hermione alzò gli occhi al cielo «Certo,come no...» poi la guardò «In ogni caso, non ci sarebbe nulla di male. È un incantesimo molto difficile, e è normale non riuscirci la prima volta»
Jamie sbuffò «Ci ho provato per ore, ma non è uscito un bel  niente. Nemmeno una scintilla.»
«Sei sempre decisa a non chiedere aiuto a Lupin? Domani abbiamo lezione con lui,se c’è»
«Sì, possiamo farcela da soli. Davvero»
«Forse, dovresti chiedere il libro a quel ragazzo. Potrebbe chiarirvi molte cose»
«Non ho alcuna intenzione di farlo. Se lo vuole se lo può anche tenere io ce la faccio benissimo anche senza» replicò piccata e punta nell’orgoglio
Hermione alzò gli occhi al cielo, ma non ne parlò più.
Più tardi salirono in Dormitorio. Jamie era già sotto le coperte e Moccì si era accoccolato accanto a lei appena sotto al cuscino.
«Allora, como è  andato l’esercizio ?»
«Da schifo»
Moccì emise un verso strano e stridulo, che Jamie non aveva mai sentito, e per un momento si chiese se anche le altre lo avrebbero potuto sentire.
«Cos’è questo verso?» chiese curiosa
«È la mia risata, tonta» Moccì aveva smesso di fare quel verso strano e ora il suo tono era molto indispettito
«Scusa...davvero voi ridete così?»
«Davvero tu non sei riuscita a fare quell’encantamiento ?» replicò lui impermalito
Jamie gli fece una linguaccia e gli tirò scherzosamente la coda «Avete una risata pessima»
«E tu sei un incapaz» borbottò lui
Lei sorrise puntellandolo sul dorso col dito «È tutta colpa di Gabriel se non ci sono riuscita»
Moccì puntò gli occhi su di lei, in attesa che continuasse «Ho scoperto che ha preso un libro che poteva servirmi per difendermi dai Dissennatori. Lo ha fatto apposta»
«Bah, tonterìa»
«Perché lo difendi sempre? Dovresti stare dalla mia parte!» esclamò tirandosi su
«Non agitarte sempre...» brontolò il camaleonte con sufficienza «Non concordo con quello che dici. Tutto qua» fece una pausa «Il fatto che poi lui abbia modi perfecti è un detalle»




Tana del camaleonte:
Allora come potete vedere questo era un capitolo di transizione, in cui Jamie inizia le sue richerche sul patronus. 
Con Gabriel ancora non parla, comunque vi assicuro che nel prox capitolo parleranno di nuovo.
Alla prossima
Etanin

 
  
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