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Autore: Eldur    27/01/2012    7 recensioni
James Potter era un bel ragazzo alto, per di più Cercatore di Grifondoro. Ma Lily sapeva anche che era soprattutto un irresponsabile, un prepotente. Se ne andava in giro per il castello tronfio e pieno di sé, avendo la cura di non rispettare le regole di Hogwarts.
Nessuno sarebbe mai riuscita a convincerla. Mai. James Potter non avrebbe conquistato il suo cuore.

STORIA REVISIONATA E CONCLUSA.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Mary MacDonald, Nuovo personaggio, Regulus Black | Coppie: James/Lily, Remus/Sirius
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Capitolo 17: La Maledizione Imperius - Parte I


Kate entrò trafelata nella sala comune, inciampando nel tappeto in mezzo alla stanza. Remus e Sirius sentirono il rumore improvviso e quando la videro a terra corsero ad aiutarla.
“Kate, stai bene?”, chiese Remus spaventato. Lei si rimise in piedi, mentre il labbro inferiore cominciava a tremarle.
“Sono tutti qui, gli studenti di Grifondoro?”, chiese. Sirius aggrottò le sopracciglia, sorpreso dalla domanda.
“Non importa, Kate”, disse preoccupato, “piuttosto, dimmi come ti sei procurata quella ferita”. Kate scosse la testa.
“No, Sirius. E’ questo che non è importante. Voglio prima sapere se sono tutti nei loro dormitori”, disse con voce tremante ma decisa.
“Ok…”, fece lui. “Beh, sì, stasera è stranamente tutto tranquillo. I Grifondoro sono tutti qui”, la rassicurò.
Kate espirò lentamente. Una volta affrontato il problema più importante, bisognava trattare quello minore, ma non meno preoccupante. “Sirius, i Mangiamorte hanno preso tuo fratello”.
Sirius increspò la fronte. “Come?”.
“I Mangiamorte sono a Hogwarts e hanno rapito tuo fratello!”, ripeté lei. Sirius rimase perplesso.
“E’ impossibile”, disse. Poi si schiarì la gola, segno che non voleva rivelare quello che sapeva. “Ehm, credo che mio fratello stia, ecco… dalla loro parte”, concluse con gli occhi bassi.
“E’ comprensibile, Felpato. Appartiene a Serpeverde. Non devi fartene una colpa”, cercò di consolarlo Remus.
Kate si intromise. “Secondo me non funziona così. Dovresti preoccuparti, Sirius: non penso che i Mangiamorte trattino così uno dei loro”.
Visto che nessuno commentava o sembrava aver capito, continuò: “Nessuno ha il proprio destino già scritto. Che importa se è stato smistato in Serpeverde? Nessuno può sapere quali sono le cose veramente importanti per lui nella vita. Ha un fratello fantastico che è riuscito a distinguersi dalla propria famiglia perché considerava i loro valori qualcosa di sbagliato anche se era stato cresciuto così. Ha rinnegato l’appartenenza ai propri parenti perché voleva seguire la strada che credeva giusta. Potrebbe aver seguito il suo esempio, perché so per certo che gli vuole ancora bene. Sei una persona speciale, Sirius Black. La tua vita è un miscuglio di coraggio, audacia, generosità e… impertinenza”.
I due erano rimasti paralizzati per tutto il discorso, ma all’ultima parola Sirius era scoppiato a ridere.
“Gran bel modo di chiudere un discorso filosofico, Everett”, commentò sarcastico. “Mi avevi quasi convinto”.
“L’ho detto che sei impertinente”, sospirò Kate.
“Dobbiamo andarti a prendere dell’essenza di dittamo, comunque”, disse Remus. “Non puoi lasciare aperta un ferita del genere. Potrebbe infettarsi”.
“Oggi è il tuo giorno fortunato”, annunciò Sirius, sorridendo. “Ho una boccetta di dittamo sotto il mio letto”.
“Hai del dittamo sotto il letto?”, chiese a denti stretti Remus. Ma a rispondere per Felpato fu un rombo terrificante. Anche il castello ne risentì e il pavimento traballò per un istante.
“Maledizione”, mormorò Sirius, con un tono di voce completamente cambiato che Kate non gli aveva mai sentito. “E’ così grave?”. Lei annuì, senza parole. Non avrebbe mai creduto che potesse esistere un rumore tanto forte.
In quel momento Mary scese le scale del dormitorio.
“Avete visto Lily? Quel rumore non mi sembra tanto norma-“, si interruppe. “Cosa hai fatto alla faccia, Kate? Che sta succedendo?“, chiese poi. Ma Kate era spaventata da qualcos’altro. Alla prima domanda di Mary era sbiancata d’un colpo.
“Come? Lily non è con te?”, chiese terrorizzata. Mary scosse la testa.
“Era andata in biblioteca per studiare qualcosa di Trasfigurazione e non è ancora tornata. Pensavo che stesse parlando con voi… ho sentito le vostre voci dalla porta della nostra stanza”, spiegò. “E’ vero che sei impertinente, Black”, aggiunse, ammiccando. Lui non rispose scherzoso come al solito, però.
“Ti sei persa il pezzo più importante, McDonald. I Mangiamorte sono a Hogwarts”. Mary sbarrò gli occhi.
All’improvviso si sentì un vociare su per le scale: tutti gli studenti stavano cercando di capire da dove potesse provenire quel rumore assordante. Alcuni passi più pesanti rimbombarono dappertutto e si sovrapposero alle voci degli studenti. Quel rumore di piedi sulla pietra delle scale si rivelò appartenere a un James rosso e agitato.
“Lily! E’ lì fuori con i Mangiamorte!”, urlò, prima di fiondarsi fuori dalla sala comune, attraverso il ritratto.
“Potter! Torna qui!”, cercò di fermarlo Kate. “Il Preside ha detto di rimanere nei dormitori, maledizione!”, gridò, dopo che ebbe capito che James non sarebbe tornato indietro. Poi uscì anche lei, come se Potter le avesse dato il via libera. I tre che erano rimasti sul tappeto accanto alle scale del dormitorio si guardarono a turno.
“Direi che non posso restare qui dentro come un codardo con quei due lì fuori”, annunciò Sirius. Infilò una mano in tasca e tirò fuori la bacchetta. Lo stesso fecero gli altri due.
I bambini del primo anno furono i primi ad affacciarsi sulla sala comune, seguiti poi dagli altri. Si riversarono tutti insieme nella stanza, pronti per qualcosa di importante.
Mary non aveva intenzione di lasciarli uscire e di metterli quindi in pericolo, perciò, prima che gli altri ci pensassero, inventò una scusa. “Il Professor Silente ha ordinato che tutti voi rimaniate nei vostri dormitori. Noi tre dobbiamo andare a controllare i corridoi”.
Nessuno sembrava avere niente da ridire, quando da dietro i primini si sentì uno sbuffo.
“Certo. Vi siete autorizzati da soli a uscire, non è vero?”, disse una voce infastidita e scettica di un ragazzo. “Mentre noi dobbiamo seguire gli ordini di Silente, voi vi sentite abbastanza in gamba da poterli ignorare perché siete i più grandi”.
Nessuno fiatò e Mary cominciò a rispondere all’accusa, quando Sirius parlò per lei.
“Sta’ zitto, Richardson. L’ordine non viene da noi, ma da Silente in persona. Perciò, se non vuoi essere messo in punizione da Remus, non fiatare e stai al tuo posto”, controbatté, guardando il ragazzo biondo del sesto anno.
Dopodichè Sirius passò attraverso il ritratto, seguito da Mary e Remus, lasciando senza parole e ancora più arrabbiato lo studente che aveva cercato così prontamente di screditarli agli occhi del resto dei Grifondoro.

*


La biblioteca era abbastanza silenziosa, quella sera. Lily sbadigliò e guardò l’orologio che aveva al polso. Erano le nove meno cinque. Il coprifuoco stava per scattare in cinque minuti e lei non voleva farsi sorprendere da nessuno in giro per il castello nelle ore proibite. Raccolse i suoi libri, rimise a posto quelli della biblioteca negli appositi scaffali e sistemò la sedia sotto il tavolo.

Stava per uscire dalla stanza quando il castello fu mosso da un rombo terrificante e il pavimento ricevette una scossa. Dagli scaffali caddero alcuni libri con un tonfo ovattato, come se le orecchie della ragazza non funzionassero più bene. Poi tutto tacque di nuovo.
Lily aveva il fiatone per l’ansia. Non aveva mai sentito un rumore del genere all’interno della sua scuola. Assomigliava a un aereo in partenza, ma era molto più innaturale.
Si voltò di nuovo e raccolse tutti i libri caduti. Quando anche l’ultimo libro fu infilato tra gli altri, Lily prese i suoi. Voleva mettersi a correre per raggiungere la sala comune e chiedere agli altri se sapevano cosa era successo, ma uno scricchiolio interruppe i suoi pensieri sulla fuga. Poggiò un’altra volta i suoi volumi di Trasfigurazione sul tavolo dove aveva studiato tutto il pomeriggio e tirò fuori la bacchetta da una delle due tasche della divisa.
Un altro scricchiolio e un sussurro rivelarono a Lily la loro provenienza. Se era nel giusto, c’era qualcuno dietro allo scaffale riguardante i draghi. Mosse un passo, ma non riuscì a vedere nessuno, poiché una sensazione di libertà si stava lentamente diffondendo nel suo corpo. Si sentì svuotata dalle preoccupazioni e dalle emozioni, come se stesse galleggiando tra la felicità infinita.
Raggiungi i Mangiamorte al primo piano, le sussurrò una voce nella testa.
Perchè?, pensò lei, sto molto meglio qui…
Vai, ora!
Lily si abbandonò completamente alla voce e uscì dalla biblioteca.

*


James corse a perdifiato verso la biblioteca urlando il nome di Lily. Era in pericolo, lo sentiva.
La biblioteca era in ordine come al solito, ma c’era qualcosa di strano nell’aria; come se fosse troppo immobile, come se nessuno fosse sopravvissuto.
Il locale era buio e freddo, quasi senza vita. Nessuna lampada illuminava i tavoli, ma l’odore dell’olio bruciato persisteva ancora nell’aria. Qualcuno era stato lì poco tempo prima.
Girò nel corridoio a sinistra, quello di Trasfigurazione, e cercò di distinguere la testa rossa di Lily tra gli scaffali. Sul tavolo più vicino c’erano alcuni libri impilati e inginocchiandosi, vide sotto una lanterna rotta che riversava ancora l’olio a terra. Immerse un dito nel liquido e sentì che era ancora caldo. Si pulì la mano sulla divisa e si rialzò.
Guardò i libri sul tavolo e un presentimento si fece lentamente strada nella sua mente. Sfogliò velocemente le pagine cercando ciò che lo avrebbe confermato. Gli bastò solo un’occhiata alla prima pagina per capire che qualcosa davvero non andava. Le lettere rifinite con cura con l’inchiostro nero sulla carta recitavano Lily Evans. E Lily non lasciava mai i suoi libri incustoditi.
Una strana determinazione si impossessò di lui. Stava per correre ad annientare chi aveva rapito la ragazza che amava quando improvvisamente udì dei passi. Qualcuno stava entrando nella biblioteca. Si guardò intorno, ma non vide nessuno, così si nascose dietro uno scaffale. Cercò di sbirciare attraverso le fenditure tra i libri e si coprì la bocca e il naso con una mano per non far avvertire il suo respiro affannoso a chiunque stesse entrando nella biblioteca.
Lily era un pensiero prepotente nella sua mente che tornava a galla come una spugna. Ogni volta che cercava di ignorare l’istinto di correre e raggiungerla, l’angoscia riemergeva e comprometteva quello che stava cercando di fare: non farsi scoprire per poterla poi aiutare. Non riusciva a ragionare coerentemente sapendo quanto fosse in pericolo.
Doveva trovarla. Doveva difenderla. Non poteva lasciarla morire per mano dei Mangiamorte che così tanto aveva voluto combattere. Lily era forte e determinata, ce l’avrebbe fatta anche da sola, ma James sentiva questo bisogno primario di proteggerla e di farla sentire al sicuro. Lei era la sua salvezza.
Solo da poco tempo aveva capito di amarla. Gli anni prima aveva pensato che quello che provava per Lily fosse attrazione e qualcosa di simile all’amore, non un sentimento talmente serio da portarlo alla disperazione se le fosse successo qualcosa.
Questo settimo anno era diventato più maturo e la morte dei suoi genitori non aveva fatto che irrobustirlo nell’animo. Lei forse l’aveva intuito.
“Black non si è ancora mosso?”, sussurrò una voce maschile.
“Stai zitto, deficiente!”, lo sgridò a denti stretti una donna. “Ho sentito qualcuno entrare nella biblioteca, prima, e a quanto pare stanno cercando la sporca Mezzosangue”.
James si sporse un po’ e notò la capigliatura folta e nera di Bellatrix Black. Quello con cui stava parlando era uno studente perché aveva ancora la divisa scolastica, ma non riuscì a vederlo in volto poiché era nascosto dalla figura di Bellatrix.
Dunque c’erano dei traditori, ad Hogwarts. Qualcuno che aveva aiutato i Mangiamorte a pianificare e a entrare nel castello. James avrebbe scommesso la sua bellissima scopa che i traditori appartenevano alla casa dei Serpeverde.
James aveva urlato troppo forte il nome di Lily e se ne pentì. Ora non avrebbe saputo dove si trovava perché nessuno dei due avrebbe parlato con una possibile spia nascosta lì vicino. Il ragazzo stava parlando di un certo Black… si riferiva a Sirius o a suo fratello? Probabilmente a Regulus: da anni i Malandrini sapevano che Sirius non voleva più fare il nome di suo fratello. James sapeva che il suo migliore amico aveva provato a parlargli per fargli cambiare ideali di vita e per portarlo sulla buona strada, ma lui aveva ostinatamente puntato verso la via del male. Ora era dalla parte dei Mangiamorte, o così pareva.
“Tanto non la troveranno, non più ormai”, sogghignò il ragazzo. Uno schiocco risuonò attraverso i muri. Bellatrix lo aveva colpito in faccia con uno schiaffo.
“Ti ho detto di tacere, imbecille!”, urlò. Il ragazzo tirava su con il naso: quasi certamente lei glielo aveva fatto sanguinare.
“Stupida cagna”, la insultò, sputando.
A quelle parole Bellatrix si mosse come un fulmine. Lo afferrò per il collo e lo strinse. A quel punto James riuscì a vedere il volto dello studente.
Aveva vinto la scommessa. Era Aries Knight, lo studente di Serpeverde del sesto anno che aveva beccato fuori dal letto di notte all’inizio dell’anno.
Knight diventò rosso mentre cercava di inalare aria che non sarebbe mai arrivata se lei non lo avesse lasciato.
“Prova di nuovo a insultarmi e non vedrai mai più la luce del sole!”, disse rabbiosa Bellatrix, lasciandolo afflosciare sul pavimento. Knight inspirò una grande quantità d’aria, tossicchiò e si asciugò gli occhi lucidi e rossi.
James puntò la bacchetta sulla Mangiamorte. Visto che Aries ora era indifeso, avrebbe potuto rallentare Bellatrix e fuggire per raggiungere Lily.
Levicorpus!, pronunciò nella sua mente. Quello era il momento di fuggire per aiutare qualcun altro, non di combattere fino alla morte. Lo avrebbe voluto tanto ma non poteva. Voleva fargliela pagare per tutto quello che aveva commesso, ma non poteva.
Bellatrix si alzò in aria a testa in giù, come se fosse appesa per una caviglia da un filo invisibile. James uscì dal suo nascondiglio e corse fuori prima che qualcuno potesse fermarlo.
Knight stava ancora tossendo, ma alzò gli occhi quando notò quel movimento innaturale e si allarmò.
“Fermalo!”, urlò la Black, isterica, ma James era ormai lontano.

 

*

“Giuro solennemente di non avere buone intenzioni”, disse Sirius puntando la bacchetta contro la Mappa del Malandrino. L’inchiostro si sparse formando muri, scale e persone sulla pergamena.
Mary e Remus si avvicinarono, mentre Sirius la teneva dritta, osservandola.
“Lily! E’ al primo piano!”, esclamò Mary, tamburellando con il dito sul quadratino che portava scritto il nome di Lily Evans.
“Con Lestrange, Avery, Mulciber…”, disse Remus, lasciando la frase in sospeso. Il pericolo era implicito nelle parole che non aveva pronunciato.
“E James e Kate?”, chiese poi, tralasciando il problema maggiore per contemplare l’insieme.
“James sta correndo per le scale, guarda”, disse Sirius. “Raggiungiamolo e cerchiamo di…”. Si interruppe e rimase in silenzio guardando la pergamena.
“Black…?”, domandò Mary. Non sembrava neanche che respirasse da quanto era evidentemente sorpreso.
“Bellatrix… è a Hogwarts”, disse.
“Non è possibile”, affermò Remus. “Si è diplomata da molti anni. Non dovrebbe essere qui”.
“E’ una Mangiamorte”, dichiarò Sirius. Fece una pausa e poi disse: “Dobbiamo andare da James. Almeno possiamo aiutarlo a salvare Lily”.
Mary indicò ancora la Mappa. “Kate ora è al quarto piano. Non ho ancora capito cosa stia cercando”.
Sirius sospirò. “Dobbiamo fermare anche lei prima che combini qualche guaio”.
“E tuo fratello?”, chiese Remus.
Sirius sospirò. “Gli darò un’altra possibilità. Salverò anche lui”. 












Note dell'autore:
Ehilà! :D Come state?
Io sono stata molto occupata con la scuola, quindi non sono riuscita a pubblicare subito questo capitolo... spero mi perdonerete :)
Premetto che non sono molto brava a descrivere situazione estreme, quindi non ho idea di come verrà questa battaglia :P Io sono molto più per le storie sdolcinate, ma mi cimenterò nel raccontare qualche avvenimento carico di adrenalina lo stesso... poi vedremo il risultato!
Sono talmente felice di questa cosa e quindi la scrivo anche qui: ho iniziato un corso di giapponese ed è fantastico!!! Ok, forse non vi interessava ma mi andava di dirlo XD
Voi abitate al Nord? Avete sentito il terremoto? Io tutte e due le volte ero a scuola: sia mercoledì che oggi. E' stato bruttissimo, pensavo che la ragazza dietro di me stesse cancellando... Poi mi sono accorta che tremava tutto D:

Beh, grazie a tutti quelli che mi seguono :) Quelli che recensiscono, ma anche i lettori silenziosi (siete 131! :3).

Volevo lasciarvi qualche anticipazione, tanto per farvi intuire qualcosa :)
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
A presto, cari e ancora grazie :D





“James, Lily è con i Mangiamorte!”, esclamò Sirius, andandogli incontro.
 [...]
“Tuo fratello ti vuole bene, e tu così lo ripaghi?”.
“Mio fratello ha screditato la mia famiglia agli occhi di tutti. Questo comportamento non è accettabile; è per questo che mia madre ha bruciato il suo nome sull’arazzo della nobile casata dei Black”.
 [...]
“Ho cercato di farti vedere la verità, ma tu mi hai ignorato. Capirai presto cosa comporterà la scelta che hai fatto”.

 
   
 
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