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Autore: Elbeth    28/01/2012    2 recensioni
Mi sono sempre chiesta chi era Sirius Black e come mai un personaggio così affascinante come lui, non avesse mai avuto nessuna al suo fianco.
Ho liberato la fantasia e questo è il risultato!
Hogwarts, ultimo anno dei Malandrini, nuovi personaggi, nuovi avversari e l'atmosfera cupa dell'inarrestabile ascesa del Signore Oscuro...
Vi giuro solennemente di non avere buone intenzioni!
***
Dal capitolo XVII:
....
Nessuna anteprima.
Stavolta potete solo leggerlo...
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, I Malandrini, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Halloween

 

Sembravano tutti su di giri quella mattina. Tutti impazziti per la festa di Halloween! Sirius non si capacitava di come in un frangente terribile come quello che stavano vivendo, Silente avesse voluto festeggiare in grande stile, come se nulla fosse.

Andiamo, vecchio mio! Sei scocciato solo perché non ami le feste!  

Certo le ragazze erano sempre più disponibili - chissà mai perché - eppure quel giorno lui non era in vena. Al contrario fissava James e Remus che discutevano della maschera da indossare ed era stupito dalla loro allegria.

«Dai, Sirius, non fare il guastafeste! Come ti vestirai tu? Non ci hai ancora detto nulla!

«Non so se verrò...»

«Eddai! Non puoi rovinarci il divertimento: non sarebbe la stessa cosa senza di te!

«E poi le maschere Sirius?» sghignazzò James «come puoi perderti il modo di far danni senza essere riconosciuto?»

«Già» disse sarcastico «come potrei con il mondo che va a rotoli non trovare il tempo di fare stupidi scherzi?»

Gli altri due raggelarono alle sue parole.

«Sta male» disse Remus

«Proprio male» incalzò James

«Sembra me quando faccio il prefetto!»

E scoppiarono a ridere.

«C’é poco da ridere, io vado.»

Innervosito dall’atteggiamento dei due amici, si alzò e se ne andò.

 

«Allora Elisabeth, cosa hai deciso di indossare stasera?»

«Veramente non pensavo di venire, signore.»

«Oh, mia cara e coma mai?»

«Beh, lo sa che non amo il contatto con la gente, signor preside!»

Silente scosse il capo.

«Non rinunciare alla vita così presto, ragazza mia, sei ancora troppo giovane per farlo... Dovete imparare a cogliere l’attimo: l’anno prossimo tutto cambierà.»

Lo sguardo grave di Silente, la colpì e lei senza motivo arrossì.

Ha ragione: l’anno prossimo non sarò più qui...

«Vedo con piacere che ti ho convinta, mia cara.»

E sorridendole, si allontanò. 

Elisabeth, sorridendo a sua volta, si girò di scatto, andando a sbattere contro Sirius Black.

«E guarda dove metti i piedi, serpe!»

«Ciao anche a te, Sirius» non si sarebbe fatta rovinare quell’istante di gioia dal malumore di Black.

Senza degnarla di un saluto, si precipitò fuori. 

Elisabeth rimase a guardarlo.

«Dovresti vivere anche tu la tua vita, Sirius» mormorò a se stessa.

 

«Insomma, Sirius! Capisco che non ti piaccia l’idea di festeggiare in questo frangente, ma se il resto del mondo ha deciso di farlo, non vedo perché tu debba rovinare la serata a tutti.»

«E’ tutto oggi che sei insofferente e rispondi male» aggiunse pacato Remus.

«Anche a noi» rincarò la dose James «sarebbe ora di smetterla con i capricci.»

Sirius sospirò vistosamente. James non si arrabbiava mai con lui, ma dopo averlo visto rispondere male ad un ragazzino del primo anno, lo aveva preso per il bavero e portato di sopra, nella loro stanza.

Ora si trovava seduto sul letto con i due amici davanti a fargli la ramanzina.

«Ho capito: ho esagerato, come al mio solito.»

«So che le feste ti innervosiscono, Felpato» James si sedette vicino a lui «ma ogni tanto ti farebbe bene lasciarti andare. Divertirti un pò!»

«Lo facevamo fino a qualche tempo fa!» sottolineò Remus «Cosa è cambiato ora?»

Sirius sorrise amaramente.

«Forse sono cambiato solo io, Remus e non in meglio.»

«No, Sirius, penso solo che tu sia il più responsabile tra noi, ma che alle volte ti accolli dei fardelli più pesanti di quelli che ti spettano» gli scompigliò i capelli con forza «Avrai tempo e modo di combattere, l’anno prossimo. Quindi, cogli l’attimo, amico mio. Solo per stasera!»

«Solo per stasera» capitolò Sirius.

Poi un sorriso ironico si dipinse sul suo viso.

«Ora però dovete aiutarmi a trovare una maschera.»

«A quello ci penso io» disse James sorridendogli felice «chiamo subito Lily!» disse strizzandogli l’occhio e sparì per le scale verso la Sala comune dei Grifondoro.

«Era molto preoccupato per te» gli sussurrò Remus.

«Lo so» Sirius guardò l’amico con i suoi occhi penetranti «come so che eri preoccupato anche tu.»

«Non mi hai neanche chiesto da cosa mi travestirò!»

Black lo guardò con sguardo interrogativo.

«Da lupo mannaro! Ovvio!»

E Sirius scoppiò a ridere.

 

La Sala Grande era piena di centinaia di zucche arancioni, flebilmente illuminate da candele, il soffitto era trapuntato di stelle con tutti i fantasmi di Hogwarts ed un bel pò di pipistrelli che fluttuavano leggeri nell’aria. Sembrava di essere all’interno di una cripta polverosa ed ogni tanto qualche scheletro spuntava dalle pareti ricoperte di ragnatele, accompagnato da ogni sorta di insetto.

L’insieme era nel complesso molto credibile: anche questa volta il castello di Hogwarts si era superato!

Elisabeth avanzò titubante, immergendosi nella folla festante. Ci aveva messo un pò a prepararsi: lo specchio - stregato, uno degli ultimi regali di sua madre - continuava a dirle che c’era qualcosa da ritoccare nella maschera ogni volta. L’aveva convinta ad indossare un abito medievale nero, con le maniche ampie e una profonda scollatura sulla schiena. I suoi capelli rossi erano stati striati di nero ed una semplice maschera nera le celava misteriosamente il volto, come ogni altro studente di Hogwarts. In effetti solo i professori erano abbastanza riconoscibili (la pancia di Lumacorno, la barba di Silente ed il piglio della McGranitt erano riconoscibilissimi!), per il resto tutti avevano preso in parola il suggerimento di Silente e si erano mascherati meglio che potevano, per far durare il gioco fino a mezzanotte, quando tutti avrebbero calato la maschera. 

Elisabeth era convinta che alcuni avessero addirittura usato la pozione Polisucco, pur di non farsi riconoscere! Ne aveva sentito anche qualcuno nei dormitori di Serpeverde!

Si avvicinò alle bevande e prese un bicchiere di Burrobirra che, eccezionalmente, veniva servita quella sera e lasciò vagare lo sguardo per la sala gremita.

«Però, non credevo che la Fata Morgana fosse così sexy...»

Un commento le giunse alle spalle, appena sussurrato. Elisabeth si voltò e trovò ad attenderla alle sue spalle un ragazzo alto, ben proporzionato, i capelli scuri tirati indietro con il gel e gli occhi rossi. Il colorito era terreo ed era vestito con uno smoking nero: solo quando le sorrise capì la sua maschera.

«Però, molto elegante per essere un vampiro...» sussurrò a sua volta, avvicinandosi a lui per superare il rumore della musica a tutto volume.

«Beh, mia cara, in fondo apparteniamo ad epoche diverse dalla maggior parte di costoro» e con un gesto elegante della mano, indicò tutti gli altri ragazzi in sala.

«Posso offrirle ancora da bere, signora di Avalon?»

«Con molto piacere, giovane messere» stette al gioco Elisabeth.

«Giovane? Potrei essere più anziano di lei, mia cara.»

«Lei crede? Dall’abbigliamento non si direbbe.»

«Oh, ma sono in vita da molti più anni, anzi da molto prima che lei nascesse!»

Elisabeth rise alla battuta ed anche il ragazzo rise a sua volta, porgendogli un’altra Burrobirra.

«Lei ha scoperto subito il mio nome, ma io non so il suo...»

«Ah! Corretto...» sembrò riflettere un attimo prima di rispondere «mi chiami pure Conte Vlad!»

«E lei può continuare a chiamarmi, Signora di Avalon» ancora una volta si avvicinò al suo orecchio, per sussurrargli le parole.

Non si era mai comportata così con i suoi coetanei, eppure quella sera aveva voglia di... Osare!

Il ragazzo sembrava sensibile al suo fascino ed Elisabeth ne fu quasi sorpresa. Era così abituata a rifuggire quel tipo di contatto, da non sapere che ascendente poteva scatenare nel sesso opposto! 

Il Conte Vlad si voltò a guardarla di sbieco e lo sguardo scuro e penetrante di lui quasi la paralizzò.

«Posso avere l’ardire di invitarla a ballare, mia Signora?»

Elisabeth con il fiato ancora mozzo in gola, si limitò ad annuire accondiscendente ed a porgergli la mano. Lui le sfiorò delicatamente il palmo, prima di portarselo alle labbra, sfiorandolo con un bacio  per poi condurla galantemente verso la pista da ballo.

«Sembra proprio appartenere ad un’altra epoca, Conte.»

Con gli occhi che ridevano, mentre la prendeva delicatamente tra le braccia, lui le sussurrò all’orecchio.

«No, solo un’altro tipo di educazione...» mentre si scostava da lei, un lampo di tristezza gli velò lo sguardo « ... anche se in effetti mi sembra che sia passato molto, molto tempo.»

«Non volevo crucciarla, Conte. Cercavo di farle un complimento.»

La sincerità delle sue parole, lo colpì.

«Oh non si preoccupi per me, mia cara, stasera ho trovato quello che cercavo. Ed ora non ho occhi che per lei!»

Il gioco si stava facendo sempre più scoperto, ma ad Elisabeth non dispiaceva. 

Una vocina le suggeriva che era pericoloso, ma quella era la sera di Halloween e - Per Melino! - un rischio ci poteva anche stare!

 

Lily era stata molto brava con lui. All’inizio si era ribellato alla sua proposta, ma poi aveva deciso che in fondo la maschera, che avevano preparato per lui, era la più adeguata alla serata. 

Chi mai potrebbe riconoscere il trasandato e ribelle Sirius Black, lo studente che non stava mai alle regole, che sistematicamente interpretava la divisa della Scuola a modo suo, in quell’abito così serio ed elegante?

E così si era lasciato convincere.

«Devo ammettere che lo smoking mi dona...» aveva constatato tra se e se, poco prima di scendere in Sala Grande.

Ed appena entrato, aveva deciso che quella sera avrebbe dimenticato tutto: la sua famiglia, l’ascesa del Signore Oscuro, i suoi problemi personali.  

Voleva solo divertirsi.

Solo per stasera!

Entrando nella Sala, aveva girovagato un pò senza meta, lasciando subito James e Remus (sarebbero stati troppo riconoscibili vicini tra loro) e si era avvicinato alle bevande. 

Era mentre sorseggiava la sua Burrobirra , che l’aveva vista entrare. 

E la maschera che aveva scelto, poi.... 

L’abito era mozzafiato e quei capelli rossi che spuntavano tra i ciuffi neri erano l’unica traccia di colore! Di certo non passava inosservata! La timidezza che aveva avuto nell’entrare, contrastava un pò con la scelta del personaggio che aveva scelto di interpretare per quella sera, ma si era ripresa subito, appena avevano iniziato a chiacchierare.

Era come se si fossero riconosciuti tra mille. E la sensazione era stata molto piacevole!

Ora, mentre ballavano lentamente, fissandosi negli occhi, non c’era neanche bisogno di parlare.

Era tutto perfetto.

«E, quindi, mia signora, mi dica: cosa la porta qui tra loro, poveri mortali?»

«La curiosità, direi» Morgana gli regalò un sorriso prima di proseguire «e la voglia di cogliere l’attimo!»

«Mmm, risposta particolare... Cogliere l’attimo... Potrei proprio condividerlo!»

«Quindi non è un caso che ci siamo incontrati proprio qui, signor Conte, non crede?»

«Ha ragione, mia cara, ha proprio ragione: alcune cose non accadono mai per caso!» poi, cambiando improvvisamente tono e facendosi più audace, aggiunse «Ha degli occhi bellissimi... Ammaliano» poi cambiando ancora, aggiunse «d’altronde è una strega!»

 

Elisabeth questa volta arrossì vistosamente. La voce bassa del ragazzo le era arrivata fin dentro lo stomaco, mentre elogiava i suoi occhi. Ma si riprese subito e continuò ad osare.

«Beh, i suoi non sono da meno, signor Conte, sembra di immergersi nelle profondità del mare in tempesta»

Fu sorpresa di vederlo arrossire a sua volta.

Touché!  

Era felice di averlo sorpreso, in qualche modo. 

Ma lui rincarò la dose: la avvicinò con estrema dolcezza, un pò più vicino a sè, mentre il suo stomaco continuava a rimanere in subbuglio! 

Avvicinò la sua guancia a quella di lei, quasi a sfiorarla, ma in realtà senza toccarla. 

Le farfalle nello stomaco erano diventate ormai uno stormo!

Ma quando la voce bassa e roca di lui, bisbigliò al suo orecchio, Elisabeth dovette stringersi ancor di più a lui, per non cadere.

«Mia Signora, mi ha rubato le parole di bocca.»

Il respiro di Elisabeth accelerò improvvisamente, come anche il suo cuore. 

 

Sirius aveva il cuore che andava a mille!

E’ proprio un’incantatrice!

Altre volte aveva ricevuto complimenti sui suoi occhi, sapeva di avere uno sguardo “magnetico” (o almeno così gli avevano spesso detto), ma il calore e la spontaneità della ragazza l’avevano disarmato.

E poi è così dannatamente sexy!

Da quanto era che non provava cose del genere? Ma poi, le aveva mai provate veramente per qualcuna? 

In quel momento non riusciva a ricordarne nessuna!

Era solo consapevole dei loro corpi, che si muovevano all’unisono, come mossi da un’unica mente.

La ragazza non aveva risposto al suo ultimo commento, ma sentiva che era scossa tanto quanto lui.

Era possibile? Con qualcuno che neanche si conosceva?

La musica cessò e loro rimasero allacciati ancora qualche istante... 

Fino al rintocco della pendola, che battè la mezzanotte.

Ci furono urla e fischi, che risuonarono per la Sala, erano tutti eccitati all’idea di togliersi le maschere ed anche lui, in fondo, lo era. 

«Insieme» la sentì sussurrare.

Lui annuì e lentamente si portò la mano alla nuca, per slacciare la maschera.

Anche lei si muoveva con la stessa lentezza, quasi a non voler rompere la magia di quell’istante.

 

Abbassarono lo sguardo entrambi, mentre si sfilavano la maschera, sperando una volta rialzato il capo, di non vedere alterata quella particolare intesa, che si era creata tra di loro.

 

Ma ciò che trovarono non era quello che si aspettavano...

 

Sirius ed Elisabeth si fissarono allibiti.

Stupefatti.

Imbarazzati.

 

Arrabbiati.

Delusi.

 

Sirius fece un passo indietro.

 

Elisabeth, a quel gesto, si sentì gelare il sangue, che solo un attimo prima le ribolliva nelle vene.

L’aveva ferita.

E prima che le lacrime uscissero dagli occhi, gli voltò le spalle ed iniziò a correre.

Aveva fretta di uscire da lì, di allontanarsi da uno splendido sogno.

 

Lui non sapeva cosa fare.

Aveva indietreggiato per mettere a fuoco meglio la situazione. 

Era innegabile quello che avevano sentito fino ad un attimo fa.

Ma poi lei, prima che se ne potesse rendere conto, aveva già deciso per tutti e due.

La vide voltarsi e fuggire. 

Fuori di lì.

Lontano da lui.

********************************


 

Note per i lettori presenti, passati e futuri

 

E’ qui la festa?!? ;)

 

Ebbeni si, il ballo lo volevo!

Dato che sarebbe stato improbabile nella prosecuzione della storia, qui era l’unico momento in cui potevo metterlo.

Volevo il ballo. 

Spero che sia piaciuto anche a voi.

Notte care/i!!!

A bientot!

 

El

 
  
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