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Autore: MiaBlack    28/01/2012    1 recensioni
Ogni anno si tiene il consueto ballo per la festa dei Fondatori; quest'anno però sarà il destino a scegliere le coppie. E mentre il fato muove le sue ignare vittime, c'è chi il destino se lo costruisce da solo, legando a sé una persona solo per il gusto perverso di vederne soffrire altre. 7°contest "dolci tentazioni"
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Capitolo 4

Sogni, abiti e regali

 

Il giorno seguente ci sarebbe stata l'uscita al Villaggio, dando modo ai ragazzi di comperare gli accessori per il ballo che ormai sarebbe stato a giorni.

Ginevra si stava dirigendo verso Luna che l'attendeva appoggiata alla parete.

- Scusami, non trovo più i miei occhiali. – Si lamentò la giovane rossa.

- Li avrai dimenticati in qualche aula, salteranno fuori... chi vuoi che te li rubi? -

- Hai ragione, sono anche vecchi e brutti... – Le due continuarono a chiacchierare mentre percorrevano il parco e si avviavano verso il Villaggio.

 

Per la ricorrenza dei Fondatori anche il villaggio si addobbava a festa: per le strade si respirava un allegria che caratterizzava il periodo di feste, e i negozi erano addobbati con i colori delle casate.

Ginevra e Luna camminavano per le vie chiacchierando del più e del meno.

- Allora Gin cerchiamo questo benedetto vestito: non ho per nulla voglia di perderci troppo tempo! - Commentò Luna, sbirciando tra le vetrine.

- Un abito vale l'altro, vista la brillante idea del preside. -

- Se ci fossi dovuta andare con Harry, scommetto che non avresti risposto così. -

- Poco ma sicuro. - Le due ragazze iniziarono ad entrare nei vari negozi del piccolo villaggio.

- E dire che avevamo detto che uno valeva l'altro. – Commentò Luna, dopo che furono uscite dal terzo negozio con ancora le mani vuote.

- Uno vale l'altro, ma non ho intenzione di sembrare una puttana d'altri tempi, ne una sguattera: c'è già chi mi chiama principessa stracciona senza quei vestiti, e io non voglio certo peggiorare la situazione. -

- Entriamo qui, altrimenti sai cosa? Andiamo alla festa in mutande e reggiseno... si usavano a quel tempo i reggiseni? -

- Non credo Luna, quindi andresti in giro solo in mutande e non mi sembra proprio il caso. – Le due entrarono in un piccolo negozio e girellarono un po' cercando qualcosa che attirasse la loro attenzione.

Luna fu la prima a trovare un abito che le piacesse particolarmente: era di un bel rosa antico, il corpetto rigido e la gonna lunga e larga con tante pietre che adornavano sia il bustino che la gonna.

- Gin, io l'ho trovato. -

- Anche io Luna! -

Ginevra teneva in mano un vestito verde: il bustino rigido era chiuso dietro da dei fili neri, la gonna era lunga, larga e crespa, con dei ricami neri sul bustino e sulla gonna.

- Proviamoli. – Entrarono nei camerini e si cambiarono velocemente, pregustando già la bella bevuta che si sarebbero fatte appena uscite da quel negozio.

- Vestita! – Esclamò Ginevra uscendo: il vestito le stava un po' largo in vita, ma per il resto le andava perfettamente.

Il colore poi riprendeva quello dei suoi occhi e creava un bel contrasto con i bei capelli color fuoco.

- Ginny sei magnifica. –

- Dici? Il verde non mi convince troppo. -

- Invece le sta molto bene, dovremmo stringerlo un po' in vita così le starà perfettamente: sembra fatto su misura per lei. – Commentò la commessa, mentre con un colpo di bacchetta stringeva l'abito per farlo cadere a pennello sul corpo della rossa.

- Gin, se non lo prendi ti giuro che mi arrabbierò a morte con te! -

- Okay lo prendo. Ma tu Luna, quel colore ti sta malissimo. -

- Il rosa antico non è proprio il mio colore. – Fece la bionda, storcendo il naso.

- Se vuole lo abbiamo anche nero o azzurro, forse l'azzurro le starebbe meglio.

Aspetti lo vado a prendere. – Con quelle parole la commessa si allontanò verso il retro del negozio.

- Sei mai entrata in questo negozio? – Chiese Luna, guardandosi attorno: il negozio era ben fornito, con molti abiti per il ballo dei Fondatori, vestiti da maghi e da streghe, ma c'erano anche molti abiti babbani.

- Sinceramente no, e speriamo che non costi troppo, sennò mia madre mi uccide. – Nel frattempo la commessa era tornata e aveva dato alla bionda un abito nero e uno azzurro pastello.

- Luna, io intanto faccio un giro. -

- Okay. – Rispose la ragazza da dentro il camerino. Si mise a girellare per il negozio guardando i vestiti.

- Cerchi qualcosa di preciso? – Chiese una commessa, facendo sobbalzare la rossa: era una bella ragazza.

- Niente di che, guardavo in giro. – Rispose imbarazzata Ginevra.

- So che vi serve anche la maschera, ne abbiamo una che si abbina perfettamente con l'abito.

Vieni, te la mostro. – Curiosa, la rossa seguì la commessa fino ad una vetrina dove erano esposte molte maschere.

La ragazza prese decisa una maschera bianca che le contornava solo gli occhi: su un lato c'era come un ala di farfalla con i disegni neri.

- E' bellissima! - Commentò, prendendola in mano e provandola sul viso.

- Ginny come sto? – Chiese Luna arrivando: indossava il vestito azzurro, e le stava divinamente.

- Affermativo! -

- Ho anche la maschera per quell'abito, aspetta ora la trovo. – La ragazza si voltò a cercare la maschera, poi gliela mostrò radiosa: era una maschera di coccio color avorio, con delle pietre a goccia sul bordo, che riprendevano la decorazione sull'abito.

- Ora sei perfetta! -

- Allora li prendiamo. -

- Perfetto, ve li preparo subito. – La commessa sorrise raggiante.

 

Quando uscirono dal negozio si diressero verso I Tre Manici di Scopa: avrebbero bevuto un bel boccale di burrobirra e avrebbero affogato li dentro i loro dispiaceri.

Mentre camminarono passarono davanti a Mielandia, il negozio di dolci più fornito del villaggio: in vetrina, posata su della stoffa verde c'era il dolce malefico di Ginevra.

La rossa si fermò a contemplarlo: a lei non sarebbe mai riuscito così bene.

Sospirò rassegnata a quella consapevolezza: Malfoy non l'avrebbe mai mangiato.

- Ginny ma ti sei incantata? – Le chiese Luna, che si era fermata qualche passo avanti a lei e ora stava tornando indietro.

- No pensavo, scusa Luna. -

- Vuoi comprare un dolce per Harry? – Si informò, sorridente.

- Per Harry? In effetti non sarebbe una cattiva idea: ultimamente non ci vediamo spesso, e lui è super sospettoso e non capisce che è l’unico per me. Magari un dolce gli farebbe tornare un po' di buon umore. -

- Allora compralo. -

- Non ho abbastanza soldi: si dovrà accontentare di qualche coccola stasera, e speriamo che non si arrabbi troppo, per fortuna il ballo è tra qualche giorno e finalmente si calmerà. -

- Un bel bicchiere di burrobirra è quello che ci vuole ora. -

- Decisamente! Andiamo e affoghiamo i nostri problemi! – Risero ed entrarono nel pub, senza accorgersi che all'interno del negozio qualcuno stava acquistando proprio il dolce su cui si era incantata la ragazza fino a qualche secondo prima.

 

 

Quella sera a tavola Ginevra stava cercando di convincere Harry a fare qualcosa loro due soli.

- Okay Ginny. -

- Ti amo Harry... – I due si stavano scambiando un bacio, quando uno sbattere di ali li costrinse a separarsi: un falchetto volava davanti a Ginevra con un pacco legato alle zampe.

Emise un verso acuto, come per incoraggiarla a sbrigarsi a togliere quel pacchetto che non doveva essere per nulla leggero.

Velocemente, Ginevra slegò il pacchetto e il falchetto se ne andò via.

- Che cos’è? – Chiese Hermione, cercando di sbirciare.

- Non ne ho proprio idea. – Sul pacchetto non c'erano biglietti così lo aprì con attenzione: dentro c'era un dolce, e non un dolce qualsiasi, bensì una Charlotte al torrone e cioccolato.

Su un lato c'era un piccolo serpente in zucchero, e accanto c'erano anche i suoi occhiali e una busta nera.

 

Carissima,

questo è per farti capire come dovrebbe risultare il dolce e ti pregherei di farlo almeno vagamente simile, non mi va di ingerire vomito di troll.

 

DLM

 

P.s:

Hai dimenticato gli occhiali nella stanza delle necessità.

 

La ragazza guardò il dolce a bocca aperta: non poteva credere che quel pazzo presuntuoso di un furetto le avesse regalato un intero dolce.

Aveva proprio soldi da buttare via quel furetto platinato.

- Chi ti manda il dolce Ginny? – Chiese Hermione, stupita dal contenuto del pacchetto.

Per un attimo la rossa si trovò ad arrancare per trovare una scusa valida poi, se ne uscì con quella più ovvia:

- L'avevo comprato per stasera per me ed Harry. – Rispose sorridendo, cercando di fare gli occhi da cerbiatta al ragazzo perché abboccasse a quella bugia: non le ci volle molto impegno, perché lui sorrise e le diede un bacio.

Quella sera, i due andarono nella stanza delle necessità per passare un po' di tempo soli senza essere disturbati.

Stavano guardando un film babbano, e mangiavano il dolce.

Ginevra si sentiva un po' in colpa per aver dato ad Harry il dolce del suo acerrimo nemico, ma almeno era riuscita a fermare quella folle gelosia che ultimamente aveva nei suoi confronti.

- È davvero buono questo dolce. -

- Già, me l'ha consigliato la commessa. – Rimasero per un po’ stesi su quel letto, a farsi le coccole a mangiare il dolce.

 

Ginevra si trovava nel parco della scuola, e camminava sulle pietre rese scivolose dal leggero strato di ghiaccio che vi si era creato: indossava un bellissimo vestito con la gonna larga e lunga fino ai piedi; il corpetto era rigido, e la scollatura ampia le lasciava in bella mostra il seno.

Le mani guantate stringevano la gonna e l'alzavano leggermente, evitando così che il bel tessuto strusciasse a terra.

Si guardò attorno: la luna piena era alta nel cielo, e illuminava il parco.

Al margine con la foresta proibita c'era qualcuno.

Con decisione lasciò il percorso di pietra e si avviò verso il ragazzo che le dava le spalle.

- Ehi, che stai facendo? – Il ragazzo si voltò e le sorrise: il viso era in ombra, vedeva solo le labbra fini che si muovevano come se stesse parlando, ma non riusciva a sentire quello che diceva.

Un momento dopo la mano io lui si posò sotto il suo mento e le alzò il viso, fino a che i loro occhi non furono fissi gli uni negli altri.

 

Quando si svegliò, si trovava nella Stanza delle Necessità.

Aveva rifatto lo stesso sogno di qualche giorno prima; non aveva sangue veggente nelle vene, ma non ne aveva bisogno per capire che qualcosa non andava.

Harry dormiva beatamente sul letto, ignaro di quello che vorticava nell'animo della giovane. Raccolse le sue cose a velocità supersonica e uscì altrettanto velocemente dalla stanza, alla ricerca dell'unica persona che non l'avrebbe ritenuta pazza.

 

 

Continua...

ecco il 4 capitolo spero vi sia piaciuto! Un bacione a tutti

 

http://www.maschere.it/img/farfalle/mezzafarbella2.jpg ← maschera Ginevra

   
 
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