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Autore: Keily_Neko    28/01/2012    3 recensioni
cosa succederebbe se in un futuro prossimo l'umanità ricevesse in dono dei poteri? e se un'organizzazione reclutasse con la forza persone per imporre il proprio dominio? e se l'unica umana priva di poteri fosse una ragazza con un passato ignoto?
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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perdoooonooooooooooooo >.< mi dispiace tantissimo di questo iper-mega-arci ritardo, ma ho avuto cos tante cose da fare che quando avevo un po' di tempo libero mi mancava la voglia di scrivere >.< e dire che io detesto gli autori che promettono una cosa e non la mantegono è.è vaaaaa beeeeneeeee XD mi scuso di nuovo e vi lascio al capitolo, dopo aver ringraziato Pandora e Giada per le recensioni <3



Circondati dalla Ares e Seth che delirava: lo conoscevo da solo un anno, ma mai mi sarei aspettata di sentirgli coniugare il verbo “scappare”; non era assolutamente da lui! Era sempre il primo a buttarsi nella mischia e l'ultimo ad uscirne (intero). Quindi voleva dire una cosa sola...

“Siamo fregati”, dissi rassegnata con il cuore in gola.

“Non essere pessimista Areyl, vedrai che ce la faremo”, mi rassicurò Zefren alzandosi dalla sedia e andando velocemente in camera sua.

“Ma lui ha pronunciato la parola 'scappiamo'!”, esclamai sull'orlo di una crisi isterica.

“Lo so, ma doveva pur dirla prima o poi”

“Che spiritosi”, commentò sarcasticamente Seth, “riconosco anch'io quando la situazione è critica”

“Afferra!”; Zefren lanciò uno zaino a Seth e un altro lo tenne per sé mettendoselo in spalla.

“E questi?”, chiesi dubbiosa.

“Precauzione”, rispose Zefren, “dovevano scoprirci un giorno o l'altro, quindi mi sono preparato con lo stretto necessario per una fuga... Ok, Seth! Cancella l'hard disk del computer più in fretta che puoi”

“Praticamente fatto”, rispose Seth sedendosi di slancio sulla sedia e trafficando con il computer.

“Faremo così”, iniziò Zefren, “appena sfonderanno la porta, perché la sfonderanno sicuro, io e Seth fonderemo i nostri poteri e stordiremo quei due; sperando di riuscirci,ci catapulteremo giù e faremo saltare la porta d'entrata con un'esplosione: il fumo ci coprirà la fuga”

“E io cosa faccio?”; in tutto quel discorso non mi aveva mai nominata.

“Ascoltami attentamente”, disse Zefren prendendomi per le spalle e guardandomi negli occhi, “farai una cosa importantissima: dovrai starci praticamente appiccicata e correre più che potrai”.

Cioè non avrei dovuto fare niente e avrei pensato solo a me stessa: “Ma io...”, cercai di replicare non contenta del mio 'compito'.

“Ma tu niente!”, esclamò Seth, che aveva finito di cancellare la memoria del computer e ci aveva raggiunti all'entrata, “Pensa solo a scappare Ayl”.

Non ebbi tempo di replicare perché oltre la porta si udì una voce femminile: “Sappiamo che siete lì dentro! Arrendetevi e uscite subito!”.

“Convinta”, ghignò Seth sfoderando il suo tipico sorriso da furbo, “Si va in scena”

Quando la porta esplose noi eravamo già nelle postazioni previste; la prima a fare un passo oltre la porta fu Saphira: era una donna adulta, più alta di me, con capelli biondo chiaro e occhi azzurro ghiaccio che ti gelavano solo a guardarti; dietro di lei Ranier, già mutato in tigre.

Successe tutto in pochi attimi: al segnale Seth creò due sfere di fuoco enormi e Zefren utilizzò il suo potere per scagliarle contro i due seguaci della Ares. Il risultato fu quello sperato: i due, presi alla sprovvista, vennero scaraventati oltre la soglia verso le scale e mentre cercavano di riprendersi dallo stordimento, noi ne approfittammo.

“Correte!”, urlò Zefren.

Ci precipitammo giù dalle scale alla velocità di tre fulmini: davanti a me c'era Seth che doveva far saltare la porta; dietro Zefren ci copriva le spalle. Arrivati nell'atrio ci fermammo: Seth si concentrò e scagliò altre due enormi sfere sull'entrata facendola saltare: il contatto con il metallo provocò una violenta esplosione e un'impressionante nube di fumo.

“Dammi la mano Ayl, non dobbiamo perderci!”, mi disse Seth.

Uscimmo di corsa procedendo praticamente alla cieca, se non per una fiammella che Seth aveva acceso per vedere dove metteva i piedi; il fumo era così denso che mi continuavano a lacrimare gli occhi e facevo fatica a respirare. Attraversammo la nube abbastanza velocemente e ci ritrovammo sulla strada: “Ce l'abbiamo fatta!”, esclamò Seth voltandosi a guardare indietro; il suo sorriso di vittoria si tramutò in orrore: la nuvola di fumo si era già dissolta e i membri della Ares che circondavano il palazzo ci erano ormai alle costole.

“Merda!”, disse Seth, “C'è un Windor tra loro!”

Windor: persona capace di generare vortici d'aria simili a venti; i più capaci riescono a creare tempeste.

“Veloci! Veloci!”, urlò Zefren.

Corremmo attraverso la strada scansando in malo modo le persone che incontravamo e altrettanto fecero i nostri inseguitori.

“Per di qua!”, esclamò Seth ad un tratto girando un angolo.

Ad un certo punto mancai un passo e rischiai di inciampare: “Non è il momento per la goffaggine Ayl!”, mi urlò Seth che si era accorto dell'azione.

Ma non era stato un attimo di mancato equilibrio; continuando a correre sentii che la gamba sinistra dal polpaccio in giù si stava intorpidendo, quindi abbassai lo sguardo per chiarire il motivo: due schegge di ghiaccio si erano conficcate nella carne, una circa sulla caviglia e l'altra poco più su, facendomi perdere sangue.

Oddio!

Non ce n'eravamo accorti, ma Saphira guidava il gruppo e aveva iniziato a spararci addosso schegge ghiacciate che ci sfioravano, la maggior parte per fortuna senza colpirci. Non volevo essere un peso nella fuga, quindi non dissi niente e continuai a correre, rischiando però di cadere ad ogni passo. Girammo un altro angolo e ci trovammo davanti a...

“Un vicolo cieco!”, esclamammo all'unisono con il cuore in gola.

Era finita. Ci guardammo ansimando tutti e tre e pensando velocemente ad un'alternativa, ma era troppo tardi: i membri della Ares erano già davanti a noi e bloccavano l'unica via di fuga. Seth tentò un attacco, ma era molto debole dopo aver sforzato il suo potere in precedenza: nemmeno lui era infaticabile; le due sfere di fuoco volarono verso Saphira, ma due getti d'acqua le spensero in una nuvola di vapore.

“C'è anche un Hydros”, commentai spaventata più a me che ad altri; infatti a confermare la mia teoria notai un idrante rotto poco lontano.

Hydros: persona capace di governare l'acqua presente nei suoi pressi; l'ampiezza del getto varia a seconda della bravura del controllore.

Zefren e Seth mi si pararono davanti: “Tranquilla Ayl, non ti torceranno un capello finché ci saremo qui noi due a difenderti”, disse Seth.

“Non riusciranno a farti del male”, aggiunse Zefren convinto.

“Ma siete voi che vogliono!”, gridai ormai con le lacrime agli occhi, “Dovete scappare in qualche modo!”.

“Sbagli tutto ragazzina”

La voce tagliente di Saphira gelò l'atmosfera e il sangue nelle vene a tutti e tre, “sei anche tu che vogliamo, Senza-poteri”.

Io, Seth e Zefren smettemmo di respirare: “N-non so di cosa tu stia parlando”, le dissi poco convinta, con il cuore che ormai andava a mille.

“Mi credi così stupida?”, domando lei, “Sappiamo che sei l'unica umana senza poteri esistente al mondo... interessi molto al nostro capo. Ovviamente anche i tuoi amici ci servono”.

Parlava di noi come fossimo oggetti.

“Va' all'inferno!”, gridò Seth.

“Non prima di avervi portati da Artax”, rispose calma Saphira, “Catturateli”

I nostri inseguitori avevano appena fatto un passo verso di noi e ci stavamo già preparando al peggio quando accadde l'insperato: una parte del muro dietro alle nostre spalle esplose e i massi volarono verso gli inseguitori della Ares, prendendoli in pieno e mandandogli k.o.

Dal varco comparve un uomo. Quando la nuvola di polvere, che si era sollevata a causa dell'urto, si diradò potei osservarlo: aveva un'età indefinita, i capelli castano scuro ricadevano giusto sulle spalle, gli occhi marroni ci scrutavano seri e un principio di barba era cresciuto nella parte inferiore del viso. Lo guardammo increduli: “Non state lì impalati!”, ci urlò seccato, “molo 14 barca numero 17, la frase per attivarlo è 'Il destino non si può cambiare, ma guidare sì'.... Veloci!”, ci intimò di nuovo.

Senza farcelo ripetere una terza volta attraversammo il varco creato dall'esplosione, ma prima di andare mi girai verso di lui: “Chi è lei?”

“Ci sarà un altro momento per le presentazioni”, mi disse burbero.

“Almeno il nome lo potrò sapere?”, insistetti.

“Arey muoviti!”, mi chiamò Seth.

“Master”, rispose l'uomo, “E ora vai sull'Isola del tuo Destino, io li terrò a bada”, concluse avvicinandosi ai membri della Ares che lentamente si stavano riprendendo.

… Isola del Destino? Ma come faceva a saperlo?!

“Ma come....?”, ma non ebbi tempo di finire la frase che la mano di Zefren mi prese il braccio e mi trascinò via.

“Buona fortuna... Areyl”, sentii aggiungere Master.

Ricominciammo a correre, questa volta con una meta, il porto, e precisamente il molo 14. Ad un certo punto caddi rovinosamente a terra: può sembrare strano, ma mi ero completamente dimenticata della ferita alla caviglia. Toccai la parte colpita e con una smorfia di dolore ritrassi la mano: era completamente sporca di sangue. Del mio sangue. Zefren e Seth si bloccarono.

“Ayl!”, esclamò Seth, “Rialzati e muoviti!”

“Aspetta Seth!”, disse Zefren venendomi vicino, “O mio Dio”; aveva notato la macchia scura che aveva oltrepassato i miei jeans

“Cosa c'è Zefren?!”

Senza rispondere a Seth, Zefren rapido come un fulmine sciolse la bandana dal mio collo, la legò in modo da fermare il flusso di sangue (aveva tenuto un corso di pronto soccorso tempo prima... che l'avesse fatto in previsione di quest'evenienza?), mi prese in braccio e mi sollevò, poi ricominciò a correre: “Una volta al sicuro mi spiegherai come diavolo hai fatto a farti colpire”, mi disse affannato per la corsa.

“Prova a essere me per un giorno e vedrai quanti graffi e ferite ti procuri”, gli risposi un po' seccata: neanche l'avessi fatto apposta a farmi male!

Dopo un paio di minuti di corsa avvistammo il mare.

“Ci siamo quasi!”, esclamò davanti a noi Seth con il fiatone.

Rapidamente percorremmo (parlo al plurale, ma effettivamente io non feci niente) la breve discesa che ci separava dal molo: c'erano moltissime barche ancorate, di varie dimensioni; sarebbe stato difficile trovare la nostra, anche conoscendo la sua ubicazione. Una volta sulla banchina iniziammo a contare...

“Molo 1...2...”, iniziò Seth in fretta.

“5...6...”

“10...11...”

“12...13... ecco il 14!”

Girando fra le barche ancorate cercammo quella sistemata nel posto 17.

“E porta anche sfiga come numero”, commentò Seth, “Speriamo che non sia una carretta...”

Ci fermammo di colpo davanti al numero 17: una splendida barca nuova fiammante, dei modelli nuovi e da poco in commercio, aspettava solo di partire.

“Ritiro quello che ho detto”, disse Seth, “questo è un gioiellino!”.

Salimmo sull'imbarcazione e Zefren mi appoggiò delicatamente sui morbidi sedili che si trovavano nella parte posteriore della barca.

Seth pronunciò la frase che serviva ad accendere il motore: “Il destino non si può cambiare, ma guidare sì”

Ci aspettavamo il solito rumore che una barca faceva mettendosi in moto, invece il motore si azionò silenziosamente; Seth prese il timone e fece partire l'imbarcazione a tutta velocità verso il mare aperto.

Finalmente tutta l'adrenalina presente nel mio corpo fino a quel momento si disperse e mi rilassai, facendo sprofondare a poco a poco la mente in un rilassante torpore. L'ultima cosa che sentii fu qualcosa di caldo sulle mie spalle, poi il buio.



voilà! e siamo arrivati al punto in cui ho finito i capitoli già pronti al momento XD si perché ne ho scritti altri, ma sono molto più avanti XD quindi dovrò mettermi sotto a scrivere >.< mi scuso già adesso per il tempo che ci metterò ** se volete darmi una mano, venite a fare interrogazioni e verifiche al posto mio XD detto questo passo e chiudo <3

  
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