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Autore: Alexxassa    28/01/2012    3 recensioni
Nuova storia, spero vi piaccia:
Alessandra è una ragazza che non sa cosa pensare del suo amico Francesco, uno dei tanti stronzi della terra a cui vuole bene.
Dal terzo capitolo:
“Ti posso parlare un attimo?”
“Muoviti però perché altrimenti perdo la corriera!” dice avviandosi verso gli spalti, era il posto più tranquillo per parlare…
[...] “Ok, senti… sei strano va bene? Non so cos’è o perché non sei più stronzo ma questo tuo lato improvvisamente gentile non mi dispiace. Ma visto che bastava così poco a farti diventare sopportabile, anche se non so cos’ho fatto, te lo devo chiedere… perché prima eri così stronzo? Perché ogni volta che ti vedevo dopo mi facevi sentire una vera merda? Ti piaceva così tanto farmi soffrire?” mi sentivo una vera cretina a dirglielo, però in tutti questi anni avevo sofferto per colpa sua, era tempo che lo sapesse.
[...] Mi sorpresi nel sentire che mi stringeva la mano, era la prima volta che lo faceva, o meglio la prima volta che lo faceva sinceramente.
“Mi dispiace!” ripeté, questa volta guardandomi negli occhi. Gli credetti, e mi sentii stupida per aver fatto un tale polverone solo per delle scuse. Ma ero felice di averlo fatto.
Gli strinsi la mano.
“Ci vediamo domani!” mi disse, io gli sorrisi e corsi in classe.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Che schifo di giornata!” dissi a Giulia, la mia migliore amica. “Incominciando da quel sogno!”
“Ma perchè ti dà tanto fastidio?”
“Perchè non mi piace Francesco!” quasi gridò...
“E va beh... non è mica successo veramente!”
Non capivo, solo per me era una cosa tanto strana?! L'ho sempre odiato, anche se sotto  sotto gli volevo bene, ma solo come amico, anche se lui non lo era. Mi sentivo felice in sua compagnia anche se mi rompeva continuamente. Lo conoscevo da così tanto che ormai mi ero abituata a sopportare la sua stronzaggine.
“Di che parlate?” chiede Elise, una nostra compagna stronza e rompicoglini, arrivandoci alle spalle.
“Niente di interessante...” dico io per farla andare via.
“Mmh... vabbè come vi pare...” disse Elise andandosene.
“Sai, fino qualche giorno fa volevo parlare a Francesco...” dico a Giulia quando non ci sono più orecchie indiscrete ad ascoltare.
“Riguardo a cosa?”
“Beh, noi due, io in questi ultimi tempi non lo sopporto più... volevo cercare di farlo smettere di comportarsi come uno stronzo con me... o qualcosa di simile...”
“E perchè non l'hai fatto?”
“Perchè nonostante sia uno stronzo ci tengo a lui e non voglio perderlo...”
“Che cavolo centra??”
“Se non fa più lo stronzo con me fa? Non mi parlerebbe più...”
“Secondo me lui ci tiene a te...”
“Se vabbè... contaci! Vediamo di seguire la prof, mi sembra che ci stia fulminando da tutta l'ora...” dico cambiando argomento.
 
Era Martedì, il che significava che sarei stata in corriera con Francesco, e come al solito mi sarei seduta accanto a lui… l’unico problema era che quel sogno mi metteva ancora in imbarazzo, cioè non ero davvero sicura fosse lui… mi ricordo solo due occhi fottutamente verdi come i suoi… e comunque un sogno non significava niente…
Mentre andavo alla fermata delle corriere cercavo di rallentare il più possibile le mie amiche, così da poter arrivare giusto in tempo, ma loro si erano prese una cotta per l’amico di Francesco e ad ogni costo volevano vederlo… Così mi ritrovai con le cuffie a mille per non sentire niente del mondo esterno e evitando completamente lui…
Non lo avessi mai fatto… quando si rende conto che non lo sto ascoltando mi prende l’mp3 e in comincia a cambiarmi canzoni.
È talmente vicino a me che arrivo a percepire il suo respiro.
“Che cavolo di musica ascolti?! Metallica? Iron Maiden? Da quando ti sei data al metal?” mi chiede guardandomi negl’occhi.
A fatica rispondo: “Da un po’… ma non ascolto solo metal se vedi meglio c’è un po’ di tutto…”
“Sei cambiata…” sussurra. Non arrivo a capire cosa intende… che ne sa lui di come sono cambiata nei vari anni? E il fatto che se ne sia accorto solo ora conferma il fatto che di non glene frega un emerito cazzo… ma se così fosse, come mai aveva notato la differenza?
La corriera arriva, ci sediamo nel nostro solito posto, questa volta sono io la prima ad arrivare e arrivo a prendere il posto vicino alla finestra.
Si siede accanto a me e incomincia a giocare con il nintendo.
“Anch’io ce l’ho così!” dico, tanto per tirare fuori un argomento sicuro di cui parlare.
“Ma il mio è grigio!” dice lui, come se fosse l’unico al mondo.
“Anch’io… e anch’io usco il pennino del NDSi perché ho perso il mio… straordinario…”
“Sei un idiota!” mi dice guardandomi come se fossi la persona più stupida al mondo. “Mi fai ascoltare un po’?”
Questa richiesta mi stupisce ma gli passo comunque una cuffia.
“Cos’è sei depressa o non hai trovato niente di meglio di ‘Nathing else Metters’ dei Metallica?” dice guardandomi storto.
“E che palle! Non l’ho scelta io ma l’mp3… metti pure quello che vuoi se preferisci altro…” gli dico passandogli l’mp3.
“Ma leggi qua… AC/DC, Aerosmith, Queen, Kiss, Sum 41 e altri che nemmeno conosco… che fina ha fatto la vecchia Alessandra?” mi chiede.
“E tu che ne sai della vecchia Alessandra?”
“Forse non ne so tanto ma era una ragazza che sorrideva alla vita anche quando quella la mandava a fanculo, solo per far vedere agli altri che c’era qualcosa di meglio…” quella frase mi stupisce, era una frase profonda, o almeno lo era più di qualsiasi altra sua frase.
“Non ti hanno mai detto che la musica non è lo specchio di chi l’ascolta? Non tutti quelli che ascoltano punk/rock o metal sono metallare o che so’… depressi… sono cambiata, è vero, ma come chiunque altro, non sono un'altra persona…” dopo questa frase quasi non parliamo più, lui sembra perso nei suoi pensieri… era strano, era la prima volta che non mi rompeva veramente i coglioni… era stato perfino gentile.
Quello che aveva detto era vero, ormai mi ero abituata a portare sempre un sorriso… falso o vero che fosse… ma su una cosa si sbagliava… non lo facevo per gli altri, lo facevo per me stessa.
  
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