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Autore: LoveYourself_    29/01/2012    5 recensioni
«Secondo me, quei due si piacciono.»
«No, ti sbagli. L'amicizia è più forte dell'amore e loro non sarebbero in grado di amarsi... Non gli basterebbe, ecco.»
Niall è il migliore amico di Fede, quello che non le asciuga le lacrime, ma le impedisce di versarle.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non appena i ragazzi misero i piedi fuori da casa mia, dopo aver passato tutta la notte insieme, decisi di andare a deprimermi in camera. Shaylee aveva capito fin da subito come avevo preso la triste notizia, perciò non mi disse nulla quando mi fiondai sul letto, con la testa sotto il cuscino.
Mi sentivo una merda, ma stavolta una merda spiaccicata da un tir a 60 all’ora.
Una completa schifezza.
Pensai a quanto fossi stata stupida fino a quel momento. Ma cosa credevo di fare, stare sempre con i ragazzi  a non fare niente non rendendomi conto che anche loro avessero una vita, un lavoro, un fottutissimo tour da cominciare? Possibile che niente di tutto ciò mi era mai venuto in mente?
Il cellulare sul comodino iniziò a vibrare, anche in silenzioso riusciva a rompermi le scatole.
“Ciao tesoro, come stai?” chiese mia madre non appena premetti il pulsante verde.
“Me la cavo, mamma.” non era vero, non me la cavavo affatto bene.
“Senti amore, tuo padre è piuttosto impegnato con il lavoro e probabilmente non torneremo più a Londra. Quindi devi dirmi quando vuoi ritornare a casa, anche perchè Settembre è alle porte.”
Impossibile. Un’altra notizia del cazzo. Ora ero io a dover partire, fantastico.
“Non voglio andarmene da qui, mamma.” mi lagnai, mettendomi a sedere sul letto.
“Ogni anno è la stessa storia, tesoro, dici di non voler tornare in Italia e non ti obblighiamo a fare le valigie e lasciare Londra. Non farci passare dalla parte dei cattivi, la tua vita almeno per adesso è qua e questo non puoi cambiarlo.”
“Quando devo ripartire?” decisi di non ribattere, con mia madre non c’erano molte chance di vincere, e poi non ero dell’umore giusto per mettermi a discutere.
“Ti lasciamo altre due settimane, va bene?”
“Fantastico” sbuffai.
Decisamente fantastico.
 
Ormai avevo deciso di passare il resto delle mie vacanze a deprimermi sul letto, con una gigantesca vaschetta di gelato sul comodino, già mezza vuota, e l’ipod sempre a portata di mano. Era incredibile come un aggeggio del genere sapesse capirti in momenti come quelli, soprattutto in momenti come quelli. La riproduzione casuale passava la maggior parte delle canzoni più deprimenti e tristi che avessi mai ascoltato e queste andavano perfettamente a braccetto con il mio umore. Lo stesso non si poteva dire del tempo, dato che c’era uno splendido sole capace di qualsiasi cosa tranne di farti star male. E questo mi rincuorava un po’, il tempo aveva sempre giocato un ruolo fondamentale nel mio umore, essendo in grado di cambiarlo in modo positivo anche con una semplice schiarita.
Con tutto quel tempo passato da eremita o monaca di clausura, scegliete voi, ebbi modo di riflettere sulla mia situazione.
Avevo capito che non ero seriamente innamorata di Zayn, probabilmente la mia era solamente una cottarella. E avevo la strana sensazione che neanche lui mi amasse davvero. Non ricordavo il motivo per cui avevo deciso di mettermi insieme a lui, forse per disperazione, forse perchè qualcuno di importante aveva cominciato a farmi sentire amata. Volevo un bene pazzesco a Zayn, era uno dei ragazzi più dolci della terra ed aveva una spiccata sensibilità. Era anche molto bello, aveva uno sguardo potente e un sorriso... perfetto. Ma non credevo di amarlo davvero, non avevo tutte quelle farfalle dentro lo stomaco, e poi non avevo mai sofferto per lui. E l’amore, a parer mio, vuol dire anche sofferenza.
Un’altra cosa sulla quale avevo pensato e ripensato era la mia partenza. Avevo preso la decisione di partire dopo i ragazzi. Era veramente da masochisti, ma volevo salutarli per bene, abbracciarli più forte possibile, ricordare il loro profumo, la loro voce, la loro presenza. Dopodiché sarei partita per Roma, cercando di sopprimere i ricordi di questa splendida città.
Qualcuno bussò alla porta e senza aspettare la mia risposta entrò in camera.
“Hai intenzioni di chiuderti in camera finché non ammuffisci?” fu l’esordio di Shaylee, che continuava a fissarmi con aria stizzita e piuttosto delusa.
“Per adesso si.”
“A volte mi domando quanto tu possa essere stupida!”
“Si, me lo chiedo spesso anche io.”
“Dio santo, Fede! Che cazzo ti è preso, eh? Si può sapere? Ok, tra due settimane non vedrai più i ragazzi, questa città, questa casa e tante altre belle cose. Ma non pensi sia il caso di scollare il culo da quel letto e godersi gli ultimi giorni di questa splendida vacanza con me, con i ragazzi e soprattutto con te stessa? Sono la migliore amica di una che non perde mai la forza di andare avanti e non di una pappamolle con una vaschetta di gelato al cioccolato che la farà ingrassare in meno di un’ora!”
Guardai la mia migliore amica piuttosto sbalordita. Non si era mai arrabbiata con me e vederla in quello stato, con gli occhi fuori dalle orbite e un diavolo per capello, mi faceva rabbrividire.
“C’è bisogno di fare tutta questa scenata? Decido io cosa devo e non devo fare.”
“No mia cara, in una circostanza come questa, dove IO mi ritrovo un vegetale come amica, chi decide è un altro, ossia io. Quindi adesso, ti alzi, butti quel gelato, ti vesti e esci con me! E non si accettano rifiuti o insulti, è chiaro?”
Mi venne da ridere e non riuscii a trattenermi. Vedere Shay fuori di sé era il massimo delle soddisfazioni nonché la più grande delle paure.
“Cosa cazzo ti ridi, deficiente!” esclamò senza fare a meno di ridere anche lei.
Mi aveva fatto tornare il buon umore, per così dire, e non avrei mai smesso di ringraziarla.
“Per riuscire a farmi scollare il mio bellissimo fondoschiena da questo letto, devi avere una buona motivazione. Non so, cosa hai intenzione di fare?”
“Andiamo allo zoo, ho già chiamato i ragazzi e hanno detto di vederci direttamente là. Andiamo, voglio vedere le scimmie!”
“Tu sei una scimmia, non hai bisogno di vederne altre.”
“Ma fottiti animale!”
Scoppiamo a ridere di nuovo, poi mi alzai per darmi una sistemata prima di uscire.
In effetti andare allo zoo non era una cattiva idea,  e il fatto di poter vedere tutte quelle specie mi metteva di buon umore. Ero un’amante degli animali, io.
Arrivati alle porte in acciaio dello zoo, salutai i ragazzi cercando di allontanare via quell’odiosa consapevolezza che di lì a pochi giorni non li avrei più rivisti. Niall mi strinse forte, sicuramente cosciente anche lui del nostro futuro distacco. Che grande inizio di giornata.
Lo zoo era magnifico. Era un’immersione nella natura, con gli uccellini che cantavano e le cornacchie che provavano a coprirli con il loro gracchiare. Seguimmo il percorso segnato sulla nostro mappa, in modo da riuscire a vedere tutti gli animali. Ed era praticamente impossibile dato che ad ogni recinto ci fermavamo per fare un trilione di foto. Harry e Louis stavano dando il meglio di loro, erano dei veri e proprio imbecilli ma non riuscivo a non ridere. Qualche volta vedevo che Harry  guardava verso di me in modo strano, ma non gli diedi peso, perché ormai capire la mente di Harry Styles era come risolvere il cubo di Rubik: quasi impossibile. E poi mi stavo divertendo davvero, e non volevo rovinarmi la giornata a rimuginare sugli sguardi di Styles e sui suoi occhi fatti con la kryptonite direttamente dal pianeta Krypton.
“Ragazzi, è tutta la mattina che camminiamo, per di più una scimmia mi stava rubando un panino, quindi adesso ci mettiamo seduti e mangiamo, e che nessuno protesti!” esordì Louis, spegnendo la sua reflex.
Trovammo un posto appartato sull’erba soffice, sotto un grande salice piangente. Avevo una fame colossale, e non esitai ad addentare edace il mio panino.
“Mmmh, Liam i tuoi panini sono ottimi” biascicai con il prosciutto ancora in bocca.
“Modestamente” rispose ammiccando.
Chiacchierammo del più e del meno, attenti a non toccare l’argomento “partenza”. Loro neanche sapevano che sarei dovuta partire anche io, ma non mi andava di dirglielo, almeno non in quel momento dove avrei potuto rovinato i nostri umori.
Le scorte di cibo erano finite,  ma invece di continuare il tour zoologico, rimanemmo sdraiati sul prato morbido a sonnecchiare. Io andai in bagno, perché la mia vescica stava protestando per la troppa lontananza dalla tazza e dopo essermi svuotata dal peso opprimente che la pipì provocava,
mi avvicinai al piccolo laghetto occupato da papere e volatili di altre specie a me sconosciute. Appoggiai i gomiti sullo steccato in legno che segnava il limite di avvicinamento ad osservare quel posto meraviglioso, cercando di porre quel momento insieme a tutti i miei bellissimi ricordi nella mente.
Sentii qualcuno alle mie spalle, ma non mi girai, piuttosto aspettai un suo esordio per capire chi fosse.
“Sai, la prima volta che ti ho vista ho pensato: “E questa da dove esce fuori?”. Mi sembravi una mezza matta, non facevi altro che ridere ed avere la testa da un’altra parte. Quando sorridevi mi sembrava che fosse il mondo a sorridere, come se tu fossi veramente il mondo. Ti ho chiesto di uscire, ti ho baciata, siamo stati insieme, e se potessi rifarei tutto esattamente come ho fatto fin’ora. Non mi pento di nulla. Ma tra due settimane iniziamo questo benedetto tour e forse è il caso di… non so, prenderci una pausa. Ci saranno giorni che sarò distante più del solito, che non risponderò al cellulare e non potrò sentirti. Non penso sia giusto continuare a farci del male. Rimaniamo amici, ti voglio un bene colossale e non voglio perderti.”
Mi girai verso di lui, per poterlo guardare negli occhi, per controllare che le sue parole corrispondessero al suo sguardo.
“Ti voglio bene, Zeta” dichiarai senza bisogno di aggiungere altro. Mi abbracciò, segno che la nostra amicizia era in grado di continuare a vivere con noi, dentro di noi, aldilà della nostra storia.
Tornammo dai ragazzi che si stavano preparando per ricominciare a camminare, fotografare e ridere a crepapelle. Io non ero dispiaciuta che Zayn mi avesse lasciata, anzi, era come se un peso fosse stato tolto dal mio stomaco. Zayn come amico era meglio che Zayn come fidanzato.
“Allora tu e Zayn vi siete lasciati?” esordì Harry, dopo qualche minuto di cammino.
“Già” dichiarai apatica.
Il resto della giornata filò liscio come l’olio, i ragazzi mi facevano morire dal ridere e questo m’impedì di pensare assiduamente alla nostra partenza. Evitai accuratamente lo sguardo di Harry, così come lui fece con me. Shaylee e Liam erano molto affiatati insieme, forse perché erano così diversi. Lei era una pazza casinista, lui un pacifico ragazzo normale. Gli opposti si attraggono!
Tornata a casa mi feci una doccia, discutendo anche con Shaylee su chi dovesse entrare per prima in bagno. Alla fine optammo per la morra cinese e il mio sasso vinse sulle sue forbici.
La doccia per me era una delle cose più appaganti della terra. L’acqua calda evoca pensieri che a mente e corpo asciutto mai faresti e un concentrato di calma, ristoro e benessere s’impossessa di te. Dopo aver riflettuto a lungo sulla mia esistenza, sulla fame nel mondo, sulla mia media a scuola e sulla cellulite che stava a poco a poco spuntando sotto le mie chiappe, uscii dalla doccia. Trovai per caso il cellulare illuminato, segno che era arrivato un messaggio. Lo lessi circa venti volte, prima di realizzare cosa ci fosse scritto veramente. Per poco non mi prese un colpo, e mi odiavo per questo.
 
Cazzo, ho bisogno di conoscere la vera Fede che era con me prima e dopo la mia sbornia, quella che era con me in ascensore e non quella che è stata con me oggi. Domani mattina ti passo a prendere con la macchina, voglio portarti in un posto speciale. Spero non mi darai buca, in fondo sono Harry Styles, porca miseria! Ok, la pianto. A domani.

 



Cacca’s space
Macccccciaaaao :D
Per chi se lo fosse chiesto, SI, sono ancora viva.
Scusate tantiiiiissimo per il mio mega ritardo e questa sparizione da record, ma nel computer sono entrati tipo 36 virus (O___O)  e non si collegava più ç_ç Così papà ha dovuto formattare tuuutto quanto e un pezzo di questo capitolo è andato perduto. Ci ho messo un anno per riscriverlo .-. Coooomunque, eccolo qua! Spero vi piaccia, yea baddi :D
Visto che è da tantissimo che non mi collego a causa del computer rincoglionito, della scuola e di tanti altri cavoli, non ho avuto modo di recensire le storie che seguo. Ma spero di riuscire a rimettermi in pari con le recensioni! Chi mi conosce, sa che sono una ritardataria cronica nel recensire, ma stavolta è stata una cosa contro la mia volontà!
Chazzarola, ogni volta che scrivo il cacca’s space mi scordo tutto quello che avevo pensato di dirvi. Jskjskjsejsedjssekiseki ok mi dileguo.
Lasciate una piiiiccola recensione che mi manca leggerle ç_ç
Peace :3 
  
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