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Autore: Fiamma Erin Gaunt    30/01/2012    0 recensioni
Dodici ragazzi, tutti dotati di poteri magici, alle prese con la loro vita di tutti i giorni....tra incantesimi, amori,tradimenti,bugie e una strana creatura che sembra essere uscita dai loro peggiori incubi.
Genere: Azione, Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A new friend














 

POV FIAMMA







 

 

Dopo aver lucchettato la moto mi incamminai verso la villetta in stile vittoriano, la stradina che conduceva alla porta in mogano era lastricata di ciottoli,il prato perfettamente curato che non aveva nulla a che vedere con la maggior parte di quelli che avevo visto durante il viaggio.
Evidentemente l' acqua per l' irrigazione del prato non era certo un problema per il cugino di mia madre.
Avevo appena raggiunto l' atrio quando la porta si aprì e venni accolta da una donna che non doveva essere intorno alla trentina, la bionda mi rivolse un bel sorriso che mi indusse a toglierle un' altra manciata di anni.
La osservai perplessa, a quanto ne sapevo in quella casa vivevano solo un uomo ed un ragazzo, niente donne nè tantomeno biondine tirate a lucido che sembravano appena uscite da una sfilata di moda parigina.

- Ciao, tu devi essere Fiamma, Ludo mi aveva detto del tuo arrivo - disse la ragazza porgendomi la mano e regalandomi un altro sorriso portentosamente artificioso.
- Sì sono io....e tu saresti? - domandai accettando la stretta e continuando a scrutarla con aria indagatrice.
- Oh certo che sbadata... io sono Olimpya, ma puoi chiamarmi Holly - replicò continuando a sorridere. Sembrava che si stesse davvero sforzando di farmi una buona impressione, bè non ci sarebbe mai riuscita. Era una bella biondina, non c' era ombra di dubbio, ma non mi sembrava che brillasse particolarmente per intelligenza.
- Capisco... e Ludovic è in casa? - domandai sperando che il mio cambio d' argomento le lasciasse intendere che non desideravo proseguire la conversazione.
- A dire la verità è uscito, ma dovrebbe essere di ritorno tra poco; se vuoi posso farti compagnia io -
Cercai di mostrarmi almeno un po' tentata dall' offerta, ma evidentemente il mio disappunto trapelava fin troppo perchè l' espressione allegra di Olimpya si era leggermente spenta.
- Non devi disturbarti, vorrà dire che comincerò a sistemare le mie cose e aspetterò il suo ritorno - replicai in fretta. Avevo deciso di affrontare il viaggio in moto e pertanto avevo fatto portare tutte le mie cose da una piccola ditta che si occupava di traslochi, a quanto mi avevano comunicato tutto era arrivato a destinazione il giorno prima del mio arrivo.
La ragazza sembrava sul punto di dire qualcos' altro, magari voleva insistere nel farmi compagnia, ma il rombo di una macchina attirò la nostra attenzione.
Ci girammo entrambe mentre una Jeep Cheroke argentata entrava nel vialetto; il sedile del passeggero si aprì a rivelare un paio di gambe muscolose avvolte in un jeans dall' aria consunta, ai piedi facevano bella mostra di sè le nuove Air Max per cui avevo tanto sospirato ed il viso era celato in gran parte da un paio di occhiali dalle lenti specchiate.
Non mi importava proprio nulla del fatto che fossero un modello maschile, mi piacevano e le avrei avute,punto e basta. Il ragazzo richiuse lo sportello ridendo e venne raggiunto da quelli che dovevano essere suoi amici, insieme si incamminarono verso casa; erano talmente presi da chissà quale storia o battuta esilarante che si accorsero della nostra presenza solo quando furono a pochi metri da noi.
D' altro canto io ebbi modo di osservarli attentamente durante tutto il tragitto.
Il terzetto era composto dal tipo con le Air Max che tanto mi piacevano, da un biondo con un sorriso scaltro e un' espressione selvaggia negli occhi e da un moro leggermente più alto con un volto freddo e affascinante.
Il ragazzo in testa al gruppetto si tolse gli occhiali da sole rivelando un paio di occhi neri come tizzoni ardenti che scrutavano senza alcuna cordialità la biondina che avevo accanto.
-
 Ciao Rico - lo salutò Olimpya - Ragazzi - aggiunse regalando un sorriso agli altri due.
- Cosa ci fai ancora qui? - domandò con tono brusco il ragazzo.
- Me ne stavo andando, ma sai è arrivata Fiamma e ho pensato di farle compagnia fino al ritorno di tuo padre - mormorò la ragazza con tono mite,sì non mi ero sbagliata proprio per niente, era una debole, indegna delle mie attenzioni.
- Cugino - salutai rivolgendo un cenno del capo ai suoi amici.
Non ottenni nessuna risposta, era troppo intento a guardare male Olimpya per rendersi conto del fatto che gli avevo rivolto la parola.
- Bè forse è il caso che io vada.... - incominciò la biondina con tono incerto, come se stesse chiedendo il permesso.
- Sì, è proprio il caso che tu vada - confermò Rico.
Olimpya era appena salita in macchina quando il moro decise di degnarmi della sua attenzione.
- Ciao cugina, scusami per prima ma quella non la sopporto proprio - disse rivolgendomi un sorriso sghembo.
Lo osservai più attentamente, i capelli neri gli ricadevano a tratti sugli occhi e quando ciò accadeva se li tirava indietro con uno studiato cenno della mano che avrebbe fatto sembrare molto omosessuale chiunque altro, ma in lui riusciva a conferire un' aria assolutamente sensuale; probabilmente ciò accadeva esclusivamente perchè era veramente "muy macho".
Sicuramente faceva strage di cuori, ma con me quella sceneggiata non attaccava, poteva recitare la parte del tenebroso angelo nero quanto voleva ma ero pronta a scommettere che quell' apparenza nascondeva un animo da profondo stronzo.
Glielo dissi e con mia sorpresa non cercò affatto di negarlo.

- Bè non mi presenti i tuoi amici? - domandai inarcando elegantemente un sopracciglio.
- Certo, loro sono Evan e Dimitri - replicò indicando con un cenno prima il biondo e poi l' altro moro.
- Felice di conoscervi...e "giocano nella nostra squadra"? - domandai ironica.
I tre ragazzi scoppiarono a ridere coinvolgendo anche me.
- Sì, siamo anche noi membri della congrega - replicò il biondo appena si fu ripreso dall' attacco di ilarità.
- Grazie alla Dea, sarebbe stato un peccato se tutto questo potenziale fosse andato sprecato - replicai facendo picchiettare le unghie sul petto di Evan e ridacchiando entrai in casa.
Mi ero lasciata alle spalle un momento di orgoglioso silenzio e la cosa mi divertiva non poco.

- C' è niente da bere? - domandai lasciandomi cadere su una poltrona in pelle nera e calcando sull' ultima parola.
- Birra, vino o qualcosa di più forte? - replicò Rico che aveva infilato la testa nel frigorifero e stava dando un' occhiata a quello che c' era.
- Una birra andrà bene - replicai acciambellandomi sulla poltrona come un gatto.
Dopo pochi minuti Rico tornò stringendo in mano quattro birre, ne lanciò due ad Evan e Dimitri che si erano sistemati sul divano, e dopo averne allungata una a me si lasciò cadere a terra appoggiando la testa al bracciolo della mia poltrona.
- E così vieni da Las Vegas... come mai sei tornata nella vecchia e noiosa New Salem? - domandò Dimitri.
Mi voltai a guardarlo e presi tempo bevendo un paio di sorsi di birra. - Diciamo che è stata una scelta obbligata, avevo finito i parenti da tormentare - replicai ridacchiando.
- Sei uno spirito ribelle? - scherzò Evan.
- Puoi dirlo forte - assicurai facendogli l' occhiolino.
- Wow... non so se temere o desiderare il tuo incontro con Ellis -
- Chi è Ellis? - domandai incuriosita.
- Sua sorella, ha la tua stessa età ed è un vero e proprio terremoto - rispose Dimitri ridendo.
- Bene, sono sicura che sarà un anno interessante - decretai sorridendo con aria selvaggia.
- Propongo un brindisi - intervenne Rico con aria fintamente solenne che suscitò l' ilarità generale.
- A cosa? - domandai
- A noi - propose Evan
- Agli spiriti liberi - confermò Dimitri
- Al potere - aggiungemmo all' unisono io e Rico rivolgendoci un sorriso d' intesa.
Le quattro birre sbatterono tra di loro con un' intensità tale che diversi schizzi arrivarono a bagnarci.
- No merda, si sta facendo la schiuma - imprecò Evan mettendo su un' espressione di profondo disappunto che lo fece assomigliare ad un bambino con il broncio.
- O povero piccolo, la birra brutta e cattiva sta facendo la schiuma - lo scimmiottò Dimitri agguantandolo sotto braccio e strofinandogli le nocche sulla testa.
- Ahia, lasciami Dim, mi fai male - protestò il biondo tra le risate
- Sì lascialo, non vogliamo mica che corra a chiamare la mammina - intervenni ridendo.
- A la metti così? Bene, questa è guerra - mi informò il diretto interessato lanciandomi contro un paio di cuscini.
Nel giro di pochi minuti ci ritrovammo tutti coinvolti in una vera e propria battaglia; solo lo squillo del telefono riuscì a riportare la calma. Rico raggiunse l' apparecchio e dopo aver parlottolato per un paio di minuti riappese.
- Evan era Ellis, dice che devi tornare per cena, tua madre sta sclerando e dice anche che anche la nonna di Dimitri lo stava cercando - riferì appena tornò in salone.
I due ragazzi si alzarono sbuffando e dopo averci salutati si diressero a casa promettendo che ci saremmo rivisti la mattina seguente prima di andare a scuola.
- Tuo padre? - domandai quando gli altri se ne furono andati.
- E chi lo sa, da quando c' è Olimpya tra i piedi passa a casa sempre meno tempo - replicò con tono disinteressato che lasciava trapelare un pizzico di insoddisfazione.
- Capisco, deve essere una bella rottura - replicai
- Non immagini nemmeno quanto, per fortuna c' è la congrega -
- Già - confermai con un sorriso.
Ci scrutammo a lungo, il grigio e il nero che si fondevano insieme, in quell' istate entrambi comprendemmo che ci capivamo, più di chiunque altro e ne fummo contenti o,almeno, io ne fui contenta.
Avevo finalmente trovato il mio posto, ero circondata da persone che erano come me e che mi capivano, non ero più quella strana ed inquietante, bè era una bella sensazione.

- Ordiniamo una pizza? - propose Rico agguantando il cordless
- Certo, per me con salame piccante -
- Sì buonasera, vorrei ordinare due pizze al salame piccante al numero sette di Ash Avenue, consegna il prima possibile -
Dopo una decina di minuti il campanello ci annunciò che il fattorino era arrivato. Rico aprì la porta e dopo aver lasciato una generosa mancia al ragazzo della pizza ci accingemmo finalmente a mangiare.
Avevamo quasi finito di cenare quando la porta si aprì a mostrare un uomo sui quarantacinque anni che trasportava due ventiquattrore. Le lasciò cadere e mi guardò con aria incredula. Aggrottai la fronte perplessa, sapeva del mio arrivo quindi cosa c' era di strano?
- Fiamma... ti prego di scusarmi, ma per un attimo mi è sembrato di rivedere tua madre alla tua età - mi spiegò l' uomo raggiungendomi e porgendomi la mano.
La strinsi brevemente e gli rivolsi un sorriso amichevole.
- Non fa niente Ludovic,anche la nonna reagisce così - lo rassicurai.
- Preferirei che mi chiamassi zio se non ti dispiace, mi farebbe piacere visto che non ho dei veri nipoti - replicò abbozzando un sorrisetto imbarazzato.
Mi resi improvvisamente conto che anche Rico sorrideva allo stesso modo quando si sentiva in imbarazzo.

- Certo...zio - acconsentii sorridendo, quell' uomo mi ispirava una simpatia immediata,forse era dovuto al fatto che lui e mia madre da giovani erano molto legati oppure alla sua somiglianza con Rico che si era già candidato come mio miglior amico.
- Bene credo che sia ora di andare a dormire, domani mattina dobbiamo vederci con gli altri prima di andare a scuola - intervenne proprio quest ultimo degnando appena di un' occhiata il padre.
Annuii e mi apprestai a seguirlo lungo la rampa di scale che portava al piano di sopra; ero così stanca che non desideravo altro che un bel letto in cui dormire.
- La tua camera è questa, la mia è affianco alla tua, se ti serve qualcosa chiama pure-
- Ok, buonanotte -
- Notte -
Mi chiusi la porta alle spalle e dopo aver recuperato la camicia da notte mi infilai sotto alle coperte.
Presi sonno nonappena toccai il cuscino.

 















Spazio autrice:


Eccomi nuovamente tra di voi con il nuovo capitolo della mia storia, vorrei fare solo una piccola precisazione: come penso tutti voi abbiate capito Olimpya è la fidanzata del padre di Rico; la cosa che disturba il ragazzo non è tanto il fatto che il padre abbia una nuova compagna quanto l' età che ha. Olimpya di fatti è praticamente quasi una coetanea di Rico ( il ragazzo ha 18 anni e lei 25).
Bene detto ciò vi lascio le foto di Olimpya e Ludovic. Spero che il capitolo sia di vostro gradimento.
Baci baci,
               Bella_92





  Ludovic


 Olimpya




















 

  
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