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Autore: shamrock13    30/01/2012    3 recensioni
Gentile signor Harry Potter,
a seguito degli eventi svoltisi presso la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts fino allo scorso giugno, il corpo docenti, il consiglio scolastico e l’Ufficio per l’Istruzione Magica del Ministero della Magia hanno deciso, di comune accordo, di invalidare il passato anno di istruzione impartita agli studenti frequentanti la suddetta scuola.
Tutti gli studenti sono quindi chiamati a ripetere l’anno (o a frequentarlo per la prima volta se precedentemente impossibilitati), al fine di conseguire una istruzione magica solida, completa e giusta.
Lei è quindi atteso, assieme a tutti i suoi colleghi, al binario 9 e 3/4 della stazione di King’s Cross il giorno 1 Settembre alle ore 11 per l’inizio del nuovo anno scolastico ed è pregato di acquistare il materiale che troverà indicato nella pergamena allegata.
Minerva McGranitt, preside.
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La storia inizia due mesi dopo la caduta di Voldemort. Personaggi, luoghi e i rapporti tra i protagonisti sono quelli descritti dalla Rowling, cerco di ricalcarne, per quanto possibile, psicologie e atmosfere generali mentre immagino il 7° anno ad Hogwarts.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 3
Incontri (parte II)
 

 
Harry entrò nella classe di Difesa contro le Arti Oscure solo cinque minuti prima dell’inizio della lezione. L’aula per la classe dei M.A.G.O. era diversa da quella che avevano usato fino al loro sesto anno; era più grande. I banchi erano disposti a ferro di cavallo, vicino a tre delle pareti. Addossata alla quarta c’erano la cattedra, con i tre volumi del corso già posati su di essa, e una grossa lavagna nera.
 
Harry cercò con lo sguardo Ron e Hermione, già seduti uno accanto all’altra sotto ad una delle alte finestre che illuminavano la sala, e si portò davanti a loro.
 
“Passeggiata?” chiese Ron, spostando la borsa dalla sedia accanto alla sua, liberandola per l’amico.
 
Harry si sedette. “Sono andato alla tomba di Silente; c’era anche Malfoy.” Rispose sintetico, accennando al ragazzo di Serpeverde che sedeva da solo ad un banco dall’altra parte dell’aula.
 
Hermione lo guardò incuriosita.Ron, col suo solito tatto, chiese “Che senso ha? Non doveva ammazzarlo?”
 
“Credo che-” Harry fu interrotto dal suono di una porta che si apriva e richiudeva. Il professor O’Brien aveva fatto il suo ingresso nell’aula, in silenzio. Il brusio degli studenti si spense quasi subito, tutti erano seduti e attenti, tesi a capire che tipo fosse il nuovo insegnante.
 
Harry vide che non si era sbagliato al banchetto; quel tipo era un guerriero. Le spalle larghe e le gambe erano fasciate da una corta giacca in pelle verde scuro e da dei pantaloni in pelle dello stesso colore. Degli stivali in pelle nera, chiusi lateralmente da molte fibbie, gli arrivavano fino a sotto le ginocchia; alla coscia destra portava fissata una fondina contenente una bacchetta che tra i babbani sarebbe potuta benissimo passare per un manganello. Era lunga almeno quindici o sedici pollici ed era decisamente spessa. Anche Ron l’aveva notata.
 
“Se non gli riuscisse un incantesimo potrebbe comunque fracassarti la testa con quella…” sussurrò a Harry.
 
Gli occhi del professore dardeggiarono nella sua direzione. Aveva un viso strano; i lineamenti sembravano amichevoli ed era sicuramente un bell’uomo. Le rughe ai lati delle labbra e sulla fronte però gli conferivano un cipiglio decisamente scontroso. La guancia sinistra era solcata da una spessa cicatrice biancastra che contrastava con gli occhi scuri, quasi neri, sovrastati dalle sopracciglia folte. Il taglio di capelli era decisamente da marine: sfumatura alta alla base della testa e un po’ più lunghi sopra, spianati sulla cima del capo. Visto da vicino il pizzetto con le treccine sul mento faceva ancora più impressione; Harry aveva visto le immagini degli antichi druidi irlandesi su qualche libro: portavano tutta la barba intrecciata proprio in quel modo.
 
“Buongiorno.” La sua voce era ferma, chiara, solida. “Questa è la classe M.A.G.O. di Difesa Contro le Arti Oscure. Io sono il professor O’Brien.” Si era portato davanti alla cattedra e stava lì in piedi, con le gambe divaricate e le braccia dietro la schiena mentre faceva scorrere lo sguardo su tutti loro. “Quest’anno studieremo alcune delle migliori contromaledizioni disponibili nel generico arsenale di un mago e faremo degli approfondimenti su come affrontare alcune delle creature magiche più diffuse in Inghilterra. Tratteremo anche il combattimento tra maghi: duelli a pari forze e scontri in inferiorità numerica. Le mie lezioni si articoleranno sempre in una parte di teoria ed in una di esercitazione pratica.”
 
Tutti gli studenti si guardavano tra loro, eccitati e vagamente inquieti. Il corso prometteva bene ma i modi di O’Brien, così fermo, marziale e deciso, non li mettevano del tutto a loro agio. Sarebbe stato un anno duro. Harry da parte sua ascoltava con attenzione, così come Hermione che sembrava stenografare tutte le parole dell’insegnante.
 
“La prima parte del corso però non sarà incentrata sugli incantesimi. Potete conoscere tutti gli incantesimi mai creati ma vi serve altro per prevalere in combattimento.”
 
In quel momento O’Brien volse le spalle alla classe e si portò alla lavagna. Con la destra vergò una singola parola sulla pietra nera: RIFLESSI. La mano sinistra era dietro alla schiena. Harry notò che portava una specie di benda nera legata al polso di quella mano, che gli copriva metà del dorso e la zona in cui anulare e mignolo si attaccavano al resto della mano; di quelle dita non c’era traccia. La benda probabilmente nascondeva due moncherini. Si girò di nuovo verso l’aula.
 
“Se siete lenti siete morti. Se non capite in tempo cosa sta per arrivare siete morti. Se vi fate cogliere di sorpresa…” “Siete morti!” concluse Seamus Finnigan, con un sorriso sul volto; provava una sorta di orgoglio patriottico nell’avere come insegnante un famoso Auror irlandese.
 
“E la cosa ti diverte, signor Finnigan?” domandò O’Brien, scuro in volto.
 
Seamus si fece immediatamente più serio. “No, sognore.”
 
“La tua faccia raccontava un’altra storia. Una dimostrazione magari?” suggerì, facendogli segno di avvicinarsi, con la sinistra menomata. Seamus, con l’aria di uno che aveva appena attirato le indesiderate attenzioni di uno Schiopodo Sparacoda, si alzò e si portò al centro dell’aula.
 
“Fuori la bacchetta e a te la mossa.” Il professore si stagliava in mezzo all’aula nella stessa posizione di prima, con le gambe divaricate e le mani dietro la schiena. Seamus estrasse la bacchetta ma si vedeva che era l’ultima cosa che avrebbe voluto fare. “Ehm… Cosa dovrei… Che faccio, signore?”
 
“Quello che ti pare, Finnigan. Colpiscimi.” O’Brien sembrava assolutamente a suo agio e rilassato, a differenza di Seamus che aveva iniziato a sudare e si guardava nervosamente attorno. “Incantesimo non verbale possibilmente. Dovreste conoscerli no?”
 
Seamus si prese qualche istante per concentrarsi, poi accennò un movimento con la bacchetta. Harry riconobbe l’inizio di un incantesimo di disarmo. Lo stesso fece il professore  perché, con un movimento fluido e rapidissimo, estrasse la bacchetta ed effettuò il contro incantesimo appropriato. La bacchetta di Seamus volò alta nella classe poi, richiamata da un incantesimo di appello, atterrò tra le tre dita della mancina di O’Brien.
 
“Se il livello generale della classe è questo ci sarà parecchio da fare.” Sospirò. “Finnigan!”
 
“Signore?” chiese lui, mortificato.
 
“Testa bassa e lavorare, ragazzo.” Disse, lanciandogli la bacchetta. “E basta spacconate.” Harry fu certo di scorgere un mezzo sorriso sulla bocca dell’uomo mentre rimetteva la bacchetta nella fondina. “Libri di testo: lavoreremo su Difesa Avanzata per i M.A.G.O. e mi servirò del mio Compendio di Magia Difensiva Empirica per gli approfondimenti. Per quanto riguarda Antologia della Magia Difensiva – Enciclopedia della Difesa dalla A alla Z, il volume è a vostro uso e consumo, per consultazione.” Con pochi, rapidi passi si portò dietro la cattedra. “Iniziamo dai fondamentali dunque. Qualcuno vuole leggere la premessa del Compendio? Sì, signorina Granger, prego.”
 
Hermione abbassò la mano e lesse per circa mezz’ora. Il testo era molto interessante ed arricchiva il concetto espresso da O’Brien ad inizio lezione di molte sfumature. Il succo tuttavia rimaneva lo stesso: “attenzione e rapidità, oppure sei morto!”.
 
Conclusa la lettura O’Brien si alzò di nuovo.
 
“Bene. Ora vorrei farvi capire cosa intendo quando dico che bisogna essere consapevoli dell’avversario e pronti a tutto. Cercherò di mostrarvi come un combattimento va affrontato e cosa le giuste motivazioni sono in grado di fare. Potter!”
 
Harry, al suo posto, trasalì colto alla sprovvista. “Signore?”
 
“Vieni.” Disse semplicemente. “Ora, Potter mi ha visto combattere prima; non sa nulla delle mie conoscenze magiche ma ha avuto un assaggio della mie velocità. Avrà certamente capito qualcosa del mio approccio alla battaglia leggendo il libro che ho scritto e vede il mio aspetto. Tutto questo, se ben studiato ed elaborato, gli dà una notevole quantità di informazioni utili sul mio conto.” O’Brien parlava alla classe, camminando davanti ai banchi con le mani dietro la schiena. “Da parte mia io non conosco Potter, né l’ho mai visto combattere. Quello che conosco però sono la sua storia e le sue gesta; non sottovalutate mai ciò che la fama di un mago può fare, guardate cos’è successo con Tom Riddle.”  Harry fu piacevolmente sorpreso dal fatto che O’Brien si riferisse a Voldemort col suo nome di battesimo. “So inoltre che ha avuto accesso a varie informazioni piuttosto profonde sulla magia. Infine anche io lo vedo qui davanti a me; il suo aspetto comunica ad un occhio esperto utili informazioni.”
 
Harry si chiese cosa mai rivelasse il suo corpo lì, in piedi in mezzo all’aula, vestito della divisa scolastica. Capendo però che a breve avrebbe dovuto agire studiò meglio il suo avversario. Il professore stava, in quel momento, togliendosi la giacca. Avrebbe fatto sul serio. L’ampio torace era fasciato da una semplice T-Shirt nera, un capo d’abbigliamento non molto diffuso tra i docenti di Hogwarts. Era piuttosto attillata e mostrava un fisico atletico e scolpito. I bicipiti erano grossi e definiti. Aveva due strane cinghie di cuoio marrone che gli circondavano le spalle, passando sotto le ascelle, come se avesse un piccolo zainetto sulla schiena.
 
Le informazioni che Harry ricavava da quell’uomo non lasciavano presagire nulla di buono.
 
“Bene Potter, iniziamo.” O’Brien brandì la grossa bacchetta scura, portandola sopra la testa e rimanendo fermo, in posizione. “A te la mossa.”
 
Come Seamus anche Harry provò per primo l’incantesimo di disarmo. Si mosse con tutta la sua rapidità di cercatore di Qidditch e non pronunciò l’incantesimo, ma non era nemmeno a metà del movimento che si sentì sospinto all’indietro da un sortilegio scudo.
 
“Puoi fare di meglio…” disse O’Brien ghignando.
 
Harry era a disagio. Sapeva che quello che il professore diceva era vero, ma era anche intimidito dall’idea di combattere contro un insegnante. Tentò due rapidi incantesimi di ostacolo in successione. O’Brien schivò il primo con agilità, senza nemmeno muovere la bacchetta, e parò il secondo.
 
Credendo di avere qualche istante di tempo Harry mosse la bacchetta pensando con forza: Petrificus Totalus!
 
Sempre con una certa facilità O’Brien fece volteggiare nell’aria la bacchetta e, con un gesto elegante, rispedì l’incantesimo al mittente; Harry si ritrovò immobilizzato al suo posto, le braccia lungo i fianchi e le gambe unite.
 
“La velocità” iniziò il professore dando le spalle ad Harry “non è una dote innata; non è nemmeno una qualità allenabile o migliorabile, almeno non di molto. La velocità è pura conseguenza della vostra motivazione. In quest’aula voglio che voi liberiate la vostra testa dalle convenzioni sociali e dalla buona educazione. Potter!” si voltò a guardarlo con occhi di fuoco. “Io non sono un tuo insegnante quando mi punti addosso la bacchetta, è chiaro? Devi schiacciarmi!”
 
Harry non rispose, anche perché non avrebbe potuto, ma le parole di O’Brien lo stupirono. Era il primo insegnante a chiedere loro di colpirlo di proposito!
 
Tornando ad un tono didattico continuò: “Ora, questo concetto è più facile da afferrare se invece che attaccare dovete difendervi.”
 
Harry si sentì libero all’improvviso; non ebbe nemmeno il tempo di realizzarlo del tutto che già il suo braccio si stava alzando: “Protego!” urlò nell’aula.
 
O’Brien fece un passo indietro, sorridendo. “Vedete?” la sua bacchetta era alzata e diretta verso Harry ma l’incantesimo che voleva lanciare non era partito, ostacolato dal sortilegio di Harry. “Ancora!”
 
Combatterono. Si lanciarono incantesimi offensivi e si difesero per almeno un minuto, poi Harry si ritrovò a penzolare nell’aria appeso per una caviglia.
 
“Perdi la concentrazione Potter, manchi di volontà. Pensavo di trovare un avversario valido con te. Forse…” disse pensieroso mentre distrattamente liberava Harry che andò a schiantarsi sul pavimento un metro più in basso. Harry si stava alzando quando lo sentì parlare ancora.
 
“Signorina Granger? Ci raggiunge?” Harry vide Hermione alzarsi prontamente, sotto lo sguardo vagamente inquieto di Ron. “Senza la bacchetta per cortesia. La lasci lì, sono certo che il signor Weasley la custodirà gelosamente per lei.” La stima di Harry per quell’uomo aumentava sempre di più; non solo aveva imparato tutti i loro nomi ma, ad una sola occhiata, aveva già capito il legame che c’era tra Ron e Hermione.
 
Quella posò la bacchetta sul banco e perse molta della sua spavalderia. In pochi rivaleggiavano con lei se si parlava di magia, ma essere disarmati in quel frangente non sarebbe andato a genio a nessuno.
 
“L’esercizio è semplice Potter. Difendila da me. Vediamo se questo riesce a darti lo stimolo necessario.” O’Brien era serio. Harry non ebbe il tempo di digerire quelle informazioni, non ebbe il tempo per capire che il professore intendeva attaccare una studentessa disarmata; era ora di agire.
 
Si mosse in fretta mentre il primo incantesimo del suo avversario partiva in direzione di Hermione. Lo deviò e quello lasciò una bruciatura sulla parete. Faceva sul serio!
 
Harry si portò davanti ad Hermione e ricominciò a lottare. Questa volta il combattimento durò molto più a lungo. O’Brien lanciava incantesimi più potenti. Harry ne riconobbe alcuni e li rispedì al mittente; altri si limitava a deviarli.
 
“Non mi stai attaccando Potter, se continui a difenderti perderai!” Altri due attacchi in rapida successione; per poco Harry non mancò il secondo. Si sentiva sempre più frustrato, quell’uomo era troppo rapido.
 
“Pensavo che il salvatore del mondo magico mi avrebbe fatto sudare di più!” disse, lanciando un incantesimo che passò sotto il braccio levato di Harry. Hermione  urlò. Harry si voltò e la vide ballare sul posto, preda dell’incanto Tarantallegra. Nulla di poi così serio, forse allora non voleva…
 
“Stupeficium!” Harry si sentì colpire dall’incantesimo e vide il muro precipitarsi verso di lui a una velocità altissima; questo avrebbe fatto male.
 
Il suo volo si arrestò a pochi centimetri dalla dura roccia.
 
“Devi rivedere le tue priorità Potter. Il tuo nemico è ancora in piedi e la tua amica è morta. Questo ti ha distratto; per piangere i caduti c’è tempo a scontro finito. Ancora!”
 
Harry sentì la classe borbottare; non si stava spingendo un po’ troppo in là? Da parte sua Harry sentì montare la collera: quell’accenno ai caduti risvegliava ricordi troppo freschi in lui.
 
Mentre la convulsa danza di Hermione si arrestava Harry attaccò, urlando stavolta.
 
“Expelliarmus!” O’Brien lo evitò. “Stupeficium, Stupeficium, Reducto!” Al terzo incantesimo la lavagna dietro il professore si spaccò in tre parti. O’Brien, per nulla impensierito sorrideva.
 
“La tua velocità inizia ad essere accettabile Potter. E hai delle valide motivazioni pare. Impedimenta!” Harry schivò l’incantesimo di ostacolo, abbassandosi; vide gli occhi di O’Brien illuminarsi. Aveva lasciato Hermione scoperta!
 
“Sectum-” “Protego Maxima!” O’Brien fu scagliato indietro di un paio di metri dall’incantesimo di Harry.
 
Sectumsempra? Ma era pazzo?
 
“Expelliarmus!” la bacchetta di O’Brien volò nell’aula.  “Confringo!” voleva fargli del male, voleva farlo esplodere, voleva…
 
Harry non si era accorto della velocità a cui si era mosso e aveva lanciato quegli incantesimi; il resto della classe sì, era stato impressionante. Altrettanto impressionante per la sua velocità fu il movimento di Fortius O’Brien: portò la destra sotto la spalla sinistra non appena la sua bacchetta gli volò di mano. Le cinghie attorno alle sue spalle probabilmente fissavano lì un’altra fondina, come quelle dei poliziotti in borghese nei telefilm babbani.
 
Estrasse un’altra bacchetta, lunga appena tre o quattro pollici, bianca e leggermente curva, come un lungo artiglio. “Protego!”
 
Questa volta fu Harry a incespicare all’indietro. Il suo ultimo incantesimo non aveva colpito. Si fronteggiavano in piedi, le bacchette levate, entrambi con lo sguardo colmo di ira. Poi O’Brien sorrise. “Questo è quello che volevo vedere, Potter!” Ripose la piccola bacchetta dietro la schiena e batté le mani in un breve applauso. Harry era frastornato, doveva trattenersi per non schiantarlo!
 
Il professore si voltò verso la classe. “Questa è l’intensità che voglio vedere! Dovete lasciare fuori tutto quando entrate in quest’arena” indicando lo spazio libero al centro dell’aula “e tenere in voi solo la rabbia. Sono certo che le altre lezioni quest’anno vi forniranno materia prima sufficiente. Via la bacchetta, Potter.” Disse, senza guardarlo. Harry fece un notevole sforzo per rilassare la mano che la impugnava e per riporla nei pantaloni della divisa.
 
“A posto, tutti e due.” O’Brien si chino per recuperare la bacchetta e, con un gesto distratto, riparò la lavagna. “Granger, tutto a posto?” domandò poi.
 
Lei lo guardò con aria interrogativa, ma si vedeva che era scossa. L’incantesimo che aveva provato ad usare su di lei era serio.
 
“L’avrei fatto. Se Potter non mi avesse fermato l’avrei lanciato, sappilo.” Molti degli studenti quell’incantesimo non lo conoscevano, ma avevano intuito che era pericoloso. “Siete tutti maggiorenni e questa è la classe M.A.G.O. di Difesa. Ci faremo del male durante l’anno, è bene che lo sappiate tutti. Non voglio vedere nessuno di voi perdere la testa però, dovete sapere e capire quando il vostro avversario è battuto. Potter!”
 
“Signore?” disse Harry, la voce poco ferma. Era ancora provato da quel duello.
 
“Mi hai disarmato, dieci punti a Grifondoro; è stato un buon lavoro. Ma una volta disarmato ero battuto. Tentare di farmi esplodere la testa è stato un po’ esagerato da parte tua, sei stato fortunato che portassi la seconda bacchetta. Ti aspetto sabato pomeriggio alle quattordici per la tua punizione.” Concluse secco.
 
Era un uomo di poche parole e rapidi concetti.
 

***

 
Pranzarono assieme a Ginny nella sala grande, parlando della lezione appena trascorsa. Convennero quasi tutti che, nonostante i metodi piuttosto diretti e severi il professor O’Brien sapeva il fatto suo.
 
“Sì, come no… Quello a momenti ti staccava la testa!” intervenne Ron, dubbioso.
 
“Non l’avrebbe fatto sul serio… O no?” chiese Ginny, vagamente preoccupata.
 
“Credo di sì; almeno, è quello che ha detto.” Disse Hermione Calma. “Comunque non avrebbe usato nessun incantesimo che non fosse in grado di controllare alla perfezione e penso che mi avrebbe curata subito.” Concluse, con un alzata di spalle. “Tra i due quello con meno Self-Control è stato sicuramente Harry.”
 
“Che iella amico, punizione il primo giorno… Come ai vecchi tempi, eh?” Ron gli sorrise con aria complice.
 
Harry fece per ribattere ma fu interrotto da Ginny che iniziò con una tirata in stile signora Weasley sul pochissimo tempo che avrebbero passato insieme quell’anno e su quanto Harry fosse idiota a farselo portare via così.
 

***

 
La lezione di pozioni passò abbastanza in fretta.
 
Dopo una noiosa e prolissa introduzione sugli esami di fine anno Si dedicarono al ripasso di qualche pozione studiata al sesto anno. Harry sentiva la mancanza del libro del Principe e non era più il migliore della classe (per la gioia di hermione), ma una cosa l’aveva imparata: Libatius Borragine, autore di Pozioni Avanzate, era un mentecatto; le sue istruzioni erano imprecise e necessitavano di varie correzioni.
 
Quella delle pozioni era una scienza esatta, certo, ma quando si poteva contare su una guida più che perfetta; altrimenti ci sarebbe sempre stato spazio per l’interpretazione.
 
Harry si era così lanciato in qualche esperimento, cambiando le istruzioni qui e là, e se l’era comunque cavata meglio di Ron che era uscito dalla lezione e si era diretto in infermeria con una grossa e dolorosa ustione nerastra sul pollice destro.
 
Harry seguì per un po’ il corso dei suoi pensieri e si ritrovò davanti al gargoyle dell’ufficio del preside, ovviamente senza la più pallida idea della parola d’ordine. Quello lo osservava con aria scettica. “Sì?” domandò con sussiego.
 
“Ehm… Sono Potter, dovrei vedere la professoressa McGranitt.” Disse Harry, dubbioso.
 
“E immagino che tu conosca la parola d’ordine, altrimenti la tua presenza qui sarebbe vana.” Continuò il gargoyle con aria saccente.
 
“No, non la conosco. E l’ultima volta che ti ho visto, steso per terra, non sembravi così tronfio!” lo rimbeccò il ragazzo.
 
Gatto Soriano.” Disse una voce femminile dietro a Harry. Il gargoyle, che stava per rispondere a tono, chiuse la bocca e ruotò su se stesso per rivelare la scala a chiocciola. Harry si voltò.
 
Accanto a lui c’era una ragazza del settimo anno di Serpeverde della quale non conosceva il nome. Era alta, poco più di lui, con lunghi capelli biondi e ondulati, ed un viso nobile e bello. “La McGranitt me l’ha data oggi in mensa.” Gli disse con un sorriso. Era cordiale per essere una Serpeverde, pensò Harry; poi notò il distintivo sulla sua divisa.
 
“Capitano?” domandò perplesso in modo involontariamente scortese. Quella parve non accorgersene mentre iniziava a salire la scala a chiocciola.
 
“Sì, da quest’anno. Gli anni scorsi ho giocato da cercatore; mi chiamo Daphne.” Si presentò con un bellissimo sorriso.
 
“Io sono Harry…” replicò distrattamente il ragazzo, cercando di capire come mai non l’avesse mai notata.
 
“Non l’avrei mai detto.” Fece quella con un sorriso ironico. Harry le sorrise di rimando, non riuscì ad impedirselo.
 
“Scusami, mi sembra strano ma non ti ho mai…” “Lo so. Ma non fartene un cruccio. Durante le partite non avevi occhi che per Malfoy. Se non ti fossi messo con la Weasley avrei puntato su te e lui…” Erano arrivati davanti alla porta dell’ufficio e Daphne non gli lasciò il tempo di replicare. Sorrise del suo smarrimento a quella battuta e bussò alla porta.
 
“Avanti!”
 
Entrarono. La McGranitt sedeva alla scrivania; Zacharias Smith di Tassorosso e un altro ragazzo del quinto anno di Corvonero erano già lì. Harry li salutò con un cenno del capo.
 
“Attenzione per favore.” Esordì la preside. “Sarà vostro compito selezionare la squadra di Quidditch di Hogwarts che competerà contro quelle di Durmstrang e Beauxbatons. Il vostro essere capitani non implica la vostra appartenenza alla squadra in questione, confido che riuscirete a selezionare gli elementi migliori tra i membri delle squadre delle case e i nuovi aspiranti giocatori.”
 
“Beh, credo che Harry sia già in squadra.” Intervenne la ragazza di fianco a Harry.
 
“Prego, signorina Greengrass?” domandò la McGranitt.
 
“E' il miglior cercatore della scuola no?” domandò, guardando Harry e gli altri capitani. “Serpeverde e Tassorosso dovranno selezionare nuovi cercatori e Potter ha battuto Smith in tutti i confronti diretti, quindi mi pare chiaro che sia già in squadra. E potrebbe anche esserne capitano, se per lui va bene.” Concluse.
 
Harry e gli altri due capitani la guardavano con tanto d’occhi. Serpeverde perorava la causa di Grifondoro? E da quando? Smith inoltre non aveva gradito il commento sulle sue sconfitte, dalla faccia sembrava che un Nargillo gli fosse entrato nel cervello.
 
“Molto bene.” Disse la McGranitt. “Vedo che il suo giudizio non è offuscato ed ha una chiara visione di insieme signorina Greengrass. La spilla da capitano è sua. Accordatevi per i provini da qualche altra parte, arrivederci.” Concluse sbrigativa la preside, tendendo una spilla col blasone di Hogwarts sormontato da una scopa alla ragazza.
 
Smith e il ragazzo di Corvonero se ne andarono in silenzio, Daphne passò accanto a Harry e gli sussurrò all’orecchio “Ci vediamo sul campo!” posandogli una mano sulla spalla. Harry poté cogliere il suo profumo, dolce e delicato.
 
Colto alla sorpresa da quel contatto non rispose e si trovò invece con un espressione decisamente perplessa sul viso a guardare la ragazza scomparire oltre la massiccia porta in quercia dell’ufficio. Quando si voltò la McGranitt lo stava osservando con un sorriso sarcastico sul volto.
 
“Devo complimentarmi con te Potter; una mattinata di lezione e sei già in punizione.”
 

***

 
Mezz’ora dopo sedeva su un divano della sala comune assieme a Ginny che gli aveva posato la testa in grembo e giocava con Arnold, la Puffola Pigmea.
 
“E così non parteciperai al Tremaghi?” gli stava domandando.
 
“Non ne avevo la minima intenzione, ma la McGranitt ha comunque ribadito che non posso. L’ho già fatto.” Rispose lui. “E poi mi ha chiesto di concentrarmi sull’ES, devo farle avere un programma per la prossima settimana…”
 
“Beh, quello può fartelo Hermione se non l’ha già fatto.” Intervenne Ron, che era sdraiato su un tappeto accanto al caminetto, intento a leggere la pagina sportiva del Profeta.
 
Hermione, dalla sua poltrona, arrossì violentemente e si nascose dietro il libro che stava leggendo. Gli altri tre scoppiarono a ridere.
 
“E per il Quidditch?” domando Ron.
 
Harry fece un veloce resoconto dell’incontro con la McGranitt, parlando anche dello strano comportamento che la Greengrass aveva avuto nei suoi confronti.
 
“…e poi mi ha detto ‘Ci vediamo in campo!’, praticamente nell’orecchio. Devo capire a che gioco sta giocando, prima fa tutta la carina e poi se ne va con la spilla da capitano. Sarà stato quello il suo piano, adesso non entreremo mai in squadra.”
 
Ginny, che mentre Harry parlava si era rimessa a sedere, lo guardava con aria truce. “Come sarebbe a dire ‘praticamente nell’orecchio’?” chiese. Harry non capiva come quella potesse essere la parte più interessante del discorso.
 
“Me l’ha sussurrato all’orecchio uscendo, perché?” domandò Harry.
 
“Il nostro capitano è un Serpeverde?” domandò Ron, scioccato; quella era la reazione che Harry si era aspettato. Stava per rispondere quando Ginny si alzò in piedi e se ne andò con passi lunghi e pesanti.
 
Harry guardò con aria interrogativa prima Ron, che però aspettava ancora la risposta alla sua domanda, e poi Hermione. Quella chiuse il libro con aria paziente e sospirò.
 
“Harry, credo che la Greengrass abbia mostrato, in modo nemmeno troppo velato, di apprezzarti.” Spiegò.
 
“Mostrato…” disse lui, confuso.
 
Hermione alzò gli occhi al cielo. “Ci stava provando con te. Ginny è gelosa.” Chiarificò il concetto gesticolando.
 
Harry strabuzzò gli occhi e Ron soffocò una risata. “Bel colpo amico! Non so se l’hai guardata bene ma quella sì che ha tutto al posto gius-” SBAM!
 
Il grosso tomo che Hermione stava leggendo cozzò contro il naso di Ron, che si accasciò a terra con gli occhi pieni di lacrime, imprecando. Ancora perplesso Harry guardò Hermione salire verso i dormitori con lo stesso passo di Ginny.
 
 
 
 
 

NOTE DELL’AUTORE
 
Benritrovati!
 
Ecco qui la parte II del capitolo. Che dire? E’ stato proprio piacevole scriverla. O’Brien è proprio quello che avevo in mente, un duro coi controc***i; non renderà la vita facile a nessuno, già lo so. E Harry, che come al solito se le cerca, ha già iniziato a prenderle!
 
Daphne Greengrass invece è stata una sorpresa anche per me. Avevo bisogno di introdurre in qualche modo lei e la sorella, e si è presentata da sola davanti all’ufficio della McGranitt.Come vedete sarà un anno faticoso e stressante non solo per Harry ma anche per Ginny. Ad una prima occhiata Daphne sembra una concorrente pericolosa: carina, spigliata, simpatica e sembra decisamete sapere il fatto suo. Non credo però che Ginny la lascerà fare per troppo tempo… :D
 
Un grande grazie a tutti voi, siete indispensabili, fatemi sapere cosa ne pensate delle novità!
 
Uno special Thanks a Unia che mi ha revisionato un capitolo: impegno apprezzatissimo!
 
Non smettete di leggere! (e non parlo della mia Fanfic.)
 
N.

 
  
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