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Autore: Draggo    30/01/2012    5 recensioni
Perché la sfera di cristallo gli aveva mostrato quel bacio tra la Dama Grigia e il Barone Sanguinario? Come mai proprio a lui, Tom Orvoloson Riddle, doveva interessare un flirt avvenuto secoli prima?
E chi era quell'Harry Potter che giaceva ai piedi di quel sé stesso così diverso?
E da dove arrivava, invece, il biondo e avvenente Severus Potter che brandiva gloriosamente la famosa spada di Grifondoro?
Di rado una lezione di Divinazione era stata così interessante.
Uno squarcio sul proprio futuro convince il sedicenne Riddle che la chiave per la vittoria e la conquista del mondo si può trovare solo in un antico passato, ai tempi dei quattro fondatori.
Personaggi: Tom O. Riddle, i Quattro Fondatori, Nuovi Personaggi.
Genere: Dark, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Tom Riddle/Voldermort
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Ghiaccio bollente
Non sono morto, ho semplicemente dovuto sospendere temporaneamente la stesura della storia causa studio e altri impegni. Grazie sinceramente a tutti quelli che continuano a seguire, risponderò privatamente alle vostre meravigliose recensioni.
Il quarto capitolo forse é di stallo, ma scoprirete alcune cose in più. Per il quinto non vi farò attendere in eterno, lo prometto.

Drag.


Ghiaccio bollente

Capitolo 4 -  Questioni di famiglia

Personaggi: Tom O. Riddle, i Quattro Fondatori, Nuovi Personaggi.



Le nuvole avevano parzialmente nascosto il sole, pertanto Severus Potter si vide costretto ad avvalersi della luce artificiale di una torcia. La sala adibita a biblioteca era enorme, ma senza l'apporto dei raggi del sole, il ragazzo non sarebbe riuscito a scrivere. La piuma sfrecciava sulla pergamena, alla disperata ricerca della soluzione di quel mistero.
In pochi giorni il mondo era totalmente cambiato nonostante la routine non avesse subito alcun mutamento; la presenza di Tom Riddle continuava a preoccuparlo, così come il mistero che lo circondava. Secondo i testimoni, il ragazzo era comparso dal nulla, semplicemente vorticando nell'aria: il nobile Grifondoro aveva escluso un tentativo di Materializzazione, ma non era ugualmente riuscito a dare una risposta certa. Non poteva essere stata neppure una Passaporta, che era il modo di viaggiare meno rischioso tra tutti...
Severus portò di nuovo lo sguardo sulla pergamena che la nobile Tosca Tassorosso gli aveva lasciato, e che da ore cercava di decifrare.

Quando il suo lungo viaggio volgerà al termine, le tinte bianche l'avvolgeranno e tramuteranno in oro vivente il suo tesoro: l'oro si tramuterà in rosso quando la sua mano lascerà quella di chi l'ha accompagnato fino alla fine.
Il suo sangue macchierà il suolo sacro delle colline, ed una vita innocente sarà prematuramente spezzata dalle fiamme del coraggio.

Lui non era bravo a decifrare un messaggio nascosto: ad utilizzare la magia era forse uno dei migliori di Hogwarts ma questo genere di prova era più adatto agli studenti di Priscilla Corvonero. E la superba dama che viveva sulle scogliere nordiche del Paese aveva già espresso la propria opinione; Severus ricordò le parole di Tosca Tassorosso, che aveva ascoltato la profezia pronunciata proprio dall'Accolito di madama Corvonero.
Jeremiah Webster era l'unico figlio di Babbani tenuto in considerazione quasi quanto i maghi Purosangue; aveva ormai più di un secolo di vita, ma a tutt'oggi era chiamato il Saggio perché la Vista gli aveva permesso di divenire celebre. Aveva pronunciat
o seicentosessantacinque profezie, e si erano avverate tutte, dalla prima all'ultima: Severus sapeva che con questa il numero saliva a seicentosessantasei, e si era anche domandato che cosa ne sarebbe stato di lui ora: era risaputo che, alla nascita, Jeremiah avesse pronunciato una frase, affermando che, dopo seicentosessantasei profezie avverate, sarebbe morto.
Tuttavia Severus era scettico. Le parole nascondevano un possibile presagio di morte, e per quanto l'Accolito * fosse stimato e tenuto in considerazione, non aveva mai predetto il decesso di nessuno prima d'ora. Inoltre le sue profezie erano sempre state per lo più ispirate a battaglie, pericoli in arrivo: anche la nascita di Hogwarts l'aveva predetta lui, ed era una delle ragioni per cui tutti si fidavano delle sue parole.
Dubitava comunque che quelle parole enigmatiche riguardassero lui: era giovane, certo, ma non era necessario che dovesse morire per una battaglia. Il rosso era un chiaro riferimento al sangue che avrebbe macchiato le colline, e tutti sapevano che il solo fondatore a vivere in un luogo del genere era il nobile Grifondoro.
E se fosse stata la sua morte, ad essere preannunciata?
Un brivido corse lungo la schiena di Severus, che si impose di scacciare quell'idea dalla mente. Era assurdo perché sia lui che Grifondoro erano nati in quei luoghi, mentre la morte - se di questo si trattava - avrebbe spezzato una vita di chi era giunto da lontano.
Il solo a cui riusciva a pensare era l'enigmatico Tom Riddle, giunto probabilmente da una terra davvero lontana, e che non ricordava cosa l'aveva condotto fino a loro. Lasciò levitare la pergamena, poi con un colpo di bacchetta la sigillò.
In effetti non c'era ragione di credere che un pericolo minacciasse il loro ospite straniero, ma ad ogni modo Severus si disse che gliene avrebbe parlato. Il fatto che fosse poco socievole non era comunque una ragione per esporlo ad eventuali pericoli, e se gli fosse accaduto qualcosa... No, lui l'avrebbe impedito. Si alzò gettandosi il mantello dietro le spalle, poi lasciò la biblioteca per cercare Tom.

- Posso congratularmi con la sposa? - La voce fredda della donna fece arrossire violentemente Gertrude. La ragazzina, uscita dal maniero del padre, era stata avvertita da alcuni studenti che un'ospite di riguardo era appena giunta; lei gli era andata incontro, ma solo dopo essere stata informata che Severus Potter era momentaneamente indisposto. Toccava a lei adempiere agli obblighi previsti dall'etichetta, anche se non aveva nessuna simpatia per la nuova arrivata; Helena Corvonero scese dal tappeto subito dopo aver rivolto quelle parole a Gertrude.
- Mio padre non c'é, Helena - disse piano la ragazza, ma l'ospite sembrava indifferente a quell'informazione. Gertrude si sentì osservata ed arrossì senza ragione; di fronte a quella strega si sentiva sempre inferiore, e sapeva che lei la considerava non più di una semplice serva. Non importava che entrambe fossero figlie di due Fondatori: non sarebbero mai potuto essere amiche, dal momento che Helena si considerava molto più importante e potente della rossa Gertrude. - Ah, ti lascia da sola con il tuo futuro sposo e... Quello chi è? -
Helena strinse le palpebre, osservando il giovane con i capelli scuri che la stava guardando. Aveva percepito la sua presenza, ed ora si rendeva conto che nelle iridi dello sconosciuto brillava qualcosa che non avrebbe saputo definire; probabilmente ammirazione, si disse compiaciuta, e tutto sommato non le dispiaceva fare colpo sugli altri. - Lui é Tom Riddle, un ospite di mio padre - rispose Gertrude, dopo aver visto Tom avvicinarsi e fermarsi proprio al suo fianco, anche se il ragazzo era arretrato di due passi rispetto la sua posizione.
Tom osservò la donna, dicendosi che era proprio come la ricordava. Non si aspettava che la Dama Grigia giungesse al maniero di Grifondoro, e ne era lieto: avrebbe carpito i suoi segreti, e le avrebbe rubato il diadema prima che potesse nasconderlo. Nulla di tutto ciò si rifletté nelle sue iridi mentre continuava a guardarla:era esattamente come rapportarsi al fantasma che già conosceva, anche se poteva essere più facile riuscire a circuirla con le parole. 
Non gli era stato difficile intuire che tra le due donne, entrambe figlie di due fondatori eccezionali, non correva buon sangue; il modo in cui si guardavano aveva dato a lui un'idea che presto avrebbe messo in atto. - Quale futuro sposo? - Gertrude osservò Helena, desiderando di tutto cuore di poterla intimidire almeno un po', ma l'altra rise, scostando una lunga ciocca di capelli dal volto. Tom notò che indossava una veste blu notte dalla linea molto semplice ma impreziosita da pietre di diamanti lungo i bordi, e attorno al collo indossava una collana d'oro massiccio.
- Ma come, lo sanno tutti e tu no? Ho sentito dire da mia madre che tuo padre ha già combinato il tuo matrimonio con Potter -. A quelle parole le guance di Gertrude divennero molto simili a due pomodori maturi, e lasciò cadere il vaso di cristallo che teneva in mano; Tom agitò la bacchetta prima che il prezioso oggetto si schiantasse, e lo prese in mano personalmente dopo aver rivolto un sorriso rassicurante a Gertrude.
Stava raccogliendo informazioni fin troppo interessanti. Se quello che diceva Helena Corvonero fosse stato vero, avrebbe potuto intervenire in qualche modo. - Ma... sono sicura che ti sbagli, Helena... -
La replica di Gertrude non fu gradita dall'altera ragazza, che rivolse tutta la sua attenzione a Tom; il ragazzo si sentì osservare scrupolosamente, come se Helena stesse osservando un oggetto a cui dover dare una valutazione. Non fece alcun commento, limitandosi solo a servirsi dell'Occlumanzia nel caso la ragazza avesse voluto scrutare dentro di lui.
- Da dove vieni, Tom? Anzi no, non dirmelo... In ogni caso devo dare atto a tuo padre, Gertrude, che si é scelto uno schiavo molto attraente; se il Barone lo fosse altrettanto non avrei alcun problema - dichiarò Helena, freddamente, liquidando con un gesto della mano la presenza di Tom. Il ragazzo, per quanto oltraggiato da parole tanto sbrigative, non replicò, preferendo lasciarle credere di essere in vantaggio; aveva inoltre percepito l'arrivo dello Scudiero, ed era una delle ragioni per cui aveva evitato di rispondere.
- Helena! Che bella sorpresa... vieni, seguimi. Tom, per favore attendimi nella Biblioteca, devo parlarti di una cosa importante- .
Severus non vide il lampo che illuminò le iridi del loro ospite, impegnato a scortare nella Sala delle Udienze la giovane rampolla della nobile Corvonero; Tom si stava chiedendo che cosa volesse dirgli Potter ma non perse tempo a riflettere, allontanandosi verso le cucine. Aiutare Gertrude non era l'occupazione che preferiva, ma il tempo non gli mancava e poi avrebbe solo potuto giovargli riuscire a guadagnarsi definitivamente la fiducia della giovane fanciulla.

- Per l'ennesima volta, no! - Un'ora dopo Tom percepì le voci di Helena e Severus farsi sempre più alte; fino a quel momento lo Scudiero non aveva mai urlato con nessuno, e gli riusciva difficile credere che potesse farlo con una donna. Un istante dopo la suscettibile figlia di Priscilla Corvonero uscì dalla stanza, lasciando dietro di sé una furia quasi tangibile.
Tom la seguì in silenzio, dopo essersi accertato che Potter non avesse intenzione di seguire Helena; origliare non era nel suo stile ma in quel caso preciso era stato un bene. Aveva quindi scoperto che la giovane Helena aveva chiesto aiuto a Severus Potter per liberarsi della presenza di un certo Barone, di certo lo stesso che fluttuava ai suoi tempi ad Hogwarts; da qualche cosa che entrambi avevano detto,era riuscito a capire che i due avevano una relazione e che l'uomo voleva sposare Helena , ma la ragazza pareva decisa a ribellarsi. Da quello che aveva capito, probabilmente si era concessa fisicamente all'uomo, contravvenendo quindi alle regole d'etichetta che vigevano in quel periodo.
- Perché mi segui? - Helena si fermò poco prima di varcare il grande cancello della tenuta di Grifondoro, e squadrò con sospetto il ragazzo; Tom sorrise enigmaticamente mentre si avvicinava. Era il momento giusto per affrontare l'argomento, ne era certo. - Vorrei sapere in che modo rubare il diadema della tua aristocratica madre potrà aiutarti a liberarti del tuo promesso sposo -.
La ragazza sbiancò e sussultò come se Tom l'avesse schiaffeggiata. Del proposito di rubare - anzi, di prendere possesso - di qualcosa che avrebbe già dovuto essere suo non aveva parlato a nessuno. Tom sorrise ed un'ombra pericolosa gli attraversò le iridi: non disse ad Helena che lei, in un futuro che lui già aveva vissuto, gli aveva rivelato tutta la storia. Poteva quindi giocare d'anticipo, prevedere le sue mosse e riuscire a mettere le mani sul celebre oggetto: allo stesso modo avrebbe potuto sbarazzarsi di lei, ma non l'avrebbe rivelato. - Non temere, cara, sarà il nostro segreto - .
Erano le stesse parole pronunciate a Gertrude e Tom sapeva che erano due persone diverse, e avrebbe agito in modo differente, raggiungendo ugualmente lo scopo che si era prefissato . La ragazza lo osservò con aria sospettosa; come primo impatto non le era dispiaciuto - dopotutto chi era lei per negare l'avvenenza di una persona? - ma poi se lo era rapidamente dimenticato. I servi - così lei immaginava che lui fosse dato che non era uno studente - non erano degni della sua fama, e neppure i nobili boriosi come il Barone di cui voleva tanto disperatamente liberarsi: per un po' era andato bene, ma se avesse immaginato che mirava ad imprigiornarla nelle dorate catene del matrimonio, non gli avrebbe mai concesso tanta confidenza.
- E davvero? Perché mai dovresti tacere? E cosa ti dà tanta sicurezza sui miei intenti? - Il tono era degno di un'imperatrice, e Tom si sentì soddisfatto. Era normale che si mettesse sulla difensiva, non si attendeva nulla di differente. Finse di lisciare la tunica che indossava, odiando profondamente l'assenza della divisa scolastica. - Perché io posso aiutarti: tu vuoi tornare libera, ed io ho la chiave per permetterti di realizzare il tuo sogno. -
Helena non lo disse ma era colpita da tanta sicurezza. Il giovane che aveva di fronte non sembrava per nulla intimorito dalla sua presenza, ed era una cosa che parzialmente l'indispettiva, abituata com'era a incantare giovani e vecchi con il proprio superbo fascino... Pareva invece che questo strano Tom fosse immune al suo nome ed alle sue nobili origini; si comportava, pensò con irritazione, con la stessa fredda indifferenza tipica di sua madre.
Se avesse dovuto fare un paragone, avrebbe ammesso che in lui c'era un gelo che neppure Priscilla Corvonero possedeva, un calcolo che intravedeva riflesso nelle sue iridi, ma impossibile da spiegare. Le riusciva difficile credere che l'ultimo arrivato fosse in grado di leggerle nel cuore con tanta violenta naturalezza.
- Interessante, peccato che io non creda alle tue parole, e poi non mi interessa quello che dici. A proposito, tu chi sei? Non voglio sapere il tuo nome, l'ha già detto quella sciocchina con i capelli rossi - Helena si rivolse al ragazzo con voce d'acciaio, e restò sorpresa quando lui le rispose istantaneamente. Era come se già avesse previsto quanto aveva detto.
- Il mio nome ora non é altro che uno tra i tanti ma un giorno farà tremare anche il mago più coraggioso... Non sono le mie parole a doverti interessare, Helena, ma ciò che posso offrirti. La mia conoscenza della magia supera di gran lunga quella di qualunque studente di Hogwarts, ne sono convinto, e pochi maghi riuscirebbero a reggere il confronto in un duello - il ragazzo lo disse con estrema convinzione, pur avendo già avuto una dimostrazione pratica che qualcuno poteva eguagliarlo. Le parole e i gesti di Severus Potter non erano però andati del tutto persi dato che l'aveva studiato, e ne conosceva i punti deboli. - Ma non é un duello ciò che voglio da te. So che vuoi fuggire lontano da tua madre e dalle regole che ti ha imposto: io conosco un posto fatto apposta per consentirti di godere appieno della tua libertà ma non ti aiuterò in cambio di nulla -.
Il silenzio aleggiò tra i due, che continuavano a scrutarsi, ed implicitamente a studiarsi. Helena sembrava convinta che il ragazzo fosse semplicemente un oratore di tutto rispetto - quel discorso l'aveva comunque colpita - ma dubitava che volesse davvero aiutarla; sorrise, infatti, immaginando che desiderasse un compenso. Oro, con tutta probabilità: l'avidità era uno dei punti deboli di qualunque persona, eccetto lei. Fece un cenno con la testa, come una sovrana che concede udienza al proprio discepolo.
- Devi solo trovare il modo di farmi entrare a Hogwarts come studente; lo Scudiero di Grifondoro mi ha già sottoposto ad una prova ma non mi fido del suo giudizio, lo ritengo incompleto. Dal momento che sei figlia di uno dei fondatori, non ti sarà difficile procurarmi un contatto utile - . 
Tom sapeva che Helena non avrebbe potuto condurlo da Salazar Serpeverde in persona ma gli bastava semplicemente giungere nella prestigiosa scuola di magia, e poi era risaputo che Priscilla Corvonero era in buoni rapporti con il suo celebre antenato. Inoltre Helena, come figlia, era nella posizione più indicata per parlare con la celebre strega.
- Stai scherzando spero! Mia madre ha già raggiunto il numero di studenti da inserire a Hogwarts, anche se tu fossi Merlino in persona non avresti alcuna chance di entrarci!- Helena lo disse con forza, senza nascondere la rabbia provata all'insolenza di quel ragazzo che pretendeva di essere il migliore; con un cenno della bacchetta aveva già predisposto il tappeto a mezz'aria per salirci e partire, quando si voltò di nuovo verso di lui. - Però so che il Barone, colui che dovrei sposare, sta cercando degli apprendisti per Serpeverde... In verità dubito fortemente che tu possa avere anche solo la possibilità di parlargli, é una persona molto scostante e non vuole vedere troppi estranei. Dice che ciò lo mette a disagio. -
Sul volto del ragazzo non passò che un lampo ma fu talmente rapido che la ragazza non si rese minimamente conto della sua presenza; Tom si limitò a sorridere, e dentro di sé aveva già trovato il modo per servirsi di quella sciocca ragazza. - In verità, se posso dirtelo, é Seraphina ad occuparsi degli apprendisti, quindi non so quanto utile ti sarebbe parlare con il Barone -. Helena era scettica ma c'era qualcosa nella determinazione del suo interlocutore ad indurla a riflettere.
- Non ti preoccupare, non intendo mettere a disagio il tuo fidanzato - Tom calcò bene sulle ultime due parole, e non fu sorpreso nel vederla rabbrividire. Doveva puntare tutto sulla sua voglia di essere libera, e l'avrebbe anche aiutata: non avrebbe mancato alla parola data, anche se la priorità sarebbe stata data alle proprie esigenze.
- D'accordo, vedrò cosa posso fare ma non farti troppe illusioni. Nel frattempo potresti chiedere a Potter se necessita di un contadino: sei vestito nel modo più adatto. - E Helena, dopo essersi seduta in ginocchio sul tappeto, non lasciò modo a Tom di rispondere; il ragazzo strinse la bacchetta ma non fece nient'altro. Prima o poi Helena si sarebbe resa conto di chi aveva a che fare, ma per quel momento lui avrebbe ottenuto tutto e lei perso ogni cosa.

Alcune ore dopo Tom era immerso nei libri della biblioteca, alla continua ricerca di informazioni che gli consentissero di raggiungere rapidamente i propri scopi; non aveva alcuna intenzione di affidarsi solamente alla figlia di Priscilla, era nel suo stile riuscire ad avere un piano alternativo. Non era adatto al lavoro di squadra se non per comandare.
Alzò il capo solo sentendo la porta aprirsi. Come al solito Gertrude era venua a portargli qualcosa da bere ma si limitò a sorridere come d'abitudine; la ragazzina disse solo alcune parole sul ritorno del padre, avvenuto proprio in quell'ultima ora, per poi lasciare la stanza in silenzio. Tom avrebbe voluto recarsi immediatamente a parlare con Grifondoro ma Gertrude gli aveva detto che il padre si sarebbe riposato, e che avrebbe potuto vederlo all'alba.
Il tempo trascorse così velocemente che alle prime luci del sole, Tom chiuse il tomo per riporlo nello scaffale apposito: la cultura era sacra, e non aveva mai maltrattato un libro. Stava per raggiungere l'ala del maniero dove avrebbe potuto trovare Grifondoro ma ad attirarlo furono una serie di singhiozzi vanamente repressi.
La porta era aperta, e lui vide Gertude che stava piangendo, la faccia nascosta in un fazzoletto. Fino a quel momento non aveva mai visto la ragazzina piangere, e la cosa lo colpì pur non commuovendolo assolutamente. - Perché piangi? Cosa mai può turbare l'animo di un candido fiore come te? -
Si chinò dopo essersi avvicinato a lei, e le sollevò gentilmente il volto con una mano. Di norma non avrebbe mai fatto un'azione simile, ma la ragazzina sembrò calmarsi leggermente; del resto non gli era sfuggito che in sua presenza era continuamente impacciata, ed arrossiva ogni parola che pronunciava. Naturalmente non le era mai balenato alla mente che la gentilezza ricevuta era solo una commedia ben recitata. - Su, vieni, avevi promesso che mi avresti mostrato il tuo cavallo preferito, no? - E le sorrise con quel suo modo di fare che l'avrebbe fatta precipitare in una perfetta illusione creata a regola d'arte per lei.



Note.
* Accolito: é il ruolo del consigliere più vicino a Priscilla Corvonero, ed eccezionalmente ella ne ha due dal momento che Webster é vecchio.

Spero di essere riuscito a farmi perdonare per il lungo ritardo con questo capitolo. Vi ho mostrato la profezia e vi lascio pensare a chi possa riferirsi; non ho approfondito l'ingresso di Tosca Tassorosso perché avrà il suo momento all'interno della storia(sto stimando circa 20-25 capitoli) ma non adesso.
Personalmente parlando il mio OC preferito é proprio Jeremiah Webster, per il ruolo che detiene: non mi sono però ispirato a Silente, nel caso vi venisse un dubbio.
Fa il suo ingresso - un po' in ritardo, confesso - Helena Corvonero, che ho dipinto come donna altezzosa e anche capricciosa; sembra essere la prima alleata di Voldemort, o almeno é ciò a cui lui mira.
Severus Potter é leggermente in ombra qui perché dovevo dare più spazio alla profezia, e nel prossimo avrete Grifondoro che farà una proposta proprio a Voldemort.
Non amo dilungarmi, perciò vi lascio leggere e commentare. Un grazie a chi la sta seguendo, e a chi eventualmente si aggiungerà.
   
 
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