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Autore: Maghetta1996    30/01/2012    2 recensioni
Piccola raccolta che ruota attorno alle vicende di Deidara, quando ancora era al villaggio della roccia, e della sua migliore amica Mira.
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Tolse il cappuccio: Una cascata di capelli biondi vennero giù e si scoprì il volto da ragazza, alzò lo sguardo verso il cielo stellato.
Il posto è lo stesso, ma lui manca.
(Tratto dal Prologo)
-Hai visto?- chiese tutta eccitata Mira che non riusciva a calmarsi –E’ stato strabiliante!La cosa più bella che abbia mai visto!.
-Calmati Mira, quella che abbiamo visto è arte pura.
(Tratto dal 1° capitolo)
Suo fratello si girò verso il malcapitato che aveva osato sfidarlo: era un ragazzino dai capelli biondi che gli scendevano lungo la schiena e un ciuffo gli ricadeva sopra l’occhio sinistro. Non era molto alto e il fisico era esile, la carnagione era chiara e aveva un paio di occhi color del mare.
(Tratto dal 2° Capitolo)
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Deidara, Nuovo Personaggio
Note: Missing Moments, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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La scoperta del tradimento (Parte prima)
La festa di inizio estate si rivelava ogni anno sempre più piacevole per Mira, vedere tutta la gente fuori di casa intenta nel divertirsi le faceva un gran piacere. Tuttavia, quel giorno, non aveva visto Deidara da nessuna parte, eppure si erano dati appuntamento alla piazza vicino al panificio.
Dove si è cacciato?
Questa domanda le risuonava nella mente mentre gli altri ballavano e cantavano, adesso le risultava parecchio fastidioso tutto quel caos. Non era da Deidara ritardare di addirittura mezz’ora, ma vinse la pazienza di Mira, infatti aspettò l’amico fino al tardo pomeriggio.
 
Quando sua madre la invitò a venire con lei, per andare alla fiera della sera, lei declinò l’invito e imboccò il sentiero che portava a casa sua. Intanto nella su testa c’era una confusione di pensieri che si accavallavano sempre di più.
Perché non si è presentato? Gli sarà successo qualcosa? E va bene, avrei anche compreso che gli scocciava andare ad una solita manifestazione o una solita festa, ma proprio quella dell’estate, che è fatta, proprio per i quattordicenni come noi non può non piacergli! Insomma ci si diverte dalla mattina alla sera!
Oppure…non vuole essere più mio amico?
Quest’ultimo era il pensiero che la torturava di più, il fatto di perderlo per sempre. Lui era il suo unico vero amico, con lui aveva passato tre anni indimenticabili. E poi il bacio che si erano all’inizio dell’anno, le faceva capire quanto il loro rapporto si fosse rafforzato.
Mentre lasciava il sentiero, si incamminò verso casa: ormai era vicina alla sua meta. Scommetteva che, appena avrebbe toccato il pavimento, sarebbe corsa in camera a piangere come un stupida.
In quello stesso istante la lottatrice che viveva dentro lei si risvegliò.
Piantala Mira con questi discorsi deprimenti! Non hai mai pensato che sta male? Domani si risolverà tutto. Per il momento torna a casa, riposati, e non pensare più a niente.
Mira annuì sicura di se, stava aprire la porta quando si accorse che era chiusa a chiave.
Che stupida che sono! Ho dimenticato che sono usciti tutti.
Fortunatamente conosceva un’altra entrata, che era nel retro, bastava arrampicarsi sull’albero di fronte la finestra della sua camera ed entrare da quest’ultima. In realtà non era proprio una seconda entrata “ufficiale”, ma a Mira piaceva considerarla così. Era la sua entrata segreta.
Non appena mise piede nella sua stanza sentì una voce che veniva da giù. Qualcosa non andava. Sarebbe dovuta essere sola, eppure gli sembrava che fossero addirittura in due di sotto.
-Aiuto!
Quell’urlo fu tappato da un rumore simile all’acqua, ma bastò solo quella voce a risvegliarla.
Deidara.
Lentamente si tolse le scarpe e scese le scale, le voci provenivano dal bagno, la calma più assoluta la dominò, in un attimo si ritrovò sul vecchio campo di battaglia; aveva svolto il lavoro di spia parecchie volte, e questa situazione era solamente più complicata in quanto non ci fosse finzione, ma era stata addestrata con bravura: fantasia o realtà, non avevano più nessuna differenza per lei.
La porta del bagno era socchiusa, sporse il viso quanto bastava per guardare e non essere notata.
Deidara era di fronte al lavello del bagno, molto probabilmente pieno d’acqua, suo padre era dietro di lui e con una mano gli teneva le mani serrate dietro la schiena, e con l’altra gli teneva i capelli.
Mira cercò di mantenere la calma il più possibile, anche se, il desiderio di entrare ed urlare cosa stesse succedendo era molto forte; la lottatrice si fece sentire di nuovo.
Se agisci senza pensare non solo farai male a te stessa, ma anche a lui. Valuta la situazione e poi elabora un piano. Tuo padre non è un assassino. Non lo ucciderebbe mai.
-Sei stato tu a rubare l’argilla esplosiva, vero? Non mentire, il buon Tsuchikage è stato fin troppo clemente con te, è arrivato anche ad adottarti!Così ripaghi la sua fiducia?
La voce di suo padre risuonava per tutta la stanza, era sicura, forte e chiara. Mira la conosceva fin troppo bene: era la voce che non ammetteva repliche.
-Mi lasci andare! Non ho fatto niente! Quelle che dice sono pazzie!
-Pazzie?
Un silenzio tombale calò, tirò ancora più forte i lunghi capelli biondi e poi gli immerse la testa dentro il lavello. Gliela rialzò dopo un minuto, Deidara respirava faticosamente.
-Vuoi che ti rinfresco la memoria? Dimmi che fine hanno fatto i signori Smith che erano andati in gita nel bosco?
-Non lo so…
Mira capì a cosa si riferiva il padre, qualcuno aveva rubato dell’argilla esplosiva, e aveva iniziato a compiere gesti terroristici in giro. Fino ad allora non c’erano state vittime, ma una settimana dopo i signori Smith erano deceduti.
Non aveva mai avuto il coraggio di sospettare di Deidara, oltretutto quella storia era rimasta abbastanza segreta.
-Cosa vuole da me?
La disperazione di Deidara cominciava a farsi sentire, Mira era sul punto di esplodere.
-Sei un traditore, dovresti morire, ma siccome sei un ragazzo, potrei lasciarti andare. Tu, però, non dovrai più farti vedere qui. Questa è la condizione se confessi ora, altrimenti sarò costretto ad ucciderti.
-Va bene. Sono stato io.
Mira si aspettò che adesso lo lasciasse andare, ma rafforzò la stretta e gli abbassò di nuovo la testa dentro il lavello. Passò un minuto. Non lo lasciava andare.
Lo ucciderà!
Questa volta non perse tempo, salì le scale e la prese.
Non mi importa che abbia ucciso due persone, lui è mio amico, tu non me lo porterai via!
Se opporrai resistenza ti ucciderò. Non mi interessa, lui è tutto e resterà con me fino alla fine.
Maledetto bastardo! Te l’aveva detto che era stato lui, perché non l’ hai lasciato andare?
Stai per trasformare tua figlia in un’assassina. Stai meglio, così?
Ora, ti dimostrerò quanto valgo, ora ti dimostrerò chi sono veramente.
Ti sei cercato da solo la tua fine.
Spalancò la porta del bagno e, con una mossa rapida, attaccò suo padre, sguainando la spada di legno che Deidara le aveva costruito tre anni prima.
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Note dell'autrice: Inizialmente il capitolo doveva essere unico, ma siccome mi è uscita fuori una cosa gigantesca, ho deciso di dividerlo in due parti. Spero, come sempre, che vi sia piaciuto e, se volete, lasciate una recensione. A presto con la seconda parte del quarto capitolo!
Martina.
  
  
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