Il desiderio che
nacque dalla pietra…
Una goccia di sangue mi macchia il
vestito candido,
mentre oltrepasso
questo inferno che io stesso ho creato.
Un villaggio di umani,
che intralciava il mio cammino.
Di solito non mi curo degli esseri
inferiori,
non mi preoccupa la loro esistenza.
Ma oggi è diverso.
Oggi quegli infimi umani sarebbero
dovuti correre ai ripari,
lasciare gli arretrati oggetti che loro
usano per guadagnarsi il cibo
e iniziare a correre.
Scappare dalla mia ira, dal gelo dei
miei occhi.
Perché oggi, è quel giorno.
Il giorno in cui mio padre, essere
superiore,
di impareggiabile potenza,
si è fatto piegare da loro, si è fatto
uccidere
per salvare un umana.
Sporchi gli umani.
Sporca quella donna.
Sporco il padre di cui andavo silenziosamente
orgoglioso.
La mia figura irraggiungibile,
il mio appoggio e il mio sostegno,
mi sono stati portati via.
Portati via da un’insulsa umana,
che conosce ciò
che si definisce “amore”.
L’amore per la persona più importante,
l’amore per un figlio,
l’amore per i propri genitori,
l’amore per le persone che ti
circondano.
A me tutto ciò è stato negato.
La donna che mi ha dato alla luce mai
l’ho vista,
anche se sono certo di conoscerla.
Conoscere quella voce soave ma profonda,
che mi faceva dormire,
quel profumo dolce al sapore di muschio
marino,
quella pelle calda e liscia che mi cullava.
Si, l’ho conosciuta,
ma non l’ho mai vista.
Così come non ho mai visto orgoglio
negli occhi di mio padre.
Il mio maestro,
il mio peggior nemico,
il mio migliore amico,
la mia fierezza,
la mia vergogna…
mio padre.
Avrei venduto l’anima per sentire dalle
sue labbra
un complimento,
per sentirlo farmi un gesto affettuoso.
Avrei dato tutto ciò che possedevo per
poter andare a giocare con gli altri bambini Youkai,
tornare solo quando il sole tocca la
terra,
a correre tra le braccia della mamma,
mostrandole con orgoglio i miei piccoli
“tesori”,
conquistati durante la faticosa
giornata.
Ma non mi è stato concesso.
La mia infantile vivacità è stata
soppressa sul nascere,
mi è stato impresso il marchio
del ghiaccio,
imposta la freddezza di un adulto.
Non mi è stato permesso conoscere le
gioie dell’infanzia,
non so cosa vuol dire divertirsi.
Cosa completamente diversa per
Inuyasha.
Lui, che ancora prima di nascere ha
subito avuto tutte le attenzioni,
Lui che appena nato è subito diventato
l’orgoglio di nostro padre,
senza sforzi, senza allenamenti
distruttivi.
Lui che ha potuto avere una madre,
Lui che ha ricevuto l’amore di una
famiglia,
anche se per poco.
Lui che ha potuto vedere gli occhi della
donna che lo ha generato,
con cui ha potuto parlare.
Però non riesco a non provar pena per
lui.
Ha avuto tutto ciò che a me è sempre
mancato,
ma infondo è un frutto vietato,
nato da un legame proibito tra due razze
opposte.
Rifiutato dagli umani e deriso dai
demoni,
ha vissuto nella completa solitudine,
trovandosi a dover fare i conti con se
stesso e con la sua natura.
È per questo che continuo ad esserci,
crudele e orgoglioso,
ma sempre stretto a lui da un patto non
scritto,
non deciso,
forse addirittura non voluto.
Ma io ci sarò ad insegnargli le lezioni
della vita,
anche se sotto le sembianze di peggior
nemico,
anche se silenziosamente,
ma in infondo sempre e solo come
Fratello Maggiore.
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Spero vi sia piaciuta! Questa fan fiction è
divisa in due parti
auto-conclusive!! Mi è venuta
in mente stasera e non ho resistito… vi prego: ditemi se ho almeno un briciolo
di speranda o se devo darmi all’ippica! Quindi… Commentate!!!!!!!!!!!!!!!!
Bacioni Keiko!