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Autore: SheWolf95    30/01/2012    5 recensioni
Ginny Weasley, due anni dopo la guerra magica, abita in un appartamento a Londra con la sua migliore amica, Hermione Granger.
E' già da un po' che comincia ad accusare di strani sintomi, nausea, pianto facile, lunaticità..
Cosa le sta succedendo?
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Sirius Potter | Coppie: Ginny/Hermione, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Why, Gin?

Erano passati esattamente due mesi da quando Ginny aveva scoperto di essere incinta, nulla era cambiato da allora : il Tamigi attraversava Londra, le strade affollate da Babbani turisti e lavoratori e da maghi che raggiungevano il Ministero della Magia tramite l’ingresso per visitatori. Apparentemente la routine londinese era rimasta la stessa.
Ma Dicembre era arrivato, portando con sé l’atmosfera natalizia, la città cominciava a fermentare, i turisti aumentavano, i londinesi cominciavano ad addobbare strade, negozi e case.
Quel giorno, la Vigilia esattamente, Ginny ed Hermione erano affaccendate con l’albero di Natale, immerse tra mille ghirlande, agrifogli, vischi e palle decorative, inoltre a turno badavano ai mille pasti che erano in cucina, poiché il cenone natalizio si sarebbe svolto a casa loro.
“Quando penserai di dire a Harry della gravidanza? Non puoi aspettare ancora Ginny, è Natale” disse Hermione, mentre sperimentava il funzionamento delle luci dell’albero con piccoli tocchi di bacchetta.
“Non posso. Fleur ha perso il bambino due settimane fa, non mi sembra il caso di fare questo genere di annunci ora..” rispose la Rossa, finendo di mettere l’ultima ghirlanda argentea intorno al lampadario sopra il tavolo dove si sarebbe svolta la cena, per poi prendere il puntale, levare la bacchetta e posizionarlo sulla cima dell’albero.
“Beh, sono passati due mesi Ginny. Due mesi, in cui non hai fatto altro che uscire a fare regali e cene con Harry e non gli hai detto nulla. Non puoi aspettare oltre, la tua pancia – perdonami se te lo dico, ma è la verità – comincia a notarsi, sai? Sei quasi al terzo mese, per quanto stupidi possano essere gli uomini in questa materia, sarà abbastanza evidente che aspetti un bambino, nel giro di due o tre settimane al massimo. Devi dirgli tutto e anche presto”.
“Lo so Herm, devo dirglielo presto. Ma se do l’annuncio a tutta la famiglia durante il cenone, come pensi la prenderebbe la povera Fleur? È ancora scioccata, non posso farle questo, non me la sento, davvero… e poi Bill. Non hai idea di com’era sconvolto, e ti parlo di due giorni fa” riflettè Ginny, andando in cucina per controllare il tacchino, seguita a ruota dall’amica.
”Potresti iniziare col dirlo a Harry, no? E poi, per quanto sinceramente mi dispiaccia per Bill e Fleur, non è di certo colpa tua se hanno perso il bambino! Ma ritornando al discorso di prima, prima o poi noteranno anche loro che tu sei incinta, non credi?” le fece notare Hermione, indicando il ventre di Ginny, coperto da una felpa che sarebbe stata larga anche a Charlie Weasley, il più robusto della famiglia.
“Sto cercando il momento opportuno, comunque tranquilla, Harry lo saprà stasera.
Sarà il mio regalo di Natale per lui, e poi Herm sai che odio essere al centro dell’attenzione. Se avessi detto che sono incinta già uno o due mesi fa, stasera questa casa sarebbe stata invasa da tutine multicolor per neonato, scarpette, culle, pizzi e passeggini. Non l’avrei sopportato, lo sai” aggiunge la Rossa, accennando un sorriso e spegnendo il forno.
Dopo che tutte le decorazioni ebbero trovato il loro posto all’interno della casa e dopo che il tavolo fu magicamente allargato (furono aggiunti circa altri dieci posti ai soli cinque disponibili) e imbandito di ogni possibile pietanza natalizia, le ragazze andarono a prepararsi per la serata.
Due ore dopo, Hermione indossava un tubino rosso fragola senza spalline, lungo fino al ginocchio e molto aderente; le sue scarpe erano alte e argentate; i suoi capelli erano stati piastrati con un colpo di bacchetta e legati da un fermaglio molto grazioso, a forma di stella di Natale.
"Gin, sei pronta?” chiese entrando in camera dell’amica, trovando quest’ultima però sul letto che guardava con faccia malinconica il suo vestito, posato sulla sedia di fronte a lei.
“Ginny, per l’amor del cielo, cosa c’è che non va? Nausea?” chiese nuovamente Hermione, guardando preoccupata la Rossa.
“Il vestito, Herm” una lacrima rigò il volto lentigginoso di Ginny Weasley “Il… il vestito non mi entra. L’ho preso una settimana fa, era perfetto. E ora… ora non mi va più. Hai ragione, sai? Lo noteranno tutti stasera” rispose la ragazza, indicandosi il ventre, il viso bagnato dalle lacrime.
“Oh, Gin. È una sciocchezza, il vestito è perfetto” detto questo, Hermione lo colpì con la bacchetta. “Avanti, indossalo, scommetto che sarai bellissima!” continuò “Forse ho esagerato prima, non sei affatto grassa! E poi porti in grembo un bambino, sta crescendo, è assolutamente normale. Scusami” finì la frase sottolineando quest’ultima parola, con una nota di ansia nel volto, subito cancellata dall’abbraccio di Ginny.
”Sei un’amica fantastica, grazie. Non so che farei senza di te, sul serio” disse la Rossa, sorridendo.
Dopo aver indossato anche lei il suo vestito (nero, poiché il rosso avrebbe fatto a pugni con il colore dei suoi capelli), si guardò allo specchio: era aderente, il che lasciava intravedere il ventre leggermente gonfo per via della sua gravidanza, che però il colore scuro riusciva a coprire quasi del tutto.
”Forse quei tacchi li eviterei” aggiunge Hermione vedendola, la sua risata cancellata subito dalle lacrime dell’amica “Oh Ginny, scherzavo! Cielo, questi ormoni fanno paura su di te!”
“Non sono gli ormoni!” protestò la ragazza, infilandosi le sue scarpe e dandosi un’ultima sistemata al trucco giusto in tempo prima che suonasse il campanello, rivelando dei sorridenti Harry e Ron, con una ventina di buste regalo per ciascuno, che lasciarono sotto l’albero, per poi andare a salutare le loro fidanzate.
Harry corse ad abbracciare Ginny, che gli sorrideva radiosa e rimasero stretti l’uno all’altra per cinque minuti abbondanti, quando Ron fece un’osservazione, mano nella mano con Hermione.
“Ehi Gin, hai già mangiato il pranzo di Natale?” disse Ron con una punta di sarcasmo che la Rossa non apprezzò affatto.
“Ronald…” lo avvertì Hermione, fulminandolo con uno sguardo agghiacciante.
“Cosa vorresti dire con questo?” chiese Ginny con tono freddo, che lasciava trasparire la sua irritazione, ma anche una sorta di nervosismo.
”Sorellina, non te la prendere così, ma ultimamente hai messo su qualche chiletto e mangi quasi più di Aragog, ricordi, no? Il ragno gigante che ha cercato di uccidere me e Harry” indicò l’amico. “Al secondo anno” concluse, traendo un respiro.
Tutti guardavano la Rossa e l’atmosfera era ben lontana da quella natalizia. Hermione aveva uno sguardo allarmato e continuava a spostare gli occhi da Harry, molto confuso, a Ginny, il cui petto si alzava e abbassava rapidamente a causa del respiro nervoso e irregolare.
“Vorresti dire che sono grassa, per caso?”
“No, questo mai. Solo che… ultimamente non sei più te stessa”.
Harr, che aveva seguito la scena sin dall’inizio, non potè che essere d’accordo con l’amico. Ginny era strana nell’ultimo periodo, si commuoveva facilmente, mangiava molto e aveva persino lasciato le Holyhead Harpies, cosa che non si sarebbe mai aspettato da lei.
Questa volta fu lui a rivolgere uno sguardo interrogativo alla Rossa e lei stava per rispondere, quando suonò il campanello.
Lei rivolse al ragazzo uno sguardo di scusa prima di andare ad aprire la porta e Harry annuì, comprensivo.
Quando tutta la famiglia (compresi il piccolo Teddy e la buona Andromeda) fu riunita, la casa parve decisamente affollata.
Teddy ad un certo punto aveva preso di nascosto la bacchetta di Harry e si era divertito a far spuntare code di maiale e orecchie da lupo a tutti, fin quando Andromeda, non più così buona, lo minacciò di trasfigurare la sua collezione di soldatini parlanti in cavoletti di Bruxelles.
Harry pensò che fosse un promettente erede dei Malandrini e tra una risata e l’altra parve quasi dimenticare l’imbarazzante conversazione avuta un paio d’ore prima, ma in realtà il fuoco era ancora acceso.
Mentre Arthur Weasley, sotto le occhiatacce della moglie, continuava a tempestare i signori Granger di domande sugli aggeggi Babbani, il ragazzo si avvicinò alla Rossa, intenta a sgranocchiare quasi ossessivamente delle noccioline.
“Gin…” esordì.
“Mmh? Oh, secondo te è ora di servire la cena?” domandò lei. “Il tacchino è pronto e…”
“Senti, dobbiamo continuare il discorso di prima, lo sai” la interruppe lui.
Ginny sospirò.
“Si, lo so. Ma non è il momento giusto… stai tranquillo, mon manca molto, tra poco saprai tutto”.
“Ma…”
“Ti fidi di me?”
Quella domanda lo colse alla sprovvista, tuttavia la risposta fu sincera e decisa.
“Sì, certo”.
“Perfetto allora” disse lei, accarezzandogli la mano. “Non hai nulla da temere”.
Quando fu il momento di aprire i regali, Ginny finse di aver dimenticato i suoi in camera e chiese a Harry gentilmente di accompagnarla a prenderli.
Hermione, che conosceva il piano dell’amica, le sorrise incoraggiante, ma la Rossa la ricambiò con uno sguardo interrogativo, non avendo apparentemente compreso il gesto: l’amica capì il segnale e intraprese nervosa una conversazione con Fleur.
Entrati in amera, la Rossa chiuse dietro di sé la porta ed estrasse dal cassetto della scrivania una busta di carta che portava il sigillo del San Mungo, poi la consegnò a Harry.
“Aprila, avanti” disse semplicemente.
“Sei malata, vero? Stai per lasciarmi!” affermò Harry, spaventato.
“Non fare l’idiota, Harry. Aprila. È… il mio regalo di Natale per te”.
Il ragazzo aprì la busta, incerto, e ne estrasse un’ecografia. Il suo sguardo era confuso mentre fissava l’immagine. Ginny lo guardava con il fiato sospeso, aspettando che lui dicesse qualcosa, ma comprese qualche istante dopo che questo non sarebbe successo, perciò prese in mano la situazione, cercando di apparire ferma e decisa, ignorando le sue mani che tremavano freneticamente.
“Harry…” cercò di trovare le parole adatte, ma queste le morirono in gola alla vista di Harry, che aveva posato le carte sul letto e ora la guardava.
Poi la abbracciò, la baciò e la strinse a sé. Successe tutto in un attimo, la Rossa quasi non se ne era resa conto e in quel momento capì che non aveva nulla da temere: lui sarebbe sempre stato lì, accanto a lei, desiderava avere il bambino e la sua felicità l’aveva messa tutta in quel gesto, poiché solo le parole non bastavano.
“Allora…” disse Ginny, asciugandosi impazientemente le lacrime.
“Perché non me l’hai detto prima?” la fermò Harry.
“Avevo paura, Harry, paura di perderti… ancora. Poi non trovavo mai il momento giusto, i preparativi per le varie feste di compleanno, il Natale… e poi Fleur che perde il bambino. Ho avuto paura che succedesse anche a me e inoltre non volevo ferire né lei né Bill…. Poverini, sono ancora sconvolti! Beh, poi ho pensato che potevo dirtelo oggi, anzi, dovevo dirtelo oggi, e allora perché non farlo diventare un regalo?” spiegò con una scrollata di spalle.
“Ti capisco, giuro che ti capisco e sono d’accordo con te. Ma non potrai nascondere ciò che ti…” si corresse. “Ciò che ci sta succedendo ancora per molto a tuo fratello” rispose il ragazzo.
“Quale dei cinque?” chiese lei ridendo.
“Beh… tutti! Come hai visto prima Ron ha notato qualche cambiamento” indicò il ventre della Rossa.
“Si lo so. E non solo lui, sai? Anche mia mamma ha cominciato a farmi qualche domanda. Ma ora torniamo dagli altri, dobbiamo aprire i regali” concluse Ginny, prendendo la busta contenente l’ecografia e riponendola al sicuro nel cassetto, sotto lo sguardo di Harry che, riluttante, lasciò cadere il discorso.

Dopo che tutti furono andati, si ritrovarono Ginny, Hermione e Harry e Ron, che sarebbero rimasti a dormire lì quella notte. Dei quattro, solo Ron era ancora all’oscuro della gravidanza della Rossa, ma Hermione aveva suggerito saggiamente di aspettare l’euforia di Capodanno per riferirgli tutto, in modo tale che il ragazzi la prendesse alla leggera, con l’aiuto magari di qualche bicchiere di Whisky Incendiario. Ginny e Harry non poterono che essere d’accordo con lei, dal momento che entrambi conoscevano molto bene il carattere irascibile del ragazzo.

Così conclusero la serata molto tranquillamente, guardando un film in TV (un oggetto Babbano a forma di scatola, molto sottile, dove si vedono immagini accompagnate dal suono, dietro un vetro) e facendo con gioia della Rossa uno spuntino di mezzanotte.

Erano seduti sul divano quest’ultima e Harry, accoccolati, quando dalla stanza di Hermione cominciarono a uscire i toni alti e irritati di un battibecco.
”Ci risiamo” pensò Harry, alzando gli occhi al cielo e leggendo la stessa cosa nell’espressione della sua ragazza.

Non contento di aver cercato la lite con Hermione, Ron entrò in camera di Ginny, sbraitando, cercando di ritrovare il suo cappotto, quando notò un cassetto leggermente aperto della scrivania,.

Si avvicinò per chiuderlo, ma una busta con il timbro dell’ospedale Magico attirò la sua attenzione. La aprì, e dopo una rapida occhiata la sua espressione si fece ancora più livida, la sua bacchetta iniziò a sparare fiotti di scintille.

La Rossa si era quasi addormentata fra le braccia di Harry, finalmente serena, quando sentì la voce del fratello chiamarla impaziente dietro di sé.

Girandosi, le si ghiacciò il sangue nelle vene: Ron aveva in mano l’ecografia, Hermione dietro di lui che lo guardava, terrorizzata.

Angolo dell'autrice: Mi scuso profondamente, avevo promesso che sarebbe arrivato subito questo capitolo! Ma ho avuto un sacco di problemi che non vi sto a elencare, compresa la rottura del pc ç_ç  ho già scritto il quinto capitolo e lo sto ricopiando adesso al computer, domani ve lo posto per farmi perdonare! Aspetto le vostre recensioni e... perdonatemi! D: (SheWolf)

  
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