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Autore: marrymezayn    30/01/2012    15 recensioni
Storia in fase di REVISIONE. Scusate per il fastidio!
Estratto dal 3° capitolo:
Strinse di più le braccia al suo collo, e le uscì un sospiro mentre si staccava quel poco per dar fastidio alle sue labbra. «certe notti ho pensato seriamente di impazzire senza di te!» quel sussurro, appena udibile all’orecchio di qualsiasi essere umano ma non quello di Keyra, ebbe la facoltà di far bloccare il cuore della ragazza che lo guardava con gli occhioni fuori dalle orbite. Le vennero gli occhi lucidi e percepì un sorriso sulle sue labbra. «mi sei mancato!» ammise mormorando, ma sapeva che lui l’aveva sentita. Sentì la sua presa spingere la sua schiena verso di sé e si lasciò trasportare, finendo direttamente tra le sue braccia. Percepiva il delicato respiro di Zayn tra i suoi capelli, e si appoggiò al suo petto, con un sorriso. Il cuore di Zayn batteva all’impazzata. Chissà come mai. «Mi sa che l’unica cosa giusta che ho fatto in vita mia è stata quella di nasconderti la verità.»
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E' il "futuro" di questa storia.
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=868289&i=1 spero che vi piaccia. Enjoy! ♥
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Se non ti perdi, non trovi strade nuove.'
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Every single person has at least one secret that would break your heart.
(ogni singola persona ha almeno un segreto che potrebbe spezzarti il cuore.)
 

«Non rompetemi le palle! Niall, tocca quella crepes e giuro su Zayn che ti ammazzo!» sbottò, mentre camminava verso il citofono. «ehi.. sei stronza forte, sai? E io che c’entro?» domandò il moro, spaparanzato sul divano dove poco prima era stesa anche lei. «tu c’entri sempre, Malik! Tu sei come i cavoli a merenda!» lo sfotté prendendo il citofono e parlando. «chi è?» domandò, stranita. «salve..sono la professoressa di Keyra, dovrei parlare con lei!» spostò la tendina della finestra al fianco del citofono e guardò fuori. «oh! Le apro subito!» spinse il bottone e si buttò verso lo specchio per sistemarsi un po’. Aprì la porta poco dopo. «salve professoressa!» esclamò, facendole segno di entrare. «Buongiorno Keyra. Tutto bene?» annuì, con un sorriso. «prego, si accomodi!» le fece strada entrando in salone e guardando male i due stesi sul divano, spaparanzati. Quando videro la donna, Zayn saltò su e si mise seduto bene, Niall alzò solamente un sopracciglio. «Salve..» disse Zayn alzandosi e porgendo la mano alla professoressa di Keyra. «come sta?» domandò mentre le sorrideva, e quella per un secondo perse il fiato. Eh! Lo sguardo di Zayn ammazzava chiunque, non solo le directioner. «bene grazie, lei?» Zayn sorrise ancora. «bene, ma non mi dia del lei, per favore.. Mi fa sentire vecchio!» La professoressa si girò a guardare Keyra, che sorrise. «dite anche le stesse frasi!» esclamò, con tono dolce. Si ritrovò a ridacchiare, mentre Zayn se le guardava in modo curioso, Niall uguale a lui. «lei è la mia professoressa di Italiano, la professoressa Gatto.» spiegò a Niall, che sorrise. «Amo l’italiano come lingua! Mi piacerebbe studiarlo!» spiegò mentre le stringeva la mano. «chiedi a Keyra di insegnartelo, no? E’ una delle inglesi più brave nel mio corso.» Keyra arrossì, e si girò a guardare la donna. «vuole del caffè?» domandò, e la donna annuì, sedendosi sul divano dopo l’invito di Niall. Preparò il caffè e poi si mise seduta al fianco di Zayn, ora più composto. «le posso chiedere come mai questa visita?» domandò curiosa Keyra, ma anche un po’ in ansia. La donna sembrò tornare sul mondo dei vivi. «oh.. si! Ho visto che non hai fatto l’iscrizione al corso.» annuì, sempre sorridendo. «come mai, posso chiedertelo?» domandò la donna, con tono serio. «perché non mi posso permettere di andare in Italia per un mese. Non posso proprio permettermelo!» ammise. «ma è un problema di soldi?» chiese la donna, ma Keyra ridacchiò. «no, non sono i soldi il problema. Non posso allontanarmi da Londra, professoressa!» spiegò, con un sorriso. «ah.. per il lavoro?» annuì. «non puoi chiedere un blocco? Sono 20 crediti, non sono pochi, signorina Smith!» la guardò, sbattendo le ciglia. Il caffè uscì e Keyra si alzò per andarlo a mettere in una tazzina, per poi porgerlo alla donna. «capisce che 20 crediti non sono pochi? Ho parlato molto bene al consiglio di classe. Le sue referenze sono perfette.» scosse la testa. «professoressa, parliamoci chiaro. Io non desidero fare questo come lavoro. Volevo solo riuscire a cucinare in modo buono e non come cuciniamo noi inglesi. Volevo fare qualcosa che mi piace, e non andare al college. Ma non sarà quella mia strada nel mio futuro. Andare in Italia a fare un corso, pagarmi tutto da sola, solo per prendere 20 punti di credito che alla fine non mi serviranno a nulla. In più mi devo occupare di un matrimonio, e non ho il tempo materiale per fare tutto. Se faccio quel corso, devo gestire tutto dall’Italia..» Zayn si alzò, andando chissà dove. «ma imparerebbe molto. Lo capisce signorina Smith?» la guardò in modo dispiaciuto. «io non posso Professoressa. Capisce che ho troppe cose da fare qui in Inghilterra? Sono la damigella della ragazza di mio fratello, ho da seguire il lavoro grafico dei ragazzi. Non posso perdere un mese così, lo capisce?!» La donna annuì, un po’ dispiaciuta. «già per me è difficile avere un lavoro e una scuola da seguire. Se non fosse che sto all’ultimo anno, me ne andrei da scuola. Ma addirittura andare in Italia per un mese, non mi sembra proprio il caso!» ammise, con dolcezza.
La donna ricambiò e Malik rientrò mentre si sorridevano le due donne. «puoi andare..» sbatté le ciglia, guardando Zayn. «dove?» chiese, stranita. «In Italia. Ho parlato con Paul. Ti ha dato un blocco di un mese..» smise di respirare per un secondo, guardando male il suo ragazzo. «Zayn, caro.. puoi venire un secondo con me di là?» disse a denti stretti, mentre cercava di non sbottare lì di fronte alla professoressa. Camminarono verso l’altro salone, e chiuse la porta. «perché cazzo prendi iniziative su di me, quando io non ti do il permesso? Me lo spieghi Zayn?» sbottò, neanche finendo di aprire la porta. «perché devi andare!» rispose, pacato. «non sai se devo andare o no. So ragionare con il mio cervello, so quello che devo o non devo fare, lo capisci? Non sono una neonata! Se dico che non posso andare, non ci posso andare!» Zayn la guardò male. «e invece ci vai, mi sembra ovvio!» rispose, del tutto pacato. «no, non ci vado perché ho da tenere in piedi la vostra parte grafica, ricordi? Oppure ti sei dimenticato che lavoro per voi? Mi fai incazzare quando prendi decisioni per me.» Il moro si appoggiò al divano, a braccia incrociate. Lo vide mordersi un labbro, nervoso.
«mettiamo in chiaro una cosa. Se quel cazzo di corso serve per farti prendere 20 fottutissimi punti e farti arrivare agli esami con un voto abbastanza alto da farti promuovere, tu ci vai. E non perché lo vuoi, ne perché lo voglio io. Del lavoro te ne deve fottere altamente, perché io mi sono stufato di starti lontano. E se quel cazzo di corso ti serve per essere promossa, tu ci vai, mi sono spiegato? Non ce la faccio più Keyra. Più passano i giorni e più mi sto stufando di starti lontano. Se tu non fai quel corso, e non passi l’anno io giuro su dio che impazzisco. E se impazzisco due sono le cose. O ci lasciamo, perché non sopporto più di starti così lontano – calcolando che sono stato praticamente due anni senza te vicino – oppure lascio i One Direction, per poter finalmente stare come voglio con te. A te la decisione.» rimasero a guardarsi in silenzio. Keyra era tra lo stupefatta all’incazzata, non sapendo proprio cosa dire. Sentì gli occhi lucidi, segno che stava per piangere. L’aveva portata ad un bivio.. Non era il fatto di andare o no in quel corso del cavolo, ma la frase che aveva detto dopo. O lei o i suoi amici. In un modo o nell’altro, qualcuno avrebbe sofferto. «tu sei uno stronzo!» sbottò indicandolo, sentendo la rabbia invaderla. «mi stai mettendo il cappio al collo..» lo vide scuotere la testa. «adesso ti metto il cappio al collo. Vai, sennò ti lascio.» lo guardò male, e sentì le lacrime pungere gli angoli degli occhi. «non..» non riuscì neanche a terminare la frase, perché sentì i polmoni chiudersi e la gola fare altrettanto. «tu mi stai ricattando, te ne rendi conto?» come ci erano finiti a litigare, e a parlare di lasciarsi? Perché? Perché? «c’è un’altra possibilità.» disse, guardandolo. «quale?» chiese, sempre con tono serio. «lascio la scuola! Ma non mettermi in questo bivio Zayn. Tu starai impazzendo ma io non mi sto divertendo. Non sai quanto voglio starti vicino, ma non posso perché tutto mi blocca qui a Londra. Lascio la scuola, e divento Manager effettiva.» lo vide staccarsi dal divano e camminare lentamente verso di lei. «Anche tu mi stai mettendo in un bivio, te ne rendi conto?» lo guardò male. «no, perché a me della stupidissima scuola alberghiera poco mi interessa. Ho cominciato solamente per avere qualcosa da fare, per non essere una morta in vostra assenza. Ma adesso che cosa mi dovrebbe interessare della scuola? Si, mi piace cucinare.. Ma mi interessa avere veramente quel diploma?» lui la guardò. «io sono egoista Keyra, ti permetterei anche di farlo. Ma no, tu non lascerai la scuola solamente per un mio capriccio! Vai a fare quel dannatissimo corso, finisci la scuola e poi potremmo finalmente stare insieme.» lo guardò, poi si buttò su di lui e affondò la faccia nella sua camicia. «non..» le si mozzò il fiato in gola. «cosa?» lo sentì ricambiare l’abbraccio. «davvero sei arrivato a pensare di lasciarci?» crollò il silenzio, e bastò quello a farla sentire male. 
«l’ho pensato. Ma tra pensare una cosa e farla, c’è di mezzo tanto, fidati. Ripeto, sono egoista. Mi piace stare con te, sto bene quando sto con te.. Non arriverei mai a lasciarti, perché non lascerei mai andare qualcosa che mi fa stare così bene. Ma.. starti lontano diventa sempre più difficile, Keyra! E più passano i giorni e più io mi incazzo perché ancora dopo due anni non riusciamo a stare insieme come vogliamo, neanche stando davvero insieme. E mi fa rodere questa cosa.» spiegò, con tono duro. «Finisci la scuola, ti prego. Non devi lasciarla solo perché sto piagnucolando. Finiscila, ok?» annuì. «ma..ma..tu..» non ci riusciva proprio a dirgli quello che le passava per il cervello. Prese un profondo respiro e cercò di far uscire quelle poche parole dal suo cuore. Era difficile, ma ci doveva riuscire cazzo. «tu.. tu mi aspetti vero? Non molli tutto, vero?» domandò, sempre con la faccia affondata nella sua camicia. Lo sentì abbassarsi a darle un bacio tra i capelli. «terrò duro, lo faccio da tempo. Posso aspettare altri cinque mesi, se devo. Ma tu per favore, fai di tutto per venire da me.. Non farmi fare tutta la strada da solo. La voglio condividere con te.» annuì ancora, e Zayn se la strinse addosso, dolcemente. «andrai?» annuì ancora, tirando su con il naso. «stai piangendo?» scosse la testa. «ma non dire mai più quella cosa, ti prego.» solo l’idea che era arrivato a pensare di lasciarla, le fece sentire come una strilettata al cuore. «promesso..» sussurrò. Rimasero abbracciati finché lei stessa non sentì gli occhi di nuovo normali. Si staccò e senza guardarlo negli occhi si alzò a dargli un bacio di volata. Ma lui ovviamente prolungò il bacio, facendole capire tante altre cose con quel semplice gesto. Stava impazzendo, almeno quanto lei. Stare lontani era difficile, e lei doveva riuscire a finire la scuola il prima possibile per stare con lui. Non era la sola che ne aveva bisogno. Lei pensava sempre e solo a lei perché non credeva possibile che Zayn tenesse a lei, anche se lo sapeva. Pensava che era l’unica a sentire il peso di quella lontananza, ma non era così. Zayn soffriva almeno quanto lei, e quindi doveva mettersi sotto per entrambi e non solo per lei.
Quando tornarono nell’altro salone, si mise seduta sul divano di fronte alla professoressa che sorrise.. «Verrò.. Ma mi deve spiegare per filo e per segno quello che succederà in quel mese.» la donna annuì. «non andrai a scuola. Farai questo corso di sei ore in un ristorante. Vivrai a casa di una ragazza che fa la scuola alberghiera a Roma. A Roma c’è una delle scuole più buone in questo campo.» annuì ancora e le uscì un sospiro. «avrò la possibilità di viaggiare?» domandò, torturandosi le mani. «si. Parlerò con la famiglia e con il preside della nostra scuola. Spiegherò che c’è necessita di viaggiare nel tuo caso. Il venerdì, sabato e domenica libero va bene?» annuì di nuovo. «si, lei si occupi, sempre per favore, di darmi tutta l’elasticità di viaggiare e di portare con me il mio lavoro. Se mi dice che posso portare il lavoro e il fatto di dover viaggiare, in caso di necessità, io accetto.» la donna annuì ancora. «sta facendo la cosa giusta Signorina Smith.» spiegò, con un sorriso. «mi dispiace averla incasinata, signorina Smith. Ma le assicuro che questi 20 punti di credito saranno una mano santa per l’esame. Inoltre, se lei fa questo corso, e riceve questi venti punti, può anche smettere di venire a scuola per i restanti cinque mesi.» alzò lo sguardo nel suo. «in che senso?» domandò stranita. «io faccio questo solo per lei signorina. Capisco la sua situazione, capisco che non è facile. Quindi ho cercato in tutti i modi di farle alzare i suoi punti di credito. Se lei fa questo corso, prendendo i punti, sarebbero 40 punti di credito. E le assicuro che mai nessuno ha mai avuto 40 punti di credito. Inoltre non è mai mancata. Quando torna, se vuole, può anche non venire a scuola e stare dietro al suo lavoro.» le brillarono gli occhioni castani, girandosi a guardare Zayn e poi Niall. «dice sul serio?» domandò incredula, e la donna annuì. «si, certo!» Zayn sorrise, tutto contento. «quand’è la partenza?» chiese Zayn, senza preoccuparsi di nascondere la felicità. «fra una settimana. Deve solo firmarmi qui..» la donna tirò fuori i fogli, e li consegnò a Keyra. Li guardò, prendendo la penna ma si bloccò. «firma, prima che firmo io per te!» si girò a guardare Zayn e sospirando fece una firma veloce, riconsegnando i fogli alla professoressa.
La professoressa andò via poco dopo, lasciando di nuovo i tre da soli. Keyra si attaccò al cellulare a parlare con Paul. Si scusò per il casino, per l’ennesima volta ma Paul sbuffò, dicendo che non doveva nessuna scusa. Anzi, era lui a doversi scusare perché le dava tutti quei pesi, le ansie del fatto di avere un lavoro. Provò anche a chiedergli se potevano bloccare in quel mese il lavoro e così anche la paga, ma Paul la mandò ampiamente a quel paese. Promise che avrebbe seguito il lavoro dall’Italia e Paul disse che gli interessava prima di tutto la scuola, quindi non doveva rompere con tutte quelle preoccupazioni.
 
 
Arrivata l’ora della partenza dei suoi cinque amici, stava attaccata al collo di Niall, come un polipo. «non lasciatemi!» sussurrò, tutta dispiaciuta, con il labbruccio di fuori. «e allora tu vieni con noi!» esclamò Niall, attaccato a lei come una cozza allo scoglio. «mi piacerebbe, ma non è possibile!» sussurrò, dispiaciuta mentre pure Louis si attaccava a lei come una sanguisuga. «ci mancherai!» disse Harry, accarezzandole i capelli. «in tal caso, se è così, tanto non te la do, deficiente!» scoppiarono a ridere tutti, mentre loro si guardavano male. «tu puzzi.. Forse se ti lavi, ci faccio un pensierino!» disse sfottendolo. «allora volo a farmi una doccia!» lo bloccò Liam, anche perché Harry sarebbe davvero andato a farsi una doccia. «ho detto forse.. Sai il significato di forse?» giocò, abbracciandolo. «forza, andatevene che io devo anche uscire e con voi non riesco a concentrarmi per vedere cosa mi devo mettere.. via, via!» sbottò, spazientita. Diede abbracci ad ognuno e a Zayn un bacio. Li guardò andare via, salire sul SUV e richiuse la porta di casa. Di nuovo sentì la sensazione di pace e di fastidio sentendo tutta quella calma. Sospirando salì in camera e dopo una doccia veloce si vestì con un paio di Jeans neri, una maglietta bianca e ai piedi dei stivali neri, con sopra una giacchetta sempre nera. (http://i39.tinypic.com/34zddlc.jpg) Uscì di volata, indossando gli occhiali da sole, visto che c’era il sole in quella giornata, salendo sulla macchina che suo padre le aveva lasciato in quanto in quel periodo si muoveva molto di più del solito. Arrivata a casa di suo fratello, parcheggiò e arrivò di fronte la porta, suonando e attendendo. Alla fine aveva chiesto ad Eveline se potevano fare quel pomeriggio. Non aveva voglia di rimanere da sola. Quando la porta si aprì, Eveline stava mezzo addormentata. «giorno!» sussurrò, divertita. «oh.. Ma sono già le quattro? Diamine, scusami! Mi sono addormentata!» ridacchiando entrò. «tu vestiti, io ti faccio il caffè intanto.» posò la borsa sul tavolo e mentre la ragazza si vestiva lei si occupava del caffè. «come stai?» domandò Eveline, entrando in cucina mentre si metteva un maglione. «bene.. Un po’ giù di morale, ma mi riprenderò.» disse, appoggiata al lavabo a braccia incrociate. «come mai?» sospirando guardò la macchinetta del caffè. «perché sono partiti. La casa è sempre così silenziosa quando loro non ci sono. Sono così abituata al loro casino che quando partono mi sento sola. E’ come se mi sento tornare indietro, a quando non li sentivo.» spiegò, col morale a terra. «ma adesso sono tuoi. Ci sono nella tua vita no? Zayn più di tutti.» ridacchiò e annuì. «si, ma è stato abbastanza traumatizzante per me essere stata lasciata per due anni.» ammise, porgendole il caffè. «immagino» sussurrò la ragazza di suo fratello, bevendo il caffè per poi uscire. Quando si ritrovarono in una via di Londra, dopo aver deciso di camminare e di non usare la macchina, Keyra si girò a guardare Eveline. «ma hai già deciso il vestito?» domandò, curiosa. «no.. ho paura! E se ingrasso ancora di più e il vestito non mi entra?» alzò un sopracciglio. «se ingrassi è perché porti dentro di te un bambino. Nessuno vedrà la tua “ciccia”. Ma tutti penseranno “lì dentro nasce una bambina!” e se dicono qualcosa la tua damigella farà una strage al tuo matrimonio!» giocò e la fece ridere. Entrarono in un negozio di vestiti e dopo vari tentativi, quando uscì dal camerino Keyra la guardò a bocca aperta. «è lui!» sussurrò, innamorata persa. (http://1pics.net/it/wp-content/uploads/abiti-da-sposa_1440_1.jpg) «sai che lo amo?» disse Eveline, guardandosi allo specchio. «mio dio quanto costa!» disse vedendo il cartellino. «ma tu trovi il tuo vestito da sposa e pensi al prezzo? Se non erro è la famiglia dello sposo a pensare al vestito della ragazza.. Di cosa ti preoccupi?» domandò, scrutandola attentamente. «ma.. è davvero tanto!» le fece notare. «senti.. gli stai dando un nipote. Penso che vi pagherebbero anche la casa in montagna, se lo chiedete.» disse con dolcezza. «e tu hai trovato il tuo vestito da damigella?» scosse la testa. «direi che è ora di cercarlo no?» la guardò male. Lei odiava i vestiti. Dopo aver lasciato un acconto con la sua carta di credito, uscirono per cercare il suo dannatissimo vestito. Non le andava di provare vestiti, non le andava proprio di cercare vestiti. Mentre camminavano, Eveline si girò a guardarsi dietro visto che percepì degli schiamazzi. «ma stanno seguendo noi?» chiese incredula, e Keyra si girò a guardare di cosa parlasse. Quando videro che era lei, quelle cominciarono ad urlacchiare. «ehm.. credo di si!» sussurrò, stranita. «da quanto hai fan anche tu?» chiese Eveline, con un sorriso. «sicuramente ci seguono perché sperano che stiamo andando da loro. Ma non è così perché sono partiti alle cinque dalla Sony. Il bello è che le ho avvisate che partivano oggi.» ammise, fermandosi e guardando un vestito in vetrina. «non ti da fastidio essere fotografata?» annuì. «in questi casi si, perché non capisco seriamente il perché fotografano me. Sono solo la ragazza di Zayn!» Eveline ridacchiò. «ti hanno mai chiesto un autografo?» annuì ridacchiando. «una volta ero a prendermi un frappuccino e una pazza mi si è avvicinata, urlandomi praticamente in faccia che era anche mia fan. Quando mi ha chiesto l’autografo me la sono guardata stranita. Non si è allontanata finché non gliel’ho fatto. Diceva che era pro-Zayra, nome dato dalle fan con i nostri nomi uniti, e che voleva un mio autografo perché sono la loro mascotte/manager. La gente sta fuori!» ridacchiò ricordando quell’episodio. «com’è stato fare il tuo primo autografo?» rise. «brutto.. Non sono portata a fare queste cose. Mi snervano!» sussurrò, entrando nel negozio e guardandosi intorno.
«meglio però che ti accettano che non, vero?» annuì. «si ma ho avuto e ho ancora le mie haters. Purtroppo non accettano che sono persone normali quei cinque, e che oltre la loro carriera c’è una vita privata.» Eveline sorrise. «tutte noi abbiamo sperato che i nostri “idoli” rimanessero liberi per noi fan, ammettilo!» scosse la testa. «capisco che loro sperano di vederli sempre liberi e per loro fan, ma sono ragazzi normali. Si, ci puoi sperare, ma capisci che non è possibile? Mi snervano quelle che dicono “è brutta, non è adatta a lui” si permettono di dire queste cose, dando voce ai loro pensieri perché credono che non siamo adatte a loro. Ma loro conoscono i ragazzi? Sanno quali sono i loro gusti? Loro vedono solo la bellezza, senza pensare a quello che c’è dietro.» sbottò, innervosendosi. «ti hanno detto che sei brutta?» si girò a guardarla. «uno svariato numero di volte, ma non è quello il discorso. Non parlo di me, ma in generale. Delle ragazze dei miei amici. Come si permettono di dare della “brutta” ad una ragazza solamente perché è più fortunata di te? Perché non si lasciano da parte la gelosia e non capiscono che se loro stanno con noi, o altri attori/cantanti stanno con delle ragazze è perché ci stanno bene?» chiese, prendendo un vestito per provarlo. «tu non devi dargli ascolto a quelle ragazze.» scosse la testa. «io ripeto che a me, quello che pensano quelle ragazze poco mi interessa. A me l’importante è che Zayn pensi di me quello che deve pensare. Se una fan non è positiva a noi come coppia, non mi interessa. Io lo conosco da quando ancora si faceva tagliare la carne dalla madre, e loro si permettono di dire che non sono adatta a lui? Cosa ne sanno? Cosa sanno di quello che c’è stato prima? Cosa sanno di quello che succede dietro a tutto quello che loro immaginano?» Eveline la prese sotto braccio.
«sei nervosa oggi!» le fece notare Eveline, dolcemente. Sfiorò un vestito solamente perché era completamente persa nei suoi pensieri. «oggi c’è stata una mezza discussione con Zayn. Mi sono resa conto che non soffro solo io la lontananza, ma anche lui. Io prima pensavo solamente a me stessa, credendo che lui non soffrisse quanto me. Ma oggi mi ha fatto capire che sta impazzendo almeno quanto me. E l’idea che lui sta male, mi innervosisce ancora di più. Capivo se ero solo io a stare male perché praticamente non stiamo mai da soli, e quando stiamo da soli c’è sempre qualche casino di mezzo.. Ma sapere che anche lui ci sta male, mi fa stare male ancora di più.» disse, con il morale a terra. «è addirittura arrivato a pensare di lasciarmi perché non sopporta più la lontananza..» si morse il labbro, nervosa. Sentì la mano di Eveline sfiorare i suoi capelli e si girò a guardarla. «se vi lasciate voi, tutte le coppie del mondo andranno a puttane. Siete perfetti per stare insieme, e non lo dico perché sei la mia damigella! Hai captato il tono di Zayn quando ha parlato con Julian ieri?» la guardò seria, ma aveva il morale a terra. «può averci pensato, ma ti assicuro che non ti lascerà mai. Si sente l’amore che prova per te semplicemente sentendolo parlare. Non potete lasciarvi, siete troppo forti. E ti ricordo che siete riusciti a rimanere innamorati dell’altro anche con due anni lontani.» non bastò a farla tirare su di morale. Prese un altro vestito, con il cervello che lavorava sul discorso che avevano appena fatto, ma anche sulle sue parole. L’idea che Zayn era arrivato a pensare di lasciarsi con lei per la lontananza, era bastato a metterle la pulce nell’orecchio. Significava che non “l’amava” tanto da poter sopportare la distanza. La distanza poteva bastare a farli dividere? Sentì il cellulare squillare e rispose, con tono morto. «pronto?» sussurrò, guardando un altro vestito. «cos’è questo tono?» e lì sentì il morale sotto i tacchi degli stivali. «niente, perché?» cercò di ritirarsi su. «cos’è questo tono?» sbuffò. «vuoi puntarmi addosso una lampadina e continuare con l’interrogatorio Detective Malik?» lo sentì ridacchiare. «lo sai che non ti credo, vero? Cosa diavolo hai?» sbuffò ancora. «niente stavamo parlando con Eveline di una cosa e stavo sovrappensiero quando ti ho risposto.» sbottò, prendendo quel vestito e mettendolo sul braccio. «che discorso?» alzò gli occhi al cielo, stufa. «che sei un impiccione di prima categoria. Cose da donne, no? Tu sei donna?» lo sentì ridacchiare. «come riesci tu a nasconderti dietro la cattiveria non ci riesce nessuno! Non è perché abbiamo scazzato oggi?» rimase in silenzio, a guardare le scarpe. «è per quello, Keyra?» lo sentì domandare di nuovo, e le uscì un sospiro. «non sono abituata a scazzare con te!» ammise, e Zayn dalla parte opposta sorrise. «devo ammettere che ha fatto strano anche a me.» ammise il moro, giocando con un pezzetto di carta. «se ti conosco, stai ripensando a tutto quello che ci siamo detti..» rimase in silenzio di nuovo. «è così?» di nuovo non parlò. «bello parlare con te.. mi dici se stai pensando a quello che ti ho detto?» sospirò. «si, ci sto pensando!» rispose, monotona. Fu il momento di Zayn di rimanere in silenzio. «ho assorbito troppe informazioni tutte insieme. Tu stai male almeno quanto me, tu hai addirittura pensato di chiudere tutti i ponti. Hai ragione tu.. da pensarlo a farlo ce ne vuole, ma solo l’idea che ti è passato per il cervello e io non ne ero consapevole non mi ha fatto piacere. E allora mi domando se siamo davvero portati per stare insieme. Siamo stati lontano per due anni.. Ma adesso non ci riusciamo.» sussurrò, giocando con il tessuto di un vestito. Era proprio fuori luogo quello shopping. «lo sapevo che non dovevo dirtelo.» strinse la mascella. «no, invece è meglio averlo saputo che hai addirittura pensato che vuoi lasciarmi perché non sopporti la distanza. Mi avresti lasciato all’oscuro di tutto.» sbottò. «si, se serviva per non farti stare in questo stato si, l’avrei nascosto. Ora ti stai facendo i film mentali perché ti ho detto quelle parole..» sentì gli occhi bruciare. «se ti dicessi che ho pensato di lasciarti, tu come avresti reagito? Se ti avessi detto in passato “se troviamo un ostacolo lo superiamo insieme”? E poi venire a scoprire che in realtà ti nascondo cosa mi passa per il cervello? Non stiamo superando insieme l’ostacolo, ma mi nascondi la verità, lasciandomi indietro mentre tu vai avanti.» spiegò, con tono fin troppo duro. «a me di quel cazzo di corso non mi interessa, sono arrivata a dire si solamente perché avevo paura che tu mi avresti lasciato. Ti rendi conto?» si asciugò le lacrime, e in quel momento vide arrivare Eveline, preoccupata. «non l’avrei fatto, Keyra!» scosse la testa, innervosita. «e allora perché diavolo mi hai messo il cappio al collo!» quasi strillò, mentre si passava la mano sulla fronte, nervosa. «qui non si parla di qualche chilometro, Zayn! Saremo in due nazioni diverse, te ne rendi conto? Per un mese! Capisco che magari l’hai fatto per il futuro, ma porca puttana per un mese non ci vedremo! Se rimanevo a Londra avevo la possibilità di seguirvi.» sussurrò, stanca. Lo sentì sospirare. «capisco se erano pensieri sui tuoi amici, magari accettavo se non me li dicevi, ma qui si sta parlando di noi Zayn! Se si è una coppia, si parla dei problemi.» anche Zayn perse per un secondo la testa. «e allora perché tu non mi hai detto che ci stavi male a starmi lontana?» scosse la testa, sentendo quel tono incazzoso. «perché è il tuo fottuto lavoro. Non ti posso fare da bambina piccola a cui manca il proprio ragazzo. E’ il tuo lavoro, sapevo che sarei stata così anche quando ci siamo messi insieme.» lasciò tutti i vestiti che aveva preso su una sedia, e uscì fuori, subito seguita da Eveline. Si stava sentendo male, dentro a quelle quattro mura. Non aveva aria, e sentiva i polmoni stringersi sempre di più, impedendo all’aria di entrare. Si mise seduta su una panchina e cominciò a respirare piano, cercando di riprendersi. «ti rendi conto che sono due volte che litighiamo, oggi?» domandò Zayn, dispiaciuto. «litighiamo perché ci stiamo nascondendo troppe cose, Zayn!» sussurrò, con il fiato corto. «non parliamo abbastanza di noi. Non abbiamo tempo di parlare di noi! Che diamine di storia abbiamo?» domandò il moro, con tono morto. «togliendo che praticamente non stiamo mai da soli. Non aiuta tutto questo a non farci litigare.» sussurrò lei, mentre si passava la mano fredda sul dietro del collo. «odio litigare con te!» disse Keyra, con tono depresso. «anche io, soprattutto a chilometri di distanza tramite telefono!» lo sentì dire, e sospirò. «facciamo così» lo sentì dire ad un tratto. «hai la possibilità di raggiungermi uno di questi giorni?» annuì, anche se lui non poteva vederla. «rientro a scuola fra quattro giorni!» disse a mo di spiegazione. «allora raggiungimi dopodomani, e dopo il concerto, quando saremo in camera..» guardò la punta delle sue scarpe. «..ci diciamo tutto quello che ci nascondiamo su noi coppia. Parliamo come non abbiamo mai fatto!» le uscì un sospiro. «va bene?» si girò a guardarsi intorno, depressa. «si, va bene!» disse dopo poco. «ma ti prego, non stare così. Lo sai che non ti lascerei mai Keyra. Posso averlo pensato, ma ti assicuro che non ho intenzione di abbandonarti. Sono debole, ricordatelo sempre, ma sei la mia droga. Nessun drogato lascerebbe la sua dose di droga!» sorrise leggermente. «ci provo.» disse, con un sorriso. «mi aspetto che fra due ore, quando ti chiamerò, tu sarai di nuovo la mia Keyra.» annuì. «va bene, promesso!» dopo un saluto veloce, attaccò il cellulare, e lo guardò persa completamente nei suoi pensieri. «tutto bene tesoro?» chiese Eveline, seduta al suo fianco. «si.. ogni coppia litiga no? Noi siamo una coppia e cominciavo a preoccuparmi che non avevamo ancora scazzato!» In realtà si sentiva una merda. Non riusciva a capire quel senso di vuoto che si sentiva. Percepiva che le cose non andavano bene tra loro, e non sapeva come risolvere quella cosa. Non ne aveva proprio idea. Ma doveva trovare un modo per sistemare quella situazione in cui non si sentiva per niente bene.


New capitolo. Si vede che oggi sono un po' giù di morale? :D Mi è uscito questo capitolo triste. Ma vabbeh.. Pure loro sono una coppia no? Tutte le coppie litigano. Vedremo come si sistemerà tra di loro. Adele non aiuta a scrivere capitoli tristi. Anyway.. io continuo ad amarvi tutte, per le belle recensioni, per mettere la storia tra i preferiti da 60 persone, seguita da 50 persone e ricordata da 7. Rendiamoci conto. Ho superato i 100 utenti che leggono questa storia e non sto neanche a metà della storia. Inoltre avete fatto 200 recensioni in 18 capitoli. 200.. dico WOWWWWWWW! Non ho mai ricevuto 200 recensioni neanche nell'altra storia. Io vi amo, non posso far altro che amarvi. ♥ E vi lascio con una gif hdfjihbfnkfjf..


 

questo è il famoso sguardo "si, guardami e muori" che descrivo spesso. Addio mondo. E' troppo dhbkjfdhbgnfdjkidhb questo ragazzo! ♥♥♥ Vi amo!!!
 

   
 
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