31/01/2012
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4.
I lied when I said it didn't hurt.
Quarta fermata.
Appoggiai la testa sulla sua spalla e gli strinsi la mano più forte.
Eravamo in silenzio da un po’ di secondi ed Harry continuava a guardare il soffitto senza un motivo preciso. Volevo sapere a cosa stesse pensando, era dall’inizio del pomeriggio che mi sembrava ‘strano’, ma avevo preferito non farci tanto caso.
Era cupo, pensieroso, c’era qualcosa che lo turbava, era evidente.
Continuai ad ammirare il suo profilo sperando che interrompesse quel silenzio pieno di messaggi da decodificare e per fortuna, dopo qualche minuto, lo fece.
<< Ehm, Cate? >> mi chiamò a bassa voce accarezzandomi i capelli con la mano destra << E’ da 4 mesi che stiamo insieme ed è da quando mi hai raccontato la tua storia che te lo volevo chiedere, ma avevo paura di essere troppo invadente e così ho preferito tenere tutto per me, solo che ora lo vorrei sapere perché ci sono un sacco di cose di te che non mi so spiegare…>>
Lo guardai negli occhi, non avevo la minima idea di quello che potesse chiedermi e la cosa mi terrorizzava. Non avevo mai raccontato la mia vera storia a nessuno, neanche a lui, ma forse era arrivato il momento di dirgli tutto, tutta la verità.
<< Cosa vorresti sapere? >> gli chiesi abbassando lo sguardo e fissandomi sulle nostre mani intrecciate; la mia era diventata fredda e rigida, sembrava che con la sua non c’entrasse niente, che non erano fatte per stare unite…
<< E’ a proposito di tuo padre, mi hai detto che ha avuto dei problemi… ma cosa gli è successo? E tua madre? >>
Ingoiai tutta la saliva che avevo in bocca, chiusi gli occhi per un momento e poi iniziai a parlare senza mai fermarmi.
<< Non ho una madre, la donna che mi ha dato al mondo se n’è andata quando avevo 4 anni e ha abbandonato me e mio padre. E’ scappata con un altro uomo e ora gira il mondo. E’ scomparsa in un’ora, ha fatto le valigie e ha lasciato una lettera, da lì tutti i problemi sono iniziati. Papà all’inizio ha tenuto duro per me, ha voluto che crescessi nel migliore dei modi e ha cercato di darmi il meglio, ma all’età di 11 anni capii tutto, diventai responsabile e iniziai a gestirmi da sola. Mio papà pensò che il suo compito fosse finito e si buttò nell’alcol e nella droga…
Iniziò a non capire più niente e 8 mesi fa ha iniziato una cura, così zia Miriana mi ha portata qui…>
In the end we all need someone who actually cares about us.
Uscii dalla piscina e mi indirizzai verso gli spogliatoi dopo essermi tolta la cuffia. Il pomeriggio con Harry era stato straziante, non avevo pianto, ma dentro di me era tornato il dolore che lui era riuscito a farmi dimenticare.
Mi lavai i capelli e andai nei camerini; presi il mio zaino e accesi il cellulare, dopodiché iniziai a cambiarmi.
Dopo una mezz’oretta uscii dalla piscina e mi incamminai verso casa.
‘Driiiin, driiin’ tolsi il telefono che stava suonando dalla tasca e guardai lo schermo.
‘Papà’