Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Flaesice    31/01/2012    6 recensioni
Isabella Swan, assistente e migliore amica dell'affermata stilista Alice Brandon, lavora per la Fashion&Luxury. Durante uno dei tanti giorni di lavoro incontrerà una persona che le sconvolgerà la vita facendole conoscere la passione, l'erotismo, l'amore, ma anche la sofferenza, la delusione.
Tratto dalla storia: Vorrei non pensare a lui in questo modo, vorrei non provare questo desiderio di averlo tutto per me, vorrei che non mi avesse mai scritto quel biglietto, che non ci fossimo mai scambiati quei baci. Vorrei, vorrei, vorrei. Vorrei riavvolgere il mio cuore e tornare all’attimo esatto in cui si è innamorato per evitare che accada, vorrei…ma non posso. Rewind the heart.
Genere: Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Reopen your heart.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Eccomi qui, anche il penultimo capitolo è arrivato. Questo più che un capitolo vero e proprio non è altro che un introduzione all'ultimo. Spero vivamente che possiate comprendere le mie scelte e accettare lo svolgimento dei fatti. Vi auguro una buona lettura e come sempre un grazie speciale a tutte, a chi mi ha seguita fin dall'inizio o chi ha cominciato solo in seguito, alle lettrici silenziose e a coloro che hanno sempre trovato un minuto per farmi sapere che c'erano. Va bè, adesso basta, i ringraziamenti ufficiali ci saranno nel prossimo capitolo. Baci!
 


Isabella Pov. 

Tengo tra le mani due paia di scarpe, il terzo paio è ai piedi di Alice che continua a guardarsi e fare piroette davanti allo specchio.

Ogni volta è la stessa storia, ed ogni volta mi lascio convincere. Non so fino a che punto mi convenga accettare le sue proposte a prenderci un pomeriggio di relax quando per “pomeriggio di relax” intende un pomeriggio di shopping. 

-Allora, Bella, cosa ne pensi?- domanda per l’ennesima volta.

-Alice, ti ripeto, sono tutte belle, dipende quali preferisci.-

-Uffa.- sbuffa come una bambina – Come hai fatto tu a decidere subito?-

-Forse ho semplicemente le idee più chiare di te.- le rispondo con ovvietà –Allora queste nocciola, queste blu, o quelle nere?- le chiedo indicando rispettivamente le scarpe che ho tra le mani e quelle che indossa, sperando che mettendola alle strette si decida in fretta.

Riflette qualche istante – Ho deciso, queste nere.- le toglie dai piedi, le porge alla commessa che vedo alzare leggermente gli occhi al cielo (pur continuando a mantenere quel sorriso di circostanza sulle labbra), finalmente libera dalle smanie di Alice, ci rechiamo alla cassa per pagare.

Usciamo dal negozio con i nostri pacchetti, camminiamo fianco a fianco, l’aria mite di fine marzo ad accompagnarci.

-Allora sorellina, cosa mi racconti? Come procede la vita da sposini?-

-Da sposini?- sorrido all’idea – Devo dire che va a meraviglia, Edward è impeccabile. Alle volte credo sia troppo perfetto per essere vero.- le rispondo pensando a questo mese trascorso insieme, il tempo pare esser volato.

Sono consapevole che non sarà sempre tutto rose e fiori, ma al momento non potrei desiderare di meglio. Ripenso, nella testa cominciano a susseguirsi le immagini di tutti i momenti più belli trascorsi insieme. Le cene a lume di candela, le serate trascorse sul divano accoccolati a guardare un film d’amore oppure un horror, per avere il pretesto di stingermi ancora più forte a lui.

Le notti trascorse sulla terrazza a guardare le stelle oppure a fare l’amore, bruciando dello stesso fuoco di quei corpi celesti che rilucevano brillanti in quel cielo di pece, a fare da spettatori ai nostri corpi che si donavano amore.

-Awww.- sospira, strappandomi ai miei pensieri – Se ripenso a tutto quello che è successo da quando vi siete conosciuti non l’avrei mai creduto che sareste arrivati fino a questo punto.-

Annuisco ripensando al passato. Non ci avrei mai scommesso, eppure siamo qui, insieme, più innamorati che mai. La nostra è stata sicuramente una conoscenza insolita, fuori dagli schemi.

Altri pensieri, altri ricordi. Quel primo incontro, quell’ascensore, i suoi occhi fissi su di me, il mio immotivato imbarazzo. Quel bacio, poi, improvviso, inaspettato, il mio cuore che batteva all’impazzata senza che riuscissi a comprenderne il motivo.

La festa di Alice, le nostre litigate, il week end in Canada, il capodanno, la nostra prima notte insieme, tutto impresso a fuoco nella mia mente. Non è passato così tanto tempo, eppure a ripensarci sembra un‘eternità.

-E’ stato come un fulmine a ciel sereno.- dico dopo qualche istante - Il nostro amore, intendo. Qualcosa di totalmente inaspettato ed irrazionale, meravigliosamente unico.- con aria sognante.

-Sono felice per te, Bella. Non ti avevo mai vista così, nemmeno quando eri cotta di quel ragazzo che veniva a scuola con noi.- ride al ricordo, la seguo ricordando tutte le pazzie che una ragazzina di diciassette anni potesse fare per la sua prima cotta – Aspetta come si chiamava?-

-Riley.- le rammento.

-Ah sì, Riley. Devo dire, però, che non era niente male.-

-Sì, e baciava anche molto bene.- ribatto.

-Oddio, dovrebbe sentirti Edward.- ridiamo all’unisono – Allora che dici, facciamo un altro giro?-

Guardo l’ora, sono già le 18.45 – In verità vorrei tornare a casa a preparare qualcosa per questa sera.-

-Ah si, dimenticavo che devi assolvere ai tuoi doveri coniugali.- ridacchia prendendomi in giro.

-Dacci un taglio.- fingo di essere offesa mentre ci fermiamo sul ciglio della strada in attesa di un taxi per tornare a casa.

***

Apro la porta, sistemo i pacchettini sul tavolino dell’ingresso. Edward ancora non è tornato, mi ha avvisata che questa sera avrebbe tardato di qualche ora.

Vado in camera da letto, mi spoglio, faccio una doccia veloce ed indosso qualcosa di comodo, pronta a mettermi all’opera.

E’ come un rituale oramai, ogni sera una cenetta speciale, una bottiglia di buon vino, la luce di una candela a farci compagnia mentre ci raccontiamo la nostra giornata, facciamo progetti per il futuro.

Non appena vado in cucina, pronta per mettermi ai fornelli, sento qualcuno suonare alla porta, corro ad aprire – Claire!- esclamo sorpresa, l’ultima volta che l’ho incontrata è stata qualche settimana fa quando sono passata in ufficio da Edward – Entra pure.-

-Ciao Isabella, tutto bene?- mi sorride cordiale.

-Bene, grazie. Te?- mi sposto per permetterle di entrare.

-Anche a me, ti ringrazio. Spero di non disturbarti.-

-No, nessun disturbo, tranquilla.- le faccio strada verso la cucina -Prego siediti.- indicandole la sedia – Caffè?-

-Sì, una tazza di caffè mi ci vorrebbe proprio, grazie.- mi sorride, l’osservo attentamente, i suoi tratti mi risultano così familiari, a prima vista mi somiglia molto, è quello che ho pensato la prima volta che l’ho conosciuta.

Nel complesso è davvero una ragazza semplice, molto bella, con il sorriso sempre stampato sul volto. E, da quanto ho potuto apprendere quelle poche volte che abbiamo parlato, anche molto simpatica.

Comincio ad armeggiare con la moka, la riempio con acqua e caffè, la poggio sul fuoco. Mi volto verso di lei, è seduta su uno sgabello accanto l’isola.

-Ho portato questi documenti per Edward.- giustifica la sua presenza estraendo una cartellina dalla borsa.

-Capisco. Lui è ancora in ufficio.- le spiego mentre penso come mai lei invece abbia già finito di lavorare.

-Si, lo so. Aveva una riunione ed ho chiesto se potevo anticipare l’uscita di qualche ora. Poi mi sono ricordata di questi documenti che gli servivano ed ho pensato di portarli.- spiega brevemente, annuisco.

-Edward mi ha detto che ti trovi bene con il tuo nuovo impiego.- dico mentre condisco il caffè con lo zucchero, lo verso nelle tazze porgendogliene una.

-Molto bene, infatti. Gli devo molto, da quando sono tornata a New York mi ha tanto  aiutata.-

“Sì, me ne sono resa conto” un pensiero che nasce spontaneamente nella mia testa, lascio che resti tra me mentre mi limito ad  annuire.

-Diciamo che tra le varie cose che mi hanno spinto a tornare qui c’era anche la voglia, il piacere, di poter ritrovare Edward dopo tutti questi anni.- l’espressione addolcita sul volto.

Cerco di celare il fastidio, provo a spostare l’attenzione su un altro argomento – Come sono stati gli anni trascorsi in Inghilterra?-

Vedo la sue espressione cambiare, lo sguardo rivolto verso l’alto, come persa nei suoi pensieri – Beh, nel complesso sono stata bene.- beve un sorso del suo caffè - All’inizio, però, non è stato affatto semplice.-

-Lo credo bene. Andare in un nuovo paese, senza conoscere nessuno, deve essere stata dura.- commento mettendomi per un attimo al suo posto, pensando a come mi sarei sentita nella stessa situazione.

-Diciamo che il problema non è stato tanto la lontananza da casa, o il non conoscere nessuno, queste sono cose alle quali puoi porre rimedio, ti ci abitui. Forse il problema ero semplicemente io.- un piccolo sorriso tirato nasce sul suo volto, fa spallucce e porta nuovamente la tazza alle labbra per bere.

-Come mai un cambiamento così drastico? Cosa c’era che non andava?- domando incuriosita dalle sue parole, inizio a sorseggiare lentamente il mio caffè che fino ad ora avevo quasi completamente dimenticato, rapita dal suo racconto.

-Sai Isabella, dopo quello che era successo; il litigio con Edward, la..- si ferma un istante, il suo sguardo si incupisce - ..la perdita del bambino..avevo bisogno di andare lontano, dare un taglio netto alla mia vita.-

Poso la tazza sul tavolo, improvvisamente diventata troppo pesante, alzo lo sguardo incrociando il suo, perplessa. Sorrido nervosamente cercando di assimilare le parole appena uscite dalle sue labbra, parole che mi sembrano prive di senso.

Litigio con Edward; Bambino.

Vorrei trovarvi un filo conduttore che non mi porti necessariamente al pensiero che si sta facendo, a forza, strada nella mia mente, insinuandosi, strisciando come una biscia.

-La..la perdita del..bambino?- cerco di capirne di più, vorrei mantenere la calma ma la mia voce trema ed il mio sguardo deve essere terribile perché vedo la sua espressione cambiare totalmente.

-Sì, perché Edward non ti ha…tu non sai..lui…-

La sua difficoltà non fa altro che acuire il senso di vuoto che improvvisamente avverto allo stomaco, il cuore comincia a battere più velocemente. Tutto a un tratto sento la tranquillità scomparire, lasciare spazio ad un sensazione di agitazione, come se fossi in pericolo. Vorrei dirle qualcosa ma non riesco a formulare pensieri coerenti.

-Edward cosa?-

-Scusami Bella, si è..fatto..davvero tardi. E’ meglio che io vada.- recupera in fretta le sue cose, agitata.

Si avvia verso la porta, la seguo -No, Claire, aspetta. Cosa vuol dire..- m’interrompe.

-Davvero, Bella, mi..mi dispiace. Io non credevo che..mi dispiace.-  apre la porta, mi lancia un ultimo sguardo preoccupato prima di andar via lasciandomi sola con le mie perplessità.

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Flaesice