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Autore: Whatshername    31/01/2012    8 recensioni
ONE SHOT 62:
Erano al supermercato da un quarto d'ora e già rimpiangeva di non essere rimasto a casa a guardarsi la maratona “Lo Hobbit” più “Il signore degli anelli” per un totale di diciotto ore non-stop di film.
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Discarica



Appoggiato con la schiena alla gamba del suo lucidissimo pianoforte, il suo adorato, Darren era praticamente sommerso da spartiti, fogli riempiti dalla sua calligrafia disordinata con disegnini insensati qua e là, pezzi di canzoni iniziate chissà quando...
Quella stanza era, più o meno, la riproduzione della sua mente: disordine e musica, musica e disordine.
E tanto Chris Colfer, perchè quando componeva era sempre a lui che pensava.
Stava scarabocchiando qualcosa di indistinto quando sentì il citofono suonare e picchiò una notevole craniata contro al legno scuro facendosi un male cane.
Semiaccecato dalle lacrime si alzò traballando. « Arrivo! »Urlò rivolto al piano di sotto come se qualcuno potesse sentirlo, scavalcando l'asse del ferro da stiro abbandonato per terra e facendo slalom gigante tra le varie lattine di birra e i pacchetti di patatine sparsi un po' ovunque.
Voleva proprio sapere chi avrebbe traumatizzato con la maglietta bucherellata che aveva agguantato al volo dal corrimano e si era infilato in corsa.
Il campanello suonò di nuovo.
« Ho capito! Arrivo! »Esclamò saltando lo scatolone del televisore che gli era arrivato, giorno più giorno meno, tre mesi prima.
Con quel percorso a ostacoli aveva bruciato un sacco di calorie, ma si sa, l'ordine non è fatto per gli uomini. E Darren era un caso estremamente grave. Motivo per cui era riuscito a tenere lontano Chris da quell'appartamento per tutto quel tempo a parte qualche eccezione programmata con mesi d'anticipo, così che avesse il tempo di sbarazzarsi di tutto quello che poteva contaminare l'ambiente.
Aprì la porta aspettandosi la vicina pluriottantenne che chiedendo un po' di classico zucchero ne approfittava per farsi un po' di fatti suoi e lanciargli occhiate abbastanza inquietanti che non aveva ancora capito se fossero assassine o lussuriose.
Preferiva la prima ipotesi, comunque, ed era anche la più probabile visto che il più delle volte Darren imbracciava la sua chitarra in piena notte, fulminato dall'ispirazione.
Invece degli occhi catarattici ingigantiti dalle lenti di trenta centimetri della vecchia del quarto piano, però, Darren si ritrovò a fissare due occhi azzurro cielo che si illuminarono appena lo videro.
« Buongiorno! »Esclamò Chris allegro aprendosi in un sorriso luminoso che si trasformò in un ghigno divertito alla vista della maglietta logorata da chissà quali intemperie e dei pantaloni della tuta tirati su in versione pensionato.
Ma Darren non aveva tempo di imbarazzarsi.
Chris.
Casa sua.
Disastro.
In preda al panico Darren fece l'unica cosa possibile: gli sbattè la porta in faccia.
« Chris, un attimo! »Strillò lanciandosi senza ritegno nel corridoio rischiando un'altra capocciata, stavolta contro il tavolino all'ingresso, mentre sfrecciava qua e là raccattando tutto quello che incontrava sul suo cammino per cercare di rendere l'ambiente presentabile.
« D-Darren? »Chris sembrava vagamente sconcertato. E altamente incazzato.« Guarda che non c'è bisogno che ti cambi, ti ho visto in condizioni peggiori. E con "condizioni peggiori" intendo quello che ti metti tutti i giorni... »
« Non fa più ridere, rinnova il repertorio! »Gridò Darren scivolando in curva rischiando di srotolarsi una rotula, trascinando l'aspirapolvere -rotto- fuori dalla sala.
« Le battute sul tuo abbigliamento faranno sempre ridere, fattene una ragione. E vieni ad aprire! »
Calciando la porta dello sgabuzzino in cui aveva appena lanciato un ammasso informe di panni sporchi afferrando solo una felpa dall'aria ancora accettabile Darren ritornò all'ingresso, aprendo di nuovo la porta con un sorriso smagliante.
« Ma sei deficiente? Perchè mi hai lasciato qua? »
« L'attesa prolunga il piacere. »Spiegò Darren prendendogli il viso tra le mani per dargli un bacio.« Cosa ti porta da queste parti? »
Chris corrugò le sopracciglia.« Volevo fare colazione con te. Non... Non vuoi? Sei occupato? »Domandò mortificato.
« Ma no, che dici? Dammi il tempo di mettermi una giacca e poi andiamo al bar... »Disse sollevato girandosi per scattare all'appendiabiti che rischiava di crollare. E non per il peso, perchè preferiva ammonticchiare giubbotti e affini sulla sedia della cucina, ma perchè si era scardinato e
Chris sorrise, prendendogli la mano.« Ho già pensato a tutto! Ho portato i cornetti con la panna, così possiamo starcene qui al caldo... »
In un'altra occasione Darren soltanto sentendo il tono con cui Chris aveva detto "panna" e "caldo" l'avrebbe già trascinato in qualche solitario anfratto lontano dal mondo, ma stavolta sgranò gli occhi, agghiacciato.
Trattenne delle risatine isteriche.« Che idea meravigliosa hai avuto! »
In realtà voleva scoppiare a piangere.
Okay, lui si presentava a casa di Chris ad ogni ora del giorno e della notte senza farsi troppi problemi prima di tutto perchè non riusciva a stare lontano da lui per più di un paio d'ore, e poi perchè non aveva mai pensato che piombare da Chris avrebbe potuto provocare al soprano una crisi di panico simile a quella che stava vivendo lui.
Anche perchè lui non aveva mai rischiato il contagio di qualche rara malattia entrando in contatto con i mobili del soprano, nè era mai rimasto parzialmente schiacciato da qualche lampadario, come quello nel suo ingresso che era pericolosamente inclinato da quando lui, Mark e Cory avevano improvvisato una partita di Rugby in casa.
Non che casa Colfer fosse uno spettacolo di ordine, ma era, come lo definiva Chris stesso, un "disordine ordinato" in cui lui sapeva muoversi e trovare tutto quello che gli serviva senza il minimo problema, e a cui gli altri imparano ad adeguarsi piuttosto in fretta, dopo i primi momenti di smarrimento da " che diavolo ci fa un Golden Globe su un piedistallo all'entrata?!".
Chissà come avrebbe reagito Chris se avesse scoperto in che condizioni da uomo delle caverne viveva.
L'avrebbe costretto ad assumere una squadra di colf?
Se ne sarebbe andato disgustato?
Il sospiro divertito di Chris lo riportò alla realtà« Lo sai che quando ho detto "starcene qui al caldo" non intendevo in senso letterale fare colazione qua sul pianerottolo, vero? »
« Oh! Ehm, giusto, entra... »Darren lo spinse in cucina il più in fretta possibile facendolo anche sbattere contro lo stipite della porta nel tentativo di non dargli tempo di guardarsi intorno.
Sì, era riuscito a nascondere parte delle cianfrusaglie sbattendole giù dalle scale o nello sgabuzzino, ma era certo che da qualche parte tra i cuscini del divano ci fossero ancora i popcorn di quando un paio di mesi prima Chris era andato da lui per guardare "La Principessa e Il Ranocchio" e che l'asse da stiro ribaltato e coperto di biancheria sporca non fosse esattamente una cosa da mostrare al proprio ragazzo.
« Stai cercando di uccidermi? » Protestò Chris divincolandosi senza troppo successo mentre Darren lo trascinava scompostamente nei meandri oscuri della sua ben poco umile dimora.
Chris si lasciò scaricare rudemente su una sedia che Darren aveva appena liberato da un cartone di pizza con un calcio, osservando il suo ragazzo appoggiarsi al bancone della cucina tentando di coprire alla vista quello che probabilmente in un'altra epoca avrebbe potuto assomigliare ad un forno microonde ma ora, tra ammaccature varie e il vaso di fiori dentro, era un oggetto dalla dubbia utilità.
« Sei più strano del solito, il che è tutto dire. »
« E' domenica, ed è mattina. C'è altro da aggiungere? »Borbottò Darren, ringraziando mentalmente il suo buonsenso che la sera prima lo aveva fatto strisciare fino ai bidoni della spazzatura in fondo alla strada per buttare i rifiuti accumulati nelle ultime due settimane, che fino a quel momento erano rimasti in un angolo della cucina in attesa di decomposizione.
« Ehm, vuoi qualcosa da bere? Dovrebbe esserci dell'aranciata da qualche parte, e del latte... »
Chris scosse appena il cartone di latte appoggiato sul tavolo, ridendo« Parzialmente scaduto? »
« Mai sentito parlare di fermenti lattici? »Ribattè Darren con tutta la dignità che riuscì a raccimolare.
E non era molta.
Chris ridacchiò addentando il suo cornetto, sentendo la dolcezza della panna sulle labbra, e prima ancora di capire come Darren avesse fatto a raggiungerlo così in fretta avvertì la bocca del venticinquenne sulla sua, la sua lingua intenta a ripulirlo di ogni traccia di zucchero...
SBAM!
Attimi di silenzio.
Chris e Darren si guardarono negli occhi, sbattendo le palpebre.
Darren sospirò, rassegnato, mentre Chris scivolava via dalla sua presa per andare a vedere che diavolo fosse successo.
Lo sgabuzzino era esploso, riversando un po' ovunque tutto quello che Darren aveva tentato di nasconderci, dalle lattine vuote all'aspirapolvere inutilizzabile.
Chris si girò a guardare Darren, allibito.
Prima che potesse dire qualcosa però l'attore lo precedette« Sono un disastro, lo so. Non riesco a tenere in ordine nemmeno casa mia, e probabilmente le inalazioni nocive che respiri qua dentro ti causeranno un cancro al fegato prima o poi... Non volevo vedessi tutto questo. »
Chris gli accarezzò una guancia, scuotendo la testa.« Darren. Girano leggende su quello che si potrebbe trovare a casa tua. Mark giura di essersi preso la peste bubbonica dopo una cena da te! E poi ti conosco abbastanza da sapere cosa aspettarmi, ho una maschera antigas nella borsa, mi chiedevo quando tirarla fuori. »
Darren scoppiò a ridere, sollevato, baciandogli le labbra che sapevano ancora di panna.
Soltanto parecchi minuti dopo Chris riuscì a finire il suo discorso, giocherellando con il colletto della sua maglietta.« Quindi... Che ne dici di venire a stare da me, per disintossicarti? »
Darren lo fissò sbalordito.« M-Mi stai chiedendo di venire a vivere con te? »
« No! Cioè, sì! Forse. Dipende. Quanto conti di sopravvivere ancora in queste condizioni? »
« Se con "queste condizioni" intendi "lontano da te" allora nemmeno un minuto. »
Chris rise, riappoggiando le labbra alle sue« Sai di essere melenso e stucchevole, vero? »
« E tu sai che renderò anche casa tua una discarica, vero? »
Chris sospirò, rassegnato.« Sì, lo so. Per farti sentire a casa potremmo far aprire una centrale nucleare in giardino... Potresti andare in astinenza da radiazioni tossiche... »




Angolino di Sara
Penso di essere l'unica a trovare ispirazione mentre ascolta l'intervista di Monti ( che, non so voi, ma a me ricorda tanto una tartaruga gigante, di quelle di terra, bicentenarie, avete presente? ) a "Che tempo che fa". Bah.
Comuuunque, ecco svelato come casa Colfer divenne casa CrissColfer *-* In attesa di una casa tutta loro, ovviamente >.>
Chiedo scusa se non ho ancora risposto alle voste fantastiche recensioni, ma il pc è tornato in vita poco fa e avevo voglia di pubblicare! Quindi risponderò domani, con tutto il tempo che vi meritate :)
Grazie mille a tutti come sempre! *O* A presto! :D


   
 
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