Mi scuso per i tempi di
aggiornamento che si stanno protraendo sempre di più, ma in compenso i capitoli
dovrebbero divenire mano a mano più lunghi e consistenti, quindi spero mi
perdonerete l'attesa. A tal proposito parto già con l'avvisarvi che per il
prossimo capitolo dovrete aspettare un po', anche se spero non più di una
quindicina di giorni.
Questo capitolo dovrebbe essere
abbastanza carino, comunque aspetto eventuali recensioni per avere un vostro
giudizio. Non sono sicura, ma probabilmente questo sarà l'ultimo capitolo dal
punto di vista di Giacomo per un po' di tempo, perché teoricamente avremo nei
prossimi un'alternanza tra Aurora e Alessandra. Secondo un calcolo
approssimativo la storia dovrebbe arrivare alla trentina di capitoli, più un
eventuale epilogo.
Mi sono accorta che le
visualizzazioni dei vari capitoli sono piuttosto alte e costanti nei primi
quattordici capitoli, poi c'è stato un calo di circa una ventina di lettori,
niente da dire in contrario, ma vi chiederei un favore per il futuro. (
Naturalmente non obbligo nessuno.) Se doveste trovarvi di fronte un capitolo particolarmente
difficile da leggere, oppure semplicemente noioso, mi piacerebbe che me lo
faceste presente, così tenterò di cambiare qualcosa e renderlo più digeribile.
:) Tramite recensione o messaggio privato, non fatevi scrupoli d nessun tipo,
ok? No, dico davvero, mi interessa più che altro migliorare, è questo lo scopo
della pubblicazione di quello che scrivo qui so Efp. Personalmente, amo parlare
con le mie autrici preferite e non so cosa darei per conoscerle dal vero,
quindi trovo che avere la possibilità di parlare direttamente con le
scrittrici, qui su questo sito, sia meraviglioso. :D
Ok, non era mia intenzione
scrivere un monologo come introduzione... O.ò
A presto miei cari! ;)
Un bacione a tutti voi!
Cap. 18
Non sono mai stato meglio
in vita mia. Mi sento come se fossi in paradiso, preso da una sensazione di
pace interiore e dalla goduria allo stato puro. Sono sul bordo di una piscina,
le mie gambe, lasciate cadere penzoloni si muovono circolarmente nell’acqua. La
grande vasca è riscaldata, potrebbe essere ad una trentina di gradi, e da essa
sale una cappa di vapore che inebria i sensi e riscalda l’ambiente, rendendo
però più difficile la respirazione.
Mi guardo intorno, ma non
vedo molto a causa della cappa di vapore che sbiadisce i contorni della realtà e li rende irriconoscibili.
Abbassando lo sguardo sul mio corpo mi accorgo di
essere nudo, completamente nudo. La cosa mi lascia indifferente, dopotutto
provo una sensazione di pace talmente profonda da sentirmi a mio agio anche
senza vestiti.
All’improvviso dalle
nebbie vedo avvicinarsi qualcosa, l’acqua si increspa leggermente e poco
distante da me emerge una figura con i capelli biondi lasciati
sciolti, che, galleggiando, le si spargono attorno. La testa e le spalle
sono fuori dall’acqua, ma mi da la schiena e non riesco a vederla bene. Si
passa una mano fra i capelli con un movimento lento ed ipnotico ed io rimango
incantato a guardarla.
Si volta e
i miei occhi rimangono incagliati nello sguardo scuro della donna, nero come le
tenebre più cupe, quelle oscurità dove non si riesce a scorgere neanche la punta del
proprio naso. Non sono occhi umani, ma non do peso alla cosa. Quelle iridi nere mi
fissano curiose e le palpebre si socchiudono un poco nello scrutarmi
attentamente.
Sulle lunghe ciglia bionde
sono rimaste delle goccioline d’acqua e una di esse cade sullo zigomo e scivola
giù percorrendole il viso, unendosi alle altre rimaste in equilibrio sulle guance.
Seguo affascinato il
percorso del rivoletto d’acqua sulle gote fino a che questo non giunge alla
bocca, dove sparisce. La mia attenzione viene catturata da quelle labbra rosse
sanguigne, sorride ed appare una fila di denti bianchissimi, ma affilati.
Sbatto le palpebre, come per mettere a fuoco meglio l’immagine, ma quando
riapro gli occhi la donna non sorride più e mi guarda piegando la testa di
lato, forse stranita da me e dal mio comportamento.
Improvvisamente si gira e sparisce
sott’acqua veloce e silenziosa come era arrivata.
« No! »
Mi sporgo in avanti e cado dentro la vasca, irrimediabilmente attratto da quella figura.
Inizio a nuotare per
cercare di raggiungerla, ma sento i muscoli intorpiditi e non riesco a muovere
gli arti. Ingoio un sorso d’acqua, poi un altro. Non riesco a nuotare, sto
affogando. Non riesco a muovermi. Sento il panico invadermi e il corpo farsi
pesantissimo.
Mi ritrovo completamente
immerso sott’acqua, con i polmoni a corto d’aria.
Il cuore batte
velocissimo. Vado a fondo.
In un attimo la realtà che mi circonda muta e mi ritrovo su una spiaggia assolata, piena di belle ragazze in bikini. Due di queste mi si avvicinano con sguardi dalle mille promesse.
« Giacomo! »
Ma cosa..? No, lasciatemi in pace…
«Giacomo,
svegliati! »
Non ci penso neanche, sono
impegnato con… Come si chiama la rossa che si sta dando da fare ai piani bassi?
Riprendo lentamente contatto
con il mondo che mi circonda. Sento il cuore palpitare veloce ed il fiato
corto.
Dopo un attimo di confusione riesco ad
aprire le palpebre e mi ritrovo con il viso di Aurora poco distante dal mio.
« Giacomo! »
Le sue mani sono poggiate
sulle mie spalle e mi stanno scrollando.
« Che cosa…? »
I suoi occhi sono così
vicini ai miei che mi sembra di scorgevi il mio riflesso nella pupilla. I
capelli sono tutti arruffati, probabilmente non si è neanche pettinata.
Il mio sguardo scende
involontariamente a scrutare la pelle invitante del suo collo e del petto, fino ad
arrivare all’ampia scollatura a V della camicia da notte.
La gola mi diventa
improvvisamente secca.
La scollatura termina in
una specie di fascia stretta, posta sotto il seno, e poi il tessuto scende giù
morbido fino a metà coscia.
« Smettila! » Aurora sbuffa sonoramente.
Mando giù un po’ di saliva
per inumidirmi la gola, ma la voce esce comunque gracchiante. « Di fare
cosa? »
Aurora non risponde, ma mi
fulmina con un’occhiataccia, poi si gira e si ferma davanti al pannello di
controllo della stufa.
« Dovresti
coprirti, sei disgustoso! » Il suo tono indignato mi mette in
allarme.
Coprire cosa esattamente?
Mi guardo. Sono in
maglietta e pantaloni, più coperto di così?!
Poi mi accorgo del
rigonfiamento sul cavallo. Chissà cosa aveva sognato di così
appagante… Proprio non riesco a ricordare…
Un ghigno mi si distende
automaticamente sul volto.
« Che ci vuoi fare…
Non so se lo sai, ma è una cosa abbastanza normale per un uomo. Di solito le
ragazze ne sono entusiaste! » Ammicco nella sua direzione e lei fa una
smorfia disgustata.
« Be’, io no,
quindi mettilo a cuccia e vieni.»
Scoppio a ridere
divertito. «Deciditi, o lo metto a cuccia o vengo. »
Per un attimo mi fissa
spaesata, ma quando capisce il doppio senso sbatte il piede a terra irritata e
mi grida contro di smetterla di fare l’idiota.
Donne… Non capiscono proprio l’umorismo!
Mi alzo a sedere e chiudo
gli occhi per rilassare il mio amichetto.
« Devi aiutarmi.
Non riesco a capire come abbassare il riscaldamento, ci sono minimo trenta
gradi qui dentro! » Mi spiega intanto Aurora.
La guardo. È sudata, come
me d’altro canto. Prima non me ne ero accorto, ma in effetti fa parecchio caldo
qui dentro.
Mi gratto una guancia e
cerco di capire perché il riscaldamento ha quelle impostazioni. Sono certo di
non essere stato io il colpevole. Da quando c’è Aurora ho alzato un po’ il
riscaldamento, giusto per non farla morire assiderata, ma sono sicuro di non
aver impostato una temperatura così alta.
All’improvviso le parole
di mia sorella mi ritornano in mente e mi ricordo che lei aveva alzato il
riscaldamento di proposito.
Cerco di capirne il senso,
ma proprio non mi viene…
«Scusami. Avevo chiesto
ad Alessandra di alzare un po’ la temperatura, ma a mia discolpa posso dire che
non pretendevo tanto! »
Mentre parla la mia
attenzione si focalizza su una goccia di sudore, che è partita dalla sua fronte, è
colata velocemente lungo la tempia destra e, dopo averle percorso il viso, è
arrivata al mento, per poi cadere sul petto e proseguire fin dentro l’incavo
dei seni.
Caldo. Molto caldo.
Quando Aurora si gira di
nuovo verso il pannello di controllo dei termosifoni io rimango incantato ad
osservare il suo fondoschiena coperto malamente, percorro le gambe fino a raggiungere
con gli occhi i suoi piedini scalzi.
« Giacomo! Mi dai
una mano o no?! »
Le poggio le mani sui
fianchi per spostarla leggermente di lato e sento la mia pelle a contatto con la
sua bruciare, un brivido mi corre lungo la schiena, poi mi posiziono di fronte
al pannello fissando critico le cifre.
Gli occhi mi premono sui
bulbi per sgusciare fuori dall’orbita appena leggo le impostazioni sul
display.
Quella pazza di mia sorella ha messo la temperatura minima di quaranta gradi! Voleva cuocerci vivi per
caso?!
Dopo aver aggiustato tutto
mi volto di nuovo verso Aurora, che mi sta fissando con sguardo truce.
Adesso che cosa ho fatto?
«Sono ore che provo
a spegnere quel coso e tu in due minuti ci sei riuscito?!»
Mi punta l’indice contro
con fare accusatorio.
Embé? Non dovrebbe esserne
contenta? Ho risolto subito il problema. Meglio, no?
Peccato che la ragazza
sembri più arrabbiata che altro…
« Cucciola, sei
negata con l’elettronica! Mica è colpa mia…»
Mi guarda a bocca aperta,
ancora con il dito accusatorio a mezz’aria e una faccia da foto.
La smorfia che gli si è
dipinta sulla faccia è un misto di sensazioni. Sembra indignata, imbarazzata,
lusingata, sorpresa, incredula e stupita. Il tutto in una sola espressione..uno
spasso insomma!
« Tu…Tu…Tu…» Balbetta
mezza traumatizzata.
È così bella, con le
labbra socchiuse, gli occhi spalancati fissi su di me e le gote rosate
dall’imbarazzo.
«Pronto? »
La prendo in giro sorridendo.
Diventa bordeaux.
« C-Cu-Cucciola?!! » Il gridolino isterico che esce dalla sua bocca mi fa capire che è
rimasta alquanto sconvolta dal soprannome. Sorrido, allegro per non so bene
quale motivo.
« Colazione? » Propongo tutto contento e la sorpasso per poi tirarla leggermente per
i capelli.
Quando finalmente la
smette di guardarmi torva le fette biscottate ed il tè sono finiti e con essi
anche la lunga colazione passata in silenzio.
« Ti posso chiedere
una cosa? »
La sua voce spezza la quiete ed io sorrido pensando divertito che potrei aver vinto il gioco del
silenzio!
« Chiedimi tutto
quello che vuoi, sono pronto a soddisfare ogni tua pretesa. Se vuoi posso
legarti al letto e iniziare a…»
Utilizzo un tono di voce
basso e seducente. Ci piazzo anche un micidiale sguardo malizioso ed un sorriso
che di solito fa sciogliere ogni ragazza.
Lei mi guarda indifferente
e mi interrompe sul più bello. « Sai Giacomo, credo che ti sia rimasto
qualcosa lì, incastrato tra i denti. »
Il mio sguardo ammaliatore
svanisce rapidamente e chiudo di scatto la bocca.
Aurora scoppia a ridere e
io la guardo infuriato.
Passo la lingua sui denti
diverte volte, ma non trovo niente di anomalo. Possibile che mi stia sfottendo?
Per sicurezza tengo la bocca chiusa.
« Tu puoi vedere la
partita di Sabato, Inter-Juve, con la tua mega-televisione? »
Annuisco. « Ho
diversi canali dedicati solo al calcio. » La guardo
incuriosito. « Perché? »
Lei abbassa la testa,
sembra imbarazzata.
« Noi non possiamo
vederle a casa, non abbiamo i canali a pagamento. Mio fratello ci tiene tanto e
di solito va con mio padre al bar degli interisti a vederle, ma questo Sabato i
miei sono ad una cena con dei colleghi di mia madre e dovrei portarlo io a vedere
la partita. » Rialza lo sguardo e noto che le si sono imporporate le
guance… è adorabile! « Visto che gioca la Juve a me andrebbe anche bene,
ma non vorrei essere circondata da interisti esaltati… »
« Puoi venire da
me. » Lo dico senza neanche pensarci, già eccitato ad averla tutta mia
per una sera.
« Ma ci sarebbe
anche mio fratello, ti va bene lo stesso? »
Cerco di mantenere la mia
espressione contenta, ma pensare ad un terzo incomodo non mi alletta tanto. « Ma certo, nessun problema! »
I suoi occhi scintillano
di gratitudine ed annuisce contenta. « Grazie. »
La guardo di sottecchi e
non posso fare a meno di cercare di memorizzare ogni dettaglio, ogni movimento
della ragazza che mi siede di fronte.
È bella. Mi ritrovo
costretto ad ammettere che mi piace molto, ma non solo per l’aspetto, lei ha
qualcosa in più che non riesco bene ad identificare. Ogni suo spostamento o
movimento attira la mia attenzione come se fossimo due calamite di cariche
opposte.
« Nessuno ti ha mai
detto che è maleducazione fissare la gente? »
La sua voce divertita mi
riporta alla realtà e le sorrido di sbieco. La vedo passarsi nervosamente una
mano tra i capelli e mordicchiarsi il labbro inferiore.
« Vado a cambiarmi… »
Si alza con la tazza tra
le mani dirigendosi verso il lavandino. Mi alzo anche io e silenziosamente la
seguo. Quando arrivo dietro di lei, poggio le mani sul ripiano della cucina
e blocco Aurora tra me e il mobile.
Si gira lentamente, scossa
dal leggero bacio che le ho lasciato sulla parte di collo scoperta.
Mi guarda, rossissima in
volto.
Mi sporgo di più verso il
suo viso fino ad arrivare vicinissimo alle sue labbra.
E…
Mi tira una ginocchiata
nei gioielli!
Cado in ginocchio
dolorante tenendomi con entrambe le mani i miei “tenerini” e alzo lo sguardo su
di lei con le lacrime agli occhi.
« Ma che cazzo…? »
Aurora mi lancia un’occhiata
furente.
« Ti dovevo ancora
un favore per avermi fatta preoccupare inutilmente ieri sera. Certo che i
metodi per ottenere qualcosa da una ragazza li conosci, vero? Fingerti
moribondo per rubarmi un bacio?! E io che ero preoccupatissima per te… »
Parlando esce dalla cucina
e, senza smettere di blaterare insulti nei miei confronti si chiude in
camera.
Le presto una delle mie
tute per tornare a casa, anche se, in realtà, è stata lei a prendersela senza neanche
chiedere il permesso. Ha continuato a gridarmi insulti di ogni tipo mentre si
cambiava.
Mi ha tirato una
ginocchiata ai testicoli! E mi ha lasciato per terra dolorante!
Ancora non riesco a
crederci…
L’accompagno fino alla
fermata del pullman in silenzio.
È stato un duro colpo al
mio orgoglio e non solo… Mi fanno male le palle porca miseria!
Cerco di passare sopra
l’offesa, non voglio litigare di nuovo con lei, e mi offro di accompagnarla
gentilmente a casa io.
« Ti porto in
moto… »
Uso anche un tono
zuccheroso, ma la bionda non si schioda di un passo dalla fermata e mi lancia
un’occhiataccia.
« Sarebbe il tuo
modo di chiedermi scusa? »
Il suo tono arrogante non
mi piace per niente! E poi per cosa dovrei chiederle scusa?! Lei ha ricambiato
il bacio e le è piaciuto…
Non mi da modo di
risponderle a tono.
« Comunque sia ti
ho già detto di no, grazie per l’offerta, ma la mia risposta non cambia. »
Metto il broncio e Aurora
alza gli occhi al cielo esasperata.
« Ok, ti perdono. »
La guardo sconvolto. Ma mi
perdona di cosa?! Sono io che devo perdonarla per il colpo ai gioielli di
famiglia!
Mi ignora e continua
imperterrita il suo monologo.
« Però rifiuto lo
stesso il passaggio per oggi. Se i miei sono a casa, già avrò delle serie
difficoltà a spiegare loro come mai indosso abiti maschili, se poi mi vedono
arrivare con te in moto, allora posso dire addio al cielo aperto, perché mi
rinchiuderebbero nel sottoscala e mio padre ti ucciderebbe. Anzi, prima ti
torturerebbe con tizzoni ardenti, poi…»
La sua voce prosegue ad
annotare vari tipi di tortura con un tono annoiato, ma smetto di ascoltarla e
mi avvicino velocemente a lei. Le prendo il viso tra le mani e le lascio un dolce bacio all’angolo
della bocca. Mi allontano velocemente senza più voltarmi indietro.
Donne…