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Autore: Garfield    01/02/2012    2 recensioni
(Storia in revisione)
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap. 18
Mi scuso per i tempi di aggiornamento che si stanno protraendo sempre di più, ma in compenso i capitoli dovrebbero divenire mano a mano più lunghi e consistenti, quindi spero mi perdonerete l'attesa. A tal proposito parto già con l'avvisarvi che per il prossimo capitolo dovrete aspettare un po', anche se spero non più di una quindicina di giorni.  
Questo capitolo dovrebbe essere abbastanza carino, comunque aspetto eventuali recensioni per avere un vostro giudizio. Non sono sicura, ma probabilmente questo sarà l'ultimo capitolo dal punto di vista di Giacomo per un po' di tempo, perché teoricamente avremo nei prossimi un'alternanza tra Aurora e Alessandra.  Secondo un calcolo approssimativo la storia dovrebbe arrivare alla trentina di capitoli, più un eventuale epilogo.
Mi sono accorta che le visualizzazioni dei vari capitoli sono piuttosto alte e costanti nei primi quattordici capitoli, poi c'è stato un calo di circa una ventina di lettori, niente da dire in contrario, ma vi chiederei un favore per il futuro. ( Naturalmente non obbligo nessuno.) Se doveste trovarvi di fronte un capitolo particolarmente difficile da leggere, oppure semplicemente noioso, mi piacerebbe che me lo faceste presente, così tenterò di cambiare qualcosa e renderlo più digeribile. :) Tramite recensione o messaggio privato, non fatevi scrupoli d nessun tipo, ok? No, dico davvero, mi interessa più che altro migliorare, è questo lo scopo della pubblicazione di quello che scrivo qui so Efp. Personalmente, amo parlare con le mie autrici preferite e non so cosa darei per conoscerle dal vero, quindi trovo che avere la possibilità di parlare direttamente con le scrittrici, qui su questo sito, sia meraviglioso. :D 
Ok, non era mia intenzione scrivere un monologo come introduzione... O.ò 
A presto miei cari! ;)
Un bacione a tutti voi!

Cap. 18

 

Non sono mai stato meglio in vita mia. Mi sento come se fossi in paradiso, preso da una sensazione di pace interiore e dalla goduria allo stato puro. Sono sul bordo di una piscina, le mie gambe, lasciate cadere penzoloni si muovono circolarmente nell’acqua. La grande vasca è riscaldata, potrebbe essere ad una trentina di gradi, e da essa sale una cappa di vapore che inebria i sensi e riscalda l’ambiente, rendendo però più difficile la respirazione.
Mi guardo intorno, ma non vedo molto a causa della cappa di vapore che sbiadisce i contorni della realtà e li rende irriconoscibili.
Abbassando lo sguardo sul mio corpo mi accorgo di essere nudo, completamente nudo. La cosa mi lascia indifferente, dopotutto provo una sensazione di pace talmente profonda da sentirmi a mio agio anche senza vestiti.

All’improvviso dalle nebbie vedo avvicinarsi qualcosa, l’acqua si increspa leggermente e poco distante da me emerge una figura con i capelli biondi lasciati sciolti, che, galleggiando, le si spargono attorno. La testa e le spalle sono fuori dall’acqua, ma mi da la schiena e non riesco a vederla bene. Si passa una mano fra i capelli con un movimento lento ed ipnotico ed io rimango incantato a guardarla.

Si volta e i miei occhi rimangono incagliati nello sguardo scuro della donna, nero come le tenebre più cupe, quelle oscurità dove non si riesce a scorgere neanche la punta del proprio naso. Non sono occhi umani, ma non do peso alla cosa. Quelle iridi nere mi fissano curiose e le palpebre si socchiudono un poco nello scrutarmi attentamente.
Sulle lunghe ciglia bionde sono rimaste delle goccioline d’acqua e una di esse cade sullo zigomo e scivola giù percorrendole il viso, unendosi alle altre rimaste in equilibrio sulle guance.
Seguo affascinato il percorso del rivoletto d’acqua sulle gote fino a che questo non giunge alla bocca, dove sparisce. La mia attenzione viene catturata da quelle labbra rosse sanguigne, sorride ed appare una fila di denti bianchissimi, ma affilati. 
Sbatto le palpebre, come per mettere a fuoco meglio l’immagine, ma quando riapro gli occhi la donna non sorride più e mi guarda piegando la testa di lato,
forse stranita da me e dal mio comportamento.

Improvvisamente si gira e sparisce sott’acqua veloce e silenziosa come era arrivata.

« No! »

Mi sporgo in avanti e cado dentro la vasca, irrimediabilmente attratto da quella figura. 

Inizio a nuotare per cercare di raggiungerla, ma sento i muscoli intorpiditi e non riesco a muovere gli arti. Ingoio un sorso d’acqua, poi un altro. Non riesco a nuotare, sto affogando. Non riesco a muovermi. Sento il panico invadermi e il corpo farsi pesantissimo.
Mi ritrovo completamente immerso sott’acqua, con i polmoni a corto d’aria. 
Il cuore batte velocissimo. Vado a fondo.
Quando già le palpebre iniziano a chiudersi, sento che qualcuno mi tira su. La presa sul braccio fa male, ma mi riporta alla superficie e finalmente, dopo diversi colpi di tosse, respiro.

In un attimo la realtà che mi circonda muta e mi ritrovo su una spiaggia assolata, piena di belle ragazze in bikini. Due di queste mi si avvicinano con sguardi dalle mille promesse.

 

« Giacomo! »

Ma cosa..? No, lasciatemi in pace…

«Giacomo, svegliati! »

Non ci penso neanche, sono impegnato con… Come si chiama la rossa che si sta dando da fare ai piani bassi?

Riprendo lentamente contatto con il mondo che mi circonda. Sento il cuore palpitare veloce ed il fiato corto. 

Dopo un attimo di confusione riesco ad aprire le palpebre e mi ritrovo con il viso di Aurora poco distante dal mio.

« Giacomo! »

Le sue mani sono poggiate sulle mie spalle e mi stanno scrollando.

« Che cosa…? »

I suoi occhi sono così vicini ai miei che mi sembra di scorgevi il mio riflesso nella pupilla. I capelli sono tutti arruffati, probabilmente non si è neanche pettinata.
Il mio sguardo scende involontariamente a scrutare la pelle invitante del suo collo e del petto, fino ad arrivare all’ampia scollatura a V della camicia da notte.
La gola mi diventa improvvisamente secca.
La scollatura termina in una specie di fascia stretta, posta sotto il seno, e poi il tessuto scende giù morbido fino a metà coscia.

« Smettila! » Aurora sbuffa sonoramente.

Mando giù un po’ di saliva per inumidirmi la gola, ma la voce esce comunque gracchiante. « Di fare cosa? »

Aurora non risponde, ma mi fulmina con un’occhiataccia, poi si gira e si ferma davanti al pannello di controllo della stufa.

« Dovresti coprirti, sei disgustoso! » Il suo tono indignato mi mette in allarme.

Coprire cosa esattamente?

Mi guardo. Sono in maglietta e pantaloni, più coperto di così?!

Poi mi accorgo del rigonfiamento sul cavallo. Chissà cosa aveva sognato di così appagante… Proprio non riesco a ricordare…

Un ghigno mi si distende automaticamente sul volto.

« Che ci vuoi fare… Non so se lo sai, ma è una cosa abbastanza normale per un uomo. Di solito le ragazze ne sono entusiaste! » Ammicco nella sua direzione e lei fa una smorfia disgustata.

« Be’, io no, quindi mettilo a cuccia e vieni.»

Scoppio a ridere divertito. «Deciditi, o lo metto a cuccia o vengo. »

Per un attimo mi fissa spaesata, ma quando capisce il doppio senso sbatte il piede a terra irritata e mi grida contro di smetterla di fare l’idiota.

Donne… Non capiscono proprio l’umorismo!

Mi alzo a sedere e chiudo gli occhi per rilassare il mio amichetto.

« Devi aiutarmi. Non riesco a capire come abbassare il riscaldamento, ci sono minimo trenta gradi qui dentro! » Mi spiega intanto Aurora.

La guardo. È sudata, come me d’altro canto. Prima non me ne ero accorto, ma in effetti fa parecchio caldo qui dentro.

Mi gratto una guancia e cerco di capire perché il riscaldamento ha quelle impostazioni. Sono certo di non essere stato io il colpevole. Da quando c’è Aurora ho alzato un po’ il riscaldamento, giusto per non farla morire assiderata, ma sono sicuro di non aver impostato una temperatura così alta.
All’improvviso le parole di mia sorella mi ritornano in mente e mi ricordo che lei aveva alzato il riscaldamento di proposito.
Cerco di capirne il senso, ma proprio non mi viene…

«Scusami. Avevo chiesto ad Alessandra di alzare un po’ la temperatura, ma a mia discolpa posso dire che non pretendevo tanto! »

Mentre parla la mia attenzione si focalizza su una goccia di sudore, che è partita dalla sua fronte, è colata velocemente lungo la tempia destra e, dopo averle percorso il viso, è arrivata al mento, per poi cadere sul petto e proseguire fin dentro l’incavo dei seni.

Caldo. Molto caldo. Sia lodata mia sorella!

Quando Aurora si gira di nuovo verso il pannello di controllo dei termosifoni io rimango incantato ad osservare il suo fondoschiena coperto malamente, percorro le gambe fino a raggiungere con gli occhi i suoi piedini scalzi.

« Giacomo! Mi dai una mano o no?! »

Le poggio le mani sui fianchi per spostarla leggermente di lato e sento la mia pelle a contatto con la sua bruciare, un brivido mi corre lungo la schiena, poi mi posiziono di fronte al pannello fissando critico le cifre.
Gli occhi mi premono sui bulbi per sgusciare fuori dall’orbita appena leggo le impostazioni sul display.
Quella pazza di mia sorella ha messo la temperatura minima di quaranta gradi! Voleva cuocerci vivi per caso?!

Dopo aver aggiustato tutto mi volto di nuovo verso Aurora, che mi sta fissando con sguardo truce.

Adesso che cosa ho fatto?

«Sono ore che provo a spegnere quel coso e tu in due minuti ci sei riuscito?!»

Mi punta l’indice contro con fare accusatorio.

Embé? Non dovrebbe esserne contenta? Ho risolto subito il problema. Meglio, no?

Peccato che la ragazza sembri più arrabbiata che altro…

« Cucciola, sei negata con l’elettronica! Mica è colpa mia…»

Mi guarda a bocca aperta, ancora con il dito accusatorio a mezz’aria e una faccia da foto.
La smorfia che gli si è dipinta sulla faccia è un misto di sensazioni. Sembra indignata, imbarazzata, lusingata, sorpresa, incredula e stupita. Il tutto in una sola espressione..uno spasso insomma!

« Tu…Tu…Tu…» Balbetta mezza traumatizzata.

È così bella, con le labbra socchiuse, gli occhi spalancati fissi su di me e le gote rosate dall’imbarazzo.

«Pronto? » La prendo in giro sorridendo.

Diventa bordeaux.

« C-Cu-Cucciola?!! » Il gridolino isterico che esce dalla sua bocca mi fa capire che è rimasta alquanto sconvolta dal soprannome. Sorrido, allegro per non so bene quale motivo.

« Colazione? » Propongo tutto contento e la sorpasso per poi tirarla leggermente per i capelli.

 

Quando finalmente la smette di guardarmi torva le fette biscottate ed il tè sono finiti e con essi anche la lunga colazione passata in silenzio.

« Ti posso chiedere una cosa? »

La sua voce spezza la quiete ed io sorrido pensando divertito che potrei aver vinto il gioco del silenzio!

« Chiedimi tutto quello che vuoi, sono pronto a soddisfare ogni tua pretesa. Se vuoi posso legarti al letto e iniziare a…»

Utilizzo un tono di voce basso e seducente. Ci piazzo anche un micidiale sguardo malizioso ed un sorriso che di solito fa sciogliere ogni ragazza.

Lei mi guarda indifferente e mi interrompe sul più bello. « Sai Giacomo, credo che ti sia rimasto qualcosa lì, incastrato tra i denti. »

Il mio sguardo ammaliatore svanisce rapidamente e chiudo di scatto la bocca.
Aurora scoppia a ridere e io la guardo infuriato.
Passo la lingua sui denti diverte volte, ma non trovo niente di anomalo. Possibile che mi stia sfottendo? Per sicurezza tengo la bocca chiusa.

« Tu puoi vedere la partita di Sabato, Inter-Juve, con la tua mega-televisione? »

Annuisco. « Ho diversi canali dedicati solo al calcio. » La guardo incuriosito. « Perché? »

Lei abbassa la testa, sembra imbarazzata.

« Noi non possiamo vederle a casa, non abbiamo i canali a pagamento. Mio fratello ci tiene tanto e di solito va con mio padre al bar degli interisti a vederle, ma questo Sabato i miei sono ad una cena con dei colleghi di mia madre e dovrei portarlo io a vedere la partita. » Rialza lo sguardo e noto che le si sono imporporate le guance… è adorabile! « Visto che gioca la Juve a me andrebbe anche bene, ma non vorrei essere circondata da interisti esaltati… »

« Puoi venire da me. » Lo dico senza neanche pensarci, già eccitato ad averla tutta mia per una sera.

« Ma ci sarebbe anche mio fratello, ti va bene lo stesso? »

Cerco di mantenere la mia espressione contenta, ma pensare ad un terzo incomodo non mi alletta tanto. « Ma certo, nessun problema! »

I suoi occhi scintillano di gratitudine ed annuisce contenta. « Grazie. »

 

La guardo di sottecchi e non posso fare a meno di cercare di memorizzare ogni dettaglio, ogni movimento della ragazza che mi siede di fronte.

È bella. Mi ritrovo costretto ad ammettere che mi piace molto, ma non solo per l’aspetto, lei ha qualcosa in più che non riesco bene ad identificare. Ogni suo spostamento o movimento attira la mia attenzione come se fossimo due calamite di cariche opposte.

« Nessuno ti ha mai detto che è maleducazione fissare la gente? »

La sua voce divertita mi riporta alla realtà e le sorrido di sbieco. La vedo passarsi nervosamente una mano tra i capelli e mordicchiarsi il labbro inferiore.

« Vado a cambiarmi… »

Si alza con la tazza tra le mani dirigendosi verso il lavandino. Mi alzo anche io e silenziosamente la seguo. Quando arrivo dietro di lei, poggio le mani sul ripiano della cucina e blocco Aurora tra me e il mobile.

Si gira lentamente, scossa dal leggero bacio che le ho lasciato sulla parte di collo scoperta.
Mi guarda, rossissima in volto.

Mi sporgo di più verso il suo viso fino ad arrivare vicinissimo alle sue labbra.
E…

Mi tira una ginocchiata nei gioielli!

Cado in ginocchio dolorante tenendomi con entrambe le mani i miei “tenerini” e alzo lo sguardo su di lei con le lacrime agli occhi.

« Ma che cazzo…? »

Aurora mi lancia un’occhiata furente.

« Ti dovevo ancora un favore per avermi fatta preoccupare inutilmente ieri sera. Certo che i metodi per ottenere qualcosa da una ragazza li conosci, vero? Fingerti moribondo per rubarmi un bacio?! E io che ero preoccupatissima per te… »

Parlando esce dalla cucina e, senza smettere di blaterare insulti nei miei confronti si chiude in camera.

 

Le presto una delle mie tute per tornare a casa, anche se, in realtà, è stata lei a prendersela senza neanche chiedere il permesso. Ha continuato a gridarmi insulti di ogni tipo mentre si cambiava.

Mi ha tirato una ginocchiata ai testicoli! E mi ha lasciato per terra dolorante!
Ancora non riesco a crederci…

L’accompagno fino alla fermata del pullman in silenzio.
È stato un duro colpo al mio orgoglio e non solo… Mi fanno male le palle porca miseria!
Cerco di passare sopra l’offesa, non voglio litigare di nuovo con lei, e mi offro di accompagnarla gentilmente a casa io.

« Ti porto in moto… »

Uso anche un tono zuccheroso, ma la bionda non si schioda di un passo dalla fermata e mi lancia un’occhiataccia.

« Sarebbe il tuo modo di chiedermi scusa? »

Il suo tono arrogante non mi piace per niente! E poi per cosa dovrei chiederle scusa?! Lei ha ricambiato il bacio e le è piaciuto…
Non mi da modo di risponderle a tono.

« Comunque sia ti ho già detto di no, grazie per l’offerta, ma la mia risposta non cambia. »

Metto il broncio e Aurora alza gli occhi al cielo esasperata.

« Ok, ti perdono. »

La guardo sconvolto. Ma mi perdona di cosa?! Sono io che devo perdonarla per il colpo ai gioielli di famiglia!
Mi ignora e continua imperterrita il suo monologo.

« Però rifiuto lo stesso il passaggio per oggi. Se i miei sono a casa, già avrò delle serie difficoltà a spiegare loro come mai indosso abiti maschili, se poi mi vedono arrivare con te in moto, allora posso dire addio al cielo aperto, perché mi rinchiuderebbero nel sottoscala e mio padre ti ucciderebbe. Anzi, prima ti torturerebbe con tizzoni ardenti, poi…»

La sua voce prosegue ad annotare vari tipi di tortura con un tono annoiato, ma smetto di ascoltarla e mi avvicino velocemente a lei. Le prendo il viso  tra le mani e le lascio un dolce bacio all’angolo della bocca. Mi allontano velocemente senza più voltarmi indietro.

Donne…

 

 

  
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