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Autore: eppy    01/02/2012    1 recensioni
“ Allieeee!ma che sorella dormigliona che ho! dai, svegliati, c’è tanto da fare!!” Ecco, la dormigliona sono io, Alison Tomlinson, per tutti Allie, e quello che sta urlando per tutta la stanza tutto preso dall’agitazione e dall’ansia che una partenza del genere comporta, è mio fratello Louis. Ora mi spiego meglio: io, Louis e i nostri genitori stiamo per dare una svolta radicale alla nostra vita, qualcosa di cui non possiamo permetterci di pentirci, un cambiamento, un trasferimento. Se queste poche righe vi hanno incuriosito, leggetee!! =)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono passati una ventina di minuti da quando Harry si è chiuso in bagno e io non resisto più , si vedeva benissimo che c'era qualcosa che non andava, glielo lo leggevo negli occhi, nonostante si ostinasse a dire che era tutto apposto "Dai..vai a vedere" sussurra Zayn poggiando una mano sul mio ginocchio, gli altri annuiscono "siete sicuri..io? insomma voi lo conoscete da molto più tempo" protesto debolmente ma in realtà non aspetto altro che avere una scusa per andare da lui "lo sai che il tempo in certi casi non conta nemmeno un millessimo di ciò che contano le emozioni" aggiunge Liam, intercetto lo sguardo della mia migliore amica, non parla ma so bene quello che vorrebbe dire "sei l'unica persona con cui vorrebbe stare in questo momento" conclude Louis facendomi l'occhiolino; io mi alzo e salgo di sopra, busso alla porta del bagno "ei, sei chiuso qui da quasi mezz'ora, guarda che non sei l'unico ad aver bisogno del bagno!" esclamo quasi divertita, devo trovare un'escamotage per farlo mettere piede fuori da qua dentro, dopo pochi secondi viene ad aprire "scusa, ora è libero" dice con lo sguardo rivolto verso il basso e un sorriso quasi forzato, poi si sposta come per lasciarmi entrare "che ti succede?" gli chiedo innocentemente, alzandogli il mento con un dito per costringerlo a guardarmi in faccia "nulla" è tutto ciò che ottengo come risposta, lo dice scrollandosi le spalle  "senti Harry, so che sei rimasto male per qualcosa, non ho la minima idea di cosa sia..ma ti ha spento gli occhi e tolto il sorriso, e questo io non lo posso tollerare, perchè i tuoi occhi e il tuo sorriso sono la cosa più bella che esiste al mondo" dico con massima sincerità, gli riesco a strappare un sorriso "ma si può sapere come fai? quale pozione usi?" esclama tutto d'un tratto, io lo guardo confusa "deve essere pura magia...riesci sempre e farmi stare meglio!" dice fissandomi dritta negli occhi, io mi limito a sorridere "allora? me lo dici o no, che ti prende?" gli chiedo "va bene, ma andiamo in camera tua."
" vedi, potrà sembrarti una cosa stupida..ma non importa..te la racconto lo stesso" dice sedendosi sul letto accanto a me, io non dico nulla e lui va avanti  "erano solo i miei, prima al telefono, e hanno chiamato per dirmi che stavano partendo, Indonesia, mi pare che hanno detto..torneranno tra una ventina di giorni" sbuffa e poi  "non sono mica un'eternità venti giorni, lo so benissimo, non sono stupido e tantomeno un mammone, però..loro fanno questo lavoro da quando avevo cinque anni, viaggiano per il mondo da allora, sono cresciuto tra le braccia di una mia zia e della signora Andrews, la mia vicina di casa. So benissimo anche che, mamma e papà tengono a me più che a loro stessi, ma a volte mi viene da pensare 'non più del loro lavoro', lo so che è una follia, ma prova a metterti nei miei panni.." mentre racconta gli stringo la mano, non parlo, credo non sia opportuno, ma il mio gesto gli da la carica per continuare  "certo, quando tornavano dai loro viaggi mi hanno sempre portato regali strepitosi e mi chiamavano una volta al giorno, di solito la sera, mamma mi domandava come era andata la giornata, e io bambino com'ero, cominciavo sempre dal principio e le raccontavo anche i particolari più insignifanti, per me erano importanti e volevo che i miei ne fossero al corrente, mi ricordo ancora adesso, mamma sembrava pendere dalle mie labbra quando iniziavo a raccontarle qualcosa, poi immancabilmente sentivo un piccolo 'bip' e subito dopo la sua voce che mi diceva che stava arrivando una chiamata di lavoro e doveva chiudere, ricordo anche che non davo troppo peso alla cosa, forse le prime volte si, ma poi era diventata un'abitudine, mi stringevo nelle spalle dicendo ' ha fatto di nuovo bip' " sorride ai ricordi e mi stringe di più la mano .
 "non so perchè ti abbia raccontato di tutte queste cose, tu volevi soltanto sapere perchè ero triste, ma se non ti avessi raccontato tutto, non avresti capito..e poi quando tornavano a casa, trascorrevamo dei week-end fantastici, poi ecco arrivare il lunedì e la partenza...da piccolo mi chiedevo anche come fosse possibile che il sabato fosse così vicino al lunedì, e il lunedì fosse così lontano dal sabato, non riuscivo proprio a spiegarmelo, si perchè, nei primi anni, stavano via soltanto 4-5 giorni, di solito dal lunedì al venerdì..poi io sono cresciuto e hanno iniziato a star via anche nei fine settimana, per quanto mi riguarda io ero con Zayn e mi divertivo, stavo bene..ma non il giorno del mio compleanno quando era la signora Andrews che si dava da fare per prepararmi la torta e chiamava a casa dei miei amici per invitarli alla festa, mi ha sempre voluto bene e si è sempre presa cura di me, mi trattava come se fossi suo figlio e penso che in fin dei conti lo desiderasse anche..era una donna sulla cinquatina sola ed ero io ad allietarle le giornate...ma è me tutto questo non bastava... se miei sono stati stati presenti a due o tre dei miei compleanni è anche tanto, e per riuscrci hanno fatto i salti mortali, lo so, e glie ne sono grato, il problema era mio, che più crescevo, più mi rendevo conto della loro assenza, mi rendevo conto che anche se mi chiamavano tutte le sere e cercavano di trattenersi il più possibile a parlare con me, sapevano solo sommariamente come si svolgeva la mia giornata, e giornata dopo giornata, tutta la mia vita.
 E poi i Natali, non ne parliamo di quelli, certo il giorno proprio di Natale, di solito stavano a casa... ma solo quel giorno,anche le feste le trascorrevo  da solo...l'ho sopportato dentro di me per anni, ma non ho mai avuto il coraggio di dirlo a nessuno, mi sentivo un ingrato, sapevo e so tutt'ora che anche per loro sono stati dei sacrifici e probabilmente lo sono ancora..ho reagito così, d'impulso forse perchè non ce la facevo più, avevo bisogno di sfogarmi con qualcuno. Tutti credono che soltanto un bambino ha bisogno della sua mamma e del suo papà, beh, io l'ho provato sulla mia pelle, e mi sono reso conto che non è così, anche un ragazzo a volte può avere bisogno di mamma e papà, e lo so che suona strano, magari solo per un consiglio o un abbraccio o non lo so, qualsiasi cosa che dei genitori, le persone che ti hanno donato la vita, possono darti" lo ascolto come ipnotizzata, stringendogli sempre la mano e incitandolo a dire tutto ciò che non ha mai detto, a sfogarsi del tutto.
 "Sono uno sciocco lo so. Ho agito d'impulso e mi sono chiuso in bagno come un bambino capriccioso, 20 giorni, le distenze si allungano sempre di più..." si gira verso di me  "è che a volte..mi sento solo, tutto qua" gli prendo il viso tra le mani, lui si rilassa, le sue pupille mi fissano "non sei solo, io-emh-noi, tutti  ti vogliamo un bene che neanche ti immagini" il suo viso si contrae in un sorriso, finalmente uno dei suoi e mi sento sciogliere "sono felice che tu mi abbia reso partecipe della tua vita, non posso dirti che ti capisco, sarei un'ipocrita, perchè non mi sono mai trovata in una situazione del genere ma..ho provato a immedesimarmi e lo comprendo, comprendo di quanto sia stato difficile per te, di quanto hai sofferto senza un punto di riferimento fisso nella tua vita, perchè è fondamentalmente questo che ti è mancato...posso dirti che loro ti amano, ma lo sai già; ciò che probabilemte non sai che è ci sono delle persone che si sentono perse senza il tuo sorriso, delle persone che vedono il mondo solo attraverso i tuoi occhi, delle persone che si sentono meglio solo grazie a un tuo abbraccio, delle persone per le quali sei più importante di qualsiasi altra cosa, delle persone che farebbero di tutto pur di vederti felice, delle persone che ti staranno accanto per sempre ed è proprio-emh-sono proprio le stesse persone che stanno lì a canzonarti per i tuoi difetti, sapendo benissimo che sono quelli a renderti speciale, che ti prendono in giro tutto il giorno ma, che se qualcun'altro si prende lo stesso divertimento, stanno lì a difenderti a spada tratta. So che non sono paragonabili ai tuoi genitori, ma almeno ci tentano" parlo piano, guardandolo dritto negli occhi, forse più di una volta mi riferivo a me stessa, mi faceva comodo parlare in terza persona, poi mi giro improvvisamente dall'altro lato rendendomi conto di tutto quello che ho detto, la parole mi sono uscite così, incontrollabili.
 Mi sento cingere da dietro, mi stringe forte a se, quasi con le lacrime agli occhi  "e per la cronaca, io amo quelle persone" aggiunge quasi in un sussurro, sottolineando la parola 'quelle'... rimaniano stretti in un abbraccio che dice tutto, cose che le parole non riuscirebbero a spiegare, fin quando, poggiando la testa meglio sulla sua spalla, non mi accorgo che ha iniziato a nevicare di nuovo "guarda! che meraviglia" esclamo precipitandomi vicino alla finestra, lui mi segue, sposto la tenda e lui mi cinge la vita con le braccia e appoggia il mento sulla mia spalla, avvicinandosi sempre di più a me e stringendomi forte, osserviamo esattamente così, per qualche minuto, i fiocchi enormi che cadono dal cielo e incantano il paeasaggio, è meraviglioso e non possiamo fare a meno di sorridere, ma forse è intuibile che in fondo la ragione, l'essenza vera del nostro sorriso, sta nello stare uno tra le braccia dell'altro, soltanto questo. "Grazie" esclama baciandomi delicatamente vicino all'incavo del collo "e non ti azzardare a chiedere di cosa...semplicemente di esistere" dice poi stringendomi ancora di più, quasi a farmi soffocare, ma non me ne frega niente, è tutto perfetto così.

" domani è trentuno" urla come se tutto d'un tratto si rendesse conto della cosa  "lo so! non abbiamo più tanto tempo per organizzarci!" esclamo io "qualcosa troveremo..o potremmo andare a NewYork!" dice serio, io scoppio a ridere, lui mi guarda perplesso "sul serio, sarebbe bello no?"  "meraviglioso!" gli rispondo io "o anche in Iugoslavia, sai per fare una cosa alternativa" propone e io rido ancora "potrei seriamente prendere in considerazione l'idea" aggiungo subito dopo "no ma forse è meglio l'Australia" "beh puoi dirlo forte!" esclamo  "però lo sai, il posto adatto a noi, quello davvero perfetto è l'isola che non c'è"  "già, l'isola che non c'è.." dico io con aria sognante, mi cinge nuovamente le spalle e poi continuiamo a dire cavolate, stesi entrambi sul mio letto, con lo sguardo rivolto verso l'alto, abbracciati, come se stessimo guardando le stelle, in realtà è solo il soffitto di camera mia, ma... dettagli!
  
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