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Autore: FollowOneDirection    01/02/2012    2 recensioni
La storia parla di una ragazza di campagna nata e cresciuta nel Texas che si ritrova a dover affrontare contro la sua volontà l'ultimo anno di scuole superiori in Gran Bretagna per volere della madre.
Parte a malincuore e decisa a far passare quell'anno nella maniera più veloce. Ma presto le sembrerà che il tempo stia scorrendo troppo in fretta.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vi avverto che il capitolo è lungo, spero non me ne vogliate. Inizia la svolta nella storia. Vi ricordo che mi trovate qui su Facebook: https://www.facebook.com/pages/Just-follow-One-Direction/104969312957231.
Inoltre vi invito a recensire, poiché ho davvero bisogno di sapere cosa ne pensate della storia.
Grazie dell'attenzione.


Niall.
Non riuscii a sorprenderla da sola per tutta la settimana. Si aggirava per i corridoi sempre attaccata a uno dei suoi amici e non lo lasciava mai andare. Si capiva che temeva un confronto, così allentai un po’ la presa e la tenni un po’ più a distanza, evitando di guardarla o incrociare il suo sguardo. La mia tattica? Farle credere che l’episodio era acqua passata e aspettare che abbassasse le sue difese, così sarei riuscita a beccarla da sola. E, infatti, la beccai il mercoledì dopo.


Ashley.
Per tutta la settimana riuscii a sfuggire all’irlandese, nonostante notassi la sua presenza ovunque andassi. Per i corridoi cercavo sempre di non rimanere da sola, di solito trascinavo con me uno dei ragazzi e spesso e volentieri arrivavano in ritardo alle loro lezioni perché prima li costringevo a scortarmi alle mie. Sospettavano qualcosa, e non impiegarono molto a scoprire cos’era successo il sabato che mi sentii “male”.
“Che cosa ha fatto quel viscido irlandese?!” esordì Zayn mentre li raggiungevo al loro tavolo in mensa. Subito guardai Louis, che teneva lo sguardo basso.
“Louis …” sussurrai.
“Scusa Ashley ma non ce l’ho fatta a tenerglielo nascosto. Sapevano che c’era qualcosa nell’aria e d’altronde sono più di dieci anni che li conosco e ci si può fidare e voglio dire, insomma …”
“Qui il problema non è Louis che ci ha detto cos’è successo. Qui il problema è quello che l’irlandese ha avuto il coraggio di fare! Portarti in una stanza e offrirti del sesso! Non ci posso credere.” Continuò Harry.
“Io ho cercato di vedere se uno di voi era nella stanza e chiedere aiuto ma non c’era nessuno ed io non riuscivo a oppormi … Ma alla fine me ne sono andata, no? Non è questo quello che conta?” risposi io.
“Sì, e credimi ci dispiace se non c’era nessuno per te in quel momento. Promettiamo non succederà mai più, alla prossima festa ti staremo col fiato sul collo.” Liam sorrise.
“Però ecco, vedete … Io penso che ci sia del buono in lui. Perché se fosse stato solo un pervertito o un maniaco, non mi avrebbe fatto uscire dalla stanza ma mi avrebbe chiuso dentro, eppure non l’ha fatto. Io mi ricordo quel suo sguardo il primo giorno di scuola, era lo sguardo di chi non sa farsi accettare per ciò che è e si nasconde dietro una maschera. Le conoscete le storie che girano su di lui. Genitori assenti, cattive compagnie, ed ecco che viene schiaffato dagli stessi genitori fuori dal paese. Insomma non deve essere una situazione né tanto facile né piacevole. E molto probabilmente anche lui sa che circolano queste voci, eppure? Non si è mai premurato di smentirle e l’occasione potrebbe crearsela dato che sa sempre come non passare inosservato. Evidentemente c’è del vero, e ritengo sia una persona che abbia bisogno di aiuto ma sia troppo orgoglioso per chiederlo. Voglio aiutarlo.”
“Wohoo! Rallenta, sei partita in quarta. Non sai niente su di lui Ash, e non sai nemmeno se ciò che si dice è sia vero o no. D’altronde come farebbe a smentire? Sono voci, non c’è nulla di concreto, non penso possa prendere il microfono in mano e dire a tutta la scuola “Ehi, le voci che girano su di me sono false”, no. Penso semplicemente ti sia costruita castelli in aria.” Interferì Liam.
“Concordo con Liam, giocheresti col fuoco e potresti scottarti.” Concluse Louis.
“E se io volessi scottarmi?” risposi mentre suonava la campanella e lasciavo il tavolo della mensa senza dare ulteriori occasione ai ragazzi di smentirmi.



Ok, è vero che avevo “abbassato le difese” ed ero tornata a girare per la scuola senza guardie del corpo che mi scortassero, ma non pensavo davvero sarebbe riuscito a sorprendermi così presto, anche perché ultimamente non mi prestava più tanta attenzione e pensavo mi avesse semplicemente dimenticato in qualche modo.
Era un mercoledì, ed era appena finito il pranzo. Raggiunsi come al solito l’armadietto –di solito non portavo mai i libri in mensa, volevo mangiare in santa pace– e presi i libri che mi sarebbero serviti: biologia e matematica. Il corridoio si stava svuotando in fretta ma mentre camminavo non m’importava, cercavo solo di ricordare quale fosse l’aula dato che non riuscivo mai a ricordarmela.
Girando l’angolo mi scontrai con un ragazzo che stava correndo, probabilmente in ritardo per la lezione. All’inizio temetti fosse Niall, ma mi sbagliavo.
“Scusa!” disse il ragazzo continuando a correre, “sono in ritardo! Mi farò perdonare, giuro! Io sono Lee.” E il corridoio lo inghiottì.
Quindi tornai ai miei libri per terra e mi chinai a raccoglierli, notando che il mio braccialetto si era rotto, sparpagliando perline dappertutto. Una di queste rotolava indisturbata sul pavimento, quando si fermò contro una scarpa. Alzai gli occhi sulla scarpa e mi accorsi che era proprio l’irlandese. Il corridoio ormai era deserto, si sentiva soltanto la voce dei professori nelle aule accanto che richiamavano i ragazzi all’ordine; impazzii.
I libri che ero riuscita a raccogliere scivolarono per terra. Dalla mia posizione la sua figura era alquanto inquietante. Si stagliava cupa sul corridoio, ed aveva stampato in faccia l’espressione di chi ottiene finalmente ciò che stava cercando.
“Penso tu stia cercando questa.” Disse raccogliendo la perlina da per terra. Il mio cuore batteva all’impazzata.
“Sì beh come vedi il bracciale si è rotto, puoi anche buttarla.” Deglutii. Nel frattempo mi aveva raggiunto e si era abbassato per raccogliermi i libri. Cazzo, ora li teneva in mano lui e non sarei potuta scappare.
“Scapperai anche questa volta?” sorrise beffardo.
“No, e tu scapperai anche da qui oltre che dall’Irlanda?” il suo sorriso si spense, iniziavo a giocare col fuoco.
“Non sai niente della verità , niente, perciò chiudi la bocca.”
“So quello che si dice in giro.”
“Ah, sì? E quanto pensi sia fedele alla realtà? Sai anche per caso che scopo sempre con ragazze diverse? E sai che non è vero, che sono solo contatti che mi passano l’erba?”
Va bene, questa non me l’aspettavo. D’altronde l’idea di lui in mutande sempre diverse gli si addiceva perfettamente.
“E’ questo che volevi da me? Erba? O forse una scopata per inaugurare il giro?”
“Niente di tutto questo. Volevo qualcuno con cui parlare, mi sei sembrata finora l’unica che non si ferma alle apparenze ma va oltre. Evidentemente mi sbagliavo, evidentemente sai soltanto mimetizzarti bene.” Lasciò cadere i libri sul pavimento. Risuonarono per tutto il corridoio e oltre.
Non fece rumore, le sue scarpe aderivano perfettamente al suolo mentre si allontanava da me. Non lo sentii andarsene. Sentii la porta chiudersi alle sue spalle.
Lasciai i libri per terra e lo rincorsi.
Perché?
  
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