Cap XII Cronaca di un naufragio
Cap. XII^
15 aprile 1912 – Tempo del
Titanic, ore 00.30
Erano le ore 00.30 ed il comandante aveva dato
ordine, seppure con scarse speranze, che fossero lanciati i razzi di
segnalazione e richiesta di soccorso nell'eventualità che ci fosse a portata
visiva una nave, magari priva di radio. L'incarico era stato affidato al quarto
ufficiale, sig Groves Boxhall, che si era disposto alla postazione sul lato
sinistro del ponte delle barche ed al timoniere Thomas Rowe che lanciava invece
dal lato destro. Il Titanic disponeva in tutto di 48 razzi. Ne furono lanciati
una trentina , in coppia, da babordo e da tribordo, con un intervallo di circa
cinque minuti fino alle ore 01.40. Russel, che si era posizionato sul ponte A, verso
la prua, sul lato destro della nave, vide arrivare i primi passeggeri che
apparentemente senza molta fretta e anzi con atteggiamento alquanto seccato per
i sicuri inconvenienti cui di certo andavano incontro, iniziarono a salire
sulle lance. Su quel lato dirigeva le operazioni, come previsto, il sig . Lightoller il quale, con il suo
comportamento, ossia quello di velocizzare il più possibile gli imbarchi senza
andare troppo per il sottile, confermò quanto riportato dai superstiti del
naufragio. Da un'indagine successiva,
sarebbe infatti emerso che molte delle scialuppe furono ammainate mezze vuote e
che chi era su di esse, pur consapevole che sarebbero potuti tornare verso la
nave, cercando di salvare qualcun'altro, ne fu dissuaso dalla paura che
sarebbero stati tirati sott'acqua dal gorgo dello scafo che affondava. Dallo
scalone di prima classe giunse la coppia dei coniugi Duff, seguiti dalla loro
cameriera,signora Francatelli. Assai preoccupati di subire le seccature di una
convivenza promiscua e sgradevole,insistettero perchè la lancia fosse
calata subito. L'ufficiale,
apparentemente succube di quelle persone, dette ordine di ammainare dopo aver
destinato al governo della barca ben quattro marinai. Russel rimase sorpreso
quando vide arrivare, quasi di corsa, l'uomo anziano del gruppo misterioso che,
con una valigetta in mano, letteralmente saltò nella scialuppa che stava già
scendendo. Il gesto fu imitato da altri 5 marinai che, con decisione fulminea,
saltarono anche loro. La barca, la prima calata in mare, venne quindi ammainata con soli 12 passeggeri
di cui 7 di equipaggio alle ore 01.00 circa.
Russel era rimasto sconcertato dall'iniziativa dell'uomo misterioso, ma
a questo punto non era la cosa più importante, l'avrebbe di sicuro ripescato a
bordo del Carpatia. Per il momento l'unico interrogativo che poteva porsi, era
semmai quale destino avevano seguito gli altri membri del gruppo. Intanto,
affluivano passeggeri sempre in numero maggiore, certamente complice l'evidente
appruamento della nave, che a quel punto aveva cominciato a farsi piuttosto
manifesto, e quindi, malgrado le rassicurazioni degli ufficiali, la paura aveva
cominciato a serpeggiare. Nel crescente frastuono conseguente all'evento che
stavano vivendo, si fece sentire improvvisamente la musica dell'orchestra che,
al completo, si era trasferita dall'ingresso della sala da pranzo di 1^ classe
a quello dello scalone di 2^ classe sul ponte A, dove cercava in qualche modo
di alleggerire la tensione in quel drammatico momento. Per un attimo, come per magia, il suono di
quelle note sembrò avere un effetto tranquillizzante sulle persone che si muovevano
sul ponte, ma pur rappresentando un valido elemento per il morale, non dissolse
completamente l'agitazione che sovrastava quello scenario. Vide imbarcarsi
sulla scialuppa n 3 diversi personaggi, conosciuti in quei giorni. Riconobbe il
sig Henry Sleeper con la moglie Myna, accompagnati dal cameriere egiziano e dal
loro cucciolo pechinese. Seguirono Vera e Adrian Dick, reduci dalla cena con il
capitano, la famiglia Spadden con il loro bambino che stringeva fortemente il
famoso orsetto di pezza, accompagnato dalla bambinaia. Si aggiunsero la signora
Charlotte Drake Cordeza con il figlio e poi il sig Charles Melville Hays
accompagnò la moglie Clara e la figlia Orian ma rifiutò di salire affermando
che la nave avrebbe galleggiato per almeno altre 10 ore e se ne andò.
Lightoller, visto che non c' erano altre donne in arrivo, autorizzò l' imbarco
di altri 20 uomini e dette l'ordine di calare la barca. Intanto l'atmosfera si
faceva sempre più pressante ed aumentava in modo considerevole l'afflusso dei
passeggeri che avevano capito che la situazione si faceva di minuto in minuto
più seria. Venne ad aiutare per le operazioni sulla scialuppa 5 anche il sig.
Lowe, quinto ufficiale, e Russel vide imbarcarsi con un certo sollievo, fra gli
altri, anche i suoi compagni di tavolo, la famiglia Backwith al completo. Sulla
7 riconobbe Helen e Dikinson Bishop con il loro cane Frou Frou,, infine l'attrice
Doroty Gibson insieme alla madre Paolin Carolin. Mentre la scialuppa iniziava a
scendere, vi si lanciarono dentro, fra il disappunto e la disapprovazione
generale, i tre amici Chevre , Aumont e Merechal. Il giornalista passò
sull'altro lato della nave per vedere come andavano le cose da quella parte.
Quando arrivò, parzialmente ostacolato dal flusso delle persone, la scialuppa n
2 era già stata calata. Russel vide
attorno a lui delle persone della 3^ classe, segno che qualcuno aveva trovato
una strada per giungere sul ponte A. Infatti, quando dabbasso avevano iniziato a vedere l'acqua salire nei
dormitori, avevano capito che la situazione era ben diversa da quella che era
stata loro descritta e chi aveva potuto, si era recato al ponte D, dove dalla
zona all'aperto, riservata alla terza classe, attraverso delle scale ed un
semplice cancelletto, erano riusciti ad arrivare alle scialuppe. Però questo
non era sufficiente perchè il personale della nave, pur riservando la
precedenza a donne e bambini, continuava a fare differenza fra le classi. Così
il giornalista vide Leha Kosen Aks con il suo bambino in braccio, accanto alla
scialuppa n 4 ma un marinaio la scostò bruscamente dicendole di andare a
cercarsi un imbarco da un' altra parte. Lady Astor, in fila per salire, ne ebbe
pena ma tutto quello che riuscì a fare per lei fu solamente di darle il suo
scialle per coprire il bambino in quella notte fredda. Hanry Widener fece
salire la madre sulla scialuppa ma, invitato a salire a sua volta, rinunciò
dicendo che doveva tornare in cabina,
per salvare il prezioso libro che aveva comprato. Senza nessuno scrupolo si
fecero avanti e salirono Martin Rotschild con la moglie Elizabeth che teneva in
braccio il suo cucciolo di pomerania, segno questo che anche il sig. McMaster
Murdok non aveva il pieno controllo della situazione. Arthur Ryerson imbarcò la moglie Emily e le
due figlie. Riuscì anche a far accettare il figlio Jack, insistendo sul fatto
che aveva solo 13 anni. Anche William Carter imbarcò moglie e figli, Lucille e
William. Lord Astor fece salire, con mille attenzioni, la giovane moglie Madalain Force, incinta di
tre mesi, assieme alla sua infermiera e alla governante. Poi osservò la
scialuppa che scendeva lungo il fianco della nave finchè, sganciata dalle funi,
si allontanò dallo scafo già evidentemente inclinato. Sulla scialuppa n 6
Lucien Smitth imbarcò la moglie Marie Eloise, di 18 anni e incinta di tre mesi.
Venne quasi costretta a salire anche Margaret Brown Tobin, che avrebbe voluto
invece restare sul ponte per aiutare altre donne a mettersi in salvo. Mentre
stavano per calare, arrivò Helen Churchil Candee accompagnata dal maggiore Butt
e da Francis Millet. Nella confusione, i due suoi accompagnatori, la fecero
salire quasi di forza ma nella manovra la donna perse l'equilibrio e cadde
malamente nella barca slogandosi gravemente una caviglia. Subito dopo gli
uomini iniziarono a calare. Il sig Mc Master Murdok si accorse troppo tardi che
nella barca c'èra un solo marinaio, insufficiente per governarla. Il maggiore
Godfrey Peuchen, che era lì accanto per aiutare, disse che essendo un provetto
velista, ci avrebbe pensato lui. Saltò dal mancorrente alle funi cui era
agganciata ancora la scialuppa e, malgrado i suoi 51 anni, la raggiunse
calandosi per almeno 25 metri. Con il passare dei minuti, la nave si
inclinava sempre di più. Dalle ciminiere
non giungeva più alcun sibilo di vapore. Le caldaie erano in gran parte
sommerse ormai e solo quelle più vicine alla turbina venivano ancora tenute
disperatamente in attività, alimentate dalla squadra del sig, Bell e da
alcuni anonimi fuochisti, degli oscuri
eroi, che al momento opportuno, erano stati capaci di un atto di indescrivibile
coraggio, loro che ufficialmente non esistevano a bordo, tanto che non dovevano
nemmeno essere visti dai passeggeri. Era solo per merito loro che le luci a
bordo ancora funzionavano e che stavano evitando con il loro sacrificio, che lo
scenario divenisse da tragico ad
apocalittico. Le scialuppe 8 e 10 erano già quasi pronte per essere abbassate e
Russel fece a tempo a vedere e documentare solo poche immagini ma salienti.
Sulla scialuppa 8 erano salite, fra gli altri la moglie e la cameriera del sig
Straus. Ma mentre la barca stava per essere calata, la signora Ida si alzò e,
data la sua pelliccia alla cameriera,
scese per raggiungere il marito,
dicendo che erano vissuti insieme e insieme potevano morire. Poi si
allontanarono per raggiungere due poltrone della passeggiata dove si sedettero
aspettando abbracciati quello che la sorte aveva riservato loro. Dalla murata
salutava la sua giovane sposa, Maria Giosefa De Soto, il sig Victor Penasco Y
Castellana, rassicurandola che si sarebbe salvato anche lui e si sarebbero
riuniti da lì a poco.Alla scialuppa 10, la signora Ann Elisabeth Isham stava
insistendo perchè fosse imbarcato anche
il suo cane terranova. All'ennesimo rifiuto, preferì rinunciare a salire sulla
barca piuttosto che abbandonare il suo cane. Russel, che cercava di reprimere
le sue emozioni concentrandosi sul suo lavoro, facendosi largo fra la folla che
ora si muoveva in modo caotico e rumoroso sulla passeggiata,, tornò sull'altro
lato della nave. Attraversando però l'androne dello scalone di prima classe, si
trovò ad assistere ad una scena agghiacciante. Una robusta cancellata a maglie
metalliche che portava su quel livello dalla terza classe, era stata presa
d'assalto da un gruppo di disperati che risalendo dai ponti inferiori,
cercavano di forzarla per avere almeno una speranza di salvezza. A quel punto
infatti l'appruamento della nave aveva precluso il passaggio al ponte D nella
parte anteriore dello scafo. A presidio della cancellata che resisteva ai
tentativi di quei disperati, uomini e donne, c'erano tre marinai che, seppur
impauriti e coinvolti emotivamente, controllavano che il varco restasse chiuso,
malgrado le preghiere , le minacce e le invettive. Russel, che contemporaneamente
a quelle urla disperate, alle raccomandazioni, alle preghiere, sentiva le note
dell'orchestrina sul ponte, fu colpito dalla assurdità di quella scena
terribile e grottesca e si chiese se sarebbe riuscito a non farsi coinvolgere.
Non poteva fare nulla per quelle persone ma non riusciva ad andarsene, finchè
decise che le direttive potevano andarsene al diavolo e si accinse ad
intervenire. Fu però scostato, in modo brusco, da un gruppo di passeggeri che,
assistendo alla scena, non si erano invece fatti scrupoli. Tolsero di mezzo in
modo spiccio i marinai e con un'ascia spaccarono il lucchetto della cancellata.
Un fiume di persone si riversò verso il ponte in cerca di una improbabile
salvezza, comunque all'aria aperta e non prigionieri in una scatola d'acciaio.
Dai racconti di alcuni che passando rispondevano a domande su amici e
congiunti, seppe che taluni, rassegnati, si erano rinchiusi nelle cabine dove
avrebbero atteso la fine. Nel salone di terza classe era sceso padre David
Byles, che aveva radunato attorno a sè
un discreto gruppo di coloro che avevano rinunciato a lottare ed assieme a loro
attendeva la fine recitando il rosario. Russel raggiunse il fianco sinistro
della nave, giusto in tempo per vedere, davanti alla scialuppa 9, che veniva
ammainata in quel momento, il commissario di bordo sig Mc Elroy ed il dottore O'Loughlin,
che dopo aver assistito parecchi
passeggeri, si scambiavano una lunga e significativa stretta di mano, da buoni
amici, e poi li vide dirsi addio, allontanandosi ognuno in cerca di qualcosa di
utile da fare. Dalla murata seguiva la scialuppa anche il sig. Guggenaim,
vestito in modo piuttosto sommario, di certo per la fretta, che vi aveva fatto
salire la sua compagna di viaggio. Vistala al sicuro , rivolto al suo cameriere,
che era al suo fianco disse di andare a vestirsi come si doveva perchè 'avevano
vissuto tutta la vita da signori ed ora era opportuno che morissero anche da
signori'. Leha Kosen stava tentando di
salire sulla scialuppa 11, ormai quasi al completo. Qualcuno le strappò di mano
il bambino e lo passò dentro la barca che iniziò subito dopo a scendere. La
donna per lo shock di essere stata separata dal
figlio in quelle drammatiche condizioni, svenne. Alla fine due uomini
ebbero pietà di quella ragazza e le caricarono di peso nella barca n 13. In
quella arrivò, nero di fuliggine e con un aspetto completamente stravolto,
praticamente irriconoscibile, il fuochista Beuchamp che Russel aveva incontrato
durante la sua visita alle caldaie solo tre giorni prima. Stremato comunicò al
sig Lightoller che il loro capo giù alle caldaie, il 2^ ufficiale di macchina
sig James Esket, era rimasto seriamente ferito e con una gamba rotta, e loro
adesso non sapevano che fare per aiutarlo. Lightoller, riconoscendo il valore
di quegli uomini, decise di salvarne almeno uno, e gli ordinò di salire sulla
scialuppa 13 per dare una mano ai suoi colleghi. Il fuochista, accennò a
rifiutare ma poi, troppo stanco per discutere, salì sulla barca. che fu calata.
Mentre la scialuppa scendeva, giunse il sig. Pierre Rousseau, cuoco del
Ristorante A la Carte. Dalla barca più persone gli fecero segno di lanciarsi.
Lo chef, parve quasi accettare ma poi, esitante sul bordo del ponte, cominciò a
lamentarsi dicendo di essere troppo grasso e che non se la sentiva. Dopodichè,
con le lacrime agli occhi, si girò e scomparve fra la folla. In piedi sul
mancorrente Joseph Massemaker guardava la scialuppa 13 che si allontanava mezza
vuota con la moglie Anna a bordo. All'improvviso, presa una rapida decisione,
si gettò in acqua e, riemerso dopo quel tuffo incredibile, nuotò disperatamente
verso la scialuppa dalla quale molte mani lo aiutarono ad issarsi a bordo. La
folla ora aveva perso ogni parvenza di
controllo e organizzazione. La paura stava lasciando il posto al panico,
manifestato da persone che correvano lungo i ponti senza una direzione precisa,
da lotte disperate per assicurarsi gli ultimi salvagente o passeggeri che
stavano seduti , quasi assenti, ormai insensibili a qualsiasi stimolo esterno.
Russel decise di tornare sul lato destro ma poiché il passaggio per lo scalone
di prima classe era ormai allagato, dovette spostarsi verso poppa, come
d’altronde aveva previsto, per utilizzare il passaggio dello scalone di 2^
classe. Vide Michel Navratil, che era riuscito a mettere in salvo sulla
scialuppa n 12 i suoi due bambini ed ora addolorato per la separazione, ma
speranzoso per la loro salvezza, salutava la barca che si allontanava. Allo
stesso modo salutava dalla murata Benjamin Hart che aveva imbarcato sulla scialuppa
n 14 la moglie e la figlia Eva che il giornalista aveva visto giocare con il
piccolo bulldog. Con la scialuppa 16 scendeva in mare l'ultima barca di
salvataggio del Titanic. Erano le ore 02.00. La nave aveva raggiunto ora una
inclinazione notevole verso prua. Per questo motivo i cavi della scialuppa 14
si erano imbrogliati trattenendola a circa 10 metri dalla superficie del mare e
la 16, calata in tutta fretta, nel suo percorso l'aveva pesantemente urtata,
senza che però, per fortuna ciò recasse danno a quelle già abbastanza
sfortunate persone. Il livello dell'acqua era salito in fretta ed alcune onde
ora spazzavano la parte anteriore del ponte A. Una, particolarmente forte,
arrivò a sommergere la zona dove i coniugi Straus avevano deciso di andare
abbracciati incontro al loro destino. Quando l'acqua si ritirò, dei due anziani
sposi non c' era più traccia. Quì non c'era più nulla da vedere e Russel si
trasferì sulla parte posteriore del ponte delle barche. Assieme a lui altri
passeggeri, chi con il salvagente e chi senza, in una confusione crescente
salivano verso il punto più alto della nave. Notò che le luci della palestra
erano accese e dagli oblò potè vedere alcuni passeggeri che sulle cyclette
pedalavano vigorosamente come se attorno a loro non stesse accadendo nulla di
insolito. Invece c'era qualcosa di insolito. Alcuni ufficiali, aiutati da
volenterosi e spaventati passeggeri stavano tentando di montare i quattro
canotti pieghevoli, posti sul bordo anteriore del ponte. All'improvviso, dal
gruppo dei naufraghi in attesa, uscirono i tre uomini del gruppo misterioso
che, con le armi spianate, si impossessarono del canotto A, prendendo tutti di
sorpresa. Russel sapeva a questo punto cosa sarebbe successo a quei tre
sciagurati. Almeno una risposta ad uno dei tanti misteri del Titanic
l’aveva trovata. Infatti 26 giorni dopo
il naufragio, la nave Celtika avrebbe scorto il battello alla deriva con dentro
tre cadaveri non più identificabili e l'aveva affondato ritenendone inutile il
recupero. Intanto intorno ai canotti la lotta cominciava a farsi serrata. Tutti
avevano capito che quella sarebbe stata l'ultima speranza di salvezza.
Poi...... Gli ufficiali addetti alle operazioni dovettero ordinare ad un numero
ristretto di marinai di fiducia armati, di formare una barriera, anche contro i
loro stessi compagni che, disperati cercavano salvezza. Fra coloro che
aiutavano, Russel scorse il
radiotelegrafista più giovane, il sig Harold Sidney Bride, che, senza
salvagente, stava spingendo assieme agli
altri, il canotto B in acqua. Una forte ondata spazzò quella zona del ponte,
portando via canotto e soccorritori. Dopo pochi secondi riemerse il battello
rovesciato. Chi era stato trascinato via ora stava cercando comunque di
risalirci sopra. Vide che anche Bride, mezzo affogato veniva alla bell'e meglio
tirato a bordo e riconobbe anche il barbiere, sig. August Weikman. Il sig Lightoller aveva provveduto a montare
il canotto C ed ora, con l'aiuto di alcuni marinai, ci aveva fatto salire più
donne e bambini possibile. Al momento di metterlo in acqua, ci saltarono dentro
il sig Ismay ed il suo amico sig. Carter. Per consentire il carico ed il varo
dell'ultimo battello, il D, Lightoller
dovette respingere con le armi un assalto disperato di alcuni fuochisti
che erano riusciti ad arrivare fin lì.
Le ultime donne salvate, fra cui Irene Harris, l'imprenditrice teatrale,
vennero messe in mare alle ore 02.10. Lightoller, invitato a salire per guidare
il canotto, rinunciò e cedette il posto a due dei marinai più fedeli. Ora
iniziò ad accadere tutto in fretta. L'orchestra, che era già andata ben oltre i
suoi compiti, causa l'inclinazione del ponte, non era più in grado di suonare.
Come commiato e augurio sia per chi era riuscito ad imbarcarsi, sia per coloro
che purtroppo si trovavano ancora sulla
nave, eseguirono il brano 'Nearer , my God, to thee'. Al termine, i membri si
strinsero la mano e si complimentarono a
vicenda per l' onore che avevano avuto di suonare assieme. Poi il gruppo si
sciolse.
A questo punto, e chiedo scusa, mi è sembrato
opportuno, riconoscendo il valore di quegli uomini, che fosse giusto render
loro un piccolo tributo, segnalando questo filmato che, personalmente mi ha
molto colpito:
Titanic - Nearer My God to Thee
E' come se anche chi ha avuto la pazienza di seguire
queste righe, prendesse un dovuto commiato dai protagonisti di una storia vera,
giunta oramai quasi al termine. Se ciò non e' consentito mi scuso ma, intanto
magari, fateci un salto, se non altro per curiosità.