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Autore: Avion946    01/02/2012    2 recensioni
Un anziano giornalista viene inviato a bordo del piroscafo Titanic per svolgere una importante delicatissima missione, a proposito della quale, alcune inforamzioni gli sono state volutamente taciute. Dovrà riuscire il protagonista a trovare una soluzione, muovendosi a bordo della nave e vivendo tutte le vicende collegate con il viaggio, dalla partenza al drammatico naufragio. Solo alla fine verrà fuori la soluzione attraverso un imprevisto, incredibile epilogo a sorpresa.
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Cap XII Cronaca di un naufragio

Cap. XII^

 15 aprile 1912 – Tempo del Titanic, ore 00.30

 Erano le ore 00.30 ed il comandante aveva dato ordine, seppure con scarse speranze, che fossero lanciati i razzi di segnalazione e richiesta di soccorso nell'eventualità che ci fosse a portata visiva una nave, magari priva di radio. L'incarico era stato affidato al quarto ufficiale, sig Groves Boxhall, che si era disposto alla postazione sul lato sinistro del ponte delle barche ed al timoniere Thomas Rowe che lanciava invece dal lato destro. Il Titanic disponeva in tutto di 48 razzi. Ne furono lanciati una trentina , in coppia, da babordo e da tribordo, con un intervallo di circa cinque minuti fino alle ore 01.40. Russel, che si era posizionato sul ponte A, verso la prua, sul lato destro della nave, vide arrivare i primi passeggeri che apparentemente senza molta fretta e anzi con atteggiamento alquanto seccato per i sicuri inconvenienti cui di certo andavano incontro, iniziarono a salire sulle lance. Su quel lato dirigeva le operazioni, come previsto,  il sig . Lightoller il quale, con il suo comportamento, ossia quello di velocizzare il più possibile gli imbarchi senza andare troppo per il sottile, confermò quanto riportato dai superstiti del naufragio.  Da un'indagine successiva, sarebbe infatti emerso che molte delle scialuppe furono ammainate mezze vuote e che chi era su di esse, pur consapevole che sarebbero potuti tornare verso la nave, cercando di salvare qualcun'altro, ne fu dissuaso dalla paura che sarebbero stati tirati sott'acqua dal gorgo dello scafo che affondava. Dallo scalone di prima classe giunse la coppia dei coniugi Duff, seguiti dalla loro cameriera,signora Francatelli. Assai preoccupati di subire le seccature di una convivenza promiscua e sgradevole,insistettero perchè la lancia fosse calata  subito. L'ufficiale, apparentemente succube di quelle persone, dette ordine di ammainare dopo aver destinato al governo della barca ben quattro marinai. Russel rimase sorpreso quando vide arrivare, quasi di corsa, l'uomo anziano del gruppo misterioso che, con una valigetta in mano, letteralmente saltò nella scialuppa che stava già scendendo. Il gesto fu imitato da altri 5 marinai che, con decisione fulminea, saltarono anche loro. La barca, la prima calata in mare,  venne quindi ammainata con soli 12 passeggeri di cui 7 di equipaggio alle ore 01.00 circa.  Russel era rimasto sconcertato dall'iniziativa dell'uomo misterioso, ma a questo punto non era la cosa più importante, l'avrebbe di sicuro ripescato a bordo del Carpatia. Per il momento l'unico interrogativo che poteva porsi, era semmai quale destino avevano seguito gli altri membri del gruppo. Intanto, affluivano passeggeri sempre in numero maggiore, certamente complice l'evidente appruamento della nave, che a quel punto aveva cominciato a farsi piuttosto manifesto, e quindi, malgrado le rassicurazioni degli ufficiali, la paura aveva cominciato a serpeggiare. Nel crescente frastuono conseguente all'evento che stavano vivendo, si fece sentire improvvisamente la musica dell'orchestra che, al completo, si era trasferita dall'ingresso della sala da pranzo di 1^ classe a quello dello scalone di 2^ classe sul ponte A, dove cercava in qualche modo di alleggerire la tensione in quel drammatico momento.  Per un attimo, come per magia, il suono di quelle note sembrò avere un effetto tranquillizzante sulle persone che si muovevano sul ponte, ma pur rappresentando un valido elemento per il morale, non dissolse completamente l'agitazione che sovrastava quello scenario. Vide imbarcarsi sulla scialuppa n 3 diversi personaggi, conosciuti in quei giorni. Riconobbe il sig Henry Sleeper con la moglie Myna, accompagnati dal cameriere egiziano e dal loro cucciolo pechinese. Seguirono Vera e Adrian Dick, reduci dalla cena con il capitano, la famiglia Spadden con il loro bambino che stringeva fortemente il famoso orsetto di pezza, accompagnato dalla bambinaia. Si aggiunsero la signora Charlotte Drake Cordeza con il figlio e poi il sig Charles Melville Hays accompagnò la moglie Clara e la figlia Orian ma rifiutò di salire affermando che la nave avrebbe galleggiato per almeno altre 10 ore e se ne andò. Lightoller, visto che non c' erano altre donne in arrivo, autorizzò l' imbarco di altri 20 uomini e dette l'ordine di calare la barca. Intanto l'atmosfera si faceva sempre più pressante ed aumentava in modo considerevole l'afflusso dei passeggeri che avevano capito che la situazione si faceva di minuto in minuto più seria. Venne ad aiutare per le operazioni sulla scialuppa 5 anche il sig. Lowe, quinto ufficiale, e Russel vide imbarcarsi con un certo sollievo, fra gli altri, anche i suoi compagni di tavolo, la famiglia Backwith al completo. Sulla 7 riconobbe Helen e Dikinson Bishop con il loro cane Frou Frou,, infine l'attrice Doroty Gibson insieme alla madre Paolin Carolin. Mentre la scialuppa iniziava a scendere, vi si lanciarono dentro, fra il disappunto e la disapprovazione generale, i tre amici Chevre , Aumont e Merechal. Il giornalista passò sull'altro lato della nave per vedere come andavano le cose da quella parte. Quando arrivò, parzialmente ostacolato dal flusso delle persone, la scialuppa n 2 era già stata calata.  Russel vide attorno a lui delle persone della 3^ classe, segno che qualcuno aveva trovato una strada per giungere sul ponte A. Infatti, quando dabbasso avevano  iniziato a vedere l'acqua salire nei dormitori, avevano capito che la situazione era ben diversa da quella che era stata loro descritta e chi aveva potuto, si era recato al ponte D, dove dalla zona all'aperto, riservata alla terza classe, attraverso delle scale ed un semplice cancelletto, erano riusciti ad arrivare alle scialuppe. Però questo non era sufficiente perchè il personale della nave, pur riservando la precedenza a donne e bambini, continuava a fare differenza fra le classi. Così il giornalista vide Leha Kosen Aks con il suo bambino in braccio, accanto alla scialuppa n 4 ma un marinaio la scostò bruscamente dicendole di andare a cercarsi un imbarco da un' altra parte. Lady Astor, in fila per salire, ne ebbe pena ma tutto quello che riuscì a fare per lei fu solamente di darle il suo scialle per coprire il bambino in quella notte fredda. Hanry Widener fece salire la madre sulla scialuppa ma, invitato a salire a sua volta, rinunciò dicendo  che doveva tornare in cabina, per salvare il prezioso libro che aveva comprato. Senza nessuno scrupolo si fecero avanti e salirono Martin Rotschild con la moglie Elizabeth che teneva in braccio il suo cucciolo di pomerania, segno questo che anche il sig. McMaster Murdok non aveva il pieno controllo della situazione.  Arthur Ryerson imbarcò la moglie Emily e le due figlie. Riuscì anche a far accettare il figlio Jack, insistendo sul fatto che aveva solo 13 anni. Anche William Carter imbarcò moglie e figli, Lucille e William. Lord Astor fece salire, con mille attenzioni,  la giovane moglie Madalain Force, incinta di tre mesi, assieme alla sua infermiera e alla governante. Poi osservò la scialuppa che scendeva lungo il fianco della nave finchè, sganciata dalle funi, si allontanò dallo scafo già evidentemente inclinato. Sulla scialuppa n 6 Lucien Smitth imbarcò la moglie Marie Eloise, di 18 anni e incinta di tre mesi. Venne quasi costretta a salire anche Margaret Brown Tobin, che avrebbe voluto invece restare sul ponte per aiutare altre donne a mettersi in salvo. Mentre stavano per calare, arrivò Helen Churchil Candee accompagnata dal maggiore Butt e da Francis Millet. Nella confusione, i due suoi accompagnatori, la fecero salire quasi di forza ma nella manovra la donna perse l'equilibrio e cadde malamente nella barca slogandosi gravemente una caviglia. Subito dopo gli uomini iniziarono a calare. Il sig Mc Master Murdok si accorse troppo tardi che nella barca c'èra un solo marinaio, insufficiente per governarla. Il maggiore Godfrey Peuchen, che era lì accanto per aiutare, disse che essendo un provetto velista, ci avrebbe pensato lui. Saltò dal mancorrente alle funi cui era agganciata ancora la scialuppa e, malgrado i suoi 51 anni, la raggiunse calandosi per almeno 25 metri. Con il passare dei minuti, la nave si inclinava  sempre di più. Dalle ciminiere non giungeva più alcun sibilo di vapore. Le caldaie erano in gran parte sommerse ormai e solo quelle più vicine alla turbina venivano ancora tenute disperatamente in attività, alimentate dalla squadra del sig, Bell e da alcuni  anonimi fuochisti, degli oscuri eroi, che al momento opportuno, erano stati capaci di un atto di indescrivibile coraggio, loro che ufficialmente non esistevano a bordo, tanto che non dovevano nemmeno essere visti dai passeggeri. Era solo per merito loro che le luci a bordo ancora funzionavano e che stavano evitando con il loro sacrificio, che lo scenario  divenisse da tragico ad apocalittico. Le scialuppe 8 e 10 erano già quasi pronte per essere abbassate e Russel fece a tempo a vedere e documentare solo poche immagini ma salienti. Sulla scialuppa 8 erano salite, fra gli altri la moglie e la cameriera del sig Straus. Ma mentre la barca stava per essere calata, la signora Ida si alzò e, data la sua pelliccia alla cameriera,  scese per raggiungere il marito,  dicendo che erano vissuti insieme e insieme potevano morire. Poi si allontanarono per raggiungere due poltrone della passeggiata dove si sedettero aspettando abbracciati quello che la sorte aveva riservato loro. Dalla murata salutava la sua giovane sposa, Maria Giosefa De Soto, il sig Victor Penasco Y Castellana, rassicurandola che si sarebbe salvato anche lui e si sarebbero riuniti da lì a poco.Alla scialuppa 10, la signora Ann Elisabeth Isham stava insistendo perchè fosse imbarcato  anche il suo cane terranova. All'ennesimo rifiuto, preferì rinunciare a salire sulla barca piuttosto che abbandonare il suo cane. Russel, che cercava di reprimere le sue emozioni concentrandosi sul suo lavoro, facendosi largo fra la folla che ora si muoveva in modo caotico e rumoroso sulla passeggiata,, tornò sull'altro lato della nave. Attraversando però l'androne dello scalone di prima classe, si trovò ad assistere ad una scena agghiacciante. Una robusta cancellata a maglie metalliche che portava su quel livello dalla terza classe, era stata presa d'assalto da un gruppo di disperati che risalendo dai ponti inferiori, cercavano di forzarla per avere almeno una speranza di salvezza. A quel punto infatti l'appruamento della nave aveva precluso il passaggio al ponte D nella parte anteriore dello scafo. A presidio della cancellata che resisteva ai tentativi di quei disperati, uomini e donne, c'erano tre marinai che, seppur impauriti e coinvolti emotivamente, controllavano che il varco restasse chiuso, malgrado le preghiere , le minacce e le invettive. Russel, che contemporaneamente a quelle urla disperate, alle raccomandazioni, alle preghiere, sentiva le note dell'orchestrina sul ponte, fu colpito dalla assurdità di quella scena terribile e grottesca e si chiese se sarebbe riuscito a non farsi coinvolgere. Non poteva fare nulla per quelle persone ma non riusciva ad andarsene, finchè decise che le direttive potevano andarsene al diavolo e si accinse ad intervenire. Fu però scostato, in modo brusco, da un gruppo di passeggeri che, assistendo alla scena, non si erano invece fatti scrupoli. Tolsero di mezzo in modo spiccio i marinai e con un'ascia spaccarono il lucchetto della cancellata. Un fiume di persone si riversò verso il ponte in cerca di una improbabile salvezza, comunque all'aria aperta e non prigionieri in una scatola d'acciaio. Dai racconti di alcuni che passando rispondevano a domande su amici e congiunti, seppe che taluni, rassegnati, si erano rinchiusi nelle cabine dove avrebbero atteso la fine. Nel salone di terza classe era sceso padre David Byles,  che aveva radunato attorno a sè un discreto gruppo di coloro che avevano rinunciato a lottare ed assieme a loro attendeva la fine recitando il rosario. Russel raggiunse il fianco sinistro della nave, giusto in tempo per vedere, davanti alla scialuppa 9, che veniva ammainata in quel momento, il commissario di bordo  sig Mc Elroy ed il dottore O'Loughlin, che  dopo aver assistito parecchi passeggeri, si scambiavano una lunga e significativa stretta di mano, da buoni amici, e poi li vide dirsi addio, allontanandosi ognuno in cerca di qualcosa di utile da fare. Dalla murata seguiva la scialuppa anche il sig. Guggenaim, vestito in modo piuttosto sommario, di certo per la fretta, che vi aveva fatto salire la sua compagna di viaggio. Vistala al sicuro , rivolto al suo cameriere, che era al suo fianco disse di andare a vestirsi come si doveva perchè 'avevano vissuto tutta la vita da signori ed ora era opportuno che morissero anche da signori'.  Leha Kosen stava tentando di salire sulla scialuppa 11, ormai quasi al completo. Qualcuno le strappò di mano il bambino e lo passò dentro la barca che iniziò subito dopo a scendere. La donna per lo shock di essere stata separata dal  figlio in quelle drammatiche condizioni, svenne. Alla fine due uomini ebbero pietà di quella ragazza e le caricarono di peso nella barca n 13. In quella arrivò, nero di fuliggine e con un aspetto completamente stravolto, praticamente irriconoscibile, il fuochista Beuchamp che Russel aveva incontrato durante la sua visita alle caldaie solo tre giorni prima. Stremato comunicò al sig Lightoller che il loro capo giù alle caldaie, il 2^ ufficiale di macchina sig James Esket, era rimasto seriamente ferito e con una gamba rotta, e loro adesso non sapevano che fare per aiutarlo. Lightoller, riconoscendo il valore di quegli uomini, decise di salvarne almeno uno, e gli ordinò di salire sulla scialuppa 13 per dare una mano ai suoi colleghi. Il fuochista, accennò a rifiutare ma poi, troppo stanco per discutere, salì sulla barca. che fu calata. Mentre la scialuppa scendeva, giunse il sig. Pierre Rousseau, cuoco del Ristorante A la Carte. Dalla barca più persone gli fecero segno di lanciarsi. Lo chef, parve quasi accettare ma poi, esitante sul bordo del ponte, cominciò a lamentarsi dicendo di essere troppo grasso e che non se la sentiva. Dopodichè, con le lacrime agli occhi, si girò e scomparve fra la folla. In piedi sul mancorrente Joseph Massemaker guardava la scialuppa 13 che si allontanava mezza vuota con la moglie Anna a bordo. All'improvviso, presa una rapida decisione, si gettò in acqua e, riemerso dopo quel tuffo incredibile, nuotò disperatamente verso la scialuppa dalla quale molte mani lo aiutarono ad issarsi a bordo. La folla  ora aveva perso ogni parvenza di controllo e organizzazione. La paura stava lasciando il posto al panico, manifestato da persone che correvano lungo i ponti senza una direzione precisa, da lotte disperate per assicurarsi gli ultimi salvagente o passeggeri che stavano seduti , quasi assenti, ormai insensibili a qualsiasi stimolo esterno. Russel decise di tornare sul lato destro ma poiché il passaggio per lo scalone di prima classe era ormai allagato, dovette spostarsi verso poppa, come d’altronde aveva previsto, per utilizzare il passaggio dello scalone di 2^ classe. Vide Michel Navratil, che era riuscito a mettere in salvo sulla scialuppa n 12 i suoi due bambini ed ora addolorato per la separazione, ma speranzoso per la loro salvezza, salutava la barca che si allontanava. Allo stesso modo salutava dalla murata Benjamin Hart che aveva imbarcato sulla scialuppa n 14 la moglie e la figlia Eva che il giornalista aveva visto giocare con il piccolo bulldog. Con la scialuppa 16 scendeva in mare l'ultima barca di salvataggio del Titanic. Erano le ore 02.00. La nave aveva raggiunto ora una inclinazione notevole verso prua. Per questo motivo i cavi della scialuppa 14 si erano imbrogliati trattenendola a circa 10 metri dalla superficie del mare e la 16, calata in tutta fretta, nel suo percorso l'aveva pesantemente urtata, senza che però, per fortuna ciò recasse danno a quelle già abbastanza sfortunate persone. Il livello dell'acqua era salito in fretta ed alcune onde ora spazzavano la parte anteriore del ponte A. Una, particolarmente forte, arrivò a sommergere la zona dove i coniugi Straus avevano deciso di andare abbracciati incontro al loro destino. Quando l'acqua si ritirò, dei due anziani sposi non c' era più traccia. Quì non c'era più nulla da vedere e Russel si trasferì sulla parte posteriore del ponte delle barche. Assieme a lui altri passeggeri, chi con il salvagente e chi senza, in una confusione crescente salivano verso il punto più alto della nave. Notò che le luci della palestra erano accese e dagli oblò potè vedere alcuni passeggeri che sulle cyclette pedalavano vigorosamente come se attorno a loro non stesse accadendo nulla di insolito. Invece c'era qualcosa di insolito. Alcuni ufficiali, aiutati da volenterosi e spaventati passeggeri stavano tentando di montare i quattro canotti pieghevoli, posti sul bordo anteriore del ponte. All'improvviso, dal gruppo dei naufraghi in attesa, uscirono i tre uomini del gruppo misterioso che, con le armi spianate, si impossessarono del canotto A, prendendo tutti di sorpresa. Russel sapeva a questo punto cosa sarebbe successo a quei tre sciagurati. Almeno una risposta ad uno dei tanti misteri del Titanic l’aveva  trovata. Infatti 26 giorni dopo il naufragio, la nave Celtika avrebbe scorto il battello alla deriva con dentro tre cadaveri non più identificabili e l'aveva affondato ritenendone inutile il recupero. Intanto intorno ai canotti la lotta cominciava a farsi serrata. Tutti avevano capito che quella sarebbe stata l'ultima speranza di salvezza. Poi...... Gli ufficiali addetti alle operazioni dovettero ordinare ad un numero ristretto di marinai di fiducia armati, di formare una barriera, anche contro i loro stessi compagni che, disperati cercavano salvezza. Fra coloro che aiutavano,  Russel scorse il radiotelegrafista più giovane, il sig Harold Sidney Bride, che, senza salvagente,  stava spingendo assieme agli altri, il canotto B in acqua. Una forte ondata spazzò quella zona del ponte, portando via canotto e soccorritori. Dopo pochi secondi riemerse il battello rovesciato. Chi era stato trascinato via ora stava cercando comunque di risalirci sopra. Vide che anche Bride, mezzo affogato veniva alla bell'e meglio tirato a bordo e riconobbe anche il barbiere, sig. August Weikman.  Il sig Lightoller aveva provveduto a montare il canotto C ed ora, con l'aiuto di alcuni marinai, ci aveva fatto salire più donne e bambini possibile. Al momento di metterlo in acqua, ci saltarono dentro il sig Ismay ed il suo amico sig. Carter. Per consentire il carico ed il varo dell'ultimo battello, il  D, Lightoller dovette respingere con le armi un assalto disperato di alcuni fuochisti che  erano riusciti ad arrivare fin lì. Le ultime donne salvate, fra cui Irene Harris, l'imprenditrice teatrale, vennero messe in mare alle ore 02.10. Lightoller, invitato a salire per guidare il canotto, rinunciò e cedette il posto a due dei marinai più fedeli. Ora iniziò ad accadere tutto in fretta. L'orchestra, che era già andata ben oltre i suoi compiti, causa l'inclinazione del ponte, non era più in grado di suonare. Come commiato e augurio sia per chi era riuscito ad imbarcarsi, sia per coloro che purtroppo si trovavano  ancora sulla nave, eseguirono il brano 'Nearer , my God, to thee'. Al termine, i membri si strinsero  la mano e si complimentarono a vicenda per l' onore che avevano avuto di suonare assieme. Poi il gruppo si sciolse.

 

A questo punto, e chiedo scusa, mi è sembrato opportuno, riconoscendo il valore di quegli uomini, che fosse giusto render loro un piccolo tributo, segnalando questo filmato che, personalmente mi ha molto colpito:


Titanic - Nearer My God to Thee


E' come se anche chi ha avuto la pazienza di seguire queste righe, prendesse un dovuto commiato dai protagonisti di una storia vera, giunta oramai quasi al termine. Se ciò non e' consentito mi scuso ma, intanto magari, fateci un salto, se non altro per curiosità.

  
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