Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: La figlia di Giotto    01/02/2012    3 recensioni
La vita nei piccoli quartieri è dura: una vita spietata dove i sentimenti non hanno nessun significato... E se le cose cambiassero?
Nemici giurati, amanti spregiudicati in una storia all'insegna dell'odio, della danza, dell'.. amore?
Dal 1 capitolo:
"Strega, dove sono tutti gli altri?”
“Cosa vuoi che ne sappia io?”
“Ti dispiacerebbe essere un tantino più gentile?!”
“ Come si fa a essere gentile davanti questa faccia da coglione?”
[Roba SasuSaku, accenni NaruHita, ShikaIno]
(Avvertimento #1 : alcuni capitoli saranno incentrati su una canzone, e quando lo saranno ve lo scriverò all'inizio del capitolo.
#2: Rating giallo per le parolaccie sparse che probabilmente troverete qua è là, niente di troppo volgare)
Read and enjoy
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akatsuki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dio che ritardo >_< spero che riusciate a perdonarmi! So che vi avevo promesso delle spiegazioni su i passi di danza del primo capitolo ma è già un miracolo che sono riuscita ad aggiornare , visto che domani ho diverse interrogazioni e verifiche... Spero che riusciate a perdonarmi! Nel prossimo capitolo lo farò, quanto è vero che la politica italiana fa schifo lo farò!
Ora, una piccola nota che non centra niente , ma nel dirlo mi sento soddisfatta: Cronache del Mondo Emerso, ho finito di leggere la trilogia e me ne sono letteralmente innamorata! ( Inutile dire che sono scoppiata a piangere alla fine). Va bè, mi sto dilungando troppo, vi lascio alla fic 
 
Naturalmente le critiche sono ben accette, ma senza offendere ;)

_______________________________________________________________________________________________



Non mi sarei mai aspettata una disgrazia simile.

 

Combatti, balla, ama.
Secondo capitolo.
 

“Signorina Haruno” La richiamò il commissario, mentre lei aspettava tranquilla al di fuori dell’enorme edificio.
“L’uomo, oltre ad avere un alto tasso di alcool nel corpo, aveva anche fatto uso di stupefacenti.” Confermò. Lei abbassò il viso; quante volte aveva sentito parlare di gente morta per colpa di cretini  strafatti? E quel giorno sarebbe potuto succedere a lei. Quanto li odiava.
“E’ stata fortunata, signorina. Ha idea di quanta gente muore per uomini così idioti?” Strinse i pugni.“Dovrebbe essere felice” Si morse un labbro.
Ma Sakura non riesce ad essere felice: è quasi pentita. Non tutti sono stati graziati come lei. Lei si sente in colpa per non essere morta.
“Signorina, tenga.” Disse il commissario, porgendole un biglietto da visita.
“E’ brava.” Sakura lo guardò stranita, poi lesse meglio: era il biglietto da visita di una psicologa.
“Oh no, no, la ringrazio…” Lesse il nome dell’uomo sulla targhetta che portava “Commissario Kakashi, ma non ne ho bisogno.” Fece lei, restituendogli il biglietto. Lui non lo prese.
“Lo tenga lei, per ogni evenienza.” Con le mani in tasca, giro i tacchi e sparì dietro la porta.
La ragazza, invece, rimase a guardare il biglietto.
Ma andiamo! Non ho mica bisogno di una psicologa! Neanche mi fosse presto ‘sto gran trauma!
Archiviò completamente l’idea di una psicologa e infilò il biglietto nella tasca del giubbotto.
 
Fatto sta che quella sera, al ristorante cinese di Teuchi, Sakura non riuscì a sorridere. E non solo per l’incidente.
Sakura pensava a quel ragazzo così strano, misterioso, scontroso, assolutamente irresistibile e non ne capiva il motivo. Dopotutto era così maleducato, ma è pur vero che l’aveva salvata.
Come si sentiva in colpa: lui le aveva salvato la vita mettendo a rischio anche la sua e lei? Lei si è riscattata con uno schifoso grazie; certo, lui non l’aveva aiutata ma forse è solo uno molto modesto!
Ah, che mal di testa che ha Sakura ora.
Quando lo aveva raccontato agli altri loro ci rimasero così, spiazzati: alcuni non ci credevano mentre altri, vedendo con che faccia Sakura raccontava il tutto, non poterono far altro che accettare la realtà: quel giorno avrebbero potuto perdere una loro cara amica. Ora non ci penserai più! Sta sera ti faremo dimenticare tutto! le avevano assicurato.
Beh, loro si sono assicurati un bel mal di testa con tutta la vodka che si sono bevuti, appena fuori il ristorante cinese. Sakura, dopo esperienza che aveva vissuto, si accontentò di una coca cola.
Piantò la lattina mezza piena sul muretto davanti a lei, dove Ino si scolava l’ennesima bottiglia di birra. Tutti sorridenti, chi per l’effetto dell’alcool contenuto nella bevande, chi per l’aria festagliola.
Si infilò le mani tra i capelli rosa pastello, scuotendo la testa. Basta. Basta con questi pensieri. Basta con tutta ‘sta depressione, o finirai veramente in uno studio!
Domani stesso Sakura Haruno sarebbe andata alla ricerca del suddetto ragazzo!
 
A Sasuke faceva talmente male la testa che quella sera preferì non uscire.
Non c’era nessuno in casa, dato che Itachi, suo fratello, uscì.
Questo voleva dire solo una cosa: la preziosa birra di Itachi importata dall’Olanda era nelle sue mani.
Beh, non era proprio il rimedio perfetto per il mal di testa ma , ehi, le occasioni si colgono al balzo.
Molto meglio di quei dolcetti di cui era piena casa.
Per fortuna che Sasuke Uchiha non soffriva di solitudine, visto che quella sera non riusciva proprio a star con la gente. Nemmeno con la sua crew.
Tanto a fargli compagnia c’era la sua adorata Playstation, ma prima ancora di prendere in mano il joystick si rese conto di aver finito la birra. Andò in cucina e aprì il frigorifero.
Coca cola no, birra scadente no… Ehilà grappa alle ciliegie!
Afferrò la bottiglia color rosa pastello e si diresse verso l’enorme salone della villa.
 Si, una villa. La sua famiglia era molto ricca.
Il ragazzo era già un po’ brillo ma non abbastanza da farsi sopraffare dall’alcool. Ecco perché, quando i suoi occhi finirono per osservare il colore della bottiglia tenuta in mano, quest’ultima gli ricordò qualcosa di familiare.
Ma cosa?
Forse una ragazza?
 
 
Sakura non amava essere una ritardataria: è sempre stata una ragazza attenta e precisa.
Per questo, quando viene svegliata dai raggi del sole, non può far altro che accorgersi che non è proprio in orario per la scuola.
E corre, inciampa, impreca contro la sveglia che, quella mattina, non svolse il suo solito compito: tutto per essere pronta in meno di dieci minuti.
Pedala veloce, a per di fiato. La gonna verde smeraldo ricade ritmicamente sulla coscia, quest'ultima avvolta in delle pesanti calze di lana e, più su, una morbida camicia color panna fascia il busto minuto della ragazza, mettendo in risalto le moderate forme. Sopra, uno stretto maglione, anch’esso si lana. Dopotutto era appena arrivato l’inverno. Le ballerine color velluto le davano quel tocco di ragazzina. Quella cravatta oro e vermiglio che si nascondeva sotto il maglione, però, le donava eleganza. Dopotutto frequentava la Benjamin Hight School, nome dedicato al fondatore, una delle scuole più prestigiose di New York.
E sono le 8:30 quando Sakura raggiunge con la sua bici l’enorme edificio scolastico.
Ma , stranamente, non pensa alla matematica e alla storia quel giorno, ma pensa costantemente al viso freddo, distaccato, angelico di quel ragazzo, di quel Sasuke.
Anche mentre percorre, insieme a Ino, la strada che conduce alla casa dell’amica, Sakura non fa altro che tenere il capo chino.
- Non ti sopporto,sai?- Le disse Ino, aggrottando le sopracciglia. Sakura la guardò senza capire.
- Dovresti essere felice! Saresti potuta morire, Sakura, lo capisci?! – Si fermarono. La bionda la guardò con sguardo colpevole. Sakura non rispose. Dopotutto, cosa poteva dirle? Si sentiva in colpa di non essere morta?
- Cosa diavolo ti sta succedendo, Sakura?- Si arrese, sta volta lo sguardo di Ino era compassionevole e la guardava dritto negli occhi.
- Ino…- iniziò titubante Sakura. – non ti ho detto una cosa.-
- Cioè, cosa?- Rispose la bionda.
-In realtà, a salvarmi è stato un ragazzo.- Si fermò un attimo, cercando di riordinare le parole nella sua mente. – Sentivo della musica e lui si è buttato su di me, spingendomi in avanti. E’ un eroe, Ino: è stato così coraggioso! Ha messo in pericolo la sua vita per salvare me, un’estranea! Capisci?- Ino sorrise, facendo cenno di si. -Poi, quando mi sono alzata, l’ho visto in volto: non puoi nemmeno immaginare cosa ho provato quando i miei occhi hanno incontrato i suoi.- Terminò, sorridendo debolmente.
Rimasero in silenzio per alcuni secondi.
-Non sei arrabbiata, vero?- Disse preoccupata la ragazza. Ino, per tutta risposta, l’abbracciò forte, sorridendo.
 
 
- Di un po’- cominciò Ino, ingoiando del pop corn, - com’è questo… eroe?- Sakura, che si stava accomodando sul divano vicino all’amica con decine di schifezze in mano, la guardò strabuzzando gli occhi. Si innervosì di botto.
- Come vuoi che sia?! E’ carino, capelli neri, occhi neri… Niente di che.- Affondò il viso nel barattolo di cioccolata che teneva in mano. La bionda non si face ingannare, però.
-Certo, e dimmi: caratterialmente come’è?- Sakura cercò di essere il più credibile possibile.
-Un tale maleducato! Pensa che non voleva nemmeno essere ringraziato!- Ammise, diventando leggermente rossa in volto.
-E cosa ti ha fatto innamorare di lui?- Sakura sussultò, mentre Ino – vipera- scoppiò in un mare di risate.
-Che diavolo dici Ino-pig! Non mi sono innamorata di lui!- Urlò, cercando di riacquistare un po’ di dignità mentre la bionda non la smetteva di piegarsi in due.
-Mio Dio, che faccia hai fatto!- Sussurrò tra una risata e l’altra mentre si asciugava le lacrime.
-Cara Frontespaziosa,- Cominciò, posandole un dito sulla fronte.-ti conosco meglio di chiunque altro e credimi, non riuscirai mai a mentirmi.- La spinse lievemente e sorrisero.
Il giorno seguente anche il resto del gruppo sarebbe venuto a conoscenza del famoso Sasuke.
 
 
 
Che si sia innamorata veramente?
Quel pensiero l’accompagna costantemente, ora dopo ora, giorno dopo giorno e a nulla valsero i tentativi della ragazza di cercare il suo eroe.
Cominciò a frequentare, insieme alla sua crew, strade di periferia, nuovi bar, nuovi parchi… Niente, quel misterioso e attraente ragazzo era come sparito nel nulla.
Una sera, tornando a casa, Sakura, dopo aver varcato la soglia del suo appartamento, si buttò sul letto non curante della troppa imbottitura che aveva in dosso.
Sbuffava, sbuffava e ricordava: avrebbe dato di tutto per rivedere, anche se per poco tempo, quegli occhi.
Scattò in piedi, aveva bisogno di sgombrare la mente.
 
I rumori arrivavano ovattati, vista la lontananza da qualsiasi fonte di rumore. Solo i suoni confusi di clacson lontani. Un colpo di vento, sentì un brivido leggero percorrerle la schiena, le mani posate sulla grata fredda, lo sguardo in avanti, fermo su un punto lontano. Il cielo e il paesaggio non erano più definiti; si mischiavano tra loro, come inchiostro in acqua. L’orizzonte era solo un ricordo lontano. Si distinguevano solo le luci soffuse dei lampioni e della insegne colorare. Sakura veniva lì, sul punto più alto della città, quando voleva svuotare la mente. Fece un respiro profondo e alzò gli occhi al cielo. I polmoni si riempirono di aria pura, in gola il gelo, la mente sgombra da ogni pensiero.
Quando si sentì libera, si avviò verso casa.
Era avvolta in uno spesso abito color panna che le arrivava precisamente a metà coscia. Sotto, pesanti calze color cielo. Un look semplice ma che le stava d’incanto. Il tutto contornato da stivali, un pesante cappotto e, naturalmente, cappello di lana e sciarpa.
Una normale ragazza sarebbe sicuramente terrorizzata dall’idea di percorrere le buie strade di New York, ma non Sakura; lei era cresciuta lì, in quelle stradine. Sapeva che non doveva aver paura del suo luogo di nascita. Dopotutto, era famosa : molti, infatti, la conoscevano e la rispettavano. Non solo era una cosiddetta “ragazza con le palle”; tutti la conoscevano per il suo stile di danza, per l'entusiasmo che mostra mentre balla e ,soprattutto, per quel sorriso cristallino che le si dipingeva sul volto ogni volta che incominciava la musica e, di conseguenza, anche lei cominciava a muoversi.
Andava fiera della sua reputazione e ogni volta camminava a testa alta.
Arrivò a casa nel giro di un quarto d’ora; erano ormai le 00:30. Frugò nelle tasche del cappotto alla ricerca delle chiavi, che trovò quasi immediatamente.
Si sentì vibrare e capì che quelle vibrazioni provenivano dal suo telefono cellulare. Un messaggio.
 
-So che è tardi ma non ho resistito, dovevo dirtelo! Indovina quale crew si esibirà sabato sera alla discoteca in centro, dove siamo andati lo scorso venerdì?!-
-Naruto-

Sgranò gli occhi e sorrise estasiata. Mai, e dico mai, sono stati chiamati per qualche esibizione! L’idea di mostrare a tutti di che pasta erano fatti l’estasiava.
 
-Spero che non sia uno scherzo perché sto scoppiando dalla gioia!
Oh, dimenticavo, prove fissate per domani alle 15, dobbiamo farci riconoscere! Spargi la voce, notte testa quadra 

  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: La figlia di Giotto