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Autore: Mystica    11/09/2006    3 recensioni
Magneto, seduto nel parco, gioca una partita a scacchi contro se stesso. Che cosa ne sarà di lui, adesso che non è più un mutante? Mystica trama vendetta verso l'uomo che l'ha abbandonata proprio nel momento peggiore. E lo avvicina, adesso che è lui ad aver bisogno di aiuto...
Genere: Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Erick Lensherr/Magneto, Raven Darkholme/Mistica
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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- Allora, il Fast Food dovrebbe essere questo.

Sabretooth, a qualche passo di distanza da un’ancora troppo nervosa Raven, fissava un’insegna con le sopracciglia aggrottate. Era un vecchio cartellone luminoso, appeso storto, che recava la scritta “Fast Meals” e il disegno di un Hamburger stilizzato.

- Perché dobbiamo capitare sempre in posti così squallidi?

Mystica non rispose. Si limitò ad avviarsi verso la porta a vetri e spingere la maniglia verso il basso. Nonostante l’ora tarda, il fast food era ancora aperto, e almeno una dozzina di avventori stava seduta attorno ai tavoli.

- Non voglio sapere come facevi ad essere al corrente del fatto che Toad lavora in questo posto- disse Mystica, storcendo il naso.

Al bancone, tre camerieri con la divisa del locale – camicia rossa e pantaloni blu scuro – erano occupati a riempire di patatine fritte alcuni contenitori. Uno di loro era, inequivocabilmente…

- Toad! Eccolo lì!

Mentre Sabretooth si sedeva a un tavolo piuttosto vicino alla cassa, in modo da restare a portata d’occhio, Raven si avvicinò al banco con un sorriso che ricordava assai un ghigno.

Toad, dalla sua postazione, già da un po’ di tempo si era messo in ascolto. Aveva interrotto il suo lavoro, e guardava la manovra di avvicinamento di Sabretooth e Mystica con evidente diffidenza. Tuttavia, non poteva far altro che aspettare.

- Desidera?- chiese, la voce che un po’ tremava, quando Raven appoggiò i gomiti al bancone, a qualche centimetro da lui. Gli lanciò un’occhiata penetrante, che lo fece rabbrividire.

- Non fare finta di niente Toad. Lo so che ci hai riconosciuti.

Il mutante lanciò un’occhiata nervosa agli altri camerieri, in cerca di aiuto, ma questi sembravano del tutto indifferenti alla conversazione.

- Non vi ho mai visti prima- esalò infine.

- Ma dai- sorrise Raven, avvicinandosi ancora un po’- Dovremo rinfrescarti la memoria!

Così dicendo, si fece un po’ da parte e fece cenno a Sabretooth di raggiungerla.

- Che cosa volete da me?

- Noi non vogliamo assolutamente niente. È la Confraternita ad aver bisogno di te.

- No…

Toad mosse qualche passo indietro, istintivamente, nella speranza che quella semplice parola potesse essere sufficiente a fargli da scudo contro la disarmante verità.

- Tu sei uno di noi, Toad. Lo sei sempre stato, quando pensavi che l’attacco fosse la miglior difesa. E adesso… adesso che non hai più bisogno di difenderti, sei disposto ad abbandonare tutto?

- Io…- protestò debolmente il mutante.

Raven lo fissò, furente, per qualche istante.

- Non riesci proprio a capire che questa non è la fine della guerra? È solo una pausa fra due battaglie, e non ci vorrà molto prima che si riaprano i conflitti. Tu da che parte stai?

La mano di lei, adesso, stringeva il colletto della camicia di lui, spasmodicamente. Era chiaro che Raven avrebbe desiderato, in quel momento, stringere il suo collo.

La donna non si aspettava una simile reticenza. Sapeva che era sempre stato un pavido, e che il sapore della normalità è una promessa allettante per tutti gli insicuri. Ma sapeva anche che la paura è un’arma vincente.

- Non credere di poterci rinnegare! Farai presto i conti con la verità, se scegli la strada che adesso i sembra più facile…

- Mortimer, ci sono problemi con la signorina?

Un ragazzo dallo sguardo gentile fece capolino dalle cucine sul retro, un’espressione dubbiosa dipinta in volto. Sembrava piuttosto imbarazzato, sicuramente perché pensava di non avere il diritto di impicciarsi in quello che sembrava un problema personale di Toad.

Raven si allontanò di scatto dal compagno, che riuscì a tirar fuori un sorriso tirato.

- Tutto a posto, Ant, grazie. Ti spiace se stacco un po’ prima, stasera?

Il ragazzo sorrise caldamente di rimando.

- Non c’è problema. Ti meriti una pausa.

- Già, vieni a fare un break con noi, Mortimer- sogghignò Sabretooth, scortando l’amico fuori dal locale.

***

Nel corridoio faceva freddo. La porta metallica si aprì, scivolando silenziosamente da un lato. Le luci si spensero lentamente, mentre quelle della stanza si facevano più vivide.

La stanza, se così si può definire, era un’enorme struttura sferica con una passerella sospesa al centro. Questa specie di corridoio conduceva ad una piattaforma circolare, esattamente al centro, con un sedile.

Le pareti, rivestite con decine e decine di lastre metalliche, davano all’intera sala l’aspetto di una gigantesca prigione futuristica.

- Cerebro…- mormorò Magneto.

Quella costruzione era probabilmente la creazione più grandiosa mai realizzata da un mutante, e fungeva essenzialmente da catalizzatore per i poteri di Xavier. Eric ricordava benissimo i mesi dedicati alla sua costruzione, quando lui e Charles erano poco più che ragazzi, e non si erano ancora accorti che la loro divergenza di idee era troppo profonda per poter cooperare.

- E’ passato talmente tanto tempo…

- Non sei qui per un viaggio sentimentale, cocco- tagliò corto Wolverine, riportando bruscamente Magneto alla realtà – Spiegaci come usare questo giocattolo e smamma.

***

Toad non era affatto felice della situazione in cui si era improvvisamente venuto a trovare. Durante l’intero tragitto dal fastfood alla sua malridotta dimora, si limitò a camminare senza voltarsi, seguito a pochi passi di distanza da Sabretooth e Mystica.

- Hey, amico, piantala di tenerci il muso!- gli gridò Victor, spazientito.

Toad non rispose. Era giunto di fronte ad un portone scuro, incassato in una facciata di mattoni rossi e crepati. Ma anziché estrarre una chiave, Mortimer spiccò un salto e si aggrappò con le mani ad un’asta di ferro, sospesa a un paio di metri dal suolo. Sotto il suo peso, una scala antincendio iniziò ad allungarsi, cigolando, finchè non ebbe toccato terra. Sabretooth e Mystica si scambiarono un ghigno.

- Si fa quello che si può- si giustificò Toad, stringendosi nelle spalle.

In silenzio, il gruppetto si arrampicò su per la scala fino ad una portafinestra al quinto piano. Il vetro era a pezzi, e dall’interno della stanza si sentivano provenire il suono di una chitarra e il ronzare monotono di un televisore.

- I ragazzi sono in casa!- esclamò Toad, con una smorfia di disappunto.

I suoi compagni lo fissarono interrogativi.

- I miei… “coinquilini”- spiegò Toad – Mutanti anche loro. Viviamo qui in attesa di trovare una sistemazione migliore. Chiederò loro di lasciarci soli.

Sabretooth annuì, e stava per dire qualcosa, quando Mystica lo interruppe.

- Falli restare. Potremmo aver bisogno anche di loro. Come si suol dire, più siamo…

***

- Perfetto. Non è cambiato molto dall’ultima volta che sono stato qui.

Magneto si voltò verso Storm, distogliendo lo sguardo da Cerebro dopo una minuziosa analisi. Lei rimase in silenzio, in attesa. Anche Eric era silenzioso, come soprappensiero.

- Avete un telepatie in questa scuola?- chiese, dopo una pausa.

Storm esitò un momento a rispondere, passando mentalmente in rassegna tutti gli studenti dello Xavier’s.

- Ci sarebbe Vera Langton, ma ha solo sei anni e…

- Sarà sufficiente.

- Che cosa dovrà fare?

- Le insegnerò come utilizzare Cerebro per pochi secondi. Basteranno per contattare un telepate esperto, che possa cavarsela da solo. È l’unica possibilità.

- Potrei imparare io…

Magneto fissò Storm con un misto di compassione e incredulità.

- Tu? Se tu, o io, o un qualunque altro essere privo di poteri telepatici, tentasse di utilizzare Cerebro… beh, diciamo che non avrebbe modo di raccontarlo.

Lei si limitò ad annuire.

- Perfetto. Potrei…

- Un momento- intervenne Logan, brusco- E’ il momento di stabilire qualche punto fondamentale. Per prima cosa, finchè avrai a che fare con Cerebro non potrai uscire dallo Xavier’s se non accompagnato da me o Storm.

- Mi sembra giusto- concesse Magneto.

- Secondo- continuò Wolverine- Non ti sarà permesso di utilizzare il telefono, o qualsiasi altro mezzo di comunicazione, se non sotto stretta sorveglianza.

- Giusto anche questo.

- Terzo. Non ti sarà permesso di avvicinarti a nessuno, e ripeto nessuno degli alunni. Durante le sessioni di “allenamento” di Vera, un supervisore controllerà che tu non le metta in testa strane idee. Tutto chiaro?

- Lampante- replicò Magneto, con un sorriso forse un po’ troppo simile ad un ghigno.

***

- Ragazzi, questi sono Mystica e Sabretooth.

Un gruppetto di sei o sette giovani, equamente divisi tra un vecchio divano in ombra e un tappeto davanti al televisore, si voltarono quasi simultaneamente. Toad mosse qualche passo nella stanza, seguito a breve distanza dagli altri due, che si guardavano attorno incuriositi.

Il locale era decisamente malridotto, e dal soffitto pendeva un lampadario privo di lampadina. Eccezion fatta per il tappeto, il divano e la televisione, nella stanza non c’era niente. Il vano di una porta, di cui rimanevano solo i cardini, immetteva in un’altra stanza.

- Benvenuti. Non è una reggia, ma è casa- disse Toad ai suoi improbabili ospiti.

Un ragazzo dai capelli verdi si alzò dall’angolo buio, appoggiando la chitarra sul pavimento. Si avvicinò a Toad in silenzio, gli girò attorno e rimase in piedi, immobile, di fronte ai nuovi venuti. La sua espressione era decisamente ostile.

- Come sappiamo che possiamo fidarci, Toad?- chiese.

- Sono vecchi amici, Zeno. Hanno un affare da proporci.

Il ragazzo si voltò e tornò al suo posto. Gli altri avevano smesso di dedicarsi alle precedenti occupazioni, e adesso tutti gli occhi erano fissi sulla scena che si stava svolgendo fra Zeno e i nuovi venuti.

- Sentiamo cos’avete da dirci, dunque.

***

***

Mystica è riuscita a terminare il capitolo 5!* Dopo la lunghissima pausa vacanziera, riprendere il ritmo è quasi impossibile! In questo chap e nei prossimi presenterò alcuni OC (original characters), a cominciare da Vera (la ragazzina telepate) e Zeno (il mutante con i capelli verdi). Zeno ha il controllo sulle piante. Spero di aver occasione di dirlo nei prossimi capitoli! Questo personaggio mi piace molto, il nome è quello di un santo tipico della mia città, ma mi piaceva troppo! (così potete indovinare dove abito! ^^) P.S.: Forse il capitolo 6 tarderà un po' ad arrivare... ho il blocco dello scrittore sull'ultima pagina... XD...*Mystica svanisce in una nuvola di fumo nero*

  
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