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Autore: __MariMalfoy    02/02/2012    16 recensioni
Marilynn è costretta da Danielle a passare una serata in un locale con i suoi amici, un locale dove una strana macchina è incaricata di distribuire anime gemelle a tutte...
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Odiavo le strambe idee di Danielle. Che motivo c’era di andare in un locale dove era presente una strana macchinetta che ti chiedeva nome, cognome, età, sesso, codice fiscale, indirizzo, caratteristiche fisiche, nome dell’ospedale in cui sei nato, nome di tua madre da nubile, nome di tuo padre, la tua famiglia, il tuo lavoro? Tutto questo per trovare la cosiddetta “anima gemella”.
Nonostante avessi protestato, rantolato e pianto per farla desistere, era stato quasi impossibile: Liam era stato dalla sua parte, era stato potente quanto il cibo di fronte alla fame chimica di Niall; l’irlandese era andato in fissa con l’idea di trovarsi una ragazza perfetta; Harry non vedeva l’ora di portarsi a letto la povera malcapitata che si sarebbe trovato tra le mani e Zayn, anche se avrebbe preferito stare a casa, aveva accettato senza fare pio. E poi c’era Marilynn che non aveva detto niente, che aveva acconsentito per poi cercare di rifiutare.
La domanda più appropriata era: cosa avrebbe comportato dentro di me quella stupida idea se Marilynn fosse stata lì? Se lei avesse trovato un’altra persona che fosse stata la sua vera anima gemella, invece che interessarsi a me?
Per quanto possa essere inutile dirlo io, che ricercavo sempre ragazze perfette in ogni singolo dettaglio, mi ero innamorato di quella imperfetta, che non si truccava mai, che non osava mai mettersi una gonna, che non voleva staccarsi dalle sue magliette nere e dai suoi capelli biondicci sciolti. Per lei era una vera e proprio bestemmia legarseli.
Eppure mi piaceva terribilmente. Adoravo quando si mangiava le unghie dal nervosismo, quando ripiegava le forchette con l’aiuto di Zayn per mettersele al polso come braccialetti, quando indossava le felpe extralarge e fluorescenti, i jeans strappati, le Converse consumate. Amavo quando con impegno fabbricava braccialetti di stoffa per tutti e li dispensava volentieri, quando si stringeva dal freddo, quando le sue sopracciglia si aggrottavano dal dubbio, quando rispondeva sarcasticamente a una frecciatina di Harry, quando i suoi occhi castani diventavano opachi per la tristezza, quando non piangeva mai da sola ma lo faceva di fronte a tutti senza vergognarsi. Ormai avevo perso il conto di quante volte avrei voluto chiederle perché osava distruggermi internamente in quel modo ma ero sicuro che non lo facesse apposta. O forse sì.
In quei giorni mi sembrava assente, in un mondo tutto suo. Forse avrei dovuto chiedere a Niall se mai le fosse successo qualcosa… la mia invidia nei suoi confronti era gigantesca. Era la sua migliore amica, quasi somigliavano a due polipi quando si vedevano e si stringevano in quegli abbracci assassini.
Appena entrai in quel locale, illuminato da centinaia di luci psichedeliche e soffuse in qualcosa che sapeva molto di posto di appuntamenti al buio, Liam ci guidò tutti, mano nella mano con Danielle, verso un tavolo più lontano dove ci sedemmo. Marilynn si torturava le mani con evidente nervosismo, sempre accanto a Niall, e non aveva nessuna intenzione di staccarsene.
Se non fosse stata una delle persone più dolci e carine che avessi mai incontrato, l’avrei volentieri ucciso con le mie mani.
“Dove sarebbe questa fantomatica macchina? – chiesi scettico, e Zayn mi indicò un obbrobrio di struttura rosa shocking. – Dio, stiamo scherzando”
“Già, cos’è quello schifo?” Marilynn storse le labbra sottili.
“E’ la macchina dell’amore o roba del genere – spiegò Danielle. – Ora ti ci infili dentro, Mary, e troverai la tua anima gemella: ne hai bisogno, di un po’ di dolcezza”
Lei digrignò i denti e non seppi quanti parametri c’erano per definirla carina. Era proprio proprio carina. Maledii mentalmente Danielle per averla contraddetta in quel modo, per non aver accennato a me visto che lo sapevano tutti e abbassai la testa, mentre Zayn mi batteva una mano sulla spalla, senza farsi vedere.
Harry scattò in piedi. “Vado io per primo!”
E ti pareva che non fosse lui il primo! Stravedeva per tutte quelle ragazze carine che pullulavano nel locale, perciò – mentre noi tutti alzavamo gli occhi al cielo – si allontanò con Niall. Di conseguenza lasciò sola Marilynn che divenne ancora più nervosa e si allontanò di più da me, appiccicandosi al muro.
“Anch’io vado! – sbottò Danielle scattando in piedi. Vidi chiaramente che Mary inarcò un sopracciglio. – Liam, tu vieni con me!”
La mia faccia divenne perplessa; l’idea stramba della ragazza di Liam diventava ancora più stramba del solito perché voleva trovarsi la sua “anima gemella” come se non avesse un ragazzo sotto gli occhi che l’amava più di quanto Zayn amasse Picnik per modificare le foto.
“E perché dovrebbe venire con te?” chiesi.
“Loui, faremo entrambi quel coso e poi vedremo se siamo seriamente anime gemelle” trillò Danielle entusiasta.
“E se non lo foste? Lo mollerai sul posto?”
Liam storse le labbra all’affermazione di Marilynn, mostrando tutto il suo disappunto. Zayn acchiappò uno dei drink che le cameriere portavano, lo sorseggiò rumorosamente, poi lo passò a me e lo scolai tutto. Quella situazione mi stava facendo impazzire, più del solito.
“Liam potrebbe ucciderti, Mary – convenne Zayn. – Armati di cucchiaio quando puoi”
Lei rise. “Come se Liam potesse uccidere, ho paura di Danielle”
“Dovresti averne, anche perché non mollerò mai sto coglione”
Danielle si voltò stizzosa, i ricci mori che balzellavano come molle e scattò verso quell’orribile struttura, con Liam al seguito, più trascinato che altro. Zayn, mentre sorseggiava un altro drink, sospirò.
“Andiamo anche noi”
“Stai scherzando spero! – Marilynn scattò in avanti, e il profumo dei suoi capelli, una delicata fragranza di muschio, mi giunse fino al naso. – Non ho intenzione di infilarmi dentro un robot per trovare una persona di cui non ho assolutamente bisogno!”
Non aveva bisogno di una persona che la facesse stare bene. Non aveva bisogno di me, dovevo arrendermi.
“Tutti ne hanno bisogno, perfino Lou!”
Marilynn divenne rossa, si ritirò e abbassò la testa, a braccia conserte. Scoccai un’occhiata di rimprovero a Zayn, che aveva osato mettermi in mezzo, ma lui non ci fece molto caso e si alzò con il drink in mano, per poi tenderle l’altra.
No, Zayn, cazzo, devo farlo io in questo modo non tu. Ma a te viene naturale e a me no. Dio, Malik, ti odio!
“Dai, Marilynn! – quando Zayn la chiamava con il suo nome intero, voleva dire che era costretta ad obbedire ai suoi ordini. Sbuffai, notando Niall, Liam e Danielle con una coccarda rossa coperta su cui era scritto un numero. – Almeno provaci! Magari trovi qualcuno che ti piace veramente, come anche Louis farà… vero?”
Lei scosse la testa. “Solo se anche Louis lo farà”
Era chiaro che se un numero corrispondeva a un altro, quella persona era la probabile anima gemella. Il fatto di essere registrato come in un campo di tortura non era una mia aspettativa di vita, tanto che temevo da un momento all’altro spuntasse qualche fan oscena e ci rovinasse la serata. Se fossi riuscito a dire la verità, per la prima volta nella mia vita, a Marilynn e lei avesse detto quello che mi aspettavo da secoli, allora sarebbe stato uno di quei giorni da segnare sul calendario.
“Louis, di’ di sì – biascicò Zayn sospirando. – Altrimenti Mary starà qui ore e ore e ore a lamentarsi della sua solitudine”
Roteai gli occhi al cielo, le scoccai un’occhiata e vidi chiaramente che si era chiusa ancora più in sé stessa, abbassando la testa e strappando via la mano da quella di Zayn. Mi alzai senza dire niente mentre Mary scuoteva la testa incredula.
“Lou, non puoi farmi questo!” sbraitò scattando in piedi e seguendo me e Zayn verso quella struttura orribile e rosa.
Non l’ascoltai, finché Zayn non mi spinse dentro quel posto osceno: l’interno era costituito da un divanetto rosa shocking, con patetici cuori di polistirolo attaccati al soffitto, un computer dallo schermo illuminato incombeva su di me. Sembrava di essere in un film di fantascienza.
Benvenuto. Nome?”
Proprio da campo di concentramento, nonostante quella voce meccanica fosse naturale e neanche troppo patetica. Mi guardai attorno di nuovo, inquieto.
“Louis Tomlinson” risposi.
Età?”
“Venti”
Residenza?”
“Londra”
Cominciai a pensare di essere stupido: insomma, parlavo con una macchina idiota! E poi ‘sta qui voleva sapere anche il colore delle mie mutande!
“Caratteristiche fisiche”
Inarcai un sopracciglio. “Come?”
“Caratteristiche fisiche” ripeté la macchina come paziente.
Mi morsi il labbro, tastandomi i capelli.
“Moro, occhi azzurri” risposi.
Il minimo.
“Lavoro?”
Sbuffai. “Cantante”
“Carattere?”
Rimasi interdetto per un po’ chiedendomi per quale stupido motivo avevo accettato l’idea di Danielle di venire in un posto del genere; chissà come se l’era cavata Harry, come minimo aveva dato anche il numero delle scarpe e il numero di cellulare.
“Carattere?” ripeté lo schermo illuminato.
“Divertente, idiota e non so cos’altro”
Mi faceva fatica scandagliare me stesso alla ricerca dei miei pregi e dei miei difetti, almeno su quei due aggettivi ero sicuro.
“Ragazza ideale?”
Il viso di Marilynn occupò la mia mente in un attimo, come una visione poco gradita tanto da farmi storcere le labbra. Cominciai a descriverla, forse più di quanto mi fossi aspettato: parlai più di lei che di me stesso. Alla fine della tortura, la macchina sputò una coccarda rossastra simile a quella di Liam, Danielle, Niall e Harry con un numero coperto sopra; prendendola, strappai la velina che la ricopriva e scoprii il numero, un novantanove gigantesco e giallastro. La presi e me la misi in tasca, cercando di non farmi vedere e uscendo da quella tenda rosa shocking.
“Che incubo, adesso tocca a me” borbottò Mary non appena uscii.
La osservai sedersi sul divanetto, i suoi anfibi borchiati spuntavano da sotto la tenda e il nervosismo che traspariva dal suo batterli ritmicamente era molto molto chiaro.
“Non la guardare troppo, Lou, la consumi e poi Niall è geloso”
Mi voltai innervosito verso Zayn che sorrideva sornione. Mi batté una mano su una spalla come per confortarmi della mia perenne condizione da forever alone mentre lui se ne fregava altamente e viveva la sua vita anche da single, senza farsi né troppe seghe mentali come Niall né senza approfittarsi di tutte le ragazze che gli piacevano come Harry.
Mi passai una mano tra i capelli. “Zayn, Marilynn può sentirti oltre quella tenda”
“No, c’è tipo la musica o roba del genere – Malik scosse la testa, prima di circondarmi le spalle con un braccio, in un gesto fraterno. Scoccai un’occhiata a un eccitatissimo Niall e ad un altrettanto eccitato Harry, che aveva già puntato due o tre ragazze. – In ogni caso, siamo qui per trovarti l’anima gemella”
“Lo sai benissimo chi è la mia anima gemella, Zayn” grugnii contrariato.
“Ma hai visto quante ragazze ci sono qui? Smettila di focalizzarti su Marilynn, non esiste solo lei”
Inarcai un sopracciglio. “Non è colpa mia se esiste”
“Dai, Loui – borbottò Zayn, picchiandomi sulla spalla. – Sì, Mary è carina. Ed è simpatica, ma non è fino troppo fuori dagli schemi?”
“E tu sei troppo impiccione”
Zayn sospirò paziente. “E tu non sei troppo ossessionato?”
“Non sono ossessionato! – gridai contrariato, ma mi tappai la bocca non appena Marilynn uscì dalla cabina, con la faccia più tetra che si potesse mai vedere. – Un’idiozia, eh, Mary?”
Zayn mi tirò un pugno sul braccio quando lei si rigirò la coccarda tra le mani con una smorfia, esitando se tirare la velina o lasciarla intatta, poi vidi Malik entrare dentro la cabina.
“Che cazzata - borbottò lei, spostandosi una ciocca di capelli oltre le spalle. Alzò la coccarda con rassegnazione, per poi accennare verso la folla scatenata dall’appello del DJ di dare il via alla ricerca. – Vado a ricercare il futuro compagno della mia vita”
A quelle parole il mio stomaco si strinse in un morsa mentre la vedevo che si allontanava con un passo annoiato, trascinando i piedi sul parquet, i capelli lunghi e biondastri che ondeggiavano ad ogni sua mossa. Storsi le labbra, per poi andarmene fuori dal locale deciso a non trovare la persona che avrebbe avuto il numero novantanove come il mio.
Dopo attimi e attimi di tempo, durante i quali ero ritornato dentro cinque o sei volte e avevo visto Liam e Danielle che si stavano baciando, straordinariamente con lo stesso numero, Niall e Harry che avevano trovato due ragazze, una bionda e una mora, con le quali stavano chiacchierando, Zayn che sorseggiava il suo ottavo drink, mentre Marilynn stava ancora cercando affannosamente il suo numero. Evidentemente non l’aveva trovato, in più era chiaramente scocciata perché sbuffava in modo ripetuto. Mi stava facendo venire il nervoso più a me che a lei stessa: perché non trovava il suo numero?
La vidi marciare verso di me, con un’aria arrabbiata e tetra.
“Lou – sospirò affranta, mostrandomi la coccarda. – Perché non trovo il mio cazzo di numero corrispondente?”
Un sessantasei spiccava luminoso sullo sfondo rossastro; mi sentii morire mentre lei si rialzava dalla parete e scappava di nuovo tra la gente.  Aveva un altro numero che non corrispondeva al mio, Marilynn non era la mia anima gemella, non ero adatto per lei perché eravamo troppo diversi. Era sempre cupa ma profonda, invece del sottoscritto sempre allegro e superficiale.
Mi passai una mano tra i capelli, osservando il marciapiede umido, seduto su una delle panchine fuori dal locale dove tutti gli altri si stavano divertendo, anche Marilynn forse lo stava facendo, magari con il suo nuovo fidanzato trovato grazie a Danielle.
Sentii la porta sbattere e la figura esile e bassa di Marilynn apparve sulla porta, rabbiosa, con la coccarda in mano e il giubbotto addosso. Rabbrividì dal freddo, per poi sedere al mio fianco.
“Sono sola” annunciò mesta.
“Anch’io”
“Non c’è veramente nessuno a cui possa piacere? – domandò, più a sé stessa che a me. Avrei voluto dirle che io ero lì per lei, ero nato per lei, per stare con lei, per vivere insieme a lei, per respirare la sua stessa aria. – Faccio schifo”
“Non fai schifo, sei solo diversa ma bella a modo tuo”
Mary sorrise. “E tu, Lou? Perché sei da solo? Hai tutte le caratteristiche dell’uomo ideale”
La mia mente cominciò a pensare che avrei potuto baciarla sul posto, scordandomi del numero, del locale, del fatto che non le interessassi minimamente.
“Evidentemente quella macchina ha voluto prendermi per il culo” borbottai prendendo la coccarda dalla tasca e rigirandola tra le mani.
Marilynn fece per strapparla ma non ci riuscì; aveva delle mani piccolissime e morbide, con le unghie dipinte di nero, e non aveva neanche abbastanza forza per sfogare la sua rabbia.
“Nessuno si caga il novantanove, cazzo. Probabilmente ha fatto male il conto o qualcosa del genere” grugnì Marilynn, e mi mostrò la coccarda.
Quasi mi venne un collasso: mi arrabattai per farle vedere anche la mia, con la conseguenza che i due numeri erano perfettamente uguali. E quindi lei era la mia anima gemella e quindi… oh, Dio, sentivo mi sarebbe esploso il cuore a momenti.
Marilynn rimase in silenzio mentre sfiorava con le dita il novantanove giallastro.
“Avevo letto sessantasei, prima… era al contrario. Non pensavo che io fossi adatto a te, ecco” mi ci volle tutta la forza che avevo per svelare sinceramente quel passaggio.
Non le dissi direttamente quello che provavo, ma tentai di farglielo capire; la mia speranza morì non appena lei stette in silenzio senza rispondermi. Brusca, Marilynn prese la mia coccarda e insieme alla sua la gettò lontano dai suoi e dai miei occhi e io rimasi passivo a guardare una macchina che le investiva senza problemi. Quei numeri non significavano niente, perché Marilynn non sarebbe mai stata mia e il suo gesto era stata abbastanza eloquente.
Il silenzio che seguì dopo fu come se mi stessero lapidando di fronte a una folla accanita. Era doloroso, pungente, quasi distruttivo. Nuvolette di fumo causato dai nostri respiri morivano nell’aria mentre il tempo scorreva.
Volli non essere mai entrato in quella macchina ridicola: in un attimo avevo chiaramente sbriciolato quel rapporto ambiguo che avevo con Marilynn e che forse mi bastava.
“Louis?”
La sua voce mi distolse dai miei pensieri e mi voltai spontaneamente verso di lei, nonostante non avessi voluto. Ormai mi veniva naturale. Notai che i suoi occhi scuri mi stavano fissando: non erano opachi come quando erano tristi, brillavano di una strana luce.
Un sorriso spontaneo le nacque sulle labbra.
“Quando hai intenzione di baciarmi?”

 

 Carrot's corner

In attesa che le recensioni alla mia long "Like an Extra" salgano e in attesa di distaccarmi un po' da quella one shot che mi ha distrutta emotivamente, aka Take it All,  ho deciso che avevo bisogno di ridere e di sparare qualche cazzata. Da dove nasce 99, che non è il numero delle posizioni sessuali del Kamasutra (?), quelle si fermano a 69? Dal numero che condividono Marilynn e Louis AHAHHAHHA scusate, era ovvio.

Questa one shot raccoglie di me, anche perché Marilynn è la mia fotocopia sia da come si veste sia da com'è caratterialemente, in certi sensi. Spero solo vi sia piaciuta e che vi abbia fatto sorridere almeno un pochino.

Se volete passare, vi lascio i link o il banner (basta cliccarci sopra) delle due storie che ho accennato prima :)

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 Take it All

 Grazie a Jas per il bellissimo banner.

Mari 

 

  
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