Capitolo
23
“Epilogo”
D |
opo la vittoria,
Sabrina si affrettò a soccorrere i cavalieri sacri, anche se però
c’era in giro ancora qualcuno non tanto affidabile.
Arpia infatti salvatasi dall’ira di Ares
e dall’esplosione, uscì fuori dalle macerie in cui era finita
durante la battaglia.
Arpia: “Ahi che
male, ma guarda che in che razza di situazione mi sono andata a
cacciare.”.
Sabrina non appena
vide l’Ex-saint di Ares, si mise subito sulla difensiva.
Sabrina:
“Ehi tu?non credere che te la farò passare liscia.”.
Arpia: “Stai
calma mocciosetta, non ho intenzione di
attaccarti.”.
Sabrina “Mocciosetta a me, ehi e tu allora che cosa credi di essere?
E comunque che significa che non hai intenzione di
attaccarmi? pensi che sia stupida? Lo so che farai di
tutto per vendicare il tuo signore, ed io ti fermerò.”.
Arpia: “Non mi importa se lo avete ucciso, è ciò che si
meritava, comunque sei sorda?ho detto che non voglio combattere, dopo tutto
devo ancora qualcosa al tuo maestro, visto che mi ha risparmiato la vita, ti
aiuterò a portarli al sicuro va bene?“.
Arpia sorrise,
amichevolmente.
Voleva aiutare
l’atra perché,credeva che il bacio fosse
stato troppo affrettato, dopotutto non si può pretendere di ringraziare
qualcuno con una cosa così stupida, voleva aiutare Sabrina ammesso che
lei volesse, sarebbe stato più gratificante.
Sabrina:”Va bene mi voglio fidare di te, ma se osi attaccarci
te la vedrai con me.”.
Così le due
ragazze procedettero, a portare via i superstiti, mentre per i morti avrebbero
pensato più tardi a fargli un degno funerale.
Così mentre
ognuno dei guerrieri si riposava nelle proprie case ,
Sabrina era sempre vigile e teneva d’occhi Arpia.
Arpia: “La vuoi
smettere di continuare a fissarmi?”.
Sabrina: “Io ancora
non mi fido del tutto di te, perché mi hai aiutato?è vero che hai
un debito con il mio maestro?”.
Arpia: “Si infatti, è per questo che ti ho aiutata, anche se
in verità glielo ho data una ricompensa al tuo maestro , però ecco,
mi sembrava troppo stupida, meglio che gli ho salvato la vita no?”.
Mentre parlava la ragazza arrossì leggermente,
pensando a quello stupido bacio, dopotutto ora che ci pensava è stata
veramente una stupida, manco le interessava più di tanto, anche se per
lei era carino, ma niente più.
Arpia(pensiero):
“Devo chiedergli scusa, non dovevo baciarlo,
sono stata una stupida.”.
Sabrina invece era
intenta a guardare il tramonto.
Arpia (affiancandosi,
all’altra): “Bello vero?”.
Sabrina:
“Già”.
La Silver Saint era
ancora visibilmente triste per la morte di Kraig,
l’altra se ne accorse.
Arpia: “Sei
triste?”.
Sabrina: “Non
riesco più a sorridere ora che non c’è più Kraig.”.
Arpia: “Ah
è per lui, dunque.”.
Sabrina: “Io lo
amavo, non mi sembra vero che ora non ci sia
più.”.
Arpia: “Non
preoccuparti, sono sicura che sta pensando ancora a te ora che ha raggiunto
anche lui gli dei.”.
Sabrina, non trattenne
le lacrime, corse in casa, mentre Arpia rimase fuori.
Arpia: “Come la
capisco, poverina speriamo che si riprenda
presto.”.
Una volta in casa
Sabrina, si chiuse la porta di ingresso alle spalle,
poi si lasciò scivolare a terra fino a sedersi. Si rannicchiò
abbracciando con le braccia le ginocchia, fina a lasciarsi sprofondare in un
pianto senza freno, in quel momento però
sentì una voce che proveniva dal fondo della stanza, che la
riportò alla realtà, lasciandosi dietro quella disperazione
angosciosa.
Voce:
“Sabrina, perché piangi?”.
Sabrina guardò
verso il fondo della stanza, e vide il suo maestro, era in piedi , sembrava essersi ripreso nonostante un po’ di
debolezza, voleva uscire, ma
vedendo Sabrina così, non potette fare a meno di cercare di
tranquillizzarla.
La ragazza si
rialzò velocemente, non voleva farsi vedere che piangeva, si
asciugò le lacrime.
Sabrina:
“Maestro?Come vi sentite?”.
Douko: “Bene. Non ti preoccupare per me ora,
tu piuttosto come
ti senti?Perchè piangevi , non dirmi che pensavi di nuovo
a Kraig?”.
Sabrina non ripose, ma
il suo silenzio parlava per lei, non riuscì ancora una volta a
trattenersi e pianse di nuovo.
Douko: “Scusami non volevo
ricordartelo.”.
Sabrina corse in camera, per lasciarsi poi cadere sul letto a piangere, il
suo maestro la raggiunse. Non aveva mai visto la sua allieva in quello
stato depressivo, pensò che doveva calmarla e
cercare di fargli coraggio.
Douko(avvicinandosi verso il letto in cui piangeva
l’altra): “Adesso basta Sabrina, non può continuare
così devi reagire, anche io ho perso degli amici in questa battaglia, ma
anche se mi dispiace profondamente per loro , non
posso continuare a disperarmi, devo essere forte e anche tu devi
esserlo.”.
Sabrina(singhiozzando):
“Non ci riesco. Lui non era un amico, era molto di più, ed io non
riesco più a levarmi dalla testa l’immagine di
quando l’ho ucciso, è stata colpa mia, mia.”.
La ragazza
iniziò a battere dei pugni di rabbia sul letto, poi ne strinse le
coperte, sembrava volerle strappare.
Douko la vide disperarsi, non gli era mai capitato
di essere così impotente davanti ad una situazione del genere, ma comunque non poteva lasciarla da sola, ora che aveva
più bisogno, non pensava di doverlo mai fare ma doveva aiutare la sua
allieva.
Douko(stringendo i pugni): “Smettila,
non è vero questo.”.
Sabrina: “Si invece è colpa mia.”.
Douko: “No
ascolta”.
Sabrina non lo voleva
ascoltare , si coprì la testa con il cuscino
per non sentire le parole del suo maestro. Douko a
quel punto, le tolse con forza il cuscino, e la obbligò a girarsi , poi le bloccò le braccia, le era sopra, la
guardò con il suo sguardo severo, anche se lei chiudeva gli occhi per
non guardarlo.
Douko: “Devi ascoltarmi invece. Guardami
Sabrina…”.
Sabrina aprì
gli occhi, poi guardò l’altro, con leggero imbarazzo, non le era mai capitato di essere così vicina al suo tutore,
e di poterlo guardare così intensamente negli occhi, che erano
bellissimi così intensamente scuri e fieri, ma non erano come quelli di Kraig, capaci di stregare anche gli dei.
Douko: “Non devi dirlo mai più
capito?Lui ha scelto il suo destino, e tu hai compiuto il tuo dovere, sei
un’Saint d’Atena non potevi fare altro. Perciò smettila di torturarti così, con i
sensi di colpa. Sai sono sicuro che se lui ti vedesse
adesso non vorrebbe vederti così. Torna a sorridere e a
essere quella di sempre. Te lo chiedo per favore, anzi ti prego di smetterla, non
sai quanto mi fa male vederti così, non voglio più che tu pianga,
se stai male tu sto male anche io.”.
La ragazza vide negli
occhi del suo maestro, una strana luce, era triste
però nello stesso tempo era così intensa , sembrava quasi
chiamala.
Sabrina(sospirò):
“Maestro…”.
Le parole le si fermarono, quando sentì nell’aria
l’intenso cosmo dorato del
guerriero della bilancia, che sembrava avvolgere il suo corpo, come a
volerle far capire che lui le era vicino, ed anche il suo microcosmo interiore
lo era.
La ragazza chiuse gli
occhi, lasciandosi trasportare da quell’energia,
lasciandola penetrare
nel suo animo, in modo tale che potesse
raggiungere così la sua.
Anche Douko sentì l’energia della ragazza, era
triste anche quella, però si faceva sempre più intensa
mentre lo avvolgeva, e lo catturava, si sentì per la prima volta
attratto da un’altra energia che non fosse quella d’ Atena,
lì avanti a lui vi era solo Sabrina.
Sabrina(pensando):
“Questo cosmo? È lo stesso che ho sentito tante volte, quando lui
mi proteggeva dai nemici, quando lui voleva farsi perdonare, quando lui voleva raggiungere Atena. Tuttavia non mi
era mai capitato di sentirlo così da vicino. Il cosmo dei cavalieri
d’oro è veramente fantastico.”
Douko(pensiero): “Questa è la sua
energia? Non immaginavo che fosse così intensa da farmi perdere la
ragione, dovrei lasciarla ormai , si è
tranquillizzata, eppure non ci riesco, cosa mi prende?”.
Il
giovane Saint era
combattuto, non capiva più niente, fatto sta che non voleva che Sabrina
se ne andasse così la trattenne, forse ciò che lo turbava
maggiormente, era il sentimento del desiderio materiale che aleggiava in lui in
quel momento, ora non era il semplice desiderio di proteggere Sabrina oppure di
aiutarla quando è in difficoltà, come maestro e allieva era di
più, e non sapeva se cedere oppure resistere e lasciarlo passare
aspettando che Atena se lo porti via.
Douko(pensiero): “Aveva ragione Alexander, ci azzecca sempre quando
si parla di certe cose.”
Il guerriero sorrise
lievemente, pensando a ciò , poi però si
accorse che non era possibile scacciare quel desiderio di averla, anche se sapeva a cosa
comportava se avesse ceduto, anche
se sapeva di trasgredire alle regole e di fare peccato, non riuscì a
resistere a quel desiderio, e baciò la ragazza prima delicatamente
appoggiando solo le sue labbra a quelle dell’altra.
Sabrina quando
sentì le sue labbra su quelle sue, le sembrò di vivere un sogno,
non si aspettava che il suo maestro, le volesse così bene fino a quel
punto, anche se però quel bacio le ricordava
quello che le aveva dato Kraig, anche lui era stato il primo a baciarla, e una vena
di tristezza iniziò nuovamente a percorrerla, poi però quando lui
iniziò a baciarla con più foga e più passione, lei si
lasciò andare ricambiando a sua volta.
Il giovane cavaliere
lasciò un braccio della ragazza, poi fece scivolare la sua mano lungo il
corpo di lei, toccando tutte le sue forme ed ogni
curva, che venivano fuori dalla maglietta nera attillata, che poi le
sfilò lentamente, mentre Sabrina invece con la mano che le era libera,
gli toccò i suoi capelli così folti e ribelli. Non era di certo
come toccare i lunghi capelli lunghi e lisci che aveva
Kraig, ma quel tocco era piacevole, esattamente come lo
erano poi i baci che quel cavaliere le faceva scivolare sul collo, mentre lei
man mano sempre con la sua mano gli
toccò la schiena muscolosa fino ad arrivare poi al suo torace che
iniziò a spogliare del suo vestito, mentre i suoi polpastrelli
iniziarono ad esplorare e a testare, le forme perfette e virili dei
pettorali del bel maestro, tutti i
suoi muscoli.
I due si baciarono e
si toccarono presi in quella passione, fino a tardi.
Intanto da un'altra
parte, Alexander si era ripreso, ed era uscito fuori a
guardare il calare della sera. lo raggiunse Selene.
Selene: “Alexander? Stai bene?”.
Alexander si voltò, e sorrise a sua moglie.
Alexander( mettendole un braccio sulla spalla):
“Certo che sto bene.
Tu?”.
Selene(annuendo):
“Sto bene anche io, sai sono felice che si sia concluso
tutto bene.”.
Alexander: “Già abbiamo fatto il nostro
dovere, e Atena ci ha aiutato.”.
Selene: “Senti stavo pensando ad una cosa.”.
Alexander(con aria interrogativa): “A che
cosa?”.
Selene: “Ora che
il gran Sacerdote sa che siamo sposati, non so se sia
giusto rimanere, vorrei lasciare il santuario e andare dai bambini, sai sento
la loro mancanza.”.
Alexander stette in silenzio, in
effetti anche a lui mancavano i propri figli, però abbandonare il
santuario, era una decisione un po’ drastica, dopotutto Sion non li aveva
ancora cacciati, lo sapeva quindi li voleva ancora al suo fianco, tuttavia una
sensazione di indecisione lo percosse.
Alexsander: “Non so sai sono
indeciso, non vorrei lasciare il santuario ora che siamo rimasti pochi.
Atena ha bisogno ancora di noi. Penso che ne dovremmo parlare con il gran
Sacerdote.”.
Selene: “Beh se
non vuoi lasciare il santuario potremmo chiedere al
Gran Sacerdote se ci permette di andare dai nostri figli, ma cosa ne pensi? Dici che possiamo rimanere?”.
Alexander: “Penso di si
altrimenti saremmo già fuori, Ti ricordo che lo sapeva.”.
Selene:
“Già hai ragione. Penso che il gran Sacerdote ci abbia
perdonato.”.
Alexander: “Non preoccuparti per questo. Ora
torniamo a riposare.”.
Intanto in un bar per
le reclute del santuario, del paese dove Orion si era
rinchiusa a sbronzarsi vestita sempre da recluta, un pensiero la percosse,
mentre guardava il fondo del bicchiere che ormai era vuoto, giocando con esso.
Orion (pensando): “Eliot
mi ha detto che dovrei essere più femminile, Tsck che sciocchezze , me lo ha detto solamente
perché stava morendo, non c’altra risposta, figuratici se io posso
essere più femminile ormai.”
Orion ordinò un altro
bicchiere di liquore, poi se lo buttò giù con un solo
sorso.
In quel momento qualcuno
si sedette vicino a lei dicendole qualcosa.
Voce: “Ti spiace
se te lo offro io l’ultimo?”.
Orion si volta, accanto a lei vi
era Enea.
Orion: “Tu qui?”.
Enea:
“Sempre, ma di solito vengo sempre tardi, anche se poi quando mi riprendo
mi viene da vomitare.”.
Ordinò anche
lui da bere.
Orion(ironica): “Ti viene da vomitare, se
mandi giù una bottiglia di troppo, ma dai.”.
Enea: “Beh non
che faccia bene ubriacarsi come spugne, ma sai cosa ti
dico? Fin che si vive si vive, perciò non
facciamoci tanti problemi.”.
Mandò
giù il suo alcool.
Orion: “Già hai ragione e poi con la
vita che facciamo, non importa se moriamo prima.”.
Riordinò un
altro bicchiere, anche l’altro fece lo stesso, bevvero
quasi insieme.
Enea: “Sai siamo stati fortunati a essere sopravissuti.”.
Orion: “Già ma perché anche Eliot si è fatto ammazzare, non doveva finire
così”.
Strinse il bicchiere
tra le mani, Eliot era comunque
molto importante per lei.
Enea:
“Già purtroppo questa è la guerra.”.
Il cavaliere si alzò in piede, poi si fece dare una bottiglia di
room.
Enea: “ Vieni
andiamo a ubriacarci, lontano da questa feccia
puzzolente.”.
Orion: “Solo se me ne lasci la metà.”.
La ragazza si
alzò, ma non sembrava reggersi in piedi tanto bene, ed Enea le sorrise,
cercando di trascinarsela via.
Enea: “Certo non
preoccuparti te la lascio quanto ne voi.”.
Orion: “Senti dimmi
la verità, io starei meglio se fossi più femminile?”.
Enea non sapeva cosa
risponderle.
Enea: “Bho, non saprei, forse si, ma sai non credo
proprio che tu ti vestirai mai da donna conoscendoti.”.
Orion , stette zitta, anche perché
l’alcool la stava letteralmente rimbecillendo, si sentiva girare la testa
, così mentre iniziava a sparare cavolate , se ne andò assieme
all’altro cavaliere.
Intanto al Santuario
Sion dopo essersi ripreso pregava Atena e la ringraziava per l’aiuto che
gli aveva dato.
Arrivò il
giorno, a casa della bilancia Douko si svegliò,era sdraiato sul letto, mentre un raggio di sole penetrava
dalla finestra, accanto
abbracciata, con la testa sul suo torace vi era Sabrina addormentata.
Il cavaliere le
accarezzò delicatamente i capelli corvino, lei a quel
dolce tocco, si svegliò dal sonno.
Douko: “Ti sei svegliata mia piccola
dea?”.
Sabrina alzò lo
sguardo per incrociarlo con quello dell’altro, gli
sorrise, era contenta, almeno quella notte non aveva pensato a Kraig, anche se oggi sarebbe dovuta andare al suo funerale,
e quello degli altri, ma almeno la notte era stata splendida.
Sabrina:
“Grazie.”.
Poi il suo sguardo si
rabbuiò, Douko capì che stava pensando
ancora all’altro, nonostante tutto quello che ha fatto per renderla
felice, beh di certo sarebbe dovuto passare almeno
qualche giorno per vederla ancora come prima. Sicuramente anche durante quella
notte pensava a Kraig.
Douko: “Dimmi la
verità Sabrina. Pensavi a lui anche quando facevamo l’amore
vero?”.
Sabrina: “Mi ci
vuole del tempo, mi dispiace, comunque ho apprezzato
quello che hai fatto per me, non lo dimenticherò mai.”.
Douko: “Mi ami?”.
Sabrina. “Adesso
più di prima.”.
Douko uscì fuori, mentre Sabrina rimase per un
attimo dentro, Arpia nel vederlo, gli corse subito incontro.
Arpia: “Douko?”.
Douko si voltò e vide la ragazza.
Douko: “Ciao. Sei viva
allora.”.
Arpia:
“Già. Senti scusami per il
bacio…”.
Douko alzò le spalle.
Douko: “Non importa è acqua passata, cosa
farai adesso?Ares non
c’ è più.”.
Arpia: “Beh
ecco, pensavo di rimanere qui ad aiutarvi. Dopo tutto
ve lo devo dopo quello che è successo.”.
Douko: “Mi fa piacere che tu rimanga, se la metti così sono sicuro che il Gran
Sacerdote ti perdonerà.”.
Arpia: “Lo
spero.”.
Douko le diede una pacca sulla spalla, come
incoraggiamento.
Douko: “Non preoccuparti, stammi bene
capito?”.
Arpia sorrise.
Sobito dopo Douko Sabrina e
Arpia raggiunsero gli altri che stavano pregando in
solenne silenzio gli altri caduti, tra cui c’era anche Kraig e gli altri morti della coalizione.
Fu un pomeriggio
triste, non solo per via dei vari funerali, ma anche per via di
Alexander e Selene, che se ne andarono non
specificando quando sarebbero tornati, il gran Sacerdote comunque non lì
mandò via e gli permise di portarsi anche i Pandora’s
box con le armature sacre, un giorno comunque li avrebbero senz’altro
rivisti.
Così sotto
l’alba di un nuovo giorno si conclude questo
episodio.
Fine e alla prossima
avventura.